“Avevo un libro”
Avevo un libro – quando ero bambina, nei lontanissimi anni ’50 – che mi piaceva un sacco. Intendiamoci: noi, bambini del dopoguerra, avevamo una buona scorta di libri e magari la tv in bianco e nero con il mitico cane Rin-Tin-Tin. Altro che play station.
E un pallone in cortile da contendersi fra maschi e femmine. E non è che vincessero proprio e sempre i maschi… Torniamo al libro. Si chiamava “Le vite dei piccoli santi”, regalatomi da mia nonna (quella francese, che ha tormentato la mia infanzia con la sua madre lingua, sapevo dire canif, ma mi mancava la parola italiana temperino)ed era bellissimo. Con delle illustrazioni bellissime. Come ho amato S. Tarcisio, il ragazzino che viene ucciso per voler salvare l’Eucarestia che porta stretta al cuore. S. Agnese (già un filino più grande), S. Cecilia, S. Emerenziana – un bellissimo nome – e tanti altri.
“Nonna, ma chi sono questi qui, poverini?” “Chouchoute (un vezzeggiativo, che suonava come “cavolino”, lo odiavo), sono i bambini innocenti massacrati dal cattivo re Erode che voleva uccidere il piccolo Gesù.” “Però, non ce l’ha fatta!”
“Certo che no. Guarda questa figura: sono scappati in Egitto, avvisati da un angelo.”
“Cos’era, nonna? Un cavallo?” “Je pense un âne, un asino. Quello su cui sono scappati. ” Guardavo e sfogliavo. Ragazzette decapitate, ragazzi con la lancia in resta contro il drago tanaglione e sputa fuoco, piccoli della mia età di allora dati in pasto ai leoni perché non bruciavano l’incenso all’imperatore. “Nonna, ma poi? E’ tutto vero?” “Sì.”
Quando, la Settimana Santa, esponevano il Cristo in chiesa, io mi inquietavo un po’.
“Nonna, ma perché gli hanno fatto così male?” “C’était pour nous, era per noi. E poi, è risorto.” “Senti, ma da piccolo, da piccolo aveva tanti amici maschi, o anche qualche femmina?” “Tutti e due, chouchoute. E andavano d’accordissimo.” Forte, quel Gesù.
Altro che noi: durante l’intervallo ci scazzottavamo di brutto, fra maschi e femmine.
Non so più – sono passati decenni - che fine ha fatto quel libro: ma mi resta, in un modo particolare, dentro.
Nel cuore e nella memoria.