venerdì 30 agosto 2013

RINGRAZIAMO IDDIO CHE ALMENO IL PREMIO DI POESIA SI SIA SALVATO DALLA CRICCA RIBAUDIANA !




Siamo alla vigilia del 40 mo premio di Poesia, forse l’unica cosa che non sono riusciti ad inquinare né l’ex sindaco né la cricca dei compari. Senza il forte potere politico che prima possedeva, a Ciro Spataro e consorte non rimase che affidare il premio in “affidamento” (scusate)alla Fondazione Arnone che in quel periodo era garante grazie alla presenza autorevole e prestigiosa di Padre Randazzo. Fatto sta che oggi anche senza la “linfa” , soprattutto economica di una provincia in coma irreversibile e senza poter contare sulle risorse del Comune (ancora senza bilancio, nulla avviene per caso, chi ha preceduto ha lasciato solo mine e sangue), questa 39 edizione può contare solo su se stessa.

La coincidenza del caso Cerami che ,  e grazie alla presenza del figlio, stimolerà curiosità ed interesse  lascia poco spazio al raggiungimento di antiche posizioni. In pratica questa edizione mi pare completamente nelle mani di Katiuska Falbo. Solo la sua spigliatezza e invettiva può salvarlo dalla “stanchezza”. Speriamo che la Falbo guardandosi attorno e vedendo cotanto “vuoto” non si lasci trascinare . Ma come nelle situazioni disperate speriamo che sappia tirare fuori il meglio di se e ripaghi l’investimento fatto in tanti anni dal Premio su di Lei. Sono spazi ristretti , noti, usati e abusati, ma l’artista è lì che tira il meglio di se o altrimenti diventa attore. E’ anni che ripetiamo che la formula è superata , ripetitiva monotona, manca una cultura stimolante e il dire che la poesia non offre maggiori spunti ci sembra “faciloneria spiccia”. Avrei osato inserendo in qualche modo Franco Virga come esperto , recuperando le realtà locali che questo  premio sembra tenere a distanza, che già hanno lanciato una disponibilità e interesse, senza che questo comporti il recupero di “padrini” e compari sfiduciati. Senza risorse economiche non si va lontano , ma aggiungere appendici al premio non comporta investimenti esosi ma darebbe una boccata d’ossigeno ad una formula dove la passerella si restringe sempre di più “ai soliti” non più depositari monopolistici di cultura.

Quindi spazio a Katiuska Falbo sperando che sappia rianimare con la sua verve un palcoscenico semi-pensionato. Come al solito non abbiamo notizie della gambe lunghe di questa edizione che sembra una patente alla “miss Marineo”, una vetrinetta alla bollettino ecologico, una passerella di acerbe bellezze immolate ,date in pasto dai genitori ad un pubblico di famelici conoscenti.

 

“La Giuria nell’ambito della poesia edita in lingua italiana ha attribuito il secondo premio a Tiziano Broggiato per l’opera “Città alla fine del mondo” ed. Jaka Book, Milano.” Ho letto per caso questo passaggio senza accorgermi che la casa Editrice in oggetto in parte mi apparteneva. Apriti cielo se la cricca di cultura ribaudiana lo avesse saputo chissà quali insulti e sospetti mi avrebbe scaricato addosso. Ovviamente in forma anonima e volgare come usano fare solo loro.

 

 

giovedì 29 agosto 2013

ADDIO A ANTONINO MANCUSO



Una cosa di cui si vantano i pupari soprattutto palermitani è quella di dichiararsi l’ultimo puparo ! Succede spesso quando il nostro più famoso puparo lascia interviste o nei discorsi fra pupari . Un'altra affermazione usuale è che l’ultima generazione di pupari non avendo lasciato eredi  non riconoscono allievi decretando cosi la morte del teatro dei pupi.

Antonino Mancuso ha deciso di lasciarci a 78 anni. Si aveva qualche acciacco ma non era stanco di fare il puparo.

Da lui ho imparato quasi tutto sin da quando ragazzini subito dopo la guerra erano sfollati a Marineo e facevano teatro in quella via Triolo che ancora oggi se non fosse per la cecità dell’assessorato al Turismo  spinto da un cafone ignorante non avesse sospeso una di quelle iniziative che avrebbe arricchito il comune di Marineo e la provincia di un fatto raro e prestigioso.

