mercoledì 30 novembre 2011

OPPORTUNITà


OGGI ALLE ORE   20. 30   OPPORTUNITà DELLE ATTIVITà PRODUTTIVE

Salvatore Trentacosti ha sempre proposte a favore delle attività produttive del suo sportello unico che sono sempre interessanti. Cerca sempre opportunità da suggerire per aiutare le piccole-medie aziende . Questa del Centro Commerciale Naturale di Marineo a prima vista sembra un rifacimento delle ex Zone industriali che ha avuto un suo successo nell’accorpare “piccole fabbriche e-o laboratori artigianali nelle cosiddette zona industriali – artigianali. Questo futuro centro commerciale necessita di chiarimenti che il volantina non dà chiaramente. Ecco perché se la proposta è interessante sentire i dettaglia aiuta nelle decisioni. Spesso ci lamentiamo che lo “stato” non ci aiuta, ma quando si propone bisogna approfondire.
L’incontro di giovedì 1 dicembre 2011 ore 20.30 in Via Corradini  potrà chiarirci se rientriamo nella fascia interessata valutandone  l’opportunità

lunedì 28 novembre 2011

GUGLIELMO IL MALO...

Quando esce un giornale i più bravi ti fermano per dirti che lì manca una emme maiuscola, hai messo due g al posto di una e i condizionali non appartengono più alla lingua italiana. Per non parlare di congiuntivi di hacca di tempi e parole a sproposito.
Un altro che ti vuole bene ti segnala con orgoglio che il tizio non è ing. ma archietetto L’elenco è infinito e tu pazientemente ascolti dandogli ragione. A questo punto aspetti un gesto di comprensione o di compiacimentio per il lavoro fatto. Guarda che l’articolo del Lombino non è esclusivo ! Non è inedito ! Fate attenzione a cosa scrivete. Ecco il limite accettabile è proprio questo. La deontologia. A quelli che vanno a caccia di refusi diciamo : perché non sei venuto ad aiutarci ? A chi vuol pescare nel torbido gli diciamo: a noi è stato dato come inedito e noi cosi lo abbiamo inserito se mai la domanda va posta all’autore non all’editore. Potremmo sbizzarrirci su questo fatto . E’ vero, è uno scherzo di carnevale, è una trappola a tempo. Ma chi lo ha pubblicato prima o dopo ? E tante altre domande che non ci poniamo perché ci sono abitudini come quelle di inviare articoli a tutti i blog (messaggi a reti unificate) o articoli concordati o … A noi non interessa tutto questo. Ciascuno risponde della propria deontologia. Si impara sempre…

domenica 27 novembre 2011

E' IN DISTRIBUZIOINE IL GUGLIELMO IN CARTACEO

Il giornale che proponiamo ai nostri lettori e lettrici si riallaccia ad esperienze precedenti. ll richiamo più evidente è al blog Il Guglielmo, un esperimento sul Web che proprio in questi giorni ha compiuto un anno di attività e di cui questo giornale vuole essere la continuazione in forma cartacea per raggiungere quanti, non avvezzi ad usare Internet, hanno tuttavia fame di informazione soprattutto se riguarda la piccola realtà locale, il proprio quotidiano. Altro riferimento – da qui il nome della testata – è il periodico che fondammo a Monreale anni fa, accolto entusiasticamente ma esauritosi poi per le difficoltà comuni a tutti i giornali, piccoli o grandi che siano.
Non è stato un anno facile. Tra polemiche, consensi, incomprensioni che hanno cadenzato il nostro lavoro, abbiamo dimostrato capacità di resistenza in un ambiente difficile, a volte ostile. Avevamo sperato di inserirci in un contesto già esistente – le vicende sono note a tutti - per non costringere chi è aduso alla lettura a consultare un nuovo blog o giornale. Ciascuno – e ne è geloso - coltiva il proprio orticello e abbiamo dovuto creare un nostro piccolo pezzo di terra che disossiamo e zappiamo faticosamente. Non appenderemo la tastiera al chiodo, ma ci lanciamo adesso, caparbi come siamo, in una nuova avventura. Analizzeremo i fatti ma senza il piglio da moralisti.
Vogliamo gettare uno sguardo un po’ scanzonato, con lo stile che ci è proprio, sulle cose, le storie, la politica in cui non siamo molto esperti, pur riconoscendone la necessità. Racconteremo eventi, riporteremo le parole degli intervistati, esprimeremo punti di vista speriamo non banali. Ci troviamo a nostro agio nel giardino delle arti là dove vorremmo montare la nostra piccola tenda per assaporare la compagnia dei grandi maestri
Un proclama così solenne va subito smorzato con una contro dose di modestia e realismo. Siamo consapevoli delle difficoltà che incontreremo, non possiamo essere nient’altro che una fioca voce di dissenso, fuori dal coro. Ma se il re è nudo lo diremo a chiare lettere. E se non piacciamo a qualcuno ci sono decine di giornali e blog dove ciascuno può nutrirsi della verità che più gli fa comodo.
Accettiamo tutte le collaborazioni, le lettere e i commenti che rispettino gli altri e noi. Tenteremo di non deludere i nostri lettori e lettrici perché l’entusiasmo, l’energia, la curiosità sono in noi ancora incontaminati.
Abbiamo il kerosene per prendere il volo ed iniziare il viaggio non sapendo per quanto tempo, ma se i lettori e gli sponsor ci sosterranno continueremo e questo numero di esordio non resterà isolato, altrimenti è stato bello lo stesso.
Il guglielmo edizione cartacea , in distribuzione da oggi , da cui abbiamo estratto il presente editoriale

sabato 26 novembre 2011

SENZA FINE...

Il lento suicidio delle nostre palme. Eutanasia ?

Da alcuni giorni Marineo è il cimitero delle Palme. Impressionante la “passeggiata al piano”. Sterpaglie , rami di palme secche, palme che sembrano minareti come indici verso il cielo. Punteruoli rossi che corrono come topi terrorizzando la gente. Per giorni abbiamo assistito a questo scempio . Poi hanno recintato il tutto senza spiegazioni. Oggi vediamo sul “Sicilia” una bella foto di “un gruppo di operai” ed  una buona quantità di anonime (sic) autorità  (mancava lo specialista) che avevano appena appena raccolto sterpaglie aiutati dalla forestale. Mancava la foto che alleghiamo noi. La lenta  estinzione delle palme marinesi illuse, poverette, che proprio a Marineo avessimo inventato l’antitodo grazie ad una tesi di laurea alla Charles De Lisi. Fatto sta che la foto fa parte di una serie scattate tutte oggi di cui Marineo è soggetto e vittima.
Mancava la foto del sequestro di una parte dell’area dell’autoparco dove lo scontro fra il Coinres e il nostro sindaco si fa sempre più duro e senza esclusione di colpi. Annotiamo che nella zona “sequestro” nessuna autorità si è fatta fotografare. Come nessuno al “palazzo di città” si sapeva spiegare il motivo del richiamo in sede degli operai Coinres. La prima dote che deve avere un politico è quella di saper mediare.
L’ira funesta domina Marineo.

