Lettera aperta al Consulente Comunale per le Politiche ambientali dottor
Carlo Greco
Gentile dottor Greco,
mi rivolgo a Lei sperando che accetti suggerimenti che riguardano il suo specifico ruolo e lavoro usando quel poco di sense of humor di cui sono dotato. Mi preme, quindi, porLe alcune considerazioni. Mi preoccupa la tenuta della nostra gente che, unica e vera vincitrice di questa sfida, oggi si trova a sostenere il peso maggiore di questa rivoluzione. Riceve ordini, decreti, ingiunzioni, bollettini, rimproveri, calendari, bidoni. Si fa carico di costosissime riviste patinate, che nessuno consegna a domicilio, paga trasmissioni televisive discutibili, applaude passerelle costose, senza altro vantaggio che quello – impagabile - della pulizia fuori di casa sua. In casa sua il cittadino è in una situazione insostenibile perché le capacità di chi progetta riescono ad “imporre” soluzioni solo parzialmente valide per il cittadino. Mi sarebbe piaciuto avere indicazioni su dove mettere dentro casa 10 - dico dieci - contenitori per le varie tipologie, e come e quando avverrà il ritorno per i sacrifici che si stanno facendo (riduzione della Tarsu?). Noi non siamo palazzinari, riusciamo a tenere in cucina non più di due contenitori, in camera dei bambini quello dei pannolini a cui si aggiungono quelli dei nostri nonni e quelli di sesso femminile, in camera da letto teniamo carta e cartone (abbiamo il vizio di leggere i giornali), accanto alla televisione teniamo la plastica per via di aranciate e acqua gasata, lattine e vetro e ferro vecchio dall’altro lato del televisore, pile e farmaci in bagno, olio usato nella dispensa con scritto chiaro “veleno” da non confondersi con l’olio di bianculidda, gli pneumatici appesi al balcone, legno e RAEE li portiamo in campagna in attesa che il servizio (efficiente peraltro) li ritiri. Non trascurando il fatto che dobbiamo lavare noi il tetrapak e le bottiglie, smistare organico e indifferenziata, alzarci all’alba o fare le ore piccole e tante altri piccoli interventi fra cui quello non lieve di fare tre piani per ben 4 volte ad ore impossibili. A tutto aggiunga quell’odioso atteggiamento degli amministratori da “io vi sto salvando” che ha già causato danni irreversibili . Perché avete dimenticato che il vostro è un servizio ben retribuito dallo Stato. Non mi dica che Lei è un consulente anargiro altrimenti San Ciro potrebbe querelarla non trovando i vostri nomi nella Biblioteca Sanctorum. Presupponendo che Lei prenda nel verso giusto questa mia impertinente lettera e mi gratifichi di una risposta contravvenendo agli ordini del suo “padrone” sfuggendo allo stile della nostra locale “gazzetta ufficiale“, mi aspetto che risolva il problema che Lei ha contribuito a creare in casa mia con soluzioni ingegnose pari a quelle dei dieci bidoni. Perché me lo lasci dire: Lei ha dimenticato che manca l’undicesimo bidone! Quello che mi converrebbe avere: i rifiuti a pagamento. Si a questo punto mi converrebbe mettere tutto in un unico bidone portarlo a Bellolampo, pagare il tot previsto, come si fa per uva ed olive al frantoio, e chiudere questa storia. Non me ne avrò a male se non editerà riviste patinate, create apposta per me ma con le vostre foto dentro. Che lei lo creda o no, io non sarei capace di fare quello che lei ha consigliato di fare seguendo un progetto ad arte.
Con stima
Onofrio Sanicola
Nessun commento:
Posta un commento