Nino era il braccio dei Cuticchio (senza di noi non sanno fare il teatro, mi diceva il fratello Stefano) ed invero per decenni i Mancuso hanno fatto teatro con la facciata dei Cuticchio.

Dopo gli anni “sfollati” tornati a Palermo in quel mitico teatro dietro il politeama (oggi sede di un ristorante) si trasferirono a Trabia. Famiglia numerosissima dove tutti avevano aiutato il Cav. Mancuso   , soprattutto Nino, Stefano (forza della natura, il più veloce e potente in battaglia insuperabile) e Pino (oprante eccelso, costruttore dalle mani d’oro capace di costruire a mestiere un pupo finemente arabescato in un paio di giorni). Nino era l’artista. Il conoscitore della Storia dei Paladini di Francia. Non scendeva a discussioni inutili , aspettava di capire “quanto ne sapevi” per poi “dialogare”. Dopo qualche tempo che ci frequentammo mi regalò un edizione popolare della Storia dei Paladini di Francia e accettò i miei interventi in discussione. Muoveva i paggi in modo impeccabile prestava a loro le voci e mi rimproverava se non usavo la cadenza dei “pupi”. Bellissime le discussioni sulla morte di ruggero da loro recitata a nome di altri di cui ritenevano di dovergli i diritti d’autore. Rimase sbalordito quando gli dissi che riconoscere quella paternità e come pagare il pizzo a certi politici che sanno camuffarsi da sindacalisti del popolo. “Quando gli dissi mi dimostrino i loro diritti su Ruggero” ammutoli !

Anche quando doveva entrare in scena un secondo pupo non fermava mai il primo, li faceva parlare e muovere in contemporanea. Amava le scene cortesi e gli brillavano gli occhi quando recitava “una dama non si colpisce nemmeno con un fiore…” oppure quando tristemente recitava “…e con questo sereno signori tutti la buonasera”.

Per me era il maestro e accettò le mie innovazioni con rispetto perché il teatro dei pupi era già al tramonto e nemmeno il decreto dell’Unesco riuscì a rianimarlo. Senza contare l’ultimo infame gesto dell’ex sindaco di Marineo che chissà cosa pretendendo dal teatro dei pupi iniziò un azione denigratoria mai vista prima, assecondato incosciamente dall’Assessorato al Turismo che    non analizzando bene i fatti ha trascurato i veri motivi di quel gesto per cui lo stesso sindaco si trovava in tribunale per altro caso.

Nino Mancuso lascia, per nostra fortuna un figlio ed un fratello eredi di una grandissima tradizione e i miei continui solleciti affinchè il figlio “registrasse” tutti gli spettacoli del padre spero siano stati esauditi.

Era un uomo all’antica di quelli che danno un significato persino ai nomi dei nipoti, che non ti permettono di usare un linguaggio non adeguato . Era legatissimo alla moglie e alla sua morte non rimase solo vedovo ma anche solo.

Avevo deciso di portarlo a Marineo per festeggiarlo degnamente in quella via Triolo che lo aveva visto artista da ragazzo e scorrazzare con gli amici vaneddi vaneddi (fortissimo il legame con il compianto Ing Fiduccia figlio). Ma quelli erano anni bui per Marineo dove il più grande cafone che avesse prodotto la nostra comunità oscurava ogni e qualsiasi iniziativa.

Ps oggi a Trabia si svolgeranno i funerali. Ad Enzo e soprattutto al fratello Stefano le mie condoglianze

martedì 27 agosto 2013

WE LIVE TOGETHER (NOI VIVIAMO INSIEME).



