venerdì 30 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
ADDIO A ANTONINO MANCUSO
Una cosa di cui si vantano i pupari soprattutto palermitani è quella di dichiararsi l’ultimo puparo ! Succede spesso quando il nostro più famoso puparo lascia interviste o nei discorsi fra pupari . Un'altra affermazione usuale è che l’ultima generazione di pupari non avendo lasciato eredi non riconoscono allievi decretando cosi la morte del teatro dei pupi.
Antonino Mancuso ha deciso di lasciarci a 78 anni. Si aveva qualche acciacco ma non era stanco di fare il puparo.
Da lui ho imparato quasi tutto sin da quando ragazzini subito dopo la guerra erano sfollati a Marineo e facevano teatro in quella via Triolo che ancora oggi se non fosse per la cecità dell’assessorato al Turismo spinto da un cafone ignorante non avesse sospeso una di quelle iniziative che avrebbe arricchito il comune di Marineo e la provincia di un fatto raro e prestigioso.
Nino era il braccio dei Cuticchio (senza di noi non sanno fare il teatro, mi diceva il fratello Stefano) ed invero per decenni i Mancuso hanno fatto teatro con la facciata dei Cuticchio.
Dopo gli anni “sfollati” tornati a Palermo in quel mitico teatro dietro il politeama (oggi sede di un ristorante) si trasferirono a Trabia. Famiglia numerosissima dove tutti avevano aiutato il Cav. Mancuso , soprattutto Nino, Stefano (forza della natura, il più veloce e potente in battaglia insuperabile) e Pino (oprante eccelso, costruttore dalle mani d’oro capace di costruire a mestiere un pupo finemente arabescato in un paio di giorni). Nino era l’artista. Il conoscitore della Storia dei Paladini di Francia. Non scendeva a discussioni inutili , aspettava di capire “quanto ne sapevi” per poi “dialogare”. Dopo qualche tempo che ci frequentammo mi regalò un edizione popolare della Storia dei Paladini di Francia e accettò i miei interventi in discussione. Muoveva i paggi in modo impeccabile prestava a loro le voci e mi rimproverava se non usavo la cadenza dei “pupi”. Bellissime le discussioni sulla morte di ruggero da loro recitata a nome di altri di cui ritenevano di dovergli i diritti d’autore. Rimase sbalordito quando gli dissi che riconoscere quella paternità e come pagare il pizzo a certi politici che sanno camuffarsi da sindacalisti del popolo. “Quando gli dissi mi dimostrino i loro diritti su Ruggero” ammutoli !
Anche quando doveva entrare in scena un secondo pupo non fermava mai il primo, li faceva parlare e muovere in contemporanea. Amava le scene cortesi e gli brillavano gli occhi quando recitava “una dama non si colpisce nemmeno con un fiore…” oppure quando tristemente recitava “…e con questo sereno signori tutti la buonasera”.
Per me era il maestro e accettò le mie innovazioni con rispetto perché il teatro dei pupi era già al tramonto e nemmeno il decreto dell’Unesco riuscì a rianimarlo. Senza contare l’ultimo infame gesto dell’ex sindaco di Marineo che chissà cosa pretendendo dal teatro dei pupi iniziò un azione denigratoria mai vista prima, assecondato incosciamente dall’Assessorato al Turismo che non analizzando bene i fatti ha trascurato i veri motivi di quel gesto per cui lo stesso sindaco si trovava in tribunale per altro caso.
Nino Mancuso lascia, per nostra fortuna un figlio ed un fratello eredi di una grandissima tradizione e i miei continui solleciti affinchè il figlio “registrasse” tutti gli spettacoli del padre spero siano stati esauditi.
Era un uomo all’antica di quelli che danno un significato persino ai nomi dei nipoti, che non ti permettono di usare un linguaggio non adeguato . Era legatissimo alla moglie e alla sua morte non rimase solo vedovo ma anche solo.
Avevo deciso di portarlo a Marineo per festeggiarlo degnamente in quella via Triolo che lo aveva visto artista da ragazzo e scorrazzare con gli amici vaneddi vaneddi (fortissimo il legame con il compianto Ing Fiduccia figlio). Ma quelli erano anni bui per Marineo dove il più grande cafone che avesse prodotto la nostra comunità oscurava ogni e qualsiasi iniziativa.
Ps oggi a Trabia si svolgeranno i funerali. Ad Enzo
e soprattutto al fratello Stefano le mie condoglianze
martedì 27 agosto 2013
WE LIVE TOGETHER (NOI VIVIAMO INSIEME).
