domenica 20 marzo 2016

DUE RAMOSCELLI DI ULIVO...




La domenica delle Palme eravamo divisi in due gruppi. Il primo che sfilava su due file con grossi rami di ulivo o rami di palma entrambi appena potati e addobbati con nastrini multicolori , arance, caramelle. Incolonnati andavamo dietro all’asinello che portava un Gesù sordomuto che non spiccicava una parola ma che aveva un grande diadema di cartone blu che spesso gli cadeva. Era l’età dell’innocenza e il lavoro delle suore su di noi dava buoni risultati. L’altro gruppo era capeggiato da Fifi il quale piombava soprattutto sulle palme più addobate strappando arance e cioccolatini come uno sparviero. Spesso la cosa finiva male perché qualche genitore metteva nelle arance degli spilli che dovevano servire da deterrente, ma molti non conoscevano le callose mani del Fifi. Chi arrivava al sagrato della chiesa veniva accolto come vincitore avendo superato quei “cagnuluna”  mezzi lanzecchinecchi marinesi.
Il mio nuovo Parroco di San Gregorio mentre discutevamo sulle opere del “magno” che gli avevo regalato in un edizione ottocentesca cartonata gli dissi : ma lo sa che la Famiglia (forse la sorella) di San Gregorio possedeva le terre del mio paese ?  Precisamente le terre di Risalaimi (storico:quelle dove furono trovate gli affreschi del De Vigilia)  ! Non so come ma finimmo (e di che altro parlare altrimenti ?) col parlare di San Paolo che riparava reti a Corinto, da dove ero tornato pochi giorni prima. Si apprestava la Domenica delle Palme e vuoi per gioco vuoi per fede giorni dopo feci caricare mezzo camion di rami di ulivo a Corinto scegliendo un terremo che nella mia fantasia ritenevo adatto al San Paolo mentre viveva a Corinto. Quando gli ulivi giunsero a Milano ebbi la sensazione di sentirmi a Marineo e cosi imparai a “documentare” tutto quello che faccio. Nel caso specifico avevamo prodotto una specie di bolla doganale (o come si dice oggi bolla di accompagnamento) con tanto di timbri e date con chiaramente scritto “ulivi di Corinto” provenienti dalla zona della Bima (pulpito alla Hyde Park dove i corinzi arringavano il popolo a due passi dalla agora e dalla via sacra) appena fuori le mura. Imparai anche che gli ulivi benedetti avessero due funzioni. Il primo per il giorno di Pasqua quando lo si usava in casa per spazzare via il demonio (bruttu bestia nesci fora ca nostri signuri resuscitau!) . Il secondo uso è quello che verrà bruciato e le sue ceneri verranno usate per il giorno “delle ceneri” per cospargere il capo ai fedeli penitenti.
Oggi a Milano il parroco ci ha invitati a prendere due ramoscelli di ulivo. Uno per portarlo a casa il secondo da dare alla persona con cui decidiamo riappacificarci ! Un vicino, un ex amico, un parente.  In questo caso io avrei dovuto prenderne un altra mezza camionata…

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