domenica 2 ottobre 2011

SANT'AGOSTINO


Nota: Gli scritti che seguono erano previsti per il 29 agosto , ricorrenza di Sant’Agostino (vedi http://ilguglielmo.blogspot.com/2011/08/sant-agostino-e-santa-monica.html ) . Ma “ripescare” Rosalba Mozzati non è stato facile e quindi ci siamo affidati ad un semplice commento. Le lunghissime discussioni con la Mozzati, in tempi giovanili, sono ancora vivissime e difficili da cancellare. Ma , anche questa volta, ci siamo attenuti ad “ubi maior minor cessat” e non ci è stato difficile accettare questo principio che poi è la regola fondamentale che ci guida.
S. AGOSTINO
QUANDO LA FEDE ILLUMINA LA RAGIONE
Probabilmente, la frase a lui attribuita “Signore, donami il dono della castità. Però, ecco, non subito…” è apocrifa. Tuttavia, la sua vita è degna di un romanzo.
Aurelio Agostino nasce a Tagaste, in Numidia, (quindi proprio – attualmente – un paese extracomunitario) nel 354 dopo Cristo. Suo padre è pagano, ma sua madre Monica, è cristiana. E cristianamente lo educa. Il che non toglie al giovane Agostino l’idea di trasferirsi a Cartagine per aprirvi una scuola di retorica (oggi si direbbe uno “studio da avvocato”), per approfondire gli studi e per – come si diceva un tempo –“sviarsi moralmente”. Aderì pure alla setta dei Manichei, una inquietante eresia del tempo, che affermava la distinzione assoluta fra bene e male, senza possibilità di salvezza o redenzione dei peccati. Forse, e non solo, per questo Cartagine cominciò ad andargli “strettina”. E così si trasferì prima a Roma e poi a Milano.
Milano, nel IV secolo dopo Cristo, era veramente il cuore e il centro dell’Impero. E aveva un vescovo – Ambrogio – non solo acclamato come tale dal popolo, ma capace di fare restare fuori dalla cattedrale il “potente fra i potenti”, in ginocchio per terra un giorno e una notte. Finché non avesse chiesto perdono a Dio del massacro operato sugli innocenti di Tessalonica, in Grecia. Il “potente fra i potenti” era l’imperatore Teodosio.
Fu proprio a Milano che Agostino cominciò ad ascoltare le prediche di Ambrogio, insieme a Monica che lo aveva seguito. E fu sempre lì che, nel 387, ricette dallo stesso Ambrogio il battesimo e decise di tornare in Africa con la madre. Monica, però, morì ad Ostia. Poco prima che si Imbarcassero. “Piango, mamma, la tua assenza. Ma rigenerato in Cristo, porto nel cuore la memoria di te…” scrive.
Ordinato sacerdote, nel 395 viene consacrato vescovo di Ippona (la sua città natale) e lì si dedica alla cura della diocesi, scrivendo numerose opere e partecipando alle controversie teologiche – che erano molte e abbastanza feroci – del suo tempo. Muore nel 430, proprio quando i Vandali di Genserico mettono a ferro e fuoco la sua amata Ippona.
Rosalba Mozzati

Nessun commento:

Posta un commento