Marineo 1-8 Novembre 2013
UN PROGETTO
EUROPEO CHE APRE ORIZZONTI CULTURALI PER I GIOVANI
Le Fondazioni
Culturali Gioacchino Arnone, in partenariato con la Human Rights Youth
Organization (associazione no-profit promotrice di varie iniziative culturali,
tutte volte ad una migliore e più capillare promozione dei diritti civili in
Italia e nel mondo), nell’ambito dell’azione 1.1 del programma finanziato dalla
Commissione Europea “ Gioventù in Azione” , organizzeranno dal 1 al 8 Novembre
2013 a Marineo, uno scambio internazionale dal titolo “We live Together” che
vedrà coinvolti 28 giovani provenienti da diversi paesi del mondo quali
Norvegia, Spagna, Bulgaria e Italia. Il tema dello scambio è il razzismo e i
pregiudizi. L’obbiettivo dello scambio è quello di abbattere barriere e
atteggiamenti razzisti provocati da stereotipi e pregiudizi alimentati dalla
mancanza della conoscenza dell’altro. Le attività nel concreto si alterneranno
fra sessioni “teoriche” su razzismo e pregiudizi utilizzando comunque sempre un
approccio di educazione non formale ai diritti umani promosso dal programma Gioventù
in Azione dal Consiglio d’Europa, e sessioni pratiche che vedranno
coinvolte tecniche del “Learning by doing”, che saranno di ausilio anche
a bypassare il problema della lingua , andando anzi a sviluppare curiosità nel
conoscere le altre lingue e modi di dire altrui. Lo scambio, l’apprendimento
“pear to pear” , ossia apprendimento fra pari permette di sviluppare
contestualmente due obbiettivi, l’apprendimento e il confronto fra i
partecipanti, e al contempo coesione e formazione del gruppo stesso. Il
coinvolgimento della popolazione locale, e dei giovani marinesi in particolare,
nello svolgimento del progetto, avrà un ruolo fondamentale sia per quanto
riguarda l’accoglienza e l’integrazione degli ospiti nel nostro contesto, ma
anche e soprattutto per la promozione della cultura italiana e locale , e
quindi ciò rappresenterà anche un punto di forza nei confronti della visibilità
di usi e costumi europei.
Il progetto è
stato sviluppato in un paio di settimane grazie alla fattiva collaborazione di
Cirus Rinaldi, e costituisce il primo di una serie di attività che la
Fondazione Culturale Gioacchino Arnone intende promuovere nei prossimi mesi.
Il Presidente
Arch. Guido
Fiduccia
ps diamo volentieri notizia di questo progetto nato dalla "fattiva collaborazione" con Cirus Rinaldi. Sarebbe stato opportuno che lo stesso "illustrasse il progetto" perchè cosi facendo ci dà l'idea dei vecchi richelieu che ancora inquinano l'amministrtazione , deus ex machina, sempre dietro le quinte che non ci mettono mai la faccia. Avendo a dispoisizione uno spazio amico della fondazione il buon Rinaldi può aiutarci a capire meglio. Anzi facciamo noi una proposta. Perchè la Fondazione non assume il progetto della Storia della Parrocchia affidandola proprio al Rinaldi per evitare che la cricca dei compari ci propini una Storia che parli più degli autori che della stessa parrocchia. Della onestà intellettualke del Rinaldi non dubitiamo mentre...
LI CUFFUNA DI PADRE CALDERONE
“Con
delibera di giunta municipale n. 78 del 21 Agosto 2013, votata
all'unanimità, è stato espresso positivamente l'indirizzo politico
relativo alla costruzione del nuovo cimitero”.
Che
strano il mio paese. Appena arrivi e ti interessi di un qualsiasi
problema vedi “i Cafoni” di qualsiasi livello scagliarsi contro ,
qualsiasi sia la novità. Il Cimitero. Ho avuto messaggi irripetibili su
chi ha questo o l’altro interesse. Ma nessuno dico nessuno propositivo. O
almeno correttivo. In un giorno si sono scatenati tutti persino quelli
che per mestiere (sic) dovrebbero saperne più degli altri. Il 21 agosto
la giunta ha votato un provvedimento. E’ un passo avanti verso una
“necessità”. I giovani aspiranti politici dopo aver sentenziato prima
ora ignorano il fatto, gli oppositori “aspettano” che gli altri
scivolino “alla perrone” ,alcuni amministratori fanno prove di antica
arroganza. Chi ha sempre lavorato intanto va avanti a piccoli passi
nella legalità.
