Il racconto della domenica
Omar
era seduto davanti la sua casa sulla ghiuttena in pietra e da li vedeva
tutta la valle sino al mare. Una lunga striscia gialla di grano , poi
le barbabietole, poi agrumi a vista sino
al grande mare. Qualche volta vedeva le isole oltre il mare anche se
non sapeva come si chiamavano. La sua casa era vicino alla cisterna e a
quell’ora osservava le ragazze che venivano a prendere l’acqua. Il
fresco del tardo pomeriggio accompagnava gli sguardi silenziosi di Omar
che cercava gli occhi di Jasmin. Ormai Omar sapeva che dopo la preghiera
del pomeriggio Jasmin sarebbe uscita di casa con la sua brocca vuota al
fianco, per riportarla piena indietro sulla
testa. Mentre andava avanzava con passo svelto, ma al ritorno avrebbe
rallentato e avrebbe poggiato la brocca piena proprio sulla ghiuttena
dove Omar era seduto. Ora Jasmin portava il velo non era più la
ragazzina con le calze corte. Sua mamma la stava preparando per il gran
giorno. Gli stava soprattutto insegnando a parlare con gli occhi. Aveva
imparato a ingrandirli a stringerli a schiuderli a usare e battere le
palpebre a lacrimare di gioia o di dolore. Tutto il suo cuore comunicava
attraverso quei cinque centimetri di vuoto sulla faccia. Omar aveva
imparato questo linguaggio dai grandi e sapeva tradurlo alla perfezione.
Omar grazie al Corano ora sapeva leggere e conosceva a memoria quasi
tutti i poeti arabi e fra tutti aveva scelto quello che definiva la sua
amata: “gazzella”. Jasmin
appoggiò la brocca alla ghiuttena e si accovacciò per terra alla giusta
distanza. Entrambi sapevano che avrebbero avuto una notte agitatissima.
Da li guardare il mare era come tenersi mano nella mano e sognare
ripetendo i versi del poeta.
Appena Jasmin si alzò prese la grossa brocca e si incamminò verso casa. Omar anche
lui si alzò e fece il giro della casa andandosi a sedere dall’altro
lato dove si vede il lungo serpente dell’Eleuterio che silenzioso scorre
fra campi verdissimi .
Da
li Omar calcolava la direzione della Mecca poi spostava lo sguardo un
po’ verso sinistra in direzione di San Vito e faceva correre il suo
pensiero fin la dove suo padre gli aveva insegnato che al di là dei
monti e ancora dopo il mare, vi era la città antichissima di Canopo dove
c’era il santuario di Abukir. E da lì erano partiti per arrivare a
Mirnau senza bagagli ma con nel cuore Abu Kir che suo padre ringraziava
in tutte le sue preghiere perché teneva lontano le malattie o meglio le curava.
Omar non sapeva allora che dopo centinaia di anni Abu Kir sarebbe venuto a trovarlo a Marineo.
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