Vorremmo
subito elencare alcune considerazioni a due mesi del 43 Premio di
Poesia Città di Marineo. Anche se il momento può sembrare inopportuno è
proprio in questi giorni che abbiamo avuto il comunicato stampa. Credo
che ora possa giustamente chiamarsi “Città di Marineo”. E la prima
osservazione va fatta sul comunicato stampa. Giorni or sono mi sono
voluto accertare quale personale del Comune avrebbe “seguito” il premio .
In parole povere se prima la Mattea Rainieri e il Pino Taormina guidati
dal Fiduccia assolvevano egregiamente al ruolo di segreteria del Premio
abbiamo avuto qualche dubbio e curiosità sulla “idoneità” dei
collaboratori nel ventaglio del personale a disposizione. Mi fu data una
risposta “burocratica” e ovviamente non quella che mi aspettavo.
Chiunque avrebbe “preparato” il personale della Biblioteca a questo
scopo (biblioteca prossima al trasferimento al Castello e quindi anche
logisticamente adatta). Ora
proprio il comunicato stampa (gia da tempo in mano alle agenzie
palermitane) a me è giunto da un amico degli amici. Cosa veramente
riprovevole che mette in discussione la maturità e spesso la gestione
del Premio.
Ora
bisogna capire che il Premio pur essendo “cosa privata” (non avviene
solo a Marineo questo) viene ceduto in gestione , in questo caso al
Comune che bisogna che stia attento che non faccia la fine di tutte le
cose “comunali” evitando che faccia “acqua” da tutte le parti. Ora al
comune gli si pongono due obiettivi. Preparare il personale (appunto la
biblioteca) che ne impari la gestione logistica e amministrativa e che
gli dia un nuovo sviluppo.
E
bisogna farlo ora che il suo “gruppo titolare” è ancora compatto e
quindi può collaborare. Quella forza di “cambiamento”che non è riuscita
al Fiduccia deve trovarla l’Amministrazione attuale e quella prossima.
Ci
consola che , come lo scorso anno, sia stata segnalata una artista
locale (la Zuccaro lo stramerita) e che si ponga fine all’ostracismo
intellettuale su certe figure legate alla poesia che ancora reggono e
che questa giuria deve riesaminare e riscattarsi.
Bisogna
inserire una nuova scaletta per rispondere alla completa scarsità di
interesse che (qualsiasi manifestazione simile ) suscita nella prima
parte della rassegna (ci vuole un regista) scaricando il tutto sulla
presenza dell’ospite più o meno prestigioso .
Non
diremo nulla sulla giuria ma anche la cultura (nel caso la poesia) ha
bisogno ogni tanto di una spolverata perché questi giuristi sono ormai
largamente prevedibili e in qualche caso saccenti.
Questo premio è il pigiama di una coppia a cui vanno i meriti e speriamo non aspirino a quello di Sansone mentre
noi ci aspettiamo che siano proprio loro a innovarlo e a farlo rendere
produttivo anche per la comunità perché i tempi non consentono
scialacquamenti economici. Quindi bisogna usare la logica delle Proloco
del nord : procurarsi le risorse anche vendendo risotto e salsicce.
Una bella conferma quella della Katiuscia Falbo, conosciuta giovane artista a Monreale e stupenda puerpera (meglio
della Bellucci) in altra edizione che sa cavarsela con una eccellente
preparazione, molto meglio del precedente conduttore. E da Lei ci
aspettiamo quel ringraziamento alla Fondazione che tanto ha fatto per
questo Premio e che ha rischiato la sopravvivenza per la continuità del
Premio.
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