Altro caso. Muore padre Rocco quasi tutti ne danno notizia commentando la perdita di “tanto nomine”. Tranne i
soliti compari. A distanza di tempo si propongono di “acquisire”
manoscritti e proporre convegni di un giorno e giornate di studio….. A
“babbo morto”.
Ora
, come al solito, ci sfugge come sia possibile che un ex assessore
sfiduciato possa presentarsi da chi lo ha sfiduciato (Quartuccio e
dodici consiglieri ) chiedendo i manoscritti dello scomparso (Quartuccio
è nipote del Rocco) adducendo antiche amicizie (mi immagino i grandi
colloqui di studio fra il Rocco e il papà del proponente a Roma). Questa
proposta di una giornata di studio da noi avanzata all’assessore alla
cultura ora spunta in bocca a chi definisce gli avversari “ubriaconi”
non avendo altre definizioni o risposte da dare.
Spero
che anche il Quartuccio non faccia parte della lista dei “riciclabili”
che in barba ai suoi elettori questa amministrazione sta attuando
somministrando bromuro ai cittadini . Sono deboli segnali che
serpeggiano e quindi dobbiamo prepararci a vedere il Benanti che dopo
aver plagiato la fondazione manovrando il Prof. Giovanni ora ritorna con
i suoi pestiferi e menzogneri bollettini a prendere possesso
dell’immagine del paese e l’altro quello che oggi usando la definizione
citata da Franco Virga come modello “ di sepolcro imbiancato”,scomodando
Lincoln e Ravasi . Che il
Quartuccio possa essersi rincoglionito ho ancora qualche dubbio ma se
dovesse consegnare un qualsiasi manoscritto “alla cricca dei compari”
sarebbe per me una grande sorpresa. Ma tutto è possibile e corro subito a
leggermi la lista dei riciclabili perché questa smania del riciclo la
vedo bene applicata alla immondizia ma non a gli uomini. Ogni tanto
qualcuno tira in ballo Padre La Spina. Questi non li ho mai visti dentro
il pullman di seminaristi organizzato dal La Spina. Non lo vedo,il la
Spina, così progressista come lo si vuol far passare. Io ho ancora i
suoi scritti quando “scrivevamo assieme” e lui si firmava “don Bernando “
. Scriveva racconti come metafore , da semplice prete , umile e
soprattutto pastore. Se col tempo poi si è guastato frequentando altri
non lo so . Bisognerebbe chiedere a quella trentina di ragazzi arruolati
per il seminario, caso unico e raro nella “storia della parrocchia di
Marineo”. Peccato che il pullman arrivò a Palermo solo con l’autista, il
non ancora Padre Randazzo e altri tre.
Quartuccio se ci sei batti un colpo !
Ps
questa storia mi ricorda li “cuffuna” di Padre Calderone, mai ritrovati
verosimilmente inventati da chi cercava luce denigrando quello storico.
sabato 24 agosto 2013
TOCCA A DANIELA SPALLETTA
GEMELLAGGIO JAZZ
In questi gorni Ficuzza è
capitale del jazz e del blus. Artisti di indiscussa qualità si stanno
alternando sul palco proponendo vecchi classici pezzi storici e nuove
proposte. A differenza della musica modernissima o della classica molti
ne parlano spacciandosi per intenditori solo perché sono nomi ormai
storici . A Ficuzza conta solo come sai suonare come la proponi al
pubblico . E’ un pubblico di gente che ha gusti ben definiti , coppie
mature affiatate che masticano jazz al ritmo della gomma americana
usando quasi tutto il corpo. Ci sono anche i giovanissimi stufi di
troppa modernità o di classica in mezzo a rumori e frastuoni
inconciliabili. Non è male la scaletta di Ficuzza e credo che gli
organizzatori vadano premiati con la presenza.
A tale proposito mi sovviene che Saint
Sigolenne ospita un prestigioso festival Jazz da tanti anni a cui
assistemmo alcuni marinesi in occasione di una ricorrenza del
gemellaggio. L’ospite quel giorno era un artista di origini campane che
si chiamava Lattuga. Pranzammo assieme e fummo premiati da un ottima sua
esibizione.
A giorni un nostro assessore va in Francia a proporre arance olio e… jazz !
Suggeriamo, se ci è consentito proporlo, di
incontrare gli organizzatori di Ficuzza e poi una volta in Francia
esaminare le possibilità esistenti per i due eventi :Ficuzza e Sant
Sigolenne.
I
bambini hanno imparato gli inni nazionali, i grandi quando inizieranno a
far fruttare questo rapporto addormentato e quasi distrutto dal gruppo
precedente specializzato in distruzioni.
giovedì 22 agosto 2013
SOLO A FICUZZA PER CONOSCITORI E INTENDITORI !
