giovedì 30 giugno 2016

VIAGGIO NELLA MEMORIA ?


Si è svolta in un atmosfera di sinistra la presentazione del noto lavoro del Vitale sulla nostra memoria collettiva. Il Vitale, come abbiamo già detto, conosce bene la materia soprattutto sa documentarla. Insomma Lui e il Nuccio Benanti se la giocano a ping pong: il primo sa documentarla alla perfezione il secondo sa interpretarla con arte. Ma il protagonista non è stato il libro ma bensi la liturgia nostrana attorno ai libri. L’assente principale che da decenni oltre che politico è stato l’editore di quasi tutti i lavori che sono usciti negli ultimi quarantanni. Direttamente o indirettamente se vuoi stampare un libro devi andare da lui. Lui ti ottiene finanziamenti  , ti indica autori, scrive tutte le prefazioni, primeggia nelle presentazioni. Pochi gli contendono questo ruolo o si prestano perché nessuno osa inserirsi in quello che il nostro domina da dominus. Non so quanti libri del Vitale abbia spinto lo Spataro verso la stampa. Ma questa volta ne è stato tenuto fuori. Il percorso è il solito: si intercede sull’uomo al potere, si questua, si ossequia sino a quando si ottiene il risultato. In questo caso l’uomo del tempo al potere non era lo Spataro e quindi le iniziative avviate al tempo miracolosamente “risuscitano” ora e quindi ora se ne raccolgono i frutti.
Ma il miracolo non è questo ! Il miracolo è che chi ha “procurato” questo evento , il nostro Onorevole romano ha dato prova di cambiamento radicale. Non è più l’uomo che ti definisce ubriacone, l’uomo che sbagliandosi accomuna i figli ad altri ubriaconi da pub, non cataloga più come “vastasi” chi chiede che le opere d’arte giacenti a Palermo tornino a casa a Marineo, non definiscono più “bocca di rosa” le giovani consigliere comunali avversarie, non definisce i suoi compaesani mafiosi e via di seguito. Oggi è pacato (avrà pontificato dieci parole alla presentazione del libro) riflessivo accettabile. Ora lo aspettiamo che quando si pronunzia si sostenga con documenti alla mano, che non invesca più contro la sua gente, che moderi i suoi intimi, e che infine ci faccia capire i vantaggi che sta avendo la nostra comunità da “cotanto nomine”. Lo diciamo in tutta sincerità perché anche noi visto il suo cambiamento abbiamo cambiato il nostro atteggiamento e seppur querelati (è una questione di stile: quando mi defini ubriacone, vastaso ecc.ecc. non mi sembrò opportuno querelarlo perché quelle espressioni ti autodefiniscono)  .
Abbiamo notato i soliti volti di sinistra della “cellula dei trinariciuti” e onestamente dobbiamo ammettere che comunque sia andata almeno la sinistra ha “battuto un colpo”. E se ne sentiva il bisogno. Rimane insoluto il problema Vitale-Spataro, ma rinunzio ad occuparmene…
Intanto mi consolo con la presenza delle “quattro marie” che le aspettavo come ospiti , visto il tema culturale e non come sirenette…

Sembrava una di quelle serate che organizzava il Benanti a suo tempo. Gesti unici e rari che ti facevano credere che esisteva una sinistra culturale dopo quella sguaiata.  

ISTAMBUL... ISTAMBUL !

