giovedì 24 novembre 2011

UNA DOMENICA QUALUNQUE...

Sbalzi giù dal letto pensando che il paese va a fuoco… inciampi su pantofole e attrezzi vari depositati non so da chi in camera da letto. La persona che mi è accanto e che dichiara di essere la mia prima ed unica moglie è già in balcone a mò di Giulietta e mi grida “Romeo giù aggrappati” mostrando una treccia di non più di venti centimetri, ed io sto per abboccare quando il freddo polare di questi giorni mi riporta alla realtà. Non preoccuparti dico io è Don Leo il parroco. Cioè ? Si lui alle sette del mattino usa svegliare tutti ricordandogli che oggi è il giorno del Signore… e quindi “nessun dorma”. Vi risparmio il monologo immaginario fra me e don Leo. Alla fine vince sempre lui. Vorrei avere anch’io un “principale” come il suo. Mi rimetto a letto e tento di imbastire un minimo di dialogo con mia moglie. “Con te non si può essere romantici”. Mi…esclamo tu pretendi che aggredito dalle campane all’alba io sia anche romantico ? E le mie trecce, e il fatto che è domenica, e il fatto che …e tira fuori una serie di anniversari che solo lei ricorda e conosce. Il primo caffè preso assieme, la prima uscita assieme, quando mi regalasti la prima rosa e cosi via per mezzora. Non c’è dialogo alle sette del mattino. Dopo aver verificato tantissimi dettagli che mi confermino che la signora proprietaria del cuscino accanto sia proprio la mia moglie mi rituffo in un sogno appena troncato dove ovviamente ero io il protagonista che salvavo il mio paese da tutti i cattivi e fattili salire sulla barca del mio amico Noè li traghettavo in un mondo più allegro rilassato e oserei dire meno “ostile”. Mia moglie non molla e vuole che gli spieghi il significato della parola “vastasu” ma io ero ormai in pieno eroismo e ricomincio a russare malgrado una cuscinata in piena faccia ricevuta da colei che possiede tutta una certificazione legale che attesta di essere la mia prima ed unica moglie. Ora debbo avvisarvi che sono in lista di attesa per confessarmi. Sono parole irripetibili quelle che pronunzio senza rendermene conto affacciato al balcone gesticolando e gridando . Questo è avvenuto subito dopo e durante un nuovo concerto di campane orchestrato fra madrice, convento e colleggio. “Nessun dorma !”
Rientro con l’influenza : si il percorso balcone camera da letto (2,50 metri) mi è stato fatale. Non solo campane, campanellini, campanacci ma in contemporanea scatta l’operazione “io ti salverò” ! Aspirine, termometri, bevande calde, cuffie di lana, sciarpe, scaldini, savoiardi, miele. Forse è la continuazione del sogno precedente.
Mi accorgo che non è un sogno dalla presenza di parenti e amici che bivaccano in camera mia.
Che bella domenica ! Vedere i bambini che corrono gioiosi in corso dei mille con borse,merendine, quaderni verso il catechismo accompagni da mamme irriconoscibili o soli sicuri di se stessi. Il tutto mentre le campane emettono un suono arraggiato che tradotto in italiano corrente vorrebbe dire : Che fate gente dormite ! Disgraziati forse siete convinti di essere Dio che il settimo giorno riposò ! Firmato in modo leggibilissimo : Don Leo, i frati conventuali, le suore colleggine.
Don Leo pensavamo tutti che se lui va a dormire a Corleone chi cavolo suona le campane ? I frati , che non sappiamo mai da dove arrivano credo che scontino qualche penitenza arretrata, ma le colleggine , quelle a cui affidiamo i nostri piccoli , quelle al di sopra e ad di fuori di tutto con chi c’è l’anno ? “ Con te amore mio”, mi risponde colei che mi ha aiutato decisamente a costruire quattro figli . Con me ? Si perché tu dormendo mi trascuri… Quando si dice che in amore tutto è permesso…anche l’insulto.
Ps oggi dalle sette del mattino le campane non hanno smesso nemmeno 5 minuti. Bisogna eliminare il campanaro ! Non c’è altra scelta. Siamo in avvento e la quaresima e troppo lontana.

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