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Luca D’Aversa è un cantautore indipendente romano dal talento musicale originale, dotato di grande sensibilità e fantasia.
Compone canzoni dalle soluzioni musicali e dai versi insoliti e accattivanti, accompagnandosi con la sua chitarra. Insieme alla sua band propone brani emozionanti, coinvolgenti, ritmici che respirano al suono di parole chiare ed evocative. Ha al suo attivo un Ep intitolato "Mettiti comodo", che contiene cinque brani: "Mettiti comodo", "Non vogliono farmi sognare", "Il bagaglio", "Imparerò" e "Settembre". In particolare, "Imparerò" è nella colonna sonora del film di Massimiliano Bruno "Viva l'Italia". |
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Ingresso Libero Prenotazione Consigliata
info@anticastazione.it
tel. 0918460000 -- cell. 3484841587 |
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23 agosto 2013 - start ore 21:30 |
domenica 18 agosto 2013
IL JAZZ E BLUES è SOLO A FICUZZA OGGI TOCCA A CARLO BUTERA QUARTET
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CARLO BUTERA
QUARTET Ingresso Libero Prenotazione Consigliata
info@anticastazione.it
tel. 0918460000 -- cell. 3484841587 | |
18 agosto 2013 - start ore 21:30 |
venerdì 16 agosto 2013
IL BUON USO DEL TRADIMENTO
A chi conosce Giuseppe
Flavio farà piacere sapere che è
uscito un saggio recentissimo (2013 Edizioni Res Gestae 14, euro) di Pierre
Vidal Naquet IL BUON USO DEL TRADIMENTO. Le vicende di Giuseppe Flavio sono ben
note ma cerchiamo opportunamente , limitatamente alle nostre capacità , di
riepilogarle. Capo di una importante fazione ebraica durante l’assedio di
Gerusalemme (77 DC) , fatto prigioniero dai romani predice a Vespasiano il titolo di
imperatore. Infatti lascia al figlio Tito condurre l’assedio e quindi la
distruzione per andare a Roma a ricoprire la prestigiosa carica. Grazie a
questo vaticinio entra nella cerchia della famiglia dei Flavi (da cui il nuovo
cognome). Per gli ebrei è un traditore per i romani è uno di cui diffidare.
Solo recentemente gli studiosi moderni (più che gli studiosi i ricercatori )
hanno potuto accedere alle sue due grandi opere in italiano (Le antichità
giudaiche e La Guerra Giudaica). In queste opere emerge uno storico di
mestiere, un testimone oculare della distruzione di Gerusalemme da parte di
Tito ma anche uno stralcio della storia del popolo di Israele. Spunta fra le
righe (e anche le polemiche) qualche accenno a Gesù, agli esseni e a personaggi
e fatti altrimenti dimenticati. Il saggio affronta il grande problema dell’uso
del tradimento. Nel nostro caso , semplificando la domanda l’autore si chiede
se la scelta di Giuseppe Flavio sia possibile inquadrarla come strumento per
aiutare il popolo ebraico , ormai chiaramente destinato alla rovina, e quindi
dai suoi visto come traditore mentre uno storico lo può interpretare come
strumento di “parziale salvezza” di Israele davanti la potenza militare romana
che già a Cartagine aveva dato prova con il suo “Carthago delenda est”.
Giuseppe Flavio trovandosi nella cerchia ristretta dell’impertatore aveva una
forte influenza sugli eventi , resa vana dalla durezza dei rivoltosi (vedi
esempio di Masada). Rimane il fatto che nei suoi scritti è chiara l’intenzione
del Flavio e oggi il saggio di cui parliamo conferma questa teoria. Per chi per
decenni ha seguito il Flavio ,ricorrendo a edizioni del 700 e del 600 molto
inaffidabili, oggi si avvicina a questo storico come agli scritti di Polibio o
Erodoto grazie a queste due recenti edizioni critiche di grandissimo pregio. Si
fa anche giustizia sulle manipolazioni che i manoscritti hanno subito nei
secoli (vedi quelle dei copisti russi) e soprattutto vengono chiariti episodi
drammatici come Masada o l’accusa di cannibalismo rivolta agli assediati prima della distruzione della città , del
tempio e la conseguente diaspora non solo degli ebrei ma anche degli oggetti
sacri del tempio. La nostra storia non è esente di personaggi abili nel tradire
o passare , mentre i giochi sono ancora in corso, alla parte avversa , ma è
raro trovare esempi di tradimento a favore della pace.
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