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L urna e il teschio della Santa di origine siciliana |
Sono orgogliosamente partito non alla ricerca
di usi e costumi esotici o orientali,gia’ sono difficili i nostri , ma sulle
trace di un boemo motivatore della festa del
Corpus Domini, che ha trovato a Marineo la massima esaltazione. Il successo di
una festa da noi e’ misurato sul egocentrismo dei superiori. L’ intervento di chi firma gli avvisi sacri e’
cosi marginale che presto recuperemo
dalla mitologia greca i riti dionisiaci. E ancora non siamo arrivati, al
recupero generale della donna , che gia’ abbiamo le prime superiora donne anche
senza potere di firma, al recupero delle suore . Strano che questo Papa non vi
abbia ancora messo mano…
Intanto da dove incominciare ? Non
dimentichiamo che qui per una cinquantina d’anni i tipi alla Spataro o alla Pesco finivano in galera
non per l’esagerato ego ma bensi per l’esagerato uso della fede. Chi e’ con me
sta preparando il materiale per mettere a stampa la vita di una Santa del
posto, totalmente sconosciuta da noi. Una specie di San Ciro anche se il
paragone non regge. Questa Santa dal nome intraducibile , Zdislava, figlia del signore di questo luogo occupa una decina di
localita’ fra fonti sacre, monasteri , castelli del padre e cosi via. La sua tomba si trova
sotto la chiesa a lei dedicata in una enorme cripta dove gli fanno compagnia i corpi dei domenicani defunti. Vi si accede da una rampa che porta a varie
cripte fra le quali spicca quella in marmo bianco della santa. Li vicino vi
riposa anche il corpo di un bambino sembra cola dimenticato in passato e ivi ritrovato
morto giorni dopo . Forse leggenda per
frenare i visitatori che volessero avventurarsi fra celle e cunicoli. Ci raccogliamo in preghiera
e il freddo del
luogo ci fa risalire quasi subito non prima di aver dato una sbirciata in giro.
Ora il mio interesse , come accompagnatore sarebbe finito li se non fosse che
questa Santa avesse origini siciliane , da parte di madre, che faceva parte del giro di Santa Agnese di Praga a sua volta
promessa sposa di Federico secondo , forse parte da qui il collegamento. Forse
e’ appena il caso di ricordare che il libro su Santa Agnese fu presentato a
Marineo grazie al Realmonte e al Vitale alla comunita’ di Santa Anna con
una ospitalita’ cosi accogliente di solito rara a Marineo e con un santino che
il solito Ciro Spataro, graziosamente, fece stampare per l’occasione.
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Bambini e domenicani |
La nostra gita fuori porta stava per
concludersi e le mie due comnpagne avevano previsto di andare a pranzare nello
stesso ristorante dove andavano da bambine con tutta la famiglia. Si ripeteva
un rito molto simile al nostro Tagliavia. Era il momento dove ti butti nelle
tradizioni culinarie locali avvantaggiato dal fatto che al ristorante e’ tutto
pronto e non devi superare l’ostracismo di chi cucina a casa… E cosi ritorno a
mangiare dopo qualche tempo Uzeny , Knelik, Vissocina, crauti e i tanto
desiderati bramborak … Vi traduco solo l’ultimo … patate sfilacciate, aglio e
farina il tutto fritto e servito croccante e bollente . Ovviamente
accompoagnato con il tuo litro di birra Gambrinus ghiaccisatissima.Un peccato
di gola veniale e piacevole. Ora se il santuario fosse stato dedicato a San
Ciro, nostro medico del
servizio sanitario locale, la cosa sarebbe finita li. Ma qui si viaggia a piedi o
con i mezzi pubblici e quindi decido di tornare indietro mentre le due mie
compagne proseguono per la sorgente e il castello.
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Santa Ruzena oggi protrettrice degli intossdicati |
Vi risparmiio i dettagli. Gia’
nel treno che mi riportava intravedo e sento dei sintomi che mi hanno permesso
di arrivare a casa al limite e dove mi aspettavano quattro ore di inferno. La
mia compagna, lei dice per amore io dico per solidarieta’ la sorella dice
perche’ solo noi due mangiammo il bramborak
, dal treno chiamarono l’ambulanza che le prelevo’ alla stazione per il
pronto soccorso. Mentre lei se la cavava con la lingua io boccheggiavo solo in
casa isolato chiedendomi il perche’ proprio San Ciro mi avesse abbandonato
proprio nel momento che poteva farsi un nome anche in Boemia. Mi salvo’ il
pensiero che il mio elogio funebre lo avrebbe fatto lo Spataro e cosi reagii
gettando la stampella oltre la trincea e questo e’ il motivo per cui potete
leggere queste parole. Ora siamo a casa in piena riabilitazione e se qualcuno
volesse trovare un collegamento alle mie presunte malizie e le pregiere solite
che si mandano contro i molestatori scordatevelo perche’ io sono uno che crede
ancora che i santi siano incorruttili. Non garantisco per preti superiori e
politici.
1/continua
Ps oltre ai miei soliti errori bisogna
aggiungere quelli porodotti da una tastiera creata per una lingua che ha piu
accenti che consonanti…
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