Una volta bastava fare un voto a San Ciro che non solo era un potente antidoto a tutte le malattie ma ti proteggeva nei viaggi sia in andata che nel ritorno, ti evitava le spese di divorzio legandoti definitivamente alla tua compagna, ti faceva superare gli esami di maturità fornendoti il tema in anteprima e ti faceva superare qualsiasi concorso inserendoti fra i primi mille partendo da diecimila senza l’intervento dell’altro Ciro  noto specialista in concorsi. Oggi siamo abbandonati a noi stessi. E cosi anche se non si vede la mano San Ciro la mette sempre…. E il caso vuole che il mio amico , oggi collega di San Ciro specialista anargiro anche lui, prima di partire per la Colchide o Chersonneso che dicasi, insomma per la terra di San Clemente, mi elogia le qualità della Turkisch air line che in pochissimi anni è diventata una compagnia migliore di Alitalia (al che non ci voleva troppo)! E sin qui ci sta tutto anche il fatto che fare una sosta a Istambul equivale al premio che spetta ai martiri musulmani del terrorismo !  Ne conosco la storia e le vestigia. Ho pregato nella chiesa di Santa Sofia (oggi museo) in quella di Sant’Antonio , nella Moschea Blu (Sultanamet) dove accedevo dopo i riti obbligatori dall’ingresso principale e non come turista e alla Sinagoga. Ho fatto da guida ad un sacco di amici e prendevo il cai o il caffè turco sotto il ponte del Corno d’oro. Pranzavo ad Haidar Pascia mentre osservavo le navi di Venezia che dopo 1200 anni ormeggiavano ancora là ! Litigavo al Bazar giocando a dama o in quel loro gioco di cui non ricordo più il nome ! Tutti i giorni andavo in un bagno turco vecchio almeno di 500 anni e mangiavo la sera a Kunkapi o a Marmara bevendo Sharap o Hairan a seconda se eravamo in quaresima o no. Non mi perdevo il sacrificio di Abramo ed ero accettato fra loro perché pur non essendo né musulmano né ebreo ero dipendente dello stesso Dio !
E cosi ho immaginato l’altro ieri il mio amico di ritorno dalla terra senza pace, in coda per passare il controllo di sicurezza a cui tutti siamo tenuti tranne i terroristi ! E allora ? E allora ecco la mano di San Ciro che ti fa prendere l’aereo del giorno prima facendoti fare l’identico percorso che il giorno dopo è diventato il giorno nero dello’aereoporto di Istambul !

Noi oggi non notiamo più queste coincidenze accreditandole al caso ! 

lunedì 27 giugno 2016

DEMOCRAZIA, LICENZA, DITTATURA...

Evidentemente non sono buono a capire. Sono troppo frastornato dagli sproloqui dei nostri intellettuali a matula a cui non va bene nulla, non segnalano mai l’antidoto, trovano migliaia di peli , insomma sulla qualsiasi hanno sempre tutto da ridire. Non solo non c’è governo che vada bene, come non c’è ministro, legge o che so io che vada bene. Questi sono gli eccessi della democrazia che poi ti portano alla “licenza” e quindi eccoti partorire le dittature. Ora non siamo usciti dal caso “comunali” che subito entriamo nel caso Inghilterra, per non dire della Spagna. E’ colpa di , ora ci sarà da ridere e baggianate simili. Ancora i cervelloni che la chiamano democrazia non sono riusciti a spiegare il perché debba avere ragione il 51 per cento contro il 49 ! Si ma cosa ne facciamo di quel 49 per cento ? Rispolveriamo le leggi naziste sulla razza ? Perché questo perdente 49 deve subire l’oltraggio del 51 per cento ? Come sia possibile imporsi con il solo 51 per cento non contando dell’esistenza del 49 per cento. Prima o poi bisognerà inventarsi qualcosa.
Siamo alla finestra per capire cosa succederà ora con la Gran Bretagna. L’Europa si è fermata in attesa che gli inglesi decidessero. Una carognata ! In parallelo bisognava fare un referendum in Europa se gli europei volessero ancora gli inglesi ! E se noi non li volevamo più ?  E cosa dire che la lingua ufficiale dell’Europa sia l’inglese ?
Io non sono più preoccupato. Ora l’Inghilterra è un paese “terzo”  come l’America il Giappone gli Usa e lo Sri Lanka ! Con la differenza che quest’ultimi non hanno mai dichiarato di non volere più stare assieme agli europei… mentre loro , gli inglesi, ci hanno sputato in faccia !
Sono curioso di sapere se gli inglesi giocheranno ancora agli europei di Francia oppure… e se vincessero il Campionato d’Europa ?

