domenica 21 febbraio 2016

L'ECO DEL NOME DELLA ROSA....



Ho conosciuto Umberto Eco mentre ero a Cipro dietro l’Arc. Makarios che tramite il metropolita di Paffos stava trasformando i monasteri di Cipro in Spa. L’ho conosciuto nel senso che i giornali erano pieni della polemica che un cipriota aveva innescato accusando Eco di plagio per il suo Il nome della Rosa. Non so come fini la cosa ma iniziata che tutti ridevano del cipriota credo che alla fine dovettero giungere ad un compromesso. Poi lo incontrai alla presentazione del Le Vie del Cavaliere del dott.Prof. Antonio Pasqualino che avvenne alla libreria Cavour di Milano. Ricordo che mi chiamò il direttore del Corriere della Sera per dirmi : come si presenta un libro sui pupi e tu non ci sei ? Arreda almeno la libreria ! E cosi avvenne che portai libri, pupi e cartelloni in libreria. Eco esordi sgridando i fotografi e mettendo in riga pubblico e presenti. Ci sbalordì quando con un giro di parole disse che non aveva ancora letto il libro… che stava presentando quando nello stesso libro passava addirittura per “consigli ricevuti”. Era presente anche la moglie del Segre , la signora Corti , già allora stella a se. Erano gli anni migliori di Eco e poteva permettersi di tutto dall’alto della sua “sapienza” che in questo caso era reale e lui se la godeva tutta. Era nella fase del “sentenziatore” e ancora nessuno osava non solo commentarlo figuriamoci criticarlo. Era l’ospite principale delle cene al Campidoglio l’uomo di prestigio dopo Agnelli da mostrare agli ospiti.
Qui finisce la mia testimonianza casalinga senza valore alcuno se non quello di far parte dei miei ricordi.
Negli stessi giorni esponeva a Milano la Signora Rosalia Pasqualino , mamma del professore, affermata pittrice in Sicilia. Al ritiro dei quadri ci volle la fermezza del prof. Pasqualino per far saltare fuori un quadro misteriosamente sparito e subito ritrovato dallo stesso professore. Erano anche gli anni che frequentavo assiduamente gli altri Pasqualino, possessori del titolo di Marchesi di Marineo. Il cui figlio aveva sposato  una Manzoni Chiosca le cui figlie frequentavano con la mamma e gli zii il mio teatro. La Signora teneva in piedi “Il Cammino di San Giacomo” di Compostella che allora aveva sede vicino al nostro Teatro sul Naviglio. Ora da quando una delle figlie fu aggredita mortalmente in Turkia ci siamo rivisti pochissimo.   

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