non sanno più cantare l’amore
C’era meno tensione quest’anno al premio di poesia. L’unico momento di panico si è avuto quando arriva la segnalazione che il primo premio “scalava” perché il vincitore si era perso fra Modica e Marineo. “Il primo premio deve essere ritirato dal vincitore” stabilisce lo statuto. Ciro Spataro aveva perso il suo solito self control e l’ho visto barcollare. Quando arriva il vincitore anche lui e la signora che lo accompagnava sembrava perso. Reinserito nella scaletta quasi nessuno si è accorto di nulla. Su alcune poesie abbiamo già detto ieri.
Dopo un tour de force di due ore e quindi più un commento improvvisato che “studiato”. Al microfono si sono alternati con discorsi misurati , niente proclami o promesse di novità. Nessuna “grande” autorità e speriamo che non sia un altro segno di decadenza.Stupisce certa ipocrisia di alcuni “benpensanti” che snobbano questo premio. Poi ti rendi conto che snobbano tutto e li vedi vagare per il paese svuotati e sarcastici. Molto migliorato lo staf nei suoi atteggiamenti . Confuso l’elenco dei premianti , etereogeni , quasi sempre gli stessi. Un rito che forse sarebbe meglio abolire se non fosse che fra sponsor e autorità ci sono obblighi. Sono arrivato quando Padre Randazzo “sermonava”. Per non disturbare trovo due posti in seconda fila ultimi posti, ma non faccio in tempo a sedermi che una anziana mi obbliga a sloggiare in base al jus primae filae. Con rara cortesia Tommaso Romano mi fa cenno di andare in prima fila sconoscendo le regole della prima fila, ma avere accanto l’Ass. Fabio Cangelosi e la sua delicata signora ci allietano queì cinque minuti di “seconda fila”. I poeti sono sempre piagnoni. Non gli va bene niente. Hanno sempre tragedie da proporre. Da canti funebri di omerica memoria. Poi le pietre. A parte le impalcature non capisco cosa c’è che non va in piazza castello. Non c’è un cartello pubblicitario niente di deforme. Cercano sempre un paradiso ipotetico . Non un canto d’amore un sogno d’amore. Per non parlare di queste espressioni monotone sull’esaltazione della Sicilia come valle dell’Eden. Mi sembrano esagerate tutte queste allocuzioni ad una terra “unica al mondo” . La valletta “acerba” ha fatto la sua onesta figura, anche se ogni tanto non reggeva tacchi e gambe per la stanchezza. E’ una figura eccellente anche se il suo vestito (troppo serio)non era adatto ad una giovane avremmo preferito un abito più giovanile. La voce recitante Lia Rocco è conosciuta, ha letto bene ma i suoi commenti e i continui elogi che riceveva non le erano dovuti. Faccia il suo lavoro senza tanti ammiccamenti. Discorso a parte merita Katiuscia Falbo. Ormai marinese di fatto. Naviga sul palcoscenico svolazzando con grazia. Lo scorso hanno ci è piaciuta meno. Non ha fatto un errore anche se faticava con le domande . L’ho conosciuta ragazza a Monreale per un suo intervento teatrale ma ora potrebbe recitare a pieno titolo “profumo di donna”. Come presentatrice ha grosse potenzialità la aspettiamo in più grandi palcoscenici a condizione che non lasci Marineo. Il super premiato, accompagnato da mamma e fidanzata, graziosa e gentile, ha fiato da spegnere gli incendi della Ficuzza. Mi è sembrato un” ragazzo di Sicilia”, semplice la sua musica non è criticabile soprattutto da chi sconosce il jaz, ma ciò che esce dal suo strumento non sono suoni casuali.
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