Bisogna saper leggere il titolo
altrimenti non si capisce l’abbinamento di cotanti autori
Come da tradizione i più grandi umoristi
nella vita sono persone che ridono poco. Non posso certificarlo ma questo
sconosciuto Ioan Viborg che nella vita fa quello che non si aspettava di fare
riesce ad avere una costanza unica e rara in una comunità dove di costante c’è
solo l’indifferenza. Presto ci presenterà il suo decimo volume avvicinandosi ai
più grandi giallisti. Il suo commissario dalla faccia di bronzo impazza dalla
tragedia al sarcasmo e mi sembra si trovi più a suo agio quando fa il
commissario che quando veste i panni del satiro. Io non sono ancora riuscito ad
avere tutti i volumi pubblicati perché sistematicamente ne debbo portare sempre
una copia a qualcun altro . Corro sempre il rischio di essere interrogato
dall’autore e questo mi terrorizza perché almeno la metà non li ho letti, ma
acquistati e se mi domanda di quella storia uscita nel quinto volume faccio la
figura del marinese che si accaparra tesi di laurea e volumi pubblicati senza
averli mai letti.
La prolificità del Viborg (non
dimentichiamo che stiamo parlando di un valente liutaio) sorprende in un paese
dove nulla dura e dove arrivare al terzo volume è record perché al primo il
paese lo giudica “come scritto da qualcun altro”, al secondo “certamente è
stato aiutato” , al terzo “ormai è chiaro che Ioan non è lui”… Ora la gente è
costretta a leggerlo perché “qualcosa” non gli quadra… e si domanda: una madre
perennemente preside, un padre musicista esigente, una sorella restauratrice
valente , una moglie come supporter , ma dove trova l’ispirazione ? Dagli aroni
ovviamente: il basilico, il prezzemolo, il rosmarino, il timo, la menta, la borragine,
il lauro…
Appuntamento per il 5 luglio alle ore
18,30 nella sala conferenze del Castello.
Speriamo cambino i relatori perché farsi
dire sempre dal solito come è bravo alla fine diventa poco credibile. Ma soprattutto
la parola ai lettori a condizione che parlino con il libro in mano.
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