Marineo 1-8 Novembre 2013

 
UN PROGETTO EUROPEO CHE  APRE ORIZZONTI  CULTURALI PER I GIOVANI
Le Fondazioni Culturali Gioacchino Arnone, in partenariato con la Human Rights Youth Organization (associazione no-profit promotrice di varie iniziative culturali, tutte volte ad una migliore e più capillare promozione dei diritti civili in Italia e nel mondo), nell’ambito dell’azione 1.1 del programma finanziato dalla Commissione Europea “ Gioventù in Azione” , organizzeranno dal 1 al 8 Novembre 2013 a Marineo, uno scambio internazionale dal titolo “We live Together” che vedrà coinvolti 28 giovani provenienti da diversi paesi del mondo quali Norvegia, Spagna, Bulgaria e Italia. Il tema dello scambio è il razzismo e i pregiudizi. L’obbiettivo dello scambio è quello di abbattere barriere e atteggiamenti razzisti provocati da stereotipi e pregiudizi alimentati dalla mancanza della conoscenza dell’altro. Le attività nel concreto si alterneranno fra sessioni “teoriche” su razzismo e pregiudizi utilizzando comunque sempre un approccio di educazione non formale ai diritti umani promosso dal programma Gioventù in Azione dal Consiglio d’Europa, e sessioni pratiche che vedranno coinvolte  tecniche del “Learning by doing”, che saranno di ausilio anche a bypassare il problema della lingua , andando anzi a sviluppare curiosità nel conoscere le altre lingue e modi di dire altrui. Lo scambio, l’apprendimento “pear to pear” , ossia apprendimento fra pari permette di sviluppare contestualmente due obbiettivi, l’apprendimento e il confronto fra i partecipanti, e al contempo coesione e formazione del gruppo stesso. Il coinvolgimento della popolazione locale, e dei giovani marinesi in particolare, nello svolgimento del progetto, avrà un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda l’accoglienza e l’integrazione degli ospiti nel nostro contesto, ma anche e soprattutto per la promozione della cultura italiana e locale , e quindi ciò rappresenterà anche un punto di forza nei confronti della visibilità di usi e costumi europei.
Il progetto è stato sviluppato in un paio di settimane grazie alla fattiva collaborazione di Cirus Rinaldi, e costituisce il primo di una serie di  attività che la Fondazione Culturale Gioacchino Arnone intende promuovere nei prossimi mesi.
Il Presidente
Arch. Guido Fiduccia


ps  diamo volentieri notizia di questo progetto nato dalla "fattiva collaborazione" con Cirus Rinaldi. Sarebbe stato opportuno che lo stesso "illustrasse il progetto" perchè cosi facendo ci dà l'idea dei vecchi richelieu  che ancora inquinano l'amministrtazione , deus ex machina, sempre dietro le quinte che non ci mettono mai la faccia. Avendo a dispoisizione uno spazio amico  della fondazione il buon Rinaldi può aiutarci a capire meglio. Anzi facciamo noi una proposta. Perchè la Fondazione non assume il progetto della Storia della Parrocchia affidandola proprio al Rinaldi per evitare che la cricca dei compari ci propini una Storia che parli più degli autori che della stessa parrocchia. Della onestà intellettualke del Rinaldi non dubitiamo mentre...