Si è mancato un referendum europeo se accettare ancora gli inglesi in Europa prima che lo decidessero loro…

domenica 26 giugno 2016

ARRIVEDERCI, RAGAZZI !

Per la foto ringrazio Antonino Scarpulla

IL RICORDO DI BENEDETTO DAIDONE

Quando Valeria Calderone e, subito dopo , Onofrio Sanicola mi hanno comunicato la notizia della dipartita del Prof. Mimmo Tuzzolino, il primo sentimento che ho provato è stato quello di un profondo dispiacere, cui si è subito aggiunto un certo disagio interiore perché ho compreso di essere rimasto privo del secondo punto di riferimento,  in ordine di tempo, che per me rappresentava la figura dello scomparso.                                    La morte di una persona cara suscita sempre in noi una riflessione sul ruolo che esso ha svolto nella nostra formazione culturale e umana, e mi è subito tornata alla memoria la funzione assolta in questo senso della prima figura, cui ho precedentemente accennato,quella del compianto Mons.Francesco La Spina: due uomini, l’uno complementare dell’altro,esperti in perfetta sinergia,che hanno profondamente inciso nel mio animo, lasciando un segno incancellabile nella mia coscienza di uomo. Mons. La Spina, dotato di un profondo senso morale non disgiunto, da un’ampia e  profonda cultura,mi ha offerto validi strumenti culturali non solo di ordine filosofico (ricordo, a tal proposito, le letture di San Tommaso nell’ambiente raccolto d’archivio parrocchiale),ma anche letterario, avviandomi anche alla lettura. Le “La Civiltà Cattolica” che tanto peso ha avuto nella mia formazione umana e culturale. Questi stimoli culturali sarebbero sicuramente rimasti nell’archivio della mia memoria se non avessi avuto la fortuna di incontrare contemporaneamente il secondo punto di riferimento: Mimmo Truzzolino. Egli, con il suo sorriso, con la sua dirittura  morale , con la consapevolezza che la vita ha un senso se si concepiscono come una missione da compiere, ha reso esperti negli insegnamenti di cui era stato generoso Mons. La Spina.                                                                         Ho imparato a conoscere il Prof. Tuzzolino negli ambienti dell’Azione Cattolica, di cui feci parte con l’altrettanto compianto Prof. Aldo Calderone, che ebbe pure lui la fortuna di fruire dell’insegnamento di queste due “guide”. Io divenni delegato aspirante ed ebbi quindi la possibilità di intraprendere una stretta collaborazione col Presidente , Mimmo Tuzzolino,e di far tesoro dei suoi suggerimenti. Il Presidente Mimmo era da tutti noi stimato e amato perché riconoscevamo in lui un particolare carisma, quello di saperci educare alla serietà della vita, senza con ciò privarci della gaiezza e della gioia. Mimmo Tuzzolino, nel suo rapporto con i giovani,  sapeva imprimere in noi l’amore per la libertà alla luce dei valori che ci rendono veramente uomini: l’onestà, la lealtà, il rispetto per gli altri e per le loro opinioni. Tali valori divennero in lui un esempio vivente in tutte le sue molteplici attività, da quella politica, a quella formativa, a quella scolastica.                                                                                                                            Io non ho avuto la fortuna di svolgere la  mia attività di insegnante quando lui era ancora in servizio a  Marineo,ma non per questo i suoi consigli, sul piano didattico,non mi sono stati enormemente utili.  Profondo conoscitore della pedagogia di Lombardo Radice, egli li arricchì con la sua esperienza e con le sue acute intuizioni psicologiche acquisendo originalità nella sua lunga ed  efficace , esperienza educativa.              Per Lui, l’insegnamento era “ arte” e come tale lo esercitò amando i bambini, dai quali era riamato,facendo si che il suo messaggio educativo,tramite gli scolari, raggiungesse anche le famiglie.                                    Amante della cultura , sentì  imperiosa l’esigenza di diffonderla soprattutto tra i giovani, artigiani,contadini,operai ……, che con  interesse ed entusiasmo frequentavano numerosi il Centro di lettura da lui per molti anni diretto; giovani con i quali egli intrattenne cordiali rapporti amichevoli  e da questi venne sempre ricambiato con riconoscenza, stima e rispetto.                                                                                     La scomparsa del Prof. Tuzzolino lascia sicuramente sgomento nella comunità marinese,ma la sua opera, il suo insegnamento, il suo esempio continueranno a vivere in ciascuno di noi, ce lo sentiremo vicino e ancora presente nella nostra memoria, fulgido esempio di educatore e di uomo: Marineo gli è sommamente riconoscente.
                                                                           Benedetto Daidone


