Sant'Ambrogio battezza Sant'Agostino |
Le opere
Agostino aderì, sì, al neoplatonismo cristiano: ma non intese mai costruire un sistema filosofico, chiudendosi solo nella contemplazione. La caratteristica del suo pensiero è drammaticità umana, vissuta come esperienza. Dal dubbio, al timore. Sino alla certezza, conquistata da Cristo, alla cui luce tutto è sottoposto, visto e considerato: “Inquietum est cor nostrum, donec non requiescat in te”. Il nostro cuore non ha pace, finché non riposa in te.
Fra i suoi numerosi scritti ricordiamo “Contra academicos”, “De vita beata”, “De magistro”, “De libero arbitrio”, “De civitate Dei”. Solo per citarne alcune. Ma, naturalmente, quando si parla di S. Agostino, tutti pensano alle “Confessioni”. L’opera per chi l’ha letta prima o la legge oggi, è una cosa strana, curiosa e affascinante. La materia del discorso di Agostino non è ricavata – tranne che alla fine – dalla Rivelazione, ma è attinta dall’esperienza e dalla vita. Da un’esperienza e da una vita – come dire? – assolutamente piena.
PAVIA IN CIEL D'ORO |
“Intelligo ut credam et credo ut intelligam. Intellectus quaerens fidem, fides quaerens intellectum.” Ragiono per credere e credo per capire. La ragione domanda la fede, la fede domanda la ragione. Ma tutto è nell’uomo, fatto e creato a immagine e a somiglianza di Dio. “Quante cose vorrebbe sapere il mio cuore, colpito, Signore, dalla grande esiguità della mia vita?...”
“Tutto è bello, quando è opera tua. Ma tu, ecco, sei indicibilmente più bello, essendo l’autore di ogni opera…”
“La comprensione di queste verità, quale uomo potrà trovarla ad un uomo? Quale angelo ad angelo? Quale angelo a un uomo? Chiediamo a te, cerchiamo in te, bussiamo da te. Così, così otterremo. Così ci sarà aperto.” E pensare che, da giovane, voleva fare l’avvocato.
R. M.
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