Ho conosciuto Umberto Eco mentre ero a Cipro dietro l’Arc. Makarios che
tramite il metropolita di Paffos stava trasformando i monasteri di Cipro in
Spa. L’ho conosciuto nel senso che i giornali erano pieni della polemica che un
cipriota aveva innescato accusando Eco di plagio per il suo Il nome della Rosa.
Non so come fini la cosa ma iniziata che tutti ridevano del cipriota credo che
alla fine dovettero giungere ad un compromesso. Poi lo incontrai alla presentazione
del Le Vie del Cavaliere del dott.Prof. Antonio Pasqualino che avvenne alla
libreria Cavour di Milano. Ricordo che mi chiamò il direttore del Corriere
della Sera per dirmi : come si presenta un libro sui pupi e tu non ci sei ?
Arreda almeno la libreria ! E cosi avvenne che portai libri, pupi e cartelloni
in libreria. Eco esordi sgridando i fotografi e mettendo in riga pubblico e
presenti. Ci sbalordì quando con un giro di parole disse che non aveva ancora letto
il libro… che stava presentando quando nello stesso libro passava addirittura
per “consigli ricevuti”. Era presente anche la moglie del Segre , la signora
Corti , già allora stella a se. Erano gli anni migliori di Eco e poteva
permettersi di tutto dall’alto della sua “sapienza” che in questo caso era
reale e lui se la godeva tutta. Era nella fase del “sentenziatore” e ancora
nessuno osava non solo commentarlo figuriamoci criticarlo. Era l’ospite
principale delle cene al Campidoglio l’uomo di prestigio dopo Agnelli da
mostrare agli ospiti.
Qui finisce la mia testimonianza casalinga senza valore alcuno se non
quello di far parte dei miei ricordi.
Negli stessi giorni esponeva a Milano la Signora Rosalia Pasqualino ,
mamma del professore, affermata pittrice in Sicilia. Al ritiro dei quadri ci
volle la fermezza del prof. Pasqualino per far saltare fuori un quadro
misteriosamente sparito e subito ritrovato dallo stesso professore. Erano anche
gli anni che frequentavo assiduamente gli altri Pasqualino, possessori del
titolo di Marchesi di Marineo. Il cui figlio aveva sposato una Manzoni
Chiosca le cui figlie frequentavano con la mamma e gli zii il mio teatro. La
Signora teneva in piedi “Il Cammino di San Giacomo” di Compostella che allora
aveva sede vicino al nostro Teatro sul Naviglio. Ora da quando una delle figlie
fu aggredita mortalmente in Turkia ci siamo rivisti pochissimo.
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