lunedì 3 aprile 2017

Evgenij Evtushenko: bisogna evitare la “macdonaldizzazione” della cultura




Ho chiamato chi ha conosciuto il poeta sovietico , lo ha portato a Marineo ed ha discusso con lui non solo di poesia, ma della sua “vicenda”. Quello che Vi trascriviamo è il risultato di questo incontro storico. E’ anche un gesto che dimostra il valore del Premio di Poesia dal punto di vista storico.  La formula inventatasi da Ciro Spataro contiene questi valori. Ora non voglio ritornare sulle pecche, ammesso che ve ne siano, ma voglio sottolineare che bisogna tornare alla cultura cosi come dice il poeta. Bisogna evitare veline ballerine e cantanti che non hanno nulla a vedere con la cultura. Bisogna evitare la “macdonaldizzazione” del premio di poesia aggiornando la formula e la giuria. Purtroppo domani alle 16 non sarò al corso di poesia in Fondazione dove presumo che “il poeta” sarà unico ospite.

La scomparsa sabato scorso del poeta russo Evtushenko, mi ha colpito in modo particolare sia per il valore carismatico della sua personalità nella cultura contemporanea, sia per essere stato un protagonista in assoluto della poesia mondiale. Ricordo con interesse come il poeta russo Evgenj Evtushenko nel 1995 per la XXI edizione venne a Marineo dagli Stati Uniti a ritirare il Premio Internazionale e ciò che più mi è rimasto impresso è stato il recital di poesia che fece con una bravissima traduttrice Evelina Pascucci. Certo il pubblico di piazza Castello, di tutti i ceti sociali, dal professore universitario all’operaio, veniva catalizzato dallo sguardo carismatico di Evgenij Evtushenko e la poesia, la sua poesia diventò la protagonista effettiva della serata, i suoi versi “arrivederci bandiera rossa “ erano di una attualità unica : arrivederci bandiera rossa, eri metà sorella, metà nemica. Eri in trincea speranza d’Europa, ma tutta di rosso recingevi il gulag. 
“ Evgneij è stato un istrione, sul palco si è trasformato, tra lui ed il pubblico si è creato subito un grande feeling, ha chiamato sul palco la bella moglie Masha, di trent’anni più giovane di lui, dicendo subito che il mondo ha bisogno di poesia, ed il poeta ha un compito fondamentale, quello di riprendere a parlare, a dialogare con la gente. Ma come disse lo scrittore Francesco Grisi componente della giuria la cosa più importante che è rimasta è stata la sua lectio magistralis, pubblicata da molti organi di stampa quando affermò che “l’arte mondiale è in pericolo. Ecco perché mi piace riportare testualmente il suo intervento: “ Anni fa sono stato in Amazzonia ed una vecchia indiana prima di darmi una banana, l’ha sbucciata e dopo l’ha bagnata nel loro grande fiume pieno di microbi e piranha mortalmente pericolosi. La vecchia indiana ha pensato ingenuamente che così sarebbe stata più civilizzata, più culturale. Così noi ci comportiamo con l’arte bagnandola nel fiume sporco della cultura falsa dei mass-media . ma l’arte non si sporca: e questa serata a Marineo è una prova degna! Una volta, molti anni fa, dissi a Cesare Zavattini che tutti gli scrittori sovietici della nostra generazione erano nati nella culla del neorealismo italiano.
L'originale firmato dal poeta a Marineo il 10.9.95 (archivio personale di M.C.M.)
Perché? Perché al tempo della retorica pomposa del realismo stalinista, quei film neorealisti ci ricordavano che la terra amara, ma autentica, è più importante del cielo artificiale fatto con la seta azzurra del teatro Bolscioj. Dopo la morte di Stalin il piccolo Bruno del film “ Ladri di biciclette” era la persona più importante per noi e, detto tra noi senza farlo sapere ai signori Eltsin e Dini, è rimasto tale. Ma Zavattini mi disse, con il sorriso di un nonno furbo, che il neorealismo italiano era nato nella culla della letteratura russa del secolo scorso, di Tolstoi, di Cechov, di Dostoevskij. C’è un piccolo patriottismo, quello del proprio paese, ma c’è un patriottismo più alto quello dell’umanità. E l’arte è patriottismo di tutti. Ma l’arte mondiale adesso corre il pericolo della “macdonaldizzazione” totale:  fast food, fast libri, fast films, fast amori, fast divorzi. Al di là delle molte guerre locali, adesso esiste già la terza guerra mondiale della volgarità trionfante contro la finezza umana. Per questo sono tanto felice di essere con voi in questo incantevole paese dove mi sento di nuovo sulle barricate dei grandi libri italiani e russi nella lotta contro l’aggressione dell’’ ignoranza che uccide l’anima umana. Ma i libri sopravviveranno, l’arte sopravviverà come l’immortale, piccolo Bruno del film “Ladri di biciclette”.L’esperienza vissuta al Premio di Marineo è rimasta nella sua biografia , e tutt’oggi il suo messaggio sulla cultura macdonaldizzata viene letto nelle università russe ed americane.
 Marineo lì 03.04.2017                            Ciro Spataro

2 commenti:

  1. Quando Ciro Spataro dice che non bisogna "etichettare" le persone non mi trova completamente d'accordo. A suo tempo il poeta giunse in occidente "etichettato" e la sua storia personale lo dimostra. Sono d'accorso che noi dobbiamo giudicare solo la sua poesia, ma vivaddio perchè per quelli di sinistra dobbiamo stendere un pietoso velo sul loro passato ?
    Sono d'accordo quando dice Gagarin "figlio della terra" ma non posso dimenticare l'altro lato della bandiera rossa...

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  2. Chissa se i poeti locali hanno saputo la cosa e chissa se hanno letto le sue poesie. Constato che il poeta è stato a Marineo dove i poeti abbondano e spero che qualcuno ci invii un giudizio o un commento... nemo poeta in patria...Quanatanni di Premio di Poesia e sei di Simposio possibile che non hanno "generato" nulla ?

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