Siamo alla vigilia del 40 mo
premio di Poesia, forse l’unica cosa che non sono riusciti ad inquinare né l’ex
sindaco né la cricca dei compari. Senza il forte potere politico che prima
possedeva, a Ciro Spataro e consorte non rimase che affidare il premio in
“affidamento” (scusate)alla Fondazione Arnone che in quel periodo era garante
grazie alla presenza autorevole e prestigiosa di Padre Randazzo. Fatto sta che
oggi anche senza la “linfa” , soprattutto economica di una provincia in coma
irreversibile e senza poter contare sulle risorse del Comune (ancora senza
bilancio, nulla avviene per caso, chi ha preceduto ha lasciato solo mine e
sangue), questa 39 edizione può contare solo su se stessa.
La coincidenza del caso
Cerami che , e grazie alla presenza del
figlio, stimolerà curiosità ed interesse
lascia poco spazio al raggiungimento di antiche posizioni. In pratica
questa edizione mi pare completamente nelle mani di Katiuska Falbo. Solo la sua
spigliatezza e invettiva può salvarlo dalla “stanchezza”. Speriamo che la Falbo
guardandosi attorno e vedendo cotanto “vuoto” non si lasci trascinare . Ma come
nelle situazioni disperate speriamo che sappia tirare fuori il meglio di se e
ripaghi l’investimento fatto in tanti anni dal Premio su di Lei. Sono spazi
ristretti , noti, usati e abusati, ma l’artista è lì che tira il meglio di se o
altrimenti diventa attore. E’ anni che ripetiamo che la formula è superata ,
ripetitiva monotona, manca una cultura stimolante e il dire che la poesia non
offre maggiori spunti ci sembra “faciloneria spiccia”. Avrei osato inserendo in
qualche modo Franco Virga come esperto , recuperando le realtà locali che
questo premio sembra tenere a distanza,
che già hanno lanciato una disponibilità e interesse, senza che questo comporti
il recupero di “padrini” e compari sfiduciati. Senza risorse economiche non si
va lontano , ma aggiungere appendici al premio non comporta investimenti esosi
ma darebbe una boccata d’ossigeno ad una formula dove la passerella si
restringe sempre di più “ai soliti” non più depositari monopolistici di
cultura.
Quindi spazio a Katiuska Falbo
sperando che sappia
rianimare con la sua verve un palcoscenico semi-pensionato. Come al solito non
abbiamo notizie della gambe lunghe di questa edizione che sembra una patente
alla “miss Marineo”, una vetrinetta alla bollettino ecologico, una passerella
di acerbe bellezze immolate ,date in pasto dai genitori ad un pubblico di
famelici conoscenti.
“La Giuria nell’ambito della poesia edita in
lingua italiana ha attribuito il secondo premio a Tiziano Broggiato per l’opera
“Città alla fine del mondo” ed. Jaka Book, Milano.” Ho letto per caso questo
passaggio senza accorgermi che la casa Editrice in oggetto in parte mi
apparteneva. Apriti cielo se la cricca di cultura ribaudiana lo avesse saputo
chissà quali insulti e sospetti mi avrebbe scaricato addosso. Ovviamente in
forma anonima e volgare come usano fare solo loro.
Nessun commento:
Posta un commento