giovedì 20 ottobre 2011

Jiří Kaplan

Jiří Kaplan
L’altro giorno facevamo una considerazione. Siamo la prossima generazione. Cioè visti sfilare quasi tutti i nostri genitori ora tocca a noi. La cosa segue il corso degli eventi ma nello stesso tempo ti accorgi che il  tempo si porta via non solo le persone care ma anche amici e “personaggi” che a noi sembravano normali ma poi ti accorgi del loro valore e ne ripercorri “le gesta”. Giorgio Kaplan era un funzionario bassotto e rotondetto sembrava più uno uscito da un romanzo ottocentesco che un contemporaneo. Di stile classico, poche parole apparentemente l’avremmo definito un “travet”. Lui era a capo di una squadra speciale negli anni bui della cecoslovacchia. Erano anni che ormai tutti abbiamo dimenticato ma chi li ha vissuto ogni tanto li ritrova in qualche sporadico film o nelle rare memorie di qualche sopravvissuto . Lui comandava la Sua famiglia: 12 figli ed uno adottato. Noi li definivamo matti , rifiutavamo sempre i suoi inviti a pranzo o cena perché trovare da mangiare per oltre una dozzina di persone in quegli anni era quasi impossibile. Insomma andavamo sempre dopo cena… La loro  casa era la casa di tutti e tutti si chiedevano come fanno ad avere tutta questa gente ospite offrendo un lauto pranzo con dodici figli a carico. In pratica chi andava da loro non andava mai a mani vuote e quindi quello che tu portavi oggi serviva per gli ospiti del giorno dopo. Impossibile “discutere serenamente” in quella casa perché fra figli e amici dei figli eri strattonato da una trentina di persone che volevano giocare con te. Sua moglie gestiva tutto questo con grande dolcezza e forza. Il mio rapporto con loro era particolare e misurato. Di lui il “regime” temeva la propaganda e cosi lui otteneva una casa adeguata alla “quantità” di componenti. Lo lasciavano “libero” di ricevere stranieri ma lo controllavano discretamente perché non era “un attivista politico, ma un cattolico”. Quasi tutti i figli erano obbligati a esibirsi con violino e pianoforte e per più di un ora noi ascoltavamo che ciascuno presentasse il suo pezzo. Il regime non osava sfiorarlo perché vi immaginate un paese “socialista e proletario” che perseguita una famiglia con 12 figli ? Erano gli anni di Mons Casaroli (ministro degli esteri del Vaticano) che ci “impose i preti della pace” , volle che dimenticassimo la “chiesa del silenzio”  e i martiri del comunismo per darci in cambio la libertà di culto, il poter mandare i figli al catechismo ecc.ecc.
L’altro giorno ricorreva l’anniversario di quel prete polacco, bastonato, torturato , calpestato, dalla polizia comunista polacca. Raccontare la sua passione mi creava difficoltà emotive non facilmente  superabili. Ho rinunziato . Allora mi sono ricordato di quando i nostri figli piccoli ci chiedevano :” ma i cattivi esistono? “. E noi immediatamente rispondevamo no ! Quelli non erano cattivi ma bestie !
Jrsi Kaplan se ne è andato portandosi anche i nostri ricordi.

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