lunedì 12 settembre 2011

ADDIO ALLA MADUNNUZZA

11 settembre 2011 la Madunnuza
Dopo aver assistito al miracolo dell’altra sera (increduli e miscredenti siamo diventati, contano di più alcune testimonianze su Mejugorie, che il ripetersi di un gesto antico tipo il miracolo di San Gennaro. E’ più credibile uno che viene preso per i capelli o chi mangia fiorentine dopo essere stato invitato al digiuno e alla preghiera che una volpe , vista da tutti che va a pregare davanti l’immagine della “madunnuzza” ripetendo un gesto bello e antico ) questo luogo mi è ritornato caro. Un bosco raro con quercie e castagne millenarie e, già questo è un miracolo, piante che da millenni filtrano l’aria salvaguardandoci, dove presto tornerò e spesso per ritrovarmi, oggi era il regno dei ragazzi. Gli adulti hanno abbandonato questo luogo. Oggi non trovavi un adulto, un professionista, un borghese insomma un “benestante” a pagarlo a peso doro. I marinesi hanno abbandonato questo luogo. Le signore lo disdegnano preferendolo a case e ville sparse ovunque (qui tutti hanno un amico o un parente che ha un villino alla madunnuzza) dove puoi portare in tavola il benessere e addosso l’eleganza. Nessuno viene più qui ad arrostire non è fine non è elegante. E allora i ragazzi (oh capitano, mio capitano…) capitanati da questo inesauribile scrittore prestato al sacerdozio (o viceversa)
Sostenuto da un sacco di educatori si sono appropriati di questo luogo magico . Non solo per giocarci cantare , fare picnic , scerzare, pregare, ma soprattutto perché qui avviene un rito meraviglioso, credo unico al mondo. Il passaggio all’adolescenza. L’esuberanza delle ragazzine , la prima adolescenza dei ragazzi, il senso di responsabilità di entrambi. Qui scoprono il primo amore, iniziano a parlare un linguaggio nuovo, tutti hanno gli occhi lucidi perché incontrano altri occhi lucidi. Deve essere un momento unico e bello. Non c’è posto per la malizia , si lasciano liberi i sentimenti, ti accorgi che quel ragazzo con cui hai superato le scuole primarie, il catechismo , o giochi di gruppo è diventato diverso. Le ragazze non sono più solo “amiche e compagne” ma vengono idealizzate , mitizzatte : sono pronte per un sogno che aspettavi da tanto. Le vedi aleggiare sulle quercie come fate che rincorrono il primo mal di pancia causato da un cuore che sembra appena trapiantato. Qui per molti ragazzi e ragazze inizia l’adolescenza. Forse qui , purtroppo inizia il brutto distacco con i genitori. E il non vederli presente , questi genitori assenti, ti viene un colpo al cuore. Qui immaginavo di vedere due picnic gli adulti con gli amici e a poca distanza (30 metri ma uguali a chilometri) i figli con il loro amici… Una distanza che oggi avviene in modo forte, danneggiando un rapporto già bellissimo, ma che non siamo stati capaci di pilotare. Poi ho avuto la stessa sensazione di Tagliavia abbandonata , sfuggita, anonima. E’ bastato rinominarla che ad altri ha ricordato il tempo che fu incolpando sempre gli altri o inserendola in amarcord ridicoli.
Addio alla madunnuzza. I “signori” ti hanno abbandonata e declassata. Forse questa sera alla messa delle 17 torneranno , forse avranno il vestito della festa, sembrerà come le domeniche quando vai a votare. Faranno felice Don Leo Pasqua a cui Dio fornisce sempre grande pubblico che lui ammannisce e nutre di parole sicure. Grazie anche ad un perfetto servizio d’ordine del volontariato che ti accoglie già quassopra nella vecchia agrigentina sino al bivio della chiesetta, sbarrata severamente, dove vieni invitato a posteggiare in spiazzi prima individuati .E tu lì tutt’intorno alla chiesa ti senti protetto e rispettato. Questo è un altro miracolo. Forse ha funzionato così bene perché erano assenti a qualsiasi livello le autorità e si malignava che si attendeva solo il sindaco di Santa Cristina , su cui ricade, sembra, il luogo.
Sono tornato a casa sereno accompagnato da due domande fattemi da due ragazzi cercatori incalliti di tesori: la prima, a cui ho subito risposto di si, mi ha chiesto se sono ancora innamorato , il secondo mi ha chiesto se io , visto il mio cognome, ero il più ricco di Marineo.
Si gli risposi , ma di… correndo all’mpazzata gridando di aver vinto, ma non lasciandomi finire la frase …

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