Quando ti trovi davanti 600 pizzaioli
provenienti da tutto il mondo pronti a scontrarsi per un solo primo posto ci
vuole una certa dose di coraggio. In margine a questo evento svoltosi giorni fa
a Parma si partecipava ad un altro incontro cosidetto “I primi in Pizzeria”. Ne
abbiamo parlato giorni or sono prima dell’evento augurando al nostro compaesano
e amico Pippo Mancino un grande in “bocca al lupo” o meglio in “bocca alla
giuria”, o meglio le frasi erano diverse in linea con il nuovo linguaggio che
ha assunto il nostro blog recentemente, perdendo cosi lettori e parte di quel colore
che non era altro che il linguaggio popolare. Partito armi e bagagli per Parma
, imparato a memoria il regolamento del percorso il nostro si è buttato nella
bolgia dove migliaia fra pizzaioli e cuochi se le davano di santa ragione
usando mattarelli , farine e ingredienti che prima erano segreti di cucina ma
da quel momento diventavano pubblici. Abbiamo troppa esperienza della vita per non
capire come procedono certe cose e il nostro timore di far parte di quella
folta di schierati “eliminati subito” senza arte ne parte ci convinse che senza
santi né protettori non si va lontani.
Non comunicammo il nostro pensiero al
nostro Cavallo di Battaglia, ma ci
tranquillizzammo nel sentire il Mancino parlare delle bellezze di Parma , della
vicinanza di Parma alla sua seconda-madre
Firenze e del sapore delle vacanze da tempo cercate come relax di grande
desiderio. Ero contento che la prendesse con filosofia. Ciò non toglie che
partecipare ad un evento simile porta adrenalina, porta orgoglio, porta quel
riscatto che ti serve quando la tua arte finisce con le patatine fritte sopra
la pizza e ti senti chiamare “maestro” per una pizza con patatine…
Mi dicono che entrò in fiera e si mise a
inquadrare i suoi colleghi per scannerizzarli uno per uno, poi mise in ordine
materiali ed attrezzi, prese posizione e saluto la giuria con riverenza come
usa fare. Notò anche una certa familiarità
fra alcuni suoi colleghi e la giuria e allora dimenticò che bisognava competere
ma partecipare.
Vi ricordate quando incontrate un
burocrate qualsiasi che vi trova mille cavilli inutili ma che blocca la vostra
pratica perché il foglio della domanda è troppo spesso o perché quell’aggettivo
ha una consonate in più ?
Pippo è tornato a casa raggiungendo un
traguardo impossibile : Ottavo !
Arrivare ottavi da sconosciuti in un
contesto simile è grande motivo di orgoglio . Non vincere perché la tua sfoglia
è un decimo di millimetro più spessa (nell’emilia delle sfoglie) è come
chiedere di fermare il sole al nipote di Giosuè. Ecco che quando li cerchi li
trovi gli “orgogli marinesi”. Prevalgono sui rancorosi, sugli ipocriti, sui
brontoloni , sui coglioni (scusate), sui distributori di patate avvelenate,
sugli arrampicatori , su chi anzicchè scendere nell’arena e mettersi in gioco
sono pronti all’insulto. Pippo Mancino ha dato l’ennesima prova di conoscere il
suo mestiere a grandi livelli. Portarsi a casa questo ottavo posto fra migliaia
di persone accorse da tutto il mondo, certifica che le proprie capacità vanno
provate e che accettare il giudizio
altrui , seppur non condiviso, è segno di alta professionalità.
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