SENSIBILITà MUSICALE
Il primo impatto
che ebbi con Marineo dopo oltre venti anni di assenza fu la processione di
ragazzini che dal crocefisso si sparpagliava per il paese rientrando in casa.
Ciascuno portava con se uno strumento e molti indossavano quella che sembrava
una divisa musicale. La stessa scena l’avevo notata a Vienna alla fine degli
anni sessanta e poi a Praga negli anni settanta. A Milano mi avevano colpito i
ragazzi con la racchetta del tennis o le “cavallerizze”. Vedere sparsi per il
paese un numero cosi elevato di “quasi musicisti armati” mi colpi
favorevolmente a talpunto che poi decisi di “ritornare” perché una comunità che
tiene in cosi alta considerazione la musica è preferibile e garantisce un
ambiente educato musicalmente quindi di rara sensibilità. Ragazzini che
custodivano il proprio strumento musicale come un chirurgo con i suoi bisturi.
Spesso mi fermavo a dialogare ed ebbi conferma della loro sensibilità abbinata
ad una cultura non solo musicale. Erano orgogliosi e si sentivano coetani e
compagni di banco di grandi maestri. Provai a citare i grandi di tutti i tempi
e mi accorsi che erano conosciutissimi e se discorrevi loro di qualche sinfonia ti rispondevano
nominando autore e numero della sinfonia cosi come altri ragazzi sciorinavano i
giocatori di una squadra di calcio. Era un vero spettacolo ! Se domandavi il
perché della scelta dello strumento mai ebbi risposte banali del tipo “perché
mi piace…” . Ti descrivevano lo strumento mentre lo accarezzavano come se
dialogassero.
Ora è raro incontrarli per la strada. Quelli di cui stiamo
parlando sono grandi , sposati e non so se hanno “avviato “ i propri figli.
Mancano anche le opportunità… Sulle bande non dico più nulla perché l’assurda
guerra intestina la sta declassando a livello di “banda” , dell’orchestra
abbiamo perso le tracce… la scuola di musica annaspa. Insomma sono spariti
anche i ragazzi che strimpellavano con la chitarra per attirare le ragazze, per
superare timidezza e insicurezza. E più frequente trovare ragazze con la
chitarra in chiesa e nelle feste che ragazzi . Eppure in paese non mancano
realtà prestigiose come musica e strumenti medievali , gruppi e artisti isolati
che si propongono, pianisti prestigiosi , conoscitori preziosi della
muscia. Quindi non si spiega questa
decadenza non solo di manifestazioni ma di educazione musicale. Mentre procediamo imperterriti ad abbandonare
i nostri adolescenti sino a notte fonda nel corso non li vediamo mai assieme ai
genitori in altri momenti . E quelle rare volte sono situazioni imposte e quindi
male accettate non partecipate. Si accentua il distacco generazionale ma
soprattutto ci si allontana dalla musica che se non altro affina la sensibilità
. La proposta che va in scena Al Castello di Salvatore Pulizzotto di
presentare, in questa prima occasione, gli ottoni dei virtuosi marinesi il 12 novembre è il primo gesto di un
percorso ambizioso che merita la presenza non solo degli adulti ma anche dei
ragazzi.
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