AVEVO UN LIBRO

“Avevo un libro”
Avevo un libro – quando ero bambina, nei lontanissimi anni ’50 – che mi piaceva un sacco. Intendiamoci: noi, bambini del dopoguerra, avevamo una buona scorta di libri e magari la tv in bianco e nero con il mitico cane Rin-Tin-Tin. Altro che play station.
E un pallone in cortile da contendersi fra maschi e femmine. E non è che vincessero proprio e sempre i maschi… Torniamo al libro. Si chiamava “Le vite dei piccoli santi”, regalatomi da mia nonna (quella francese, che ha tormentato la mia infanzia con la sua madre lingua, sapevo dire canif, ma mi mancava la parola italiana temperino)ed era bellissimo. Con delle illustrazioni bellissime. Come ho amato S. Tarcisio, il ragazzino che viene ucciso per voler salvare l’Eucarestia che porta stretta al cuore. S. Agnese (già un filino più grande), S. Cecilia, S. Emerenziana – un bellissimo nome – e tanti altri.
“Nonna, ma chi sono questi qui, poverini?” “Chouchoute (un vezzeggiativo, che suonava come “cavolino”, lo odiavo), sono i bambini innocenti massacrati dal cattivo re Erode che voleva uccidere il piccolo Gesù.” “Però, non ce l’ha fatta!”
“Certo che no. Guarda questa figura: sono scappati in Egitto, avvisati da un angelo.”
“Cos’era, nonna? Un cavallo?” Je pense un âne, un asino. Quello su cui sono scappati. ” Guardavo e sfogliavo. Ragazzette decapitate, ragazzi con la lancia in resta contro il drago tanaglione e sputa fuoco, piccoli della mia età di allora dati in pasto ai leoni perché non bruciavano l’incenso all’imperatore. “Nonna, ma poi? E’ tutto vero?” “Sì.”
Quando, la Settimana Santa, esponevano il Cristo in chiesa, io mi inquietavo un po’.
“Nonna, ma perché gli hanno fatto così male?” C’était pour nous, era per noi. E poi, è risorto.” “Senti, ma da piccolo, da piccolo aveva tanti amici maschi, o anche qualche femmina?” “Tutti e due, chouchoute. E andavano d’accordissimo.” Forte, quel Gesù.
Altro che noi: durante l’intervallo ci scazzottavamo di brutto, fra maschi e femmine.
Non so più – sono passati decenni - che fine ha fatto quel libro: ma mi resta, in un modo particolare, dentro.
Nel cuore e nella memoria.
Rosalba Mozzati

venerdì 25 novembre 2011

IL LEONE RUGGISCE ANCORA...

…non le sue pecore
Sembrava la serata dei regolamenti di conti. Questa volta non era il sindaco a sparare. Era parte del consiglio .C’era anche lo “stravaccato” , colui che non rispetta le istituzioni, buttato sulla sedia con quella sua tipica espressione del “Io sono” e ridacchiava quando non reggeva più il finto atteggiamento. Il leone li ha fatti parlare riservandosi giustamente la replica. Ha risposto a tutti o quasi ,questa volta senza arroganza , ma da funzionario dello stato. Ha riportato alla sua “fazione” il Vivona, ma sta perdendo qualcun altro. Il nostro è riuscito a far accettare che tutti pagheremo gli almeno 2 milioni di euro della Coinres per aver avuto in cambio quello che ci spetta di diritto e che abbiamo sempre pagato. Ci ha spiegato che avremo sangue e sacrifici con super tasse locali da pagare oltre a quelle nazionali. Ci ha convinto che il tempo degli sprechi è finito (per esempio quello degli echi bollettini non è uno spreco…) , insomma un buon discorso scevro di insulti e citazioni in “politicese” e in “sangue e arena”. L’opposizione non ha fatto una buoma impressione. Sembra lavori solo per trovare pecche inutili formali e non su argomenti di fondo. Un povero cittadino si perde su chi è quello o quell’altro ascoltando appelli alla democrazia, alla libertà e cose del genere.
I “tre bravi ragazzi”(mancava il quarto ) supportavano il sindaco con “pizzini” e acidi sorrisi in base alle circostanze. Credo che dialogassero con lo “stravaccato” con un nuovo linguaggio:il sorriso acido. Ci è mancata la canzonetta “di marineu tutti figghi semu…” che dovrebbe essere l’inno comunale. Dire che ci sarebbe piaciuto assistere ad almeno un tentativo di “dialogo” è utopistico. A parte il drammatico “scontro” fra il sindaco e il signor Puccio “nell’intervallo” il resto sono state deboli azioni punitive da parte di un consiglio a cui manca un laeder qualificato di minoranza da opporre “a u liuni”. Un consiglio di giovani molti dei quali immaturi che schiamazzano chi dietro il Spinella Mancuso chi dietro “il fratello prediletto” chi dietro l’ex sindaco . “La nuova legge Marineo informa”(forse sarebbe meglio Marineo insulta) , passata ormai come “sangue per vampiri” è finita nel contenitore della “carta straccia” . L’opposizione non è riuscita ad usarla come “arma letale” prenotando una sua “contro informazione” il giorno dopo nella stessa rete, per controbbatere ad una trasmissione insolente . Sono trecento euro … Ovviamente tutti aspettavamo la “deposizione” dell’Assessore alla Cultura. Del suo atteggiamento in aula abbiamo già detto. Poi sceneggiando un atteggiamento da “non depongo ma deposito” una trentina di pagine inizia un monologo allucinante sulle sue capacità i suoi meriti e la fortuna che abbiamo ad avere “Lui”. Non ha capito come al solito nulla. Altro che antropologo. Qui non sono in discussione le sue medagliette da “oratorio” ma il suo “sputare” contro le istituzioni ed il luogo dove è stato fatto, e la scarsa considerazione che ha dei suoi compaesani.Portare dieci autori a Marineo fa ridere con le centinaia di eventi organizzati in altri tempi da altri (e con la sua collaborazione). Dove stà l’alta cultura ? Le trenta persone venute a vedere la Borsellino ? Appropriazione del Castello ? La sovrintendenza lo ha "PRESTATO" a scopi culturali e lui se ne appropria per averlo “trasformato da magazzino inutile (inutile no ma magazzino-granaio lo è da 500 anni) in granaio e laboratorio di idee culturali. Dove sono finiti gli eventi ? Quelli ospitati li trova al papireto .Affermare che il castello non ci appartiene dopo essersi vantato dei “suoi eventi” e dell’averlo resuscitato come si definirebbe una simile affermazione ? Meschina ? L’unico evento “naturale” poteva essere il Charles Delisi ma la sua arroganza di “Solo io “( e qui Sindaco anche Lei ha sbagliato . Modo di fare criticato anche dal suo ex consigliere di qualità) sbeffeggiando il consiglio. Quindi il gioco delle date e delle fotocopie cade davanti alle immagini della video “farsa” .Non siamo andati “al consiglio per osservare” i ridolini ma per capire se il nostro assessore ha capito che i cittadini e le istituzioni vanno rispettati perché la cultura propinataci sino ad oggi è mediocre per non parlare dei suoi sistemi informativi.Quindi si ricordi che nel suo “curriculum” oltre alla presentazione dei libri dovrà inserire “questa sfiducia” e in non aver capito l’errore. La serata finisce come sempre in un nulla di fatto …sino alla prossima.
E’ vero Dottore in antropologia ?

giovedì 24 novembre 2011

DI MARINEU TUTTI FIGGHI SEMU...

Il giornale di Sicilia di oggi. Come è lontana Cefalù.
Anzicchè il nostro assessore scusarsi (vedi trasmissione televisiva) per le sue espressioni denimigratorie usa il gioco delle date.
Quando un assessore perde il rispetto per le istituzioni cosa insegna ai cittadini ?
Ma è fortunato. Gli viene offerta una seconda possibilità. La prossima convocazione del consiglio.
Non la prossima trasmissione televisiva della prossima settimana di Marineo disinforma ne la controtrasmissione che l'opposizione terrà come controdibattito.Di Marineu tutti figghi semu...

