Me ne sto tranquillo in coda pilotato come un
ebete da alcuni pappagalli che come prendendoti per mano ti portano al tuo
posto in aereo. Non è la prima volta che “mi ritrovo” in una situazione
paradossale all’aereoporto. Questa seconda volta sono stato protagonista non
principale. Una signora cercava di spiegare agli addetti alla sicurezza che la
scatola-contenitore di ricotta non era altro che il ripieno dei trenta cannoli
che dal giorno prima aveva passato al setaccio e che portava a Milano perché la
propria figliuola si laureava in una di quelle materie che solo i laureandi
sanno spiegare. Il marito vicino a me assisteva alla scena sicuro che alla fine
Lei l’avrebbe spuntata. Purtroppo non fu cosi ! Non solo sarebbero giunti a
Milano solo li trenta scorci, ma la ricotta con i pezzettini di ciccolatto, la
ricotta passata due volte al setaccio, le fettine di buccia di arancia candite
e l’olio di gomito di ore di lavoro finirono nel cestino dei rifiuti
dell’aereoporto. Se a quel punto sarebbe scorso sangue sicuramente avremmo
avuto mezza dozzina di arroganti addetti alla sicurezza,stesi su una pozza di
sangue, di quelli che ti ridono mentre ti fanno cadere i pantaloni perché hai
dovuto toglierti la cintura. Malgrado la felice mamma della laureanda tentasse
di dimostrare che si trattava della stessa ricotta prelevata dallo stesso
marito da un pastore conoscente e che nello stesso giorno era stata zuccherata
e passata secondo tradizione affinchè non passassero 48 ore per il consumo. Al
che mi venne in mente mia madre quando gli portavo i cannoli di namio
acquistati oggi e consegnati il giorno dopo e lei assaggiandoli candidamente mi
rispondeva:” si ma la ricotta è di ieri…”. Quindi anche la operazione “mani
nella ricotta” non ebbe successo non autorizzando l’operazione i qualificati
addetti alla sicurezza. A nulla valse la dichiarazione rilasciata alla Polizia
che non era la prima volta che “portavo ricotta al nord…”. Ci volle un ora per
convincere la signora della pericolosità della ricotta marinese… e alla fine
rassegnata e non doma la signora accettò il verdetto dell’ “of limts” imposto.
E’ chiaro che l’argomento del viaggio rimase la ricotta e ,”essendo uomo di
pace” quando all’imbarco due giovanotti etichettarono le nostre valigie come
destinate in stiva nulla trattenne la signora dal farsi giustizia sommaria e li
mi intromisi elencando le qualità di tutti questi addetti che grazie a lauree
plurime possono utilizzare il loro ingegno penalizzando sempre gli ultimi della
coda sistematicamente destinati ad imbarcare il proprio bagaglio a discapito di priority, bambini con mamme
obese, carrozzelle con finti invalidi, signore con cane e con mariti al
quinzaglio. Ci mancava solo qualche motore che non funzionasse e avremmo potuto
dire “una persona che non dimenticherò mai”: l’addetto al nulla in aereoporto o
meglio come saranno i robot nel futuro. Tutto questo grazie anche all’Alitalia
che permette che noi usiamo i low coast come per ricambiarci dei miliardi
bruciati e da noi sborsati per i loro manager miliardari, le loro amanti in
isole per noi irraggiungibili e per aver mantenuto questi geni incapaci che
periodicamente mandano al fallimento la compagnia senza mai ricordarsi dei suoi
passeggeri costretti a viaggiare come zingari in compagnie da cargo-bestiame.
Non ci è rimasto che brindare alla giovane laureanda la quale non è difficile
che per caparbietà possa rinunziare alla laurea senza li cannoli di mamma… Cosi
siamo fatti noi marinesi che pur sapendo che a Como ci sono almeno tre negozi
di dolci siciliani mai rinunzieremmo ai connoli di giornata di mammà…
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