martedì 13 settembre 2011

LA SPARTENZA

Dedicato a Ciro Guastella e qualche altro, oggi in partenza
A lui e agli altri avrei voluto regalare il mai letto abbastanza Galateo
Del prete Giovanni della Casa
Se fra cento anni l’amico Prof.Lombino sfogliando le carte del nostro emigrante-paladino e le mie troverà una corrispondenza talmente contradditoria da rinunziare a venirne a capo. Un alternanza di situazioni talmente ridicole che al solo pensarci fai fatica a crederci. Ti vengono in mente i processi staliniani o quelli più recenti sino a quello di Slansky. Costruiti a tavolino dove la verità veniva completamente ribaltata. Venivi accusato su prove inesistenti ribaltando la verità. Questo metodo è ancora in uso e qui da noi lo è largamente. Dicevo che in questo archivio a futura memoria si trovano da messaggi di benvenuto ed elogiativi a critiche feroci. Da giudizi sibillini che ciascuno li legge come vuole a critiche feroci in risposta. Poi intervengono i “ridicoli pacificatori”, i mercanti della pace, che emettono sentenze fra di loro mentre intanto ingiurie animalesche vengono distribuite gratuitamente. Al fine di intenderci mentre da un lato fanno i pacificatori un altro gruppo sputa e insulta. Per 5 giorni questa indegna gazzarra ha interessato la gente mentre sul fronte sociale venivamo trucidati personaggi del libro della giungla e circolavano strumenti di lavoro abrasi. Che bella atmosfera. Poi si media la pacificazione. E’ meglio la spartenza. Uno se ne torna a casa con le valigie piene di video su contesti oggi inesistenti prodotti a quattro mani da alcuni eterni ragazzi lasciando morti e feriti per terra. Qualcuno sa ricevere solo elogi , crede che arrivando dalle terre di Lombino e di Amerigo debba per forza ricevere la “preghiera di ringraziamento ai padroni” da loro stessi compilata.
Niente pacificazione.Che ciascuno si tenga la sua sofferenza e la sua ragione.
Mi debbo scusare con l’emerito prof. Lombino se per due volte viene citato a sproposito su un fatto personale ma a proposito per il suo libro .

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