giovedì 14 febbraio 2013

SONO LE ARMI DEI TRIOLO LA SINOPIA DI VIA GALLINAIO




Si deve molte volte al caso quando riaffiorano dal passato tracce o resti che esaminati collocati infine conservati esaltano la gente del posto. Ricordo che da bambini noi giocavamo fra le macerie al parco vecchio e nello stesso luogo si conservavano affreschi pregevolissimi senza che noi se ne avesse il minimo sentore. Ora la pioggia insistente ha fatto crollare parte del caseggiato , appendice del castello in quelle che probabilmente  furono le “prime cento case” di Marineo. Osservate da via Gallinaio si notano ingressi con arco in pietra coeve al castello , qualche antica porta in legno , con sopra lucernai, al tempo necessari e portatori di luce. Da una di queste si accede a quelle stanze di cui ci stiamo occupando. Il fatto (frana) ha portato alla luce almeno una stanza con delle sinopie applicate nella parte superiore degli ambienti  che seguono l’andatura del tetto parte in orizzontale e parte in obliquo, Sinopie a suo tempo colorate rappresentanti motivi floreali di fattura rinascimentale. A prima vista sembrerebbero prove d’artista perchè le si trovano in tutto l’ambiente e soprattutto molte nelle pareti in basso a mo di cornici come dovessero contenere immagini o quadri . 
Forse l’autore dovendo affrescare altrove usò l’ambiente come laboratorio. Inganna molto la sinopia che rappresenta lo stemma  di una antica e nota famiglia  borghese marinese posto nel cornicione in alto , non al centro ma verso sinistra. In tutte le pareti sono presenti centinaia di buchi grandi per travi per sostenere tetti e soppalchi mentre i piccoli  vanno riesaminati sul luogo. Il materiale di deposito ha coperto  il tutto per anni sino al fatto di questi giorni. Le armi consistono in tre “o” su sfondo  secondo lo stemma oggi circolante azzurro esaltato da un elmo con festoni più settecentesco (a prima vista) che rinascimentale. La famiglia a cui si riferisce lo stemma non ha memoria del possesso di questi locali , e del resto questi ambienti definiti di solito “pagghialori” non erano mai affrescati. Salvo ovviamente il fatto che essere adiacente al castello potrebbe dichiarare essere abitato da persone familiari ai castellani. Una sala oggi fatiscente che porta uno stemma di famiglia (tuttora residente a Marineo) pone tanti curiosi interrogativi che vanno esaminati per sciogliere i giusti dubbi di chi ama il passato della propria terra. Viste le case da “sotto il castello”  non si nota nessuna protezione a salvaguardia del recente ritrovamento , prima protetto  da mura e tetto ora nemmeno un telo ( 20 euro)  è stato posto a protezione. E se poi si sente dire che si parlava di pompa con acqua  per bagnarli per meglio risaltare in fotografia …
E’ certo che chi , certo più competente e meno  frettoloso di noi ,  avrà saputo dedurre origine, periodo , stile , qualità , valore immediatamente, avrebbe dovuto almeno proteggere quelle armi  , caso unico e raro a noi noto di un simile ritrovamento. Avrebbe potuto relazionare la comunità  tramite il sito del Comune , anche del sito dei compari, per non parlare dei locali adiacenti questo luogo in possesso del Comune solo a tale scopo (culturali) e non sede di comizi camuffati da eventi culturali . Anche se le analisi dovrebbero dimostrare che non si tratta di opere d’arte è sempre un documento del passato (architettura, edilizia antica, materiali , posizione, uso ecc.ecc.)  che avrebbe potuto interessare le centinai di laureati e laureandi in queste materie che , grazie a questo silenzio, ancora non sanno del ritrovamento. Ritrovamento che deve riguardare i soliti , che pagati della comunità lautamente sono ancora convinti che essendo preposti alla cultura la cosa non è più una cosa pubblica ma personale.        



Ci venga risparmiato il sarcasmo se noi assolutamente profani abbiamo rubato spazio a chi fa sempre del silenzio su cose che riguardano la collettività.

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