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"Demonstranti na Albertově vypískali Zemana"
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Non sarebbe
completo il ricordo del crollo della cortina di ferro senza la cronaca dei
fatti che si sono verificati il giorno 17 Novembre 2014 a Praga. In Repubblica
Ceca è il giorno festivo che ricorda “La
lotta per la libertà e la democrazia” e
nel luogo da dove è partito il corteo studentesco il 17 Novembre 1989 è stata
organizzata una manifestazione che prevedeva la presenza di 5 presidenti dei
Paesi del Centro Europa che scoprivano la targa commemorativa. L’opinione
pubblica però non sembrava avere motivo per festeggiare e manifestava contro il
presidente ceco Miloš Zeman che si è ultimamente
pronunciato favorevolmente nei confronti del presidente russo Putin e contro le
sanzioni dell’Europa Unita. In questo senso ha parlato anche nella televisione
russa. Altri presidenti del ex blocco sovietico sono molto più chiari nella
loro solidarietà verso l’Ucraina e la esprimono anche con i fatti concreti. Ad
esempio il presidente della Polonia si è rifiutato di invitare il presidente
Putin in Polonia per gennaio 2015 per i festeggiamenti dei 70 anni
dall’apertura del campo di concentramento di Auschwitz. Gli organizzatori della
manifestazione hanno pensato che nello stesso anno è stato liberato anche il
campo di concentramento di Terezín (il campo riservato ai bambini), che si
trova in Repubblica Ceca e hanno deciso di dividere i festeggiamenti. In
Polonia saranno invitati solo i sopravvissuti e in Repubblica Ceca i politici.
Il presidente ceco Miloš Zeman quindi ha invitato anche il presidente Putin a Terezín.
Qualche
giorno prima del 17 Novembre Miloš Zeman ha sminuito l’importanza del coraggio
che ci voleva per manifestare contro il regime ma in questa manifestazione ha parlato che il
coraggio non era “a buon mercato” e che è vile ora manifestare quando non si è
manifestato 25 anni fa. Il suo discorso è stato fortemente fischiato e la gente
gli mostrava un cartoncino rosso come fa l’arbitro in una partita di calcio
quando il giocatore non si comporta bene. Il presidente polacco ha ricordato la
solidarietà che hanno vissuto 25 anni fa, secondo lui bisogna conservarla anche
oggi e esprimere la solidarietà con coloro che non sono ancora liberi. A questo
punto la gente gridava “Ucraina” e lo slogan “E’ per questo che siamo qui”. Il
presidente tedesco ricordava la speranza che ha dato a tutti i Paesi satelliti
dell’Unione Sovietica la Carta 77 (un manifesto firmato dagli intellettuali
cechi nel 1977) che ha mostrato la strada come cercare la libertà personalmente
e poi ha ricordato la frase di Václav Havel: “Il potere dei potenti nasce
dall’impotenza dei ‘senza potere’ – della gente comune”. La piazza ha
applaudito. Anche il presidente ungherese è stato accolto bene dai partecipanti
alla manifestazione. Ha ricordato tutte le vittime che hanno commesso l’unico
peccato: volevano vivere nella libertà e spesso venivano uccisi alla frontiera
quando scappavano. Ha invitato i
presenti ad osservare un minuto di silenzio per tutte le vittime del comunismo
che è stato osservato dignitosamente. Il presidente slovacco è stato accolto
con un applauso. Si è chiesto se si sono persi gli ideali della Rivoluzione di
Velluto, se lo slogan di quei giorni “La verità e l’amore devono vincere sopra
la menzogna e l’odio” ha vinto veramente. La sua risposta era: abbiamo gli
stessi ideali, non dobbiamo arrenderci ed accettare ciò che non va, abbiamo la
libertà di realizzare i nostri ideali. Ha concluso con l’esclamazione: “Viva la
libertà”.
Al momento
che è stata scoperta la targa dedicata a “Tutti i cittadini coraggiosi che
hanno lottato per la libertà” si cantava l’inno nazionale ceco e la piazza
cantava insieme al coro ma subito dopo gridava “Via Zeman” “Non hai diritto di
toccare la targa” “Dimissioni”.
Riportiamo i
fatti e non diamo un giudizio. Non abbiamo la bacchetta magica e sappiamo come
è difficile realizzare gli ideali alti. Possiamo solo desiderare che la gente
in tutta Europa, non solo quella centrale, trovi il coraggio di difendere le
proprie idee, di manifestare le sue
proposte ma anche faccia il suo dovere onestamente al proprio posto nella vita
imparando la lezione della storia: la libertà è stata diverse volte in passato
conquistata a caro prezzo. Non lasciamocela portar via.
19 Novembre 2014 Růžena
Růžičková
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