venerdì 18 marzo 2016

SCENE DI ORDINARIA FOLLIA !



Me ne sto tranquillo in coda pilotato come un ebete da alcuni pappagalli che come prendendoti per mano ti portano al tuo posto in aereo. Non è la prima volta che “mi ritrovo” in una situazione paradossale all’aereoporto. Questa seconda volta sono stato protagonista non principale. Una signora cercava di spiegare agli addetti alla sicurezza che la scatola-contenitore di ricotta non era altro che il ripieno dei trenta cannoli che dal giorno prima aveva passato al setaccio e che portava a Milano perché la propria figliuola si laureava in una di quelle materie che solo i laureandi sanno spiegare. Il marito vicino a me assisteva alla scena sicuro che alla fine Lei l’avrebbe spuntata. Purtroppo non fu cosi ! Non solo sarebbero giunti a Milano solo li trenta scorci, ma la ricotta con i pezzettini di ciccolatto, la ricotta passata due volte al setaccio, le fettine di buccia di arancia candite e l’olio di gomito di ore di lavoro finirono nel cestino dei rifiuti dell’aereoporto. Se a quel punto sarebbe scorso sangue sicuramente avremmo avuto mezza dozzina di arroganti addetti alla sicurezza,stesi su una pozza di sangue, di quelli che ti ridono mentre ti fanno cadere i pantaloni perché hai dovuto toglierti la cintura. Malgrado la felice mamma della laureanda tentasse di dimostrare che si trattava della stessa ricotta prelevata dallo stesso marito da un pastore conoscente e che nello stesso giorno era stata zuccherata e passata secondo tradizione affinchè non passassero 48 ore per il consumo. Al che mi venne in mente mia madre quando gli portavo i cannoli di namio acquistati oggi e consegnati il giorno dopo e lei assaggiandoli candidamente mi rispondeva:” si ma la ricotta è di ieri…”. Quindi anche la operazione “mani nella ricotta” non ebbe successo non autorizzando l’operazione i qualificati addetti alla sicurezza. A nulla valse la dichiarazione rilasciata alla Polizia che non era la prima volta che “portavo ricotta al nord…”. Ci volle un ora per convincere la signora della pericolosità della ricotta marinese… e alla fine rassegnata e non doma la signora accettò il verdetto dell’ “of limts” imposto. E’ chiaro che l’argomento del viaggio rimase la ricotta e ,”essendo uomo di pace” quando all’imbarco due giovanotti etichettarono le nostre valigie come destinate in stiva nulla trattenne la signora dal farsi giustizia sommaria e li mi intromisi elencando le qualità di tutti questi addetti che grazie a lauree plurime possono utilizzare il loro ingegno penalizzando sempre gli ultimi della coda sistematicamente destinati ad imbarcare il proprio bagaglio  a discapito di priority, bambini con mamme obese, carrozzelle con finti invalidi, signore con cane e con mariti al quinzaglio. Ci mancava solo qualche motore che non funzionasse e avremmo potuto dire “una persona che non dimenticherò mai”: l’addetto al nulla in aereoporto o meglio come saranno i robot nel futuro. Tutto questo grazie anche all’Alitalia che permette che noi usiamo i low coast come per ricambiarci dei miliardi bruciati e da noi sborsati per i loro manager miliardari, le loro amanti in isole per noi irraggiungibili e per aver mantenuto questi geni incapaci che periodicamente mandano al fallimento la compagnia senza mai ricordarsi dei suoi passeggeri costretti a viaggiare come zingari in compagnie da cargo-bestiame. Non ci è rimasto che brindare alla giovane laureanda la quale non è difficile che per caparbietà possa rinunziare alla laurea senza li cannoli di mamma… Cosi siamo fatti noi marinesi che pur sapendo che a Como ci sono almeno tre negozi di dolci siciliani mai rinunzieremmo ai connoli di giornata di mammà… 

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