sabato 29 novembre 2014

LEZIO COME BISTURI SUL RITO BIZANTINO DI SAN CIRO

Nello scrivere questa nota e nell’inserirla è saltato l’appunto non meno importante che l’incontro, come chiaramente è espresso nella locandina più volte pubblicata, è stato promosso dalla Confraternita di San Ciro presente quasi al completo il cui Superiore ha anticipato un ricco calendario di eventi,fra cui la rimostranza.

Padre Carmelo Giuffrida durante la "lezio" su San Ciro

Bella lezione gesuitica di teologia ortodossa basata sui riti ateniesi grazie alla sua pluriennale esperienza e presenza in terra greca. Non abbiamo molte informazioni sul suo curriculum personale, ma non abbiamo dubbi sulla conoscenza non solo dei riti ortodossi ma ha dimostrato una certa non comune padronanza teologica utilizzando termini e traducendo parole e nomi a cui siamo poco avvezzi. Già questa estate nel blog di Nuccio Benanti si è affrontato il tema che , come Gesù guarina con le parole, anche San Ciro passò presto dalla medicina a rimedi verbali curando più l’anima che il corpo.

Ovviamente il pio devoto, fedele alla nostra reliquia, fa fatica a capire che questa devozione è da “peccatori”. Da 350 anni la nostra gente ha presentato a San Ciro “personalmente” i suoi malanni ricevendone sempre soddisfazione. Un po’ la smitizzazione , un po’ la continua evoluzione della medicina hanno relegato il nostro San Ciro ad assistente sociale di consultorio o meglio gli è stata tolta la licenza di medico condotto. Il tutto avallato da certa teologia gratuita.

Convincente e preparato ma “troppo forte” per i nostri, ancorati ad antiche tradizioni che non vogliamo perdere (come la mettiamo con la processione d’agosto ? Li rimandiamo a casa i devoti ?). Noi non eravamo preparati ad una relazione cosi impegnata , ci aspettavamo novità storiche e di rito e avendo avuto sole le seconde ci sono apparse di impatto.

Come sempre a cose fatte ci si accorge dopo che la cosa va riproposta in altro contesto perché tutto quello che ha detto il relatore lo si può applicare a tutti i primi santi. Facendo però attenzione a non disperdere le nostre certezze di fede , garantite anche dalle reliquie.

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