lunedì 5 settembre 2011

L'INNOMINATO

L’INNOMINATO
ovvero la randazzata
A prima vista sembra il solito articolo che ci informa sui nostri migranti di una volta. Le foto delle navi stracolme di gente e speranza alla Lombino, foto di generazioni di nostre capacità che cercano o scappano. La memoria o il passato che ci fa rivivere situazioni familiari a volte tragiche a volte incensative. Il caso ultimo, malamente descritto riguarda più famiglie ma riconducibili alla fine ad una persona ancora vivente (ringraziando Iddio). Siamo stupiti che il prof. Giovanni Perrone, il capo redattore e altri si siano lasciati sfuggire questo gesto da “mestieraccio” vigliacco, pieno di odio e qui mi fermo. L’articolo andava fermato sino alle prodezze dei musicisti che si autodefinivano “i migliori”. Quando si parla di persone esistenti bisogna stare attenti perché questa descrizione “unilaterale” di persona a tanti cara, questo tentativo, l’ennesimo, di beatificare con una biografia incompleta unilaterale, mistificatrice è frutto della mentalità dell’odio, della maldicenza, della meschina vendetta. E’ora di finirla con questi individui che sparlano sempre dietro, invidiosi del successo altrui, ambulanti del nulla. Presuntuosi che mettono in dubbio tutto. Non occorre precisare che bisogna passare i severi controlli della Presidenza della Repubblica, delle Ambasciate, dei Consolati, dell’Antimafia, della gente che può liberamente opporsi, del Sindaco che a questo punto fa cattive frequentazioni, gente che ha figli e nipoti, parenti, amici a cui deve rispondere. Non siamo immuni da errori, ma nella vita gli errori li abbiamo pagati sulla nostra pelle. Questi individui che pensano di trovare una vergine in un postribolo vanno tenuti a distanza. Altro che chi è senza peccato. Prof. Perrone o lei prende provvedimenti contro questi individui, protetti anche dall’inquilino di sotto, o noi buttiamo al macero i suoi editoriali. Non si è mai visto insultare uno sponsor! Anche noi possiamo fantasticare su questo tentativo maldestro di beatificazione di una persona a tutti cara, usata per colpire il suo ex marito, “innominato” per odio di classe e rancore gratuito, una biografia contrapposta a quella del marito, arricchita da una tragedia che non auguriamo a nessuno. Questa mina vagante che si vanta che “tutto quello che succede a Marineo, dalla gallina straviata alle fuitine io li so in tempo reale”. Noi abbiamo bisogno di Marinesi che amano i Marinesi non di distributori di polpette avvelenate e chi li mangia li mangia. Che nessuno si permetta di confondere critica ed umorismo con odio, perché questo non sarebbe altro che un animale. Prof. Perrone, anche noi potevamo condire ed allungare e completare quello scritto come “deontologia vuole”, ma non avremmo fatto onore alla persona che si voleva elogiare, né al marito separato che da anni sta tentando inutilmente un riavvicinamento. Anche a me dà fastidio questa “Jus primae filae”, ma le motivazioni che portano “certi emigranti” sanno più di odio di classe, vendetta , rivincita su una vita mediocre e senza sapore.
Onofrio Sanicola
Avviso. Conoscendoci, all’interessata verrà dato in visione solo l’articolo incensativo. Provvederemo noi ad inviarle questo post.
Avviso 2. Il nostro foro competente è quello di Palermo

Nessun commento:

Posta un commento