LI CUFFUNA DI PADRE CALDERONE

“Con delibera di giunta municipale n. 78 del 21 Agosto 2013, votata all'unanimità, è stato espresso positivamente l'indirizzo politico relativo alla costruzione del nuovo cimitero”.
Che strano il mio paese. Appena arrivi e ti interessi di un qualsiasi problema vedi “i Cafoni” di qualsiasi livello scagliarsi contro , qualsiasi sia la novità. Il Cimitero. Ho avuto messaggi irripetibili su chi ha questo o l’altro interesse. Ma nessuno dico nessuno propositivo. O almeno correttivo. In un giorno si sono scatenati tutti persino quelli che per mestiere (sic) dovrebbero saperne più degli altri. Il 21 agosto la giunta ha votato un provvedimento. E’ un passo avanti verso una “necessità”. I giovani aspiranti politici dopo aver sentenziato prima ora ignorano il fatto, gli oppositori “aspettano” che gli altri scivolino “alla perrone” ,alcuni amministratori fanno prove di antica arroganza. Chi ha sempre lavorato intanto va avanti a piccoli passi nella legalità.
Altro caso. Muore padre Rocco quasi tutti ne danno notizia commentando la perdita di “tanto nomine”. Tranne i soliti compari. A distanza di tempo si propongono di “acquisire” manoscritti e proporre convegni di un giorno e giornate di studio….. A “babbo morto”.
Ora , come al solito, ci sfugge come sia possibile che un ex assessore sfiduciato possa presentarsi da chi lo ha sfiduciato (Quartuccio e dodici consiglieri ) chiedendo i manoscritti dello scomparso (Quartuccio è nipote del Rocco) adducendo antiche amicizie (mi immagino i grandi colloqui di studio fra il Rocco e il papà del proponente a Roma). Questa proposta di una giornata di studio da noi avanzata all’assessore alla cultura ora spunta in bocca a chi definisce gli avversari “ubriaconi” non avendo altre definizioni o risposte da dare.
Spero che anche il Quartuccio non faccia parte della lista dei “riciclabili” che in barba ai suoi elettori questa amministrazione sta attuando somministrando bromuro ai cittadini . Sono deboli segnali che serpeggiano e quindi dobbiamo prepararci a vedere il Benanti che dopo aver plagiato la fondazione manovrando il Prof. Giovanni ora ritorna con i suoi pestiferi e menzogneri bollettini a prendere possesso dell’immagine del paese e l’altro quello che oggi usando la definizione citata da Franco Virga come modello “ di sepolcro imbiancato”,scomodando Lincoln e Ravasi . Che il Quartuccio possa essersi rincoglionito ho ancora qualche dubbio ma se dovesse consegnare un qualsiasi manoscritto “alla cricca dei compari” sarebbe per me una grande sorpresa. Ma tutto è possibile e corro subito a leggermi la lista dei riciclabili perché questa smania del riciclo la vedo bene applicata alla immondizia ma non a gli uomini. Ogni tanto qualcuno tira in ballo Padre La Spina. Questi non li ho mai visti dentro il pullman di seminaristi organizzato dal La Spina. Non lo vedo,il la Spina, così progressista come lo si vuol far passare. Io ho ancora i suoi scritti quando “scrivevamo assieme” e lui si firmava “don Bernando “ . Scriveva racconti come metafore , da semplice prete , umile e soprattutto pastore. Se col tempo poi si è guastato frequentando altri non lo so . Bisognerebbe chiedere a quella trentina di ragazzi arruolati per il seminario, caso unico e raro nella “storia della parrocchia di Marineo”. Peccato che il pullman arrivò a Palermo solo con l’autista, il non ancora Padre Randazzo e altri tre.
Quartuccio se ci sei batti un colpo !
Ps questa storia mi ricorda li “cuffuna” di Padre Calderone, mai ritrovati verosimilmente inventati da chi cercava luce denigrando quello storico.

sabato 24 agosto 2013

TOCCA A DANIELA SPALLETTA

ANTICA STAZIONE DI FICUZZA
DANIELA SPALLETTA
QUARTET 

Ingresso Libero
Prenotazione Consigliata
info@anticastazione.it

tel. 0918460000 -- cell. 3484841587
 

GEMELLAGGIO JAZZ

In questi gorni Ficuzza è capitale del jazz e del blus. Artisti di indiscussa qualità si stanno alternando sul palco proponendo vecchi classici pezzi storici e nuove proposte. A differenza della musica modernissima o della classica molti ne parlano spacciandosi per intenditori solo perché sono nomi ormai storici . A Ficuzza conta solo come sai suonare come la proponi al pubblico . E’ un pubblico di gente che ha gusti ben definiti , coppie mature affiatate che masticano jazz al ritmo della gomma americana usando quasi tutto il corpo. Ci sono anche i giovanissimi stufi di troppa modernità o di classica in mezzo a rumori e frastuoni inconciliabili. Non è male la scaletta di Ficuzza e credo che gli organizzatori vadano premiati con la presenza.
A tale proposito mi sovviene che Saint Sigolenne ospita un prestigioso festival Jazz da tanti anni a cui assistemmo alcuni marinesi in occasione di una ricorrenza del gemellaggio. L’ospite quel giorno era un artista di origini campane che si chiamava Lattuga. Pranzammo assieme e fummo premiati da un ottima sua esibizione.
A giorni un nostro assessore va in Francia a proporre arance olio e… jazz !
Suggeriamo, se ci è consentito proporlo, di incontrare gli organizzatori di Ficuzza e poi una volta in Francia esaminare le possibilità esistenti per i due eventi :Ficuzza e Sant Sigolenne.
I bambini hanno imparato gli inni nazionali, i grandi quando inizieranno a far fruttare questo rapporto addormentato e quasi distrutto dal gruppo precedente specializzato in distruzioni.

giovedì 22 agosto 2013

SOLO A FICUZZA PER CONOSCITORI E INTENDITORI !

