lunedì 25 gennaio 2016

IL PAESE DI CAINO E ABELE




La prima sentenza del Tribunale di Termini Imerese “chiarisce” la “farsa” architettata ai danni del Perrone per l’infortunio e il cattivo uso del campo sportivo. Già il Perrone aveva incassato un'altra vittoria con il Macello , oggi in piena proprietà della sua famiglia. Intanto incominciano ad arrivare sentenze , spese legali e danni da pagare. L’armata Brancaleone del manumanca lentamente inizia a trovarsi i nodi al pettine e il caos amministrativo creato si va sciogliendo come neve al sole. Seppur lentamente , ma alla fine le sentenze arrivano. Il nostro uomo conosce tutti i cavilli per vivere impunemente. Quindi non fa tesoro di queste sconfitte e  non molla i suoi avversari trovando sempre nuovi varchi. In pratica , crediamo che lui miri    a diventare l’uomo dell’anno per il contributo che ogni anno procura a studi legali e avvocati. Ovviamente senza danno personale perché è risaputo che lui non ha mai pagato né avvocati né spese legali , lasciando questo onere a Comuni ed Enti. Ora battuto in Tribunale, e grazie a queste mine vaganti (Cangelosi, Mancino, Pulizzotto) riesce a far sospendere Il Perrone da Consigliere in attesa che il Tar sentenzi. E’ una delle solite vittorie di Pirro costruita fra le maglie di una burocrazia allucinante ed una legislazione mai definitiva e chiara(non dimentichiamo il caso del fratello mai risolto). Il Perrone poteva evitare di trovarsi ,questa volta in questa avventura, pur sapendo che questa amministrazione barcolla in quanto a numeri. Ed è pur vero che su quattro consiglieri “esaminati” solo lui ha ottenuto ben otto colpi di cui almeno metà da ex compagni di merenda.
Che la politica avesse bisogno un depuratore fisso è risaputo, ma ci sorprende, come uno che i cittadini hanno mandato a Roma, non si sia  ancora visto un gesto a favore del suo paese, ma però riesce a seminare veleni e coltivare rancori che certamente erediteranno i figli di questi protagonisti. Mentre al “romano” non servono né lezioni di morale né di altruismo (BASTA RICORDARE I SUOI COMIZI QUANDO RICORRE SEMPRE ALLA FORZA PUBBLICA ANZICCHè RISPONDERE)anche il Perrone deve evitare di finire in queste trappole. Perché è chiaro che il primo obiettivo è stato il Perrone ma il bersaglio definitivo non è migliorare le condizioni del paese, ma impallinare Cutrona  . Tutto il resto sono chiacchere come i loro manifesti dedicati agli sprovveduti che non sanno interpretarli. Suonano come lozioni per far ricrescere i capelli e certo i marinesi non sono capelloni ! Si unsano termini come “vergogna” dimenticando che ancora un messaggio propositivo non si è letto. A turno a tutti non interessa il bene del paese. E non possiamo dargli torto perché questo dimostra che alla fine Caino e Abele non erano figli unici…   
Per i lettori che volessero analizzare la sentenza non hanno che farcene richiesta.     

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