domenica 5 giugno 2016

OKRES LIBEREC...NON E SOTTO LA GIURISDIZIONE DI SAN CIRO...

L urna e il teschio della Santa di origine siciliana
Sono orgogliosamente partito non alla ricerca di usi e costumi esotici o orientali,gia’ sono difficili i nostri , ma sulle trace di un boemo motivatore della festa del Corpus Domini, che ha trovato a Marineo la massima esaltazione. Il successo di una festa da noi e’ misurato sul egocentrismo dei superiori.  L’ intervento di chi firma gli avvisi sacri e’ cosi marginale  che presto recuperemo dalla mitologia greca i riti dionisiaci. E ancora non siamo arrivati, al recupero generale della donna , che gia’ abbiamo le prime superiora donne anche senza potere di firma, al recupero delle suore . Strano che questo Papa non vi abbia ancora messo mano…
Intanto da dove incominciare ? Non dimentichiamo che qui per una cinquantina d’anni i tipi alla Spataro o alla Pesco finivano in galera non per l’esagerato ego ma bensi per l’esagerato uso della fede. Chi e’ con me sta preparando il materiale per mettere a stampa la vita di una Santa del posto, totalmente sconosciuta da noi. Una specie di San Ciro anche se il paragone non regge. Questa Santa dal nome intraducibile , Zdislava, figlia del signore di questo luogo occupa una decina di localita’ fra fonti sacre, monasteri , castelli del padre e cosi via. La sua tomba si trova sotto la chiesa a lei dedicata in una enorme cripta dove gli fanno compagnia i corpi dei domenicani defunti. Vi si accede da una rampa che porta a varie cripte fra le quali spicca quella in marmo bianco della santa. Li vicino vi riposa anche il corpo di un bambino sembra cola dimenticato in passato e ivi ritrovato morto  giorni dopo . Forse leggenda per frenare i visitatori che volessero avventurarsi fra celle e cunicoli. Ci raccogliamo in preghiera e il freddo del luogo ci fa risalire quasi subito non prima di aver dato una sbirciata in giro. Ora il mio interesse , come accompagnatore sarebbe finito li se non fosse che questa Santa avesse origini siciliane , da parte di madre, che faceva parte del giro di Santa Agnese di Praga a sua volta promessa sposa di Federico secondo , forse parte da qui il collegamento. Forse e’ appena il caso di ricordare che il libro su Santa Agnese fu presentato a Marineo grazie al Realmonte e al Vitale alla comunita’ di Santa Anna   con una ospitalita’ cosi accogliente di solito rara a Marineo e con un santino che il solito Ciro Spataro, graziosamente, fece stampare per l’occasione.
Bambini e domenicani
La nostra gita fuori porta stava per concludersi e le mie due comnpagne avevano previsto di andare a pranzare nello stesso ristorante dove andavano da bambine con tutta la famiglia. Si ripeteva un rito molto simile al nostro Tagliavia. Era il momento dove ti butti nelle tradizioni culinarie locali avvantaggiato dal fatto che al ristorante e’ tutto pronto e non devi superare l’ostracismo di chi cucina a casa… E cosi ritorno a mangiare dopo qualche tempo Uzeny , Knelik, Vissocina, crauti e i tanto desiderati bramborak … Vi traduco solo l’ultimo … patate sfilacciate, aglio e farina il tutto fritto e servito croccante e bollente . Ovviamente accompoagnato con il tuo litro di birra Gambrinus ghiaccisatissima.Un peccato di gola veniale e piacevole. Ora se il santuario fosse stato dedicato a San Ciro, nostro medico del servizio sanitario locale, la cosa sarebbe finita li. Ma qui si viaggia a piedi o con i mezzi pubblici e quindi decido di tornare indietro mentre le due mie compagne proseguono per la sorgente e il castello. 
Santa Ruzena oggi protrettrice degli intossdicati
Vi risparmiio i dettagli. Gia’ nel treno che mi riportava intravedo e sento dei sintomi che mi hanno permesso di arrivare a casa al limite e dove mi aspettavano quattro ore di inferno. La mia compagna, lei dice per amore io dico per solidarieta’ la sorella dice perche’ solo noi due mangiammo il bramborak  , dal treno chiamarono l’ambulanza che le prelevo’ alla stazione per il pronto soccorso. Mentre lei se la cavava con la lingua io boccheggiavo solo in casa isolato chiedendomi il perche’ proprio San Ciro mi avesse abbandonato proprio nel momento che poteva farsi un nome anche in Boemia. Mi salvo’ il pensiero che il mio elogio funebre lo avrebbe fatto lo Spataro e cosi reagii gettando la stampella oltre la trincea e questo e’ il motivo per cui potete leggere queste parole. Ora siamo a casa in piena riabilitazione e se qualcuno volesse trovare un collegamento alle mie presunte malizie e le pregiere solite che si mandano contro i molestatori scordatevelo perche’ io sono uno che crede ancora che i santi siano incorruttili. Non garantisco per preti superiori e politici.
1/continua


Ps oltre ai miei soliti errori bisogna aggiungere quelli porodotti da una tastiera creata per una lingua che ha piu accenti che consonanti…

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