martedì 9 giugno 2015

LA CLASSE NON è ACQUA



Quando ti trovi davanti 600 pizzaioli provenienti da tutto il mondo pronti a scontrarsi per un solo primo posto ci vuole una certa dose di coraggio. In margine a questo evento svoltosi giorni fa a Parma si partecipava ad un altro incontro cosidetto “I primi in Pizzeria”. Ne abbiamo parlato giorni or sono prima dell’evento augurando al nostro compaesano e amico Pippo Mancino un grande in “bocca al lupo” o meglio in “bocca alla giuria”, o meglio le frasi erano diverse in linea con il nuovo linguaggio che ha assunto il nostro blog recentemente, perdendo cosi lettori e parte di quel colore che non era altro che il linguaggio popolare. Partito armi e bagagli per Parma , imparato a memoria il regolamento del percorso il nostro si è buttato nella bolgia dove migliaia fra pizzaioli e cuochi se le davano di santa ragione usando mattarelli , farine e ingredienti che prima erano segreti di cucina ma da quel momento diventavano  pubblici.  Abbiamo troppa esperienza della vita per non capire come procedono certe cose e il nostro timore di far parte di quella folta di schierati “eliminati subito” senza arte ne parte ci convinse che senza santi né protettori non si va lontani. 
Non comunicammo il nostro pensiero al nostro Cavallo di Battaglia,  ma ci tranquillizzammo nel sentire il Mancino parlare delle bellezze di Parma , della vicinanza di Parma alla sua seconda-madre  Firenze e del sapore delle vacanze da tempo cercate come relax di grande desiderio. Ero contento che la prendesse con filosofia. Ciò non toglie che partecipare ad un evento simile porta adrenalina, porta orgoglio, porta quel riscatto che ti serve quando la tua arte finisce con le patatine fritte sopra la pizza e ti senti chiamare “maestro” per una pizza con patatine…
Mi dicono che entrò in fiera e si mise a inquadrare i suoi colleghi per scannerizzarli uno per uno, poi mise in ordine materiali ed attrezzi, prese posizione e saluto la giuria con riverenza come usa fare.  Notò anche una certa familiarità fra alcuni suoi colleghi e la giuria e allora dimenticò che bisognava competere ma partecipare.
Vi ricordate quando incontrate un burocrate qualsiasi che vi trova mille cavilli inutili ma che blocca la vostra pratica perché il foglio della domanda è troppo spesso o perché quell’aggettivo ha una consonate in più ?
Pippo è tornato a casa raggiungendo un traguardo impossibile : Ottavo !
Arrivare ottavi da sconosciuti in un contesto simile è grande motivo di orgoglio . Non vincere perché la tua sfoglia è un decimo di millimetro più spessa (nell’emilia delle sfoglie) è come chiedere di fermare il sole al nipote di Giosuè. Ecco che quando li cerchi li trovi gli “orgogli marinesi”.   Prevalgono sui rancorosi, sugli ipocriti, sui brontoloni , sui coglioni (scusate), sui distributori di patate avvelenate, sugli arrampicatori , su chi anzicchè scendere nell’arena e mettersi in gioco sono pronti all’insulto. Pippo Mancino ha dato l’ennesima prova di conoscere il suo mestiere a grandi livelli. Portarsi a casa questo ottavo posto fra migliaia di persone accorse da tutto il mondo, certifica che le proprie capacità vanno provate e che  accettare il giudizio altrui , seppur non condiviso, è segno di alta professionalità.

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