sabato 25 giugno 2016

L'INTERVENTO DI CIRO SPATARO


Il nostro assessore alla Cultura, prof. Ciro Spataro, ha subito fatto sua la  richiesta del Guglielmo di dichiarare la giornata di oggi “giornata di lutto per Marineo”  , subito condivisa dal Sindaco Piero Barbaccia. Siamo oltremodo lieti che questa Amministrazione ha dimostrato sensibilità , merce ormai terribilmente rara dalle nostre parti. Anche quanto scrive l’Assessore aggiunge qualcosa al personaggio e ne arricchisce l’immagine. Ricordo che quando scomparve il prof. Rocco gli chiesi chi fosse o meglio che me lo descrivesse. Scrissi allora queste impressioni e proposi un incontro sulla figura del Rocco che dalla descrizione fattami dal Tuzzolino apparve ai miei occhi un'altra eccellenza più vicina al mito che a me ! Ora rispettiamo la riservatezza del momento ma credo che bisogna organizzare una giornata di studi su questa figura che ha dato lustro alla nostra comunità.
 
Mimmo Tuzzolino se ne è andato improvvisamente, in punta di piedi, lasciando tanta amarezza in tutti noi, ma sicuramente rimane e rimarrà sempre un patrimonio umano di tutti noi marinesi. Un uomo, un mito a cui tutti dobbiamo qualcosa perché ha forgiato intere generazioni di giovani, con la sua affabilità, con il suo donarsi anima e corpo ai ragazzi in modo veramente instancabile.
Ricordo con quanta passione animava non solo la nostra vita scolastica ( i canti, i saggi ginnici di fine anno, la gita collettiva a Caltafimi per il centenario dell’impresa garibaldina), ma anche le attività pomeridiane e serali del centro di lettura che diventava palestra di vita per ognuno dei frequentanti. E in quegli incontri  veniva fuori in modo palpitante il tratto umano di Mimmo Tuzzolino. Infatti il suo credo di vita era imperniato nel rapporto interpersonale, nella relazione umana e soprattutto nel rispetto profondo per le idee altrui.
È difficile scrivere con distacco di una persona che si è frequentata a lungo, ma il suo sorriso magnetico ti metteva subito in sintonia con lui e non ti accorgevi del tempo che passava.
Gli ultimi colloqui che abbiamo avuto nella sua casa di Palermo erano legati alla storia e  alle tradizioni di Marineo, soprattutto si era appassionato come non mai all’approfondimento delle “Memorie storico geografiche di Marineo" di Padre Giuseppe Calderone , per una rielaborazione di quelle pagine in modo da potere essere fruite dai ragazzi.
Parlammo pure del suo coetaneo Padre Carmelo Pulizzotto, il gesuita che era morto a Catania nell’aprile del 2014 e con il quale aveva condiviso in gioventù l’idea di un impegno politico come obiettivo principale della vita cui andava sacrificato tutto, la famiglia, se stessi, in nome degli ideali di Luigi Sturzo e di Giorgio La Pira. Ma lo scontro con la realtà fu molto aspro per entrambi, il primo scelse la vocazione sacerdotale e abbandonò tutto; poco dopo Mimmo Tuzzolino che era stato incaricato come segretario politico della locale sezione D.C. al posto del Pulizzotto,  decise anche lui di abbandonare. Allora Mimmo aveva solo 24 anni e come lui stesso affermò nel libro “ ebbi chiaro che non ero stato chiamato a scendere in pista per una lotta che non condividevo e che avrei affrontato soltanto con la metodologia dell’Utopia Cristiana.”
Questo era Mimmo Tuzzolino un protagonista della Marineo del novecento che ha lasciato tangibilmente nella nostra Comunità un segno della sua profonda umanità.
Ciro Spataro


