martedì 8 novembre 2011

SCHERZANDO...SCHERZANDO...

GUARDA GUARDA...ANCHE ALLORA SI USAVANO GLI OCCHIALI SCURI...









CINQUANT’ANNI DI SCAUTISMO A MARINEO

Sono iniziate le manifestazioni per festeggiare il primo mezzo secolo di vita del Gruppo Scout di Marineo. Infatti, nell’aprile del 1962 un gruppo di giovani, incoraggiati dall’allora parroco monsignor Natale Raineri (persona lungimirante ed intraprendente) si diede da fare per dar vita allo scautismo.  In una società spesso autoreferente e con corta memoria, è opportuno “fare memoria”, per riscoprire le radici, per esprimere gratitudine a quanti hanno permesso di raggiungere questa tappa, per progettare un futuro migliore. Cinquant’anni fa suscitò curiosità ed anche qualche battuta ironica una trentina di ragazzi, in pantaloni corti e con un fazzoletto (arancione bordato di tricolore), che sfilavano nella processione di san Ciro: che cosa volevano questi “voi scausi” (boy scouts) che camminavano inquadrati come soldatini?  Non erano soldatini, invece. Ben presto, i giovanissimi capi che li dirigevano iniziarono a frequentare gli eventi di formazione promossi dall’Associazione Scautistica Italiana (ASCI, poi divenuta nel 1974 AGESCI, in seguito alla fusione con l’Associazione Guide Italiane) e divennero capaci di offrire ai giovani esploratori marinesi un percorso formativo basato sui valori tipici dello Scautismo. Entusiasmo, spirito di avventura, giovanile fervore caratterizzarono quei primi anni. Un primo campeggio, con fatiscenti tende canadesi acquistate a Lattarini, si svolse presso la chiesetta di Scanzano. Acquisto di camicie militari per l’uniforme, coperte trasformate in saccopelo, avventurose uscite nella natura, angoli di squadriglia caratterizzati da creatività (non c’erano soldi e bisognava arrangiarsi), spirito di inventiva, instancabile laboriosità, animosa presenza nei locali di via Dante (saggiamente messi a disposizione dal Parroco) diedero da subito l’opportunità a un centinaio di ragazzi marinesi (molti dei quali appartenenti a famiglie non facoltose) di trovare uno spazio educativo a loro misura ove esercitare autonomia e laboriosità, accompagnati da norme propositive quali sono quelli della Legge Scout. Carta vincente di quei primi anni fu la partecipazione agli incontri e agli eventi di formazione (a livello provinciale, regionale e nazionale) organizzati dall’Associazione, nonché l’interazione con gruppi scout di provata esperienza. Ciò permise ai giovani capi di maturare e di avere riconosciuto il loro qualificato e generoso impegno con prestigiosi incarichi anche a livello regionale e nazionale. L’accompagnamento del parroco Raineri, di padre La Spina e di padre Randazzo (quest’ultimo divenne assistente regionale dell’AGI e dell’ASCI) fu una significativa risorsa per l’affermarsi e la crescita del gruppo scout. Negli anni che seguirono al 1962 al Reparto Esploratori si affiancarono il Clan dei rovers e il Branco dei lupetti. Accanto al gruppo maschile dell’ASCI sorse il gruppo femminile dell’AGI (animato da Anna Randazzo, che poi rivestì anche un incarico regionale).  Alcuni momenti forti di questo cinquantennio, oltre agli annuali campi estivi ed invernali, possono considerarsi la partecipazione a diversi campi nazionali, ad alcuni campi mondiali (i Jamboree) in Norvegia e in Cile, la costituzione nel 1973 della base nazionale della Massariotta (seconda Base per il Settore Specializzazioni) che ogni anno ospita centinaia di ragazzi, la partecipazione dei capi agli eventi nazionali di formazione associativa, la partecipazione alla GMG.  Quel che ha contraddistinto il Gruppo scout è stato il quotidiano impegno educativo a favore dei ragazzi, la cura della progressione personale di ciascuno, il gratuito e generoso impegno di tanti capi che si sono succeduti nei vari anni, l’entusiasmo delle centinaia e centinaia di ragazzi che nello Scautismo hanno trovato un punto di riferimento per la loro crescita. Perciò il Gruppo scout è stato e continua ad essere una notevole risorsa per la comunità marinese.
Auguri, perciò, al gruppo scout, grazie a quanti vi hanno operato e vi operano,  grazie per quanto viene fatto e “buona strada!”
                                                                                                                      Giovanni Perrone

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