UNA DOMENICA QUALUNQUE...

Sbalzi giù dal letto pensando che il paese va a fuoco… inciampi su pantofole e attrezzi vari depositati non so da chi in camera da letto. La persona che mi è accanto e che dichiara di essere la mia prima ed unica moglie è già in balcone a mò di Giulietta e mi grida “Romeo giù aggrappati” mostrando una treccia di non più di venti centimetri, ed io sto per abboccare quando il freddo polare di questi giorni mi riporta alla realtà. Non preoccuparti dico io è Don Leo il parroco. Cioè ? Si lui alle sette del mattino usa svegliare tutti ricordandogli che oggi è il giorno del Signore… e quindi “nessun dorma”. Vi risparmio il monologo immaginario fra me e don Leo. Alla fine vince sempre lui. Vorrei avere anch’io un “principale” come il suo. Mi rimetto a letto e tento di imbastire un minimo di dialogo con mia moglie. “Con te non si può essere romantici”. Mi…esclamo tu pretendi che aggredito dalle campane all’alba io sia anche romantico ? E le mie trecce, e il fatto che è domenica, e il fatto che …e tira fuori una serie di anniversari che solo lei ricorda e conosce. Il primo caffè preso assieme, la prima uscita assieme, quando mi regalasti la prima rosa e cosi via per mezzora. Non c’è dialogo alle sette del mattino. Dopo aver verificato tantissimi dettagli che mi confermino che la signora proprietaria del cuscino accanto sia proprio la mia moglie mi rituffo in un sogno appena troncato dove ovviamente ero io il protagonista che salvavo il mio paese da tutti i cattivi e fattili salire sulla barca del mio amico Noè li traghettavo in un mondo più allegro rilassato e oserei dire meno “ostile”. Mia moglie non molla e vuole che gli spieghi il significato della parola “vastasu” ma io ero ormai in pieno eroismo e ricomincio a russare malgrado una cuscinata in piena faccia ricevuta da colei che possiede tutta una certificazione legale che attesta di essere la mia prima ed unica moglie. Ora debbo avvisarvi che sono in lista di attesa per confessarmi. Sono parole irripetibili quelle che pronunzio senza rendermene conto affacciato al balcone gesticolando e gridando . Questo è avvenuto subito dopo e durante un nuovo concerto di campane orchestrato fra madrice, convento e colleggio. “Nessun dorma !”
Rientro con l’influenza : si il percorso balcone camera da letto (2,50 metri) mi è stato fatale. Non solo campane, campanellini, campanacci ma in contemporanea scatta l’operazione “io ti salverò” ! Aspirine, termometri, bevande calde, cuffie di lana, sciarpe, scaldini, savoiardi, miele. Forse è la continuazione del sogno precedente.
Mi accorgo che non è un sogno dalla presenza di parenti e amici che bivaccano in camera mia.
Che bella domenica ! Vedere i bambini che corrono gioiosi in corso dei mille con borse,merendine, quaderni verso il catechismo accompagni da mamme irriconoscibili o soli sicuri di se stessi. Il tutto mentre le campane emettono un suono arraggiato che tradotto in italiano corrente vorrebbe dire : Che fate gente dormite ! Disgraziati forse siete convinti di essere Dio che il settimo giorno riposò ! Firmato in modo leggibilissimo : Don Leo, i frati conventuali, le suore colleggine.
Don Leo pensavamo tutti che se lui va a dormire a Corleone chi cavolo suona le campane ? I frati , che non sappiamo mai da dove arrivano credo che scontino qualche penitenza arretrata, ma le colleggine , quelle a cui affidiamo i nostri piccoli , quelle al di sopra e ad di fuori di tutto con chi c’è l’anno ? “ Con te amore mio”, mi risponde colei che mi ha aiutato decisamente a costruire quattro figli . Con me ? Si perché tu dormendo mi trascuri… Quando si dice che in amore tutto è permesso…anche l’insulto.
Ps oggi dalle sette del mattino le campane non hanno smesso nemmeno 5 minuti. Bisogna eliminare il campanaro ! Non c’è altra scelta. Siamo in avvento e la quaresima e troppo lontana.

domenica 20 novembre 2011

SANICOLA COLTO DA MALORE

Ci giunge notizia che il Sanicola , essendo cittadino ostile non è stato invitato al monologo di questasera . Portato immediatamente al Pit Stop di Pippo Mancino si è subito ripreso dopo aver consumato una frugale cena a base di taglierini, cazzola, grassa(bollito e patate), tre arrosti, più di un chilo di caponata, 12 uova a piacere, due piatti di peperonata, mezza cassata sei cannoli otto pezzi di martorana, otto etti di biscotti di san Martino. Il tutto accompagnato da vino locale del partito avverso ed olio di dubbia moralità (forse vergine).Peggio di Berlusconi … di Mussolini…Peggio del processo Slanskj…
Comincio a credere che chi parla in televisione crede in quello che dice. Ci vorrebbe un antropologo (chissa se ce ne sono qua attorno) ad analizzare frase per frase e compararla con la frase successiva. Un arte antica già nota e usata da dittatori famosi. Coloro che ti dicono sono pronto a tutto e dovunque ma poi non vanno da nessuna parte. Non ti lasciano parlare perché ti tacciano di bugiardo e ti interrompono. Giocano sul tempo e poi si mangiano i primi dieci minuti, attaccano per non difendersi. Capo unico e indiscusso di una squadra di voci bianche offese nell’onore . Ma non danno mai chiarezza e non dialogano con nessuno dando la colpa alla politica. Non citano nemmeno una persona con cui dialogano. Una funzione un autorità un funzionario. Forse il Taormina dovrà vendere la casa…Bravo a non andarci. Lo volevano arrostire in diretta… Che scenda una sola volta dal piedistallo in mezzo alla gente. Che affronti un dibattito pubblico. Ma il massimo è stata la telefonata del misilmerese . Un colpo di teatro da manuale. Queste sceneggiate si facevano con le donne una volta…Io l’amo…non ti ricordi me… eppure mi hai presa…Credo che quelli che parlano alla televisione credono che “tutti” quelli che sono dall’altro lato del video siano solo stupidi. Se solo fossero più chiari e disponibili a noi si eviterebbero due ore penose …Quando tutti si rifiutano di partecipare ad uno show non ti rimane che portare i ragazzini perché con loro puoi dire “abbiamo”.
Mi dispiace ed io sarei l’ostile ?
Spiacente , signore, non mi è piaciuta la trasmissione.Ma la ringrazio per averci risparmiato la sua ennesima beatificazione per la differenziata.
Ps mi chiarisce , di grazia, quando dice “pago io” cosa significa? Lei personalmente ed allora se ce lo diceva non avremmo acceso nemmeno il Tv , se è il comune che paga mi spiega perché…

venerdì 18 novembre 2011

EZIO CANTACI L'AMORE...