LA TESTIMONIANZA DI GIOVANNI PERRONE




MIMMO TUZZOLINO, UN EDUCATORE

Alla veneranda età di 87 anni il professore Mimmo Tuzzolino ha lasciato la vita terrena. Se ne è andato in punta di piedi, così com’era suo stile, lasciando dietro di sé una profonda traccia di bene.
Non è facile riassumere in poche righe la sua intensa vita. Il termine educatore ben evidenzia lo stile della sua vita e il generoso impegno che ha guidato il suoi passi. Un educatore che sia nella vita scolastica sia nella vita sociale testimonia le virtù civiche ed evangeliche.
 Saggezza e sapienza, elevata cultura e sensibilità sociale, cittadinanza attiva, solidarietà, servizio verso gli ultimi, sincera amicizia, autorevolezza e pensosità, capacità animative e organizzative, un sottile umorismo, competenza e responsabilità,  capacità collaborativa, una profonda fede hanno arricchito ed orientato la sua vita.
I marinesi meno giovani lo ricordiamo tutti con riconoscenza, rispetto, amicizia.
Cresciuto tra i disagi dell’ultimo periodo della guerra, sin dalla prima giovinezza passò dall’impegno politico, a favore della nascente repubblica, all’impegno ecclesiale e scolastico.
Lo ricordiamo con la sua fisarmonica animare gli alunni della scuola e i gruppi giovanili; lo ricordiamo appassionato organizzatore dei saggi scolastici, dirigente dell’azione cattolica giovanile, sostenitore del nascente gruppo scout e delle varie iniziative civiche e parrocchiali, direttore del coro parrocchiale, insegnante integerrimo e di elevata competenza didattica, punto di riferimento e orientamento per giovani e adulti e per gli stessi colleghi, generoso benefattore nei confronti dei più emarginati e disagiati.
Ciò non solo a Marineo. Quando, dopo il matrimonio, si trasferì a Palermo, divenne valido insegnante nel travagliato quartiere di Ballarò. A lui erano affidate le classi più numerose e gli alunni più bisognosi. Anche in quell’ambiente esercitò le virtù della solidarietà e della competenza.
Testimoniò, sino a quando la salute glielo permise, la sua profonda fede partecipando attivamente ai gruppi di preghiera e di spiritualità. Tutto sempre con discrezione, con proficuo impegno, con il sorriso sulle labbra.
Qualche anno fa raccolse i suoi ricordi in un libro ricco di verve e di aneddoti. Sono ricordi suoi, ma che mettono in luce la vita marinese tra la prima e seconda metà del secolo scorso.
E’ un’opera che ben fa risaltare la sua profonda umanità, la sua vivacità, la sua saggezza, nonché molteplici aspetti della comunità marinese e non solo.
Sarebbe opportuno ripubblicare l’opera, così sarebbe opportuno intitolare una via alla sua memoria, perché la vita e l’opera delle persone che hanno molto donato a Marineo non cada nell’oblio e sia di esempio ai posteri.