FICUZZA J&B SUMMERFEST 2013 - UMBERTO PORCARO
ANTICA STAZIONE DI FICUZZA
LUCA D'AVERSA
Luca D’Aversa è un cantautore indipendente romano dal talento musicale originale, dotato di grande sensibilità e fantasia.
Compone canzoni dalle soluzioni musicali e dai versi insoliti e accattivanti, accompagnandosi con la sua chitarra.
Insieme alla sua band propone brani emozionanti, coinvolgenti, ritmici che respirano al suono di parole chiare ed evocative.
Ha al suo attivo un Ep intitolato "Mettiti comodo", che contiene cinque brani: "Mettiti comodo", "Non vogliono farmi sognare", "Il bagaglio", "Imparerò" e "Settembre". In particolare, "Imparerò" è nella colonna sonora del film di Massimiliano Bruno "Viva l'Italia".


Ingresso Libero
Prenotazione Consigliata
info@anticastazione.it

tel. 0918460000 -- cell. 3484841587
 
23 agosto 2013 - start ore 21:30

domenica 18 agosto 2013

IL JAZZ E BLUES è SOLO A FICUZZA OGGI TOCCA A CARLO BUTERA QUARTET

ANTICA STAZIONE DI FICUZZA
CARLO BUTERA
QUARTET 

Ingresso Libero
Prenotazione Consigliata
info@anticastazione.it

tel. 0918460000 -- cell. 3484841587
 
18 agosto 2013 - start ore 21:30

venerdì 16 agosto 2013

IL BUON USO DEL TRADIMENTO



A chi conosce Giuseppe Flavio farà piacere sapere che è uscito un saggio recentissimo (2013 Edizioni Res Gestae 14, euro) di Pierre Vidal Naquet IL BUON USO DEL TRADIMENTO. Le vicende di Giuseppe Flavio sono ben note ma cerchiamo opportunamente , limitatamente alle nostre capacità , di riepilogarle. Capo di una importante fazione ebraica durante l’assedio di Gerusalemme (77 DC) , fatto prigioniero dai romani predice a Vespasiano il titolo di imperatore. Infatti lascia al figlio Tito condurre l’assedio e quindi la distruzione per andare a Roma a ricoprire la prestigiosa carica. Grazie a questo vaticinio entra nella cerchia della famiglia dei Flavi (da cui il nuovo cognome). Per gli ebrei è un traditore per i romani è uno di cui diffidare. Solo recentemente gli studiosi moderni (più che gli studiosi i ricercatori ) hanno potuto accedere alle sue due grandi opere in italiano (Le antichità giudaiche e La Guerra Giudaica). In queste opere emerge uno storico di mestiere, un testimone oculare della distruzione di Gerusalemme da parte di Tito ma anche uno stralcio della storia del popolo di Israele. Spunta fra le righe (e anche le polemiche) qualche accenno a Gesù, agli esseni e a personaggi e fatti altrimenti dimenticati. Il saggio affronta il grande problema dell’uso del tradimento. Nel nostro caso , semplificando la domanda l’autore si chiede se la scelta di Giuseppe Flavio sia possibile inquadrarla come strumento per aiutare il popolo ebraico , ormai chiaramente destinato alla rovina, e quindi dai suoi visto come traditore mentre uno storico lo può interpretare come strumento di “parziale salvezza” di Israele davanti la potenza militare romana che già a Cartagine aveva dato prova con il suo “Carthago delenda est”. Giuseppe Flavio trovandosi nella cerchia ristretta dell’impertatore aveva una forte influenza sugli eventi , resa vana dalla durezza dei rivoltosi (vedi esempio di Masada). Rimane il fatto che nei suoi scritti è chiara l’intenzione del Flavio e oggi il saggio di cui parliamo conferma questa teoria. Per chi per decenni ha seguito il Flavio ,ricorrendo a edizioni del 700 e del 600 molto inaffidabili, oggi si avvicina a questo storico come agli scritti di Polibio o Erodoto grazie a queste due recenti edizioni critiche di grandissimo pregio. Si fa anche giustizia sulle manipolazioni che i manoscritti hanno subito nei secoli (vedi quelle dei copisti russi) e soprattutto vengono chiariti episodi drammatici come Masada o l’accusa di cannibalismo rivolta agli assediati  prima della distruzione della città , del tempio e la conseguente diaspora non solo degli ebrei ma anche degli oggetti sacri del tempio. La nostra storia non è esente di personaggi abili nel tradire o passare , mentre i giochi sono ancora in corso, alla parte avversa , ma è raro trovare esempi di tradimento a favore della pace.