Tu non devi scusarti con nessuno…
Tu non devi scusarti con nessuno. Tu sei uno libero e chi è libero non ha limiti. Ti ho detto fin dall’inizio il tuo è uno spazio bellissimo. Occupati di Poesia. E ti abbiamo seguito elogiato amato. Ora hai tirato fuori la parte peggiore di me, quella che ognuno nasconde reprime . Siamo più bravi a scovare giudizi che ad elogiare un fratello. Se per te è facile perdere amici del calibro di Ciro Guastella di Ezio Spataro o del carisma di Franco Virga e di altri da me amati più che i miei stessi fratelli …No ! Anche una sola parola che colpisce gli altri per me è un dramma. Io mi sono esposto più di te e ora sono una persona ostile e volgare. Pensa alla Laura La Sala insultata offesa calpestata per la sua poesia. E’ vero il poeta sogna solo “lauri” e molte volte non si accorge che noi leggendo le loro poesie ci immaginiamo il poeta “perfetto”. Ti dissi “Ezio cantaci l’amore…” . Senza l’amore non c’è percorso. Uno esce dal buio con l’amore. Leggiti cosa scrive oggi Franco Virga : parla solo d’amore. Ma ci deve dare il tempo di abituarci . Usa Ravasi (altro adone, ma questa mattina usato non a caso…) e Pasolini e Sciascia,Gramsci e il suo immortale Buttitta con una familiarità a me prima sconosciuta.
Vai tranquillo cantore dei miei difetti. Dio è un poeta e per questo ti invidio.

giovedì 17 novembre 2011

FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO E PAOLO


PAUSANIA FIRENZE 1551 Bibblioteca di S.O.
Su San Pietro parleremo altra volta. Lasciamolo pescare tranquillamente. Ho sempre “diffidato” di San Paolo. Come i primi cristiani lo temevo. Delatore , accusatore, forse fu responsabile del martirio di Santo Stefano, insomma è una vita che ,mi dico:”ma non è quello che perseguitava i cristiani …”. Poi mi sono detto : che imbecille ! Ma se Dio lo ha prescelto quale problema mi pongo ! E cosi tutte le mie perplessità sono svan ite di colpo. E’ Dio la mia gararanzia. Sin da ragazzo appassionato di archeologia ho scoperto l’archeologia cristiana. Armellini ne fu il padre. Ho girato tutto il mediterraneo seguendo  tracce ed inseguendo santi e martiri nei loro “luoghi”  . Ho provato emozioni indescrivibili , sensazioni meravigliose nel ripercorrere luoghi che videro protagonisti questi nostri “testimoni”. E così che scoprii che andare in Grecia con le guide bleu o la michelin o quella del turing è come vedere la Grecia in un filmato. Ed ecco che Pausania con la sua Periegesi della Grecia (Guida della Grecia) ti accompagna con gli occhi di un “turista” del 150 dopo Cristo. Rimani senza parole .
Conoscevo Michael Hesemann per il suo lavoro Testimoni del Golgota Le reliquie della Passione di Cristo (San Paolo E.22,00) totalmente esaustivo come guida su un tema sempre aperto. Ora ci presenta  Paolo di Tarso sulle tracce archeologiche dell’Apostolo (Paoline E:30,00) eccellente edizione ben allestita e documentata. E’ un capolaro scritto sul terreno, cioè sugli stessi luoghi che videro San Paolo , calpestando la stessa polvere che penetrava nei suoi calzari .  Si legge veloce perché i dettagli che descrive non rallentano la lettura. Non parla solo di pietre ma anche “spiega” i movimenti  e le decisioni dell’Apostolo.
Se intraprendete un viaggio sulle tracce di San Paolo non potete farne a meno . E possibile averlo in prestito solo dopo aver dimostrato “rispetto per i libri “.

mercoledì 16 novembre 2011

NUOVA AGGRESSIONE A PINO TAORMINA

Preavviso . Per comprendere quanto sotto, bisogna andarsi a leggere gli articoli pub blicati da Marineoweblog ed i commenti allegati e la requisitoria indegna “ecco cosa accade nel giorno del Signore” .
“So che Franco Virga è una bomba a orologeria, e col tempo ho imparato ad accettare questo suo “tra virgolette” difetto, ma ogni uomo ha una sua storia dietro di se, con le sue sofferenze i suoi limiti e le sue contraddizioni... (3.06.11)”
Da un messaggio firmato inviato al Guglielmo.
NUOVA AGGRESSIONE A PINO TAORMINA
Domenica mi chiama un amico e mi segnala un fitto scambio di corrispondenza su Marineoweblog che in parte mi riguarda. Sono a Trezzano sul Naviglio con il mio Teatro dei Pupi “fallito” (definizione guastelliana di recente memoria) che in tre giorni verrà visitato da 3000 spettatori. Da 15 anni collaboro con questa associazione portando le tradizioni siciliane in giro per il mondo. Mi erano sfuggiti i commenti ai tre post che Pino Taormina aveva pubblicato ospitandoli generosamente . Lui non ha fatto “scuola di partito” alle botteghe oscure o a Mosca e non conosce questi meccanismi e soprattutto , non diffida di nessuno. Apriti cielo scatta la trappola apparentemente a spese di Franco Virga , che prima diffida il Taormina
franco virga scrive:
Leggo solo stamattina gli insulti gratuiti ed anonimi rivolti alla mia persona .
Sono naturalmente disponibile ad accogliere tutte le osservazioni critiche ragionate.
Ma Pino Taormina deve sapere che, da questo momento, lo considero corresponsabile per tutti gli insulti e/o calunnie che veicolerà con il suo blog.
Marineo 14.11.2011 ore 10,51 FRANCESCO VIRGA
Cioè prima gli manda un articolo , la gente reagisce e lui minaccia il Taormina…Poi lascia la sua difesa ad un ragazzetto(sic) ad un “bamboccione” che non vi consiglio di ospitare in casa vostra . Costui spalleggiato da un finto “ingenuo” da una spalla che fa l’incredulo e l’ingenuo, altro emigrante che piange da lontano ( perché non chiede la cassetta al suo partner assessore alla cultura invece di chiederla a Pino Taormina ? ) che si inserisce ad orologeria . Accuse , mi si consenta un po’ cretine che spaziano da cosa faceva a suo tempo Ponzio Pilato, insinuando fra risposte e complimenti pezzi di “merda” da lui abitualmente usati assieme a piriti sempre da lui aspirati e conservati in archivi della memoria . Poi tira in ballo la religiosità del Taormina mancato San Martino che unito in cellula col Sanicola sono la vergogna della nostra religione. Noi non abbiamo avuto la fortuna di frequentare i corsi di “fratellanza attiva nella merda” svoltisi questo agosto dove uscivano solo per carpire le confidenze per poi trasformarle in biscotti di cacca purissima. Abituato a termini e commenti di altri ma ben poco di suo , orfano persino di nonno incolpa Ciro Spataro di tutte le sue disgrazie. Gli entra persino in casa “per chiarirsi” e poi gli spara coltellate . Cerchi in casa sua ciò di cui è vittima e si sieda nel consiglio della gente pacifica, non usi il suo talento come merda da servire a tavola a chi gli mostra disponibilità. La sua collezione di piriti non ci fa ridere. Non si permetta mai più di offendere la nostra religiosità né di analizzarla, primo perché questo io lo permetto solo a tre persone al mondo: al mio Parroco, al mio Vescovo e al Papa. Rimanga nella sua “brannu celeste” là dove noi marinesi ci siamo andarti a cacare fornendogli materiale per le sue poesie. Lei , caro “bamboccio” non avendo fatto mai nulla di particolare nella vita non ha titoli se non quelli spettanti alla carta igienica, di poetico ha solo l’egoismo egocentrista ma le manca l’umiltà e la grande intelligenza di chi sbaglia ma è pronto a scusarsi. Si sieda sopra i suoi di escrementi ma non consento processi “sovietici” su Pino Taormina o sul sottoscritto con lo stile ti insulto ma mi dispiace.
A Franco Virga, da me ripescato e rivalorizzato, (qualcuno ha dimenticato le mie telefonate di rimprovero per aver definito Franco Virga nel modo indegnamente usato ) con articoli sul suo conto, io posso solo dire: non sia cattivo maestro perché se lei mi trova un altro che abbia scritto e difeso la sua persona meglio di me le offro quel caffè che lei non mi ha mai offerto. Al suo allievo preferito posso dire soltanto che mi vorrebbe far pagare “complimenti non fatti “ Ma vada a Brannu…
Ps se Lei,ragazzo di 40 anni, avesse voluto notizie private sulla mia famiglia poteva chiederle quando è stato ospite “gradito “ a casa mia. Tutti abbiamo scheletri nell’armadio , ed io più degli altri, ma per ogni scheletro ho pagato salatissimo e se Lei ne trovasse qualcuno altro sono pronto a pagare il suo prezzo. Se vuole venire a confessarsi io so di aver peccato , non cito “passi del vangelo” con le mani sporchi di merda come fa lei .
2 ps Ho già detto che sarò al fianco di Pino Taormina per difendere il suo onore di “operatore dell’informazione” in qualsiasi luogo. Se qualcuno desidera i dettagli della frase nel frontespizio ci rinunci o mi chiami al telefono.
Chi muore prima avvisi l’altro.

venerdì 11 novembre 2011

SECONDO SIMPOSIO...