Giovanni Perrone


venerdì 24 giugno 2016

MAESTRO DI VITA


Mimmo Tuzzolino ci ha lasciati. Marineo perde uno degli eroi del suo passato. Sì, perchè si può essere eroi anche senza gloria e notorietà, senza medaglie o vinte battaglie. Ha incarnato con umiltà un'esistenza vissuta quasi nel nascondimento, con quel tono di voce pacato, misurato; con quell'ironia garbata che, pur non trascendendo mai nella presunzione, sapeva pungere come stilo e ferire nell'orgoglio i potenti i saccenti, o presunti tali.
E' stato un maestro, nel lavoro, nella vita, fino alla fine. Ha cresciuto generazioni di marinesi, prima, e palermitani, poi. Ragazzi difficili, che dopo la scuola andavano in campagna ad aiutare i genitori o dietro le pecore su ripide montagne. Ragazzi di borgo, sbucati da vicoli e case fatiscenti, con padri in galera e madri svampite, che in lui hanno trovato non un distributore di nozioni, bensì lo sguardo e l'ascolto amorevole che formano uomini.  Era la scuola di un tempo in cui allenavi l'anima prima del cervello, capivi la vita e vedevi il futuro, con più ottimismo e speranza, pur con scarpe bucate e pantaloni con toppe.
Così li cresceva quelle fragili piantine, dispensando consigli e bonari scappellotti, e forgiando spiriti ribelli che "arrampicavano mura lisci".
Amò Marineo che lo ha sempre ricambiato ricordandolo con affetto. Quando, poco tempo fa, i familiari, a sua insaputa, pubblicarono il suo libro di ricordi di giovinezza, ebbi l'onore di presentarlo in un salone gremito di parenti ed ex alunni. Lui a tutti sorrideva stringeva mani, non si capacitava che tutta quella gente fosse lì per lui, quasi si scusava per averli strappati alle loro vite, inconsapevole che quelle esistenze egli stesso aveva contribuito a formarle.
Così oggi quella "pentola in ebollizione" che è Marineo si riunisce per dargli l'ultimo saluto. Addio professore.

Nino Di Sclafani

MIMMO TUZZOLINO

CAPITANO MIOCAPITANO …
Non era uomo da alzare la voce ! E cosi con la stessa riservatezza e signorilità che è vissuto se ne andato.
Domenico Tuzzolino, per tutti Mimmo questa notte ci ha lasciati. Ci sentiamo molto debitori per quello che ci ha dato e rappresentato per la nostra generazione e ci sentiamo molto vicini ai familiari e parenti. In tempirecenti ha molto collaborato con il Guglielmo che ha ospitato diversi suoi scritti.
Ora aspettiamo che il Sindaco e la Amministrazione decreti il lutto cittadino per questa che è stata una eccellenza ai massimi livelli della nostra comunità.
Capitano mio Capitano…

martedì 21 giugno 2016

LOTTIZZATO IL BOSCHETTO ! INIZIATI I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DELLA VILLA BIFAMILIARE GRECO-SPATARO !



Correggetemi se ho capito male. Scade il mandato al Bleu Forest al Boschetto e il comune emette un bando pubblico per ricollocare l’area. La memoria ancora ci conforta e pensiamo al macello dove il nostro passa dalla vendita alla truffa. Fa esposti minaccia, blocca, insomma procura alla fine un danno economico di almeno 5o.000 euro al Comune e non sappiamo quanti alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. La stessa cosa sta succedendo al boschetto. Grazie ai soliti signori si è scoperto che il progetto è chiaro: là sarà costruita la villa bifamiliare del Greco e dello Spataro ! Come ci riusciranno non è dato sapere ma lasciateli fare …loro sono di mestiere ! Esposti al massimo livello , si invitano i militanti a vegliare !
Sullo sfondo l’ex animatore (uno dei padri fondatori) dei Riprenditi , il candidato moderato figlio d’arte, grida , sputa inveisce con un linguaggio da ex pc , da alunno di colei che arringava il popolo di sinistra oltre i fili spinati. Eppure si possono dire le stesse cose in modo diverso. Il tema l’imboscarsi ! Cioè evadere il servizio militare costringendo un sacco di giovani locali a bivaccare al monumento anzicchè fare il servizio militare. Non potendo più inveire a favore dei ratti (in questi giorni si sta facendo la derattizzazione….)  ora difende gli obiettori ! Ma perché no ! Ma amico mio anzicchè sputare (vedi gli altri) dicci le stesse cose in un linguaggio non da scaricatore di porto disperato , ma con un linguaggio che non ti svaluti. Dai , provaci !

