Ospitiamo volentieri la testimoniuanza di Giovanni Perrone.
Il Perrone "sostiene il gemellaggio" anche quando lo stesso è in pausa. Ne tesse le fila con discrezione coltivando rapporti intercomunali e non si lascia travolgere nè da critiche nè da narcisismi gratuiti. E' una di quelle colonne che da trentatre anni sostengono questa esperienza.
GEMELLAGGIO 2017 – 33 anni e continua. Una
risorsa per tutti.
Trentatré anni sono tanti! Son passati rapidamente. Eppure, quando
l’avventura del gemellaggio ebbe inizio, molti ritenevano che fosse un fuoco di
paglia. Dobbiamo essere grati a coloro che, caparbiamente, nonostante tutto, vi
hanno creduto, si sono generosamente impegnati, si son dati da fare perché
questa “strana” iniziativa si radicasse nella scuola, nelle famiglie, nella
comunità marinese, superando problemi, diffidenze, contrasti, divenendo un
fatto integrante del DNA marinese e sigolenese, un’impresa comunitaria che
annualmente coinvolge molte centinaia di persone, un “matrimonio” duraturo, in
controtendenza coi matrimoni “a tempo”, colle convivenze “ a prova” o “usa e getta” che caratterizzano
il nostro tempo, danneggiando le giovani generazioni e minando il futuro della
nostra società. Ricordo, con viva gratitudine, i pionieri dei primi anni (amministratori,
insegnanti, famiglie, ragazzi, semplici cittadini) che hanno creduto nel
gemellaggio, l’hanno curato e sostenuto.
Nel
contempo, dobbiamo esprimere viva gratitudine a coloro che anche oggi lo
sostengono con il loro entusiasmo e il loro impegno. Queste persone fanno onore
a tutta la comunità, testimoniando concretamente la loro voglia e capacità di
essere forze vive e feconde della società marinese.
Di certo, come in ogni buona famiglia, s’incontrano sempre delle
difficoltà, delle incomprensioni, degli scettici ed anche …. qualche malalingua.
Però, quando si crede in qualcosa e si sa guardare alto e lontano si ha la
gioia e il coraggio di andare avanti, ottenendo gratificanti successi. Anche
quest’anno, al di là delle ben note difficoltà economiche che appesantiscono la
vita delle famiglie e delle istituzioni, queste giornate di gemellaggio sono
impreziosite dall’entusiasmo dei ragazzi, delle famiglie e di tutti coloro che
sono impegnati nella gestione delle iniziative. I messaggi del gruppo WhatsApp
delle famiglie ospitanti sono sempre freschi e “abbondanti”; testimoniano “in
tempo reale” trepidazioni, voglia di far bene, emozioni di tutti coloro che
stanno vivendo l’esperienza. Riporto alcuni commenti dei primi giorni: “Grazie. Siamo felici di vivere questa nuova
avventura ….”; “Aspetto i francesi. Non ho testa di fare altro!”; “L’emozione è
forte e l’entusiasmo di più. I miei figli sono impazienti “; “Emozione unica!”;
“Mia figlia mi si avvicina e mi dice: Mamma, senti l’aria del gemellaggio. Il
gemellaggio è come un’emozione, c’è la gioia, c’è la felicità e c’è il
gemellaggio”; “Risveglio bellissimo, bimbe bellissime e dolcissime”; “Sono
carine le mie bimbe francesi, hanno rifatto il letto, vogliono sparecchiare e
ringraziano”; “Ieri sera hanno mangiato
la pasta con la salsa con tanto piacere e poi si sono addormentate in un
momento. Stamattina si sono svegliate
immediatamente e una di loro mi ha fatto un disegno. Cosa voglio di più dalla
vita!”; “Sono bimbi educatissimi,
bellissimi, tenerissimi!”; “Mio marito ha già versato le prime lacrime di
commozione e siamo solo all’inizio!”
E’ bello – in questi tempi di crisi, di paure e diffidenze, di stragi e
di guerre – notare che una comunità assapora la gioia della fraternità, della
condivisione, della comprensione, dell’accettazione reciproca, grazie ad un
ultradecennale gemellaggio. Il gemellaggio continua ad essere una preziosa
risorsa per tutti, non un evento riservato a pochi o ai soliti, non un fatto
episodico ed