“SECONDO” (sic) SIMPOSIO AL PREMIO DI POESIA
Il secondo simposio dei poeti marinesi, manifestazione inutile? Ne abbiamo discusso animatamente giungendo – more solito – a conclusioni opposte. Un’analisi delle cose fatte in casa più o meno apprezzate ma mai condivise. Abbiamo un premio di poesia prestigioso che se non trova una nuova formula non solo appassisce anzi muore. Ora è nato da una costola un non premio, un “simposio” che raccoglie soprattutto i “delusi, gli esclusi, gli osteggiati, i non apprezzati” dal premio maggiore. L’equazione è facile. Contando sul super ego dei “poeti” chiamarli a raccolta è molto facile. E’ come offrire la possibilità a delle ragazze di mettersi in vetrina… Chi rifiuterebbe? Quindi è facile per un antropologo dedurre quanto prima detto. Perché anche costui ha un ego altissimo, a tal punto da valutare che è meglio farsi da sé un simposio che collaborare con l’esistente. Ma di questo ne abbiamo già parlato. Ci sfugge di cosa verranno gratificati questi “grafomani” nostrani visto che (discorso del Di Sclafani dello scorso anno) qui non si danno premi con l’intendere danno-vendono. Ma un poeta che non riceve il lauro (già vanno in giro per l’Italia a cercarlo) cosa riceveranno?: un encomio firmato dall’assessore antropologo? Persino il Petrarca fece carte false per essere incoronato in Campidoglio! A noi sarebbe piaciuta una serata “verseggiata” libera e impertinente e non una fasulla “simposiata” stampata su carta riciclata di Marineo. Avere a disposizione una cinquantina di aspiranti incoronati è un bel record. Scorrendo i nomi scopriamo nomi insospettati che già l’altra volta ci avevano anticipato cassetti pieni di poesie. Sarà l’applausometro unico giudice inappellabile. E la cosa non è male. Non sarebbe male essere più chiari : chi organizza il Comune di Marineo , Piazza Marineo, il signor B. o chi altro ? Scusate dimenticavo , si avete ragione, ho capito è la stessa cosa ! A quando qualcosa di originale ?

NON CI SARà VIA GIOVANNI PERRONE...

Non ci sarà Via Giovanni Perrone …ma Via Baden Powel
…e cosi Giovanni Perrone da me proposto come ottimo e qualificato intestatario di una Piazza con Fontana o almeno un Baglio, si ritrova in tasca una via intestata a Baden Powel , già fondatore degli scaut. Dai Giovanni non è poco. Di questi tempi bisogna accontentarsi. Ma tu in che rapporti sei con il Consiglio Comunale ? Sai non tira buon vento fra chi vuole e chi decide. Ora mettiamo che la richiesta debba essere analizzata il giorno di Natale alle ore 9 del mattino. Stai attento che potresti finire su quella TV di Menzil El emir e ti ritroveresti come successe al Prof. Delisi con un mazzo di chiavi in mano che non aprono nessuna porta ma in compenso sono un’opera d’arte. E se sei fortunato potrai gioire della obiettività di presentatore e compagni. Si è vero qui sarebbe l’assessore all’urbanistica che mi dirai e tuttaltra pasta di quell’altro. Se lo dici tu a me sta bene…

A GIOVANNI PERRONE...

Alla fine degli anni ’50 un gruppo di ragazzi si oppose al conformismo dilagante ad una mentalità non sostenibile. Nacque un circolo “culturale”. Non quello degli adulti incalliti giocatori pomeridiani ma di giovani esuberanti. Nasce l’OMNIA. Giovanni Perrone, Ciro Guastella (potevo ignorarlo come usa oggi) , Nicola la Sala , Maurizio Bivona , due tre ragazze , Giosì Muratore, Totò Staropoli, Ribaudo (forse un parente !) poi un gruppo di giovanissimi (Camillo Triolo, Mimmo Patti) . Impossibile nominarli tutti. Ci buttammo sulla Montagnola , sulla cava Cosiac, su Celentano , Mina. Poi ci fu un momento di stasi , di pausa, di emigrazione. Poi più volte si rimise in funzione l’OMNIA. Dalla costola dell’Omnia usci un gruppetto già maturo , pronto per altre esperienze. Ma ogni esperienza ruota attorno ad un perno e questo perno fu Giovanni Perrone, che finendo l’Omnia aveva bisogno di camminare da solo e si butto sugli scaut
. Tu non puoi fare una cosa non “adatta “ all’ambiente. Solo Giovanni poteva riuscire in questa impresa titanica. Aveva forgiato le ossa nell’Omnia ed era quindi pronto per nuove esperienze. Superare ostacoli come invidia , diffidenza, ostruzionismo ci vuole un energia mille volte superiore alla media. In questo il Giovanni Perrone è riuscito. Quindi a questo punto non sarebbe male che gli si dedicasse una Piazza un Viale alberato, Piazzetta con fontana, cortile, Baglio, un busto alla Villa, una quadro nella sala consiglio degli scaut. Senza aspettare che lo si debba fare alla memoria.