lunedì 20 giugno 2016

LIA BIONDOLILLO




Le scarpe sostengono i nostri piedi, con esse impariamo a camminare, correre, saltare, danzare, lavorare… esse ci accompagnano dalla nascita alla morte; con le scarpe facciamo i nostri viaggi, messe ai piedi, si deformano assumendo vizi e virtù del piede,… già… le scarpe ci somigliano e ci appartengono, si dice che esse rivelino la personalità di chi le indossa. Gregori Hause afferma, in una sua citazione, che “gli occhi possono mentire, il sorriso sviare, ma le scarpe dicono sempre la verità. Le scarpe sono dunque uno dei ritratti più autentici. Un tempo le scarpe si costruivano a mano e si faceva il calco del piede, questo era il privilegio dei ricchi, i poveri invece, come i santi andavano scalzi, i primi per necessità, i secondi per scelta. Oggi le scarpe sono oggetti attenzionati dalla moda ! Stilisti e designers ne hanno fatto un business, creando modelli per tutti i gusti e le stagioni … ad ogni occasione le calzature giuste … poi quando si fanno vecchie e fuori moda, si buttano e magari, ripescati da qualche bisognoso, rivivono, raccontando altre storie… e c’è chi di scarpe ne ha tante, e c’è anche chi si mette due  piedi in una  scarpa, e c’è chi “te le fa le scarpe !…”, e poi c’è anche chi le scarpe le ha perse in mare, dove non rimane traccia. Le scarpe raccontano storie di significato e significante, storie di nascite, vita e morte…e poi forse …. diventano ali ! Da questo breve intento, ha preso spunto il progetto artistico-evento culturale “le scarpe raccontano, a piedi nudi ballano i santi”, presentato a Villa Sant’Isidoro ad Aspra il 21 maggio 2016. Si è trattato di più collettive d’arte, fotografia, pittura, scultura, danza, musica. Cortometraggi e installazioni, circa 30 artisti, hanno sposato il progetto e ognuno con il proprio linguaggio ha dato un contributo all’arte con l’intento  di incontrarci e di incontrarsi, con il pubblico e condividere il viaggio della vita attraverso le scarpe, che è poi metafora dell’essere.
Ringrazio i partecipanti
Fotografi  Agostino Lo Coco, Athlon Lo Coco,Antonio Cirrincione, Danila D’Amico, Nino Chiello, Elisa Martorano, Annalisa Ardizzone, Luigi Parisi, Salvatore Pulizzotto, Giuseppe Fricano.
Pittori e Scultori
Giuseppe Morici, Roberto Prestigiacomo, Mimmo Schimmenti, Giovanna La Licata, Giacomno Sciortinmo, Lia Biondolillo, Enzo Puleo, Riccardo Mazzarino, Caterina Guttuso, Omero Crivello, Igor Scalisi Palminteri, Pina Balistreri, Mimmo Papa, Nino Raia, Giusi Tinnirello.
Installazioni
Fabkio Persico  . omaggio allo spofrt
Claudia Pulizzotto , scarpa-teca

 Lia Biondolillo

Presentazione alla inaugurazione della mostra Le scarpe raccontano Venerdi 17 giugno 2016 Cartello Beccadelli di Marineo

domenica 19 giugno 2016

A PIEDI NUDI NEL CASTELLO !



