lunedì 26 settembre 2011

ROSSANO Città anche di San Nilo

San Nilo da Rossano
Rossano Calabro (CS), 910 - Monastero di Sant’Agata, Grottaferrata (RM),
26 settembre 1004
Patronato: Rossano, Grottaferrata

Eravamo andati a Rossano partendo da un'altra località famosa. Sibari. Siamo capitati nel fatiscente villaggio turistico di Sibari pieno di soli romani nuovi ricchi e arroganti e subito scappati nel vedere uno scempio: architetti killer dell’ambiente. Lungo la costa est calabrese siamo scesi sino a Crotone per andare a Rossano . Deviamo verso l’interno seguendo la strada fra monti e dirupi che ci spiegano perché i nostri antichi si arroccavano in posti “imprendibili” vuoi per pace vuoi per guerra essendo gli arabi a portata di mano. Il paese non possiede servizi pubblici ed i bar ne sono sprovvisti. Timidamente chiediamo assistenza ad un signore il quale per pietà verso le signore ci guida verso la salvezza. Pensiamo ci porti a casa sua ed invece ci porta in una piazzetta dove si erge un pistacchio elegante e maestoso. Si ma il nostro problema…ci indica una vietta solitaria a sud …Nella cattedrale ammiriamo un affresco pietrale della Madonna, dell'Achiropita che per tradizione e significato della parola vuol dire "fatta non da man umana". La sacra icona, la cui origine è da collocare tra il 580 e la prima metà del sec VIII, è l'immagine della madre di Dio (Theotocos), che regge sul braccio sinistro il bambino: “è una pittura bella, di intensa spiritualità, nella quale il sacro si fa arte dentro vibrazioni e suggestioni orientali e bizantine”. L'Achiropita è il cuore pulsante dell'antica città e della fede devozionale del popolo.  
Giriamo tutta la mattina dentro una città bizantina dove tutto ricorda usi e costumi degli ortodossi. Il vero motivo del viaggio è un altro . Ammirare un codice unico e meraviglioso. Ma il guardiano non c’è e ci toccherà tornare il pomeriggio. Intanto sia i piccoli che quasi tutti lamentano crampi allo stomaco sia per fame che per la mancanza di luoghi preposti a questo.  Questo paese un tempo ricco di monasteri e eremiti è pieno di boschi eccellenti che producono privacy e riservatezza e cosi ci viene segnalato il patirion .Ci avviamo percorrendo una serie di tornanti infiniti e solo quando i boschi si fanno più ordinati giungiamo al patirion . uno di noi grida :ragazzi siamo a casa !
Una maestosa cattedrale normanna costruita dai nostri normanni dopo aver preso Rossano. La tipica cattedrale nel deserto. Il luogo ti toglie la parola. Visto , visitato apprezzato circondato da almeno 1000 tavoli  per picnic ci è sembrato il luogo ideale. Anche perché vistose tabelle indicavano i luoghi di cui maggiormente avevamo sentito la mancanza. Non ci fu il tempo per rilassare muscoli e vesciche e vediamo tornare i nostri esploratori sconsolati. Erano le rovine di un imponente latrina con una ventina di loculi distrutta e inzozzata . Ci passa a tutti la voglia di fare picnic. Ma vuoi i ragazzi che esigevano quanto loro spettante sia il fatto che avevamo fatto sostanziosi acquisti in paese mentre alcuni preparavano il picnic occupando un tavolo per persona altri creavano un ambiente dove si potesse leggere il giornale più o meno come si fa a casa propria il mattino presto. Torniamo a Rossano e dopo aver attraversato una decina di cancelli e porte rinforzate , aperta una enorme cassaforte ed estratto il codice ci mettiamo a ferro di cavallo attorno a questo magico documento. Era un vangelo detto purpureo   per via del colore rosso preminente. Parte di un vangelo portato lì nel 500 per salvarlo . Otteniamo visto che eravamo i soli visitatori di vederlo quasi tutto perché agli altri si mostra una pagina al giorno per proteggerlo. Questi rari documenti della nostra fede sono i miracoli che resistono nel tempo e testimoniano la grandezza dell’arte e della fede. Siamo tornati sulla litoranea salutando da lontano Crotone e la sua storia di cui una imponente colonna ci dice che esiste ancora per testimoniare la sua storia.


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