giovedì 10 novembre 2011

GIOVANNI PERRONE RICORDA E RISPONDE

Carissimo Onofrio,
grazie per ilo tuo apprezzamento. Ti prego di non esaltarmi (potrei diventare un ... esaltato o un Narciso che muore stupidamente esaltando se stesso).Grazie per il ricordo di realtà (Omnia, Circolo Culturale ecc.) che ho avuto  la fortuna di frequentare e che mi hanno arricchito parecchio.Lasciamo stare statue, vie e piazze .... sai bene che non le ho mai cercate. Mi vien da ridere e tocco ... ferro pensando a cose simili!Ognuno ha i suoi limiti e le sue risorse. Chi è senza limiti provoca le esondazioni!Il mettere insieme i limiti di ogni persona crea baruffe e guerre ed  impoverisce la società. Valorizzare e fare fare interagire le risorse proprie ed altrui  è segno di intelligenza e sapienza.Quel poco che ho fatto l’ho realizzato insieme a tanti altri (ai quali va la mia sincera gratitudine, unitamente alle scuse per ciò che talora ho fatto male o con superficialità o disattenzione).
Inoltre, ho avuto la fortuna di incontrare una moglie che mi ha accompagnato e sostenuto:Senza lei, la condivisione con lei di valori e di esperienze, difficilmente avrei potuto continuare ad impegnarmi. Anche i miei figli mi sono stati vicini con il loro grande affetto ed hanno dovuto sopportare pazientemente le mie frequenti assenze per impegni associativi. Grazie alla mie personali esperienze associative (che ancor oggi, grazie a Dio, continuo a vivere) credo fermamente nel valore dell’associazionismo. Lo stesso Cicerone diceva: “Circulus et amici me fecerunt. Sono quel che sono grazie all’associazione e agli amici”. Di fronte ai mille non luoghi della quotidianità, l’associazione è un luogo significativo che permette di sperimentare la democrazia, la condivisione di valori ed azioni, la progettualità comune e, quindi, di crescere in cittadinanza attiva.
A proposito, ricordo con nostalgia e piacere, la vivacità del circolo Omnia (che tu hai animato e presieduto). Eravamo ragazzi e giovani dai 15 ai 20 anni, ragazzi normali ma ricchi di voglia di fare qualcosa di utile per la comunità.  Andavamo a caccia di reperti archeologici (interagendo con il direttore del Museo, il compianto e famoso prof. Vincenzo Tusa), stampavamo giornalini (ricordi “Lu grusiteru”?), organizzavamo dibattiti su problemi di attualità, denunziavamo situazioni deplorevoli (ricordi la denuncia per lo sventramento della Montagnola e la distruzione di tanti beni archeologici per il reperimento del materiale necessario alla diga Scanzano?).  Fu nostra l’idea (appoggiata dal prof. Tusa) di organizzare una mostra e una conferenza-dibattito sull’opportunità di realizzare un parco archeologico alla Montagnola, unitamente ad un museo. Avevamo stilato uno statuto per una gestione democratica del Circolo, sostenevamo le spese per le attività e per l’affitto della sede con le nostre poche lire che possedevamo (rinunciando  anche a comprare il gelato), dibattevamo, anche animosamente, per prendere decisioni .....  I “grandi” talora ci sfottevano invitandoci ad andare a giocare .... per non intralciare i loro progetti. Il Circolo, dopo un periodo di intensa vita si sciolse (ognuno prese la sua strada: chi emigrò, chi andò a lavorare ....) ma in ciascuno ha lasciato una traccia feconda, non solo nostalgici ricordi. Allora, è vero, c’erano minori distrazioni per i ragazzi e c’erano pochi soldi. Anche per partecipare alle attività scout parecchi ragazzi erano costretti (lo facevano con piacere) a raccogliere e vendere verdura, a fare i manovali, a risparmiare i pochi soldi che si racimolavano.  Oggi ci sono molte distrazioni che annacquano le passioni o le riducono a fatue ed estemporanee passioni che talora distruggono  il crescere della persona piuttosto che favorire intraprenditorilità, competenza e maturità. Oggi molti ragazzi e giovani sono disturbati dall’incertezza del futuro e dai mille ”grandi fratelli” di cui è piena la TV e la stessa quotidianità ... Tanti sono privati di un adeguato accompagnamento educativo che li orienti verso il futuro facendoli crescere in competenza, responsabilità ed autonomia.Certamente non siamo stati i soli. Marineo ha avuto (e ha) la fortuna di avere avuto gruppi giovanili vivaci ed impegnati, ma purtroppo non sempre coordinati tra loro. Ha avuto anche la fortuna di avere avuto (ed avere) parroci  che hanno incoraggiato in varia maniera la vita dei vari gruppi.Lo Scautismo non è il toccasana, è un movimento che viene da lontano e che si fonda sullo spirito di avventura, sul senso della comunità, su valori positivi, sulla maturazione della competenza, sulla progettualità di vita e sul protagonismo dei ragazzi. Perciò, lo hanno scelto tanti ragazzi. Purtroppo, oggi c’è carenza di educatori e non tutte le richieste riescono ad essere accolte. Con sempre viva amicizia
  Giovanni

martedì 8 novembre 2011

SCHERZANDO...SCHERZANDO...

GUARDA GUARDA...ANCHE ALLORA SI USAVANO GLI OCCHIALI SCURI...









CINQUANT’ANNI DI SCAUTISMO A MARINEO

Sono iniziate le manifestazioni per festeggiare il primo mezzo secolo di vita del Gruppo Scout di Marineo. Infatti, nell’aprile del 1962 un gruppo di giovani, incoraggiati dall’allora parroco monsignor Natale Raineri (persona lungimirante ed intraprendente) si diede da fare per dar vita allo scautismo.  In una società spesso autoreferente e con corta memoria, è opportuno “fare memoria”, per riscoprire le radici, per esprimere gratitudine a quanti hanno permesso di raggiungere questa tappa, per progettare un futuro migliore. Cinquant’anni fa suscitò curiosità ed anche qualche battuta ironica una trentina di ragazzi, in pantaloni corti e con un fazzoletto (arancione bordato di tricolore), che sfilavano nella processione di san Ciro: che cosa volevano questi “voi scausi” (boy scouts) che camminavano inquadrati come soldatini?  Non erano soldatini, invece. Ben presto, i giovanissimi capi che li dirigevano iniziarono a frequentare gli eventi di formazione promossi dall’Associazione Scautistica Italiana (ASCI, poi divenuta nel 1974 AGESCI, in seguito alla fusione con l’Associazione Guide Italiane) e divennero capaci di offrire ai giovani esploratori marinesi un percorso formativo basato sui valori tipici dello Scautismo. Entusiasmo, spirito di avventura, giovanile fervore caratterizzarono quei primi anni. Un primo campeggio, con fatiscenti tende canadesi acquistate a Lattarini, si svolse presso la chiesetta di Scanzano. Acquisto di camicie militari per l’uniforme, coperte trasformate in saccopelo, avventurose uscite nella natura, angoli di squadriglia caratterizzati da creatività (non c’erano soldi e bisognava arrangiarsi), spirito di inventiva, instancabile laboriosità, animosa presenza nei locali di via Dante (saggiamente messi a disposizione dal Parroco) diedero da subito l’opportunità a un centinaio di ragazzi marinesi (molti dei quali appartenenti a famiglie non facoltose) di trovare uno spazio educativo a loro misura ove esercitare autonomia e laboriosità, accompagnati da norme propositive quali sono quelli della Legge Scout. Carta vincente di quei primi anni fu la partecipazione agli incontri e agli eventi di formazione (a livello provinciale, regionale e nazionale) organizzati dall’Associazione, nonché l’interazione con gruppi scout di provata esperienza. Ciò permise ai giovani capi di maturare e di avere riconosciuto il loro qualificato e generoso impegno con prestigiosi incarichi anche a livello regionale e nazionale. L’accompagnamento del parroco Raineri, di padre La Spina e di padre Randazzo (quest’ultimo divenne assistente regionale dell’AGI e dell’ASCI) fu una significativa risorsa per l’affermarsi e la crescita del gruppo scout. Negli anni che seguirono al 1962 al Reparto Esploratori si affiancarono il Clan dei rovers e il Branco dei lupetti. Accanto al gruppo maschile dell’ASCI sorse il gruppo femminile dell’AGI (animato da Anna Randazzo, che poi rivestì anche un incarico regionale).  Alcuni momenti forti di questo cinquantennio, oltre agli annuali campi estivi ed invernali, possono considerarsi la partecipazione a diversi campi nazionali, ad alcuni campi mondiali (i Jamboree) in Norvegia e in Cile, la costituzione nel 1973 della base nazionale della Massariotta (seconda Base per il Settore Specializzazioni) che ogni anno ospita centinaia di ragazzi, la partecipazione dei capi agli eventi nazionali di formazione associativa, la partecipazione alla GMG.  Quel che ha contraddistinto il Gruppo scout è stato il quotidiano impegno educativo a favore dei ragazzi, la cura della progressione personale di ciascuno, il gratuito e generoso impegno di tanti capi che si sono succeduti nei vari anni, l’entusiasmo delle centinaia e centinaia di ragazzi che nello Scautismo hanno trovato un punto di riferimento per la loro crescita. Perciò il Gruppo scout è stato e continua ad essere una notevole risorsa per la comunità marinese.
Auguri, perciò, al gruppo scout, grazie a quanti vi hanno operato e vi operano,  grazie per quanto viene fatto e “buona strada!”
                                                                                                                      Giovanni Perrone

lunedì 7 novembre 2011

E’ IN DISTRIBUZIONE LO SPRECOBOLLETTINO


Carta patinata pesante, foto ad effetto, testo corpo 12 e 14 che triplica lo spazio portando le pagine a 50, foto di famiglia dappertutto come se gli amministratori fossero vallette. Ne bastavano 10  per dire quello che 50 pagine, hanno spiegato  in modo confuso, trattandosi di stampato da portare in giro, a Capannori in provincia di Lucca, in America per mostrare una Marineo moderna e all’avanguardia. Per il paese si sentivano solo le voci di chi diceva: “Ma è uscita La Rocca? Prendine un numero per la nonna”. Non è un prodotto fatto in casa con pochi soldi; con  la somma versata dal Comune e dagli sponsor principali, gli introiti della pubblicità si poteva fare meglio e impiegare questi  15.000 euro (presupposti) in tante altre cose.  L’ecodizionario era meglio fosse separato e in continuità per meglio consultarlo e appenderlo in cucina, assemblare meglio statistiche che accogliamo in fiducia. Infilarci le accattivanti nostre ragazze  fanno pensare più a una rivista che a un bollettino di politica ambientale. La bella trovata degli abiti da rifiuti riciclati ci ha portato a chiedere all’ecoparco, dove tengono i camerini? Non hanno mai visto, dicono, né una di quelle ragazze né stilisti  né camerini né forbici e gessi. Delle 3.000 copie messe in distribuzione non siamo riusciti a trovarne nemmeno una e siamo dovuti ricorrere alla cortesia di un’amica. Sono le solite cose fatte in “casa” presentate in modo oggi inaccettabile e che ti fanno malignare. Dalle foto di famiglia del primo cittadino, alla grafica (strana somiglianza fra La Rocca e l’ecobollettino ), confezionato in “seta” e stampato a Lercara Friddi,  il tutto spiegabile con il messaggio urbi et orbi lanciatoci da Loredana Sedita che poteva far consegnare a mano dagli operatori ecologici il bollettino o dai suoi occupatissimi volontari. Aspettiamo per il prossimo anno la sfilata dell’intimo ecosostenibile sperando che i fidanzati delle nostre figlie non facciano storie per il corredo che le mamme stanno allestendo con materiali riciclabili.  Vogliamo segnalare il capitolo Raccolta 10 più. Bisogna seguire attentamente tutti e dieci gli avvertimenti e dopo aver finito, se vi rimane tempo, potete recarvi al lavoro.

PS. Undicesimo punto.Se uno ti mostra una fotocopia del Guglielmo non fare gestacci , fai le tue critiche civilmente e se vuoi evitare le nostre abbi più rispetto per gli altri, comunica.

LA SVENDITA DELLA MEMORIA


LA STAZIONE,IL MOLO, IL PIAZZALE DELL'AMORE
Ci stiamo abituando: da un lato c’è chi vuol conservare la memoria, qualsiasi memoria, da un altro chi cancella  qualsiasi memoria. La foto che vedete è la stazione di Istambul. A due passio c’è Galata zona (guartiere)  genovese con la sua torre . Siamo ad Haidar Pascià. Là arrivavano i ferry-boat dall’Europa sbarcando milioni di persone al giorno e centinaia di camion che facevano la spola dal resto del mondo verso l’asia. Da giovane prima come apprendista poi come imprenditore ,assistevo le merci che avevo spedito con i Tir da Milano e che dovevano poi percorrere le vie delle spezie e della seta. Era un viaggio che non aveva alternativa. Via Beyrout da ,isola pacifica, ora era “campo di battaglia” . Via Hofsale al confine tedesco un percorso tutto via treno si usava la linea che qualcuno aveva inventato (alla Militzer e Munch che erano i gemelli della mitica P&O inglese). Se tutto non era in regola perdevi tutto. Non si è mai saputo che una spedizione “in errore” venisse recuperata. Qualsiasi fosse la merce la ritrovavi o ricompravi nei vari Bazar. Io mangiavo il famoso panino con il pesce fresco sul molo davanti la stazione. Barche e barchette con carbonella verdura e limoni stazionavano là. Un panino tagliato a metà, il pesce spinato e squamato in mezzo limone sale e pepe, un bicchiere di Hairan (più o meno un jougurt liquido) e andare di corsa a ricontare le casse di merci dei miei clienti. Là davi appuntamento alle ragazze “mezze occidentali”.
La stazione ed i ferry erano un contenitore miracoloso. A milioni di persone sedute nelle logore poltrone venivano offerti dalla aspirina ai fazzoletti di carta,ninnoli e souvenir, ti facevano la barba, lustravano le scerpe, lo sciampo secco, lozioni di tutti i tipi. C’era un sarto che accorciava vestiti  dandoti un pantalone in prestito per cambiarti in bagno. Tutto doveva avvenire in quei 30 minuti che durava il percorso del ferry. La cosa più venduta era la lozione per non far fare più la pipì a letto ai bambini. Quando a casa la aprivi ti ricordava la scatoletta con “aria di Roma”. C’erano due biglietti uno per le donne che diceva :” Signora si rilassi non assilli suo figlio…” . Agli uomini diceva :” Batti tua moglie che trascura tuo figlio”.
Stamattina una foto ed un avviso su libero ha attirato la mia attenzione.
Un altro pezzo  di Istambul che se ne va. Le pietre ma non la mia memoria…

venerdì 4 novembre 2011

IL CASO DELISI...LA CAMPANA QUARTUCCIO ZITTISCE IL BENANTI

Le lettere sopra sono la corrispondenza fra il sindaco e il presidente Vincenzo Quartuccio. Apparentemente è tutto un gioco di date , invece è un gioco più vasto che Antonino Di Scafani ha “tentato” di tradurre . La sua tipica prolissità e il “mestiere” del presentatore, hanno oscurato in modo non deontologico l'intervento. Una distanza di pochi gradini separa le due più alte cariche del Comune , ma come detto dal Di Sclafani sono migliaia di chilometri. Rapporti umani inesistenti : in pratica non si “comunica” ma si   “chiede ed ordina”. Cosa inaccettabile. Lasciamo giudicare a chi legge aggiungendo che il Signor Quartuccio si è reso disponibile per un contradditorio pubblico fra il Sindaco, l’Assessore, e il medesimo.

VIVA L'ITALIA


Anniversarlo della Vittoria. Bella manifestazione. Anche i Carabinieri cantavano l’inno nazionale ! Buono il discorso del sindaco . Le buone intenzioni  bisognerebbe applicarle anche a Marineo. Questa parola “pace”  non ha sesso. Viene strausata da tutti ma poi sembra che deve essere applicata solo ai grandi temi. Localmente non ha senso né valore. Le scolaresche oltre che cantare devono essere educate all’ascolto il che è facile. Basta interrogarli ,al ritorno in classe, e questo è il metodo migliore. Foto di rito con i vari Trentacosti . Bravo il sindaco a cantare anche lui l’inno nazionale.

BELLA E POSITIVA IMMAGINE DI MARINEO
 
Tutti i disponibili erano presenti si notava solo uno : il non politico che vagava ovunque schivo delle foto perché un domani quando farà parte di un altro schieramento gli creerebbero imbarazzo. Senza le scolaresche ci sarebbero stati i soliti pensionati e i soliti nostalgici di storie patrie. Siamo contenti perché non si è abusato del microfono con discorsi  allampanati che non sarebbero stati educativi nei confronti dei ragazzi. Quindi il messaggio del sindaco ai ragazzi “future generazioni” è stato apprezzato maggiormente

giovedì 3 novembre 2011

CARO DOTTOR GRECO...

Lettera aperta al Consulente Comunale per le Politiche ambientali dottor
Carlo Greco
Gentile dottor Greco,
mi rivolgo a Lei sperando che accetti suggerimenti che riguardano il suo specifico ruolo e lavoro usando quel poco di sense of humor di cui sono dotato. Mi preme, quindi, porLe alcune considerazioni. Mi preoccupa la tenuta della nostra gente che, unica e vera vincitrice di questa sfida, oggi si trova a sostenere il peso maggiore di questa rivoluzione. Riceve ordini, decreti, ingiunzioni, bollettini, rimproveri, calendari, bidoni. Si fa carico di costosissime riviste patinate, che nessuno consegna a domicilio, paga trasmissioni televisive discutibili, applaude passerelle costose, senza altro vantaggio che quello – impagabile - della pulizia fuori di casa sua. In casa sua il cittadino è in una situazione insostenibile perché le capacità di chi progetta riescono ad “imporre” soluzioni solo parzialmente valide per il cittadino. Mi sarebbe piaciuto avere indicazioni su dove mettere dentro casa 10 - dico dieci - contenitori per le varie tipologie, e come e quando avverrà il ritorno per i sacrifici che si stanno facendo (riduzione della Tarsu?). Noi non siamo palazzinari, riusciamo a tenere in cucina non più di due contenitori, in camera dei bambini quello dei pannolini a cui si aggiungono quelli dei nostri nonni e quelli di sesso femminile, in camera da letto teniamo carta e cartone (abbiamo il vizio di leggere i giornali), accanto alla televisione teniamo la plastica per via di aranciate e acqua gasata, lattine e vetro e ferro vecchio dall’altro lato del televisore, pile e farmaci in bagno, olio usato nella dispensa con scritto chiaro “veleno” da non confondersi con l’olio di bianculidda, gli pneumatici appesi al balcone, legno e RAEE li portiamo in campagna in attesa che il servizio (efficiente peraltro) li ritiri. Non trascurando il fatto che dobbiamo lavare noi il tetrapak e le bottiglie, smistare organico e indifferenziata, alzarci all’alba o fare le ore piccole e tante altri piccoli interventi fra cui quello non lieve di fare tre piani per ben 4 volte ad ore impossibili. A tutto aggiunga quell’odioso atteggiamento degli amministratori da “io vi sto salvando” che ha già causato danni irreversibili . Perché avete dimenticato che il vostro è un servizio ben retribuito dallo Stato. Non mi dica che Lei è un consulente anargiro altrimenti San Ciro potrebbe querelarla non trovando i vostri nomi nella Biblioteca Sanctorum. Presupponendo che Lei prenda nel verso giusto questa mia impertinente lettera e mi gratifichi di una risposta contravvenendo agli ordini del suo “padrone” sfuggendo allo stile della nostra locale “gazzetta ufficiale“, mi aspetto che risolva il problema che Lei ha contribuito a creare in casa mia con soluzioni ingegnose pari a quelle dei dieci bidoni. Perché me lo lasci dire: Lei ha dimenticato che manca l’undicesimo bidone! Quello che mi converrebbe avere: i rifiuti a pagamento. Si a questo punto mi converrebbe mettere tutto in un unico bidone portarlo a Bellolampo, pagare il tot previsto, come si fa per uva ed olive al frantoio, e chiudere questa storia. Non me ne avrò a male se non editerà riviste patinate, create apposta per me ma con le vostre foto dentro. Che lei lo creda o no, io non sarei capace di fare quello che lei ha consigliato di fare seguendo un progetto ad arte.
Con stima
Onofrio Sanicola

martedì 1 novembre 2011

I DIFFERENZIATI

I differenziati : Gli uomini che fecero l'impresa
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA TRA LITI E CONFLITTI
E GLI OPERATORI SONO SENZA STIPENDIO
Per oltre tre giorni ci siamo dedicati a girare per uffici, depositi, magazzini, interrogando dirigenti,capisquadra, operai, cittadini. Abbiamo preso appunti, conservando documenti e fotocopiandoli. Pareri discordanti, enfasi interlocutoria. Alla fine ci siamo arresi perché gli unici veramente al corrente dell’argomento sono il sindaco, il Coinres e qualche funzionario. Oltre ad avere “ragione” tutti hanno anche motivazioni diverse. La nostra curiosità partiva da una semplice analisi. Abbiamo un grande risultato: Marineo ha superato il 50% della raccolta differenziata porta a porta. Abbiamo il merito di avere avuto l’idea e il coraggio di “rompere con il passato”. Abbiamo una quantità di funzionari saliti sul carro dei vincitori gratificati da foto e palcoscenici. Abbiamo una cittadinanza, vera vincitrice, encomiabile perché ha partecipato con entusiasmo. Ma chi fa il lavoro manuale? Gli operai. La nostra idea di gratificare chi malgrado dissidi, contenzioso “guerre atroci”, si è persa in un mare tipico siciliano, nel grande pentolone dove tutto è il contrario di tutto sembra creato ad arte affinché vincano tutti o muoiano tutti. Scartando la seconda ipotesi sembra che il tutto finirà su mamma Regione e quindi come un boomerang sui cittadini. Chi pagherà oltre 1.500.000 euro di contenzioso? Chi sta pagando gli operatori ecologici e che fine faranno? I colpi di scena, le accuse, operai che passano da una mano all’altra (comune, Coinres, Cooperative) il tutto dove niente dà ragione all’altro. Intanto il servizio grosso modo funziona. A parte la raccolta stradale che stenta il porta a porta, se non si fa lo sbaglio di abbassare la guardia, è efficiente.
Per la prima volta (su imposizione della Corte dei Conti ( subito accolta dal Consiglio Comunale) sono stati inseriti a bilancio preventivo 50.000 euro precauzionalmente e come vuole la legge. Il nostro intento di elogiare chi fa materialmente il lavoro è caduto trovandoci tre gruppi separati in casa che mandano avanti la baracca. Ogni gruppo ha giustamente una sua versione e l’unica cosa che hanno in comune sono i mesi di stipendio arretrato. Abbiamo registrato veleni irripetibili e forse immotivati :dai guanti inviati dal sindaco con tassative istruzioni di escludere “quelli del Coinres”, allo sfratto dei locali per gli operai, alle norme di sicurezza fatiscenti, ai soldi per operai che portano le presenze in certi momenti a 25 operatori quando sei, otto possono assolvere il servizio completo e alla fine non ci sarà un vincitore perché l’unica che rimarrà incinta sarà la Regione che tutti si portano a letto. E così il nostro intento di elogiare chi ha avuto il merito, dai funzionari che “hanno fatto l’impresa”, ai cittadini che con grande senso partecipativo hanno permesso la riuscita dell’impresa e agli operatori ecologici, braccio forte dell’operazione, è finita in un mare di veleni. Resta il fatto che la “macchina funziona ”il che è bello e istruttivo” diceva un grande scrittore. Ma senza andar lontano basta andare a leggere il libro presentato ieri al Castello con dentro tutte le componenti del DNA del siciliano.
Peccato.