“Ma quando incominci a scrivere bene ?” mi aggredisce il prof. “E tu quando la finisci di discriminarci ?” rispondo. Poi mi ricorda gli irripetibili giorni dell’Omnia … l’autore di un articolo epocale sulle ragazze di Marineo negli anni cinquanta ! Mi ero ripromesso di ripetere , virgolettando, la critica presente nel pieghevole che accompagna questa seconda tappa de “Le scarpe raccontano”, inventata dal trio Biondolillo,Pulizzotto, Castronovo. Rosario Daidone , critico di mestiere, passa dalla ceramica ai contenuti con una facilità che dimostra che “il mestiere” non è acqua. Non riproporrò il suo testo perché i marinesi se non l’anno letto venerdi sera non meritano la fatica che debbo fare nel ricopiarlo. Eppure il parterre era prestigioso. I signori Laversa,Lella Carderone e consorte, Il prof. Giovanni Perrone e nipotinlo, La poetessa La Sala e consorte, Maria Rita Quartararo, il maestro Totuccio Pulizzotto, G. La Licata e consorte, il Presidente della Proloco e consorte, Il Presidente della Fondazione con lo staff al completo. Oltre ai tanti che sconmosco i cognomi…
Ma l’elenco più lungo è quello degli assenti… Mancavano tutti i docenti di qualsiasi livello e grado (mai visto uno ad una manifestazione culturale), mi ha stupito la presenza della Battaglia all’inizio vagava  sola ma poi è stata raggiunta dalle colleghe e cosi le quattro inseparabili marie  si sono ricomposte. Mai viste prima ad un incontro culturale eppure anche lloro producono cose eccellenti ma anche loro subiscono la sindrome del “vado solo a ciò che creo io !” di stampo marinese ! Chi non c’era si è persa l’occasione di ammirare le mise delle signore , questa volta tutte bellissime, e nel contempo siamo stati privati dai soliti saccenti sapienti. Il nostro assessore è andato benissimo recitando Buttitta a memoria e si è perso solo quando ci ha presentato una Signora Guttuso e il nostro non è riuscito a farci sapere se si trattava della figlia cugina nipote del maestro. Perché tutti i gradi di parentela che lui citava Lei li smentiva. 
La Guttuso in quanto femmina non ha perso occasione di rimproverarci ricordandoci che siamo omofobi , sessisti, stupratori e barbablu , nessuno escluso. Per una cinquantina di coglioni che si comportano in questo modo gli altri 50 milioni veniamo  insultati gratuitamente. C’è aria di giustizialismo e di castrazione collettiva…. Organizziamoci ! Cosi come quel gruppo over-age che ci ricorda che noi siciliani siamo solo mafiosi  bravi solo a “farici li scarpi”…
Il Pulizzotto gongolava e ci mancava poco che si mettesse a recitare una sua poesia scritta per caso … Abbiamo sempre elogiato queste iniziative che salvano la faccia ai marinesi a matula ma ora bisogna crescere. Vi diamo atto di gusto e bravura ma per favore impostate la sala in modo adatto. Avete messo al centro i due relatori lasciandoli li per tutta la serata come mummie in essicazione mortificando gli artisti ai laterali dove tre quarti di ospiti non riuscivano a vederli. Ora ci vuole un coordinatore e un addetto alla comunicazione …. A meno che anche voi facciate parte dell’ Olimpo marinese dei saccenti a matula. Bravissimo il gruppo dei “figli di Pino Daniele” già apprezzati la volta precedente. Peccato che si siano persi in  citazioni autobiografiche esagerate … Eccezionale il magister Edmondo Negri che ha preferito parlare con le sue prestigiose dieci dita… Vi lascio a qualche foto…

 
Il diavolo, il terzo da destra, l'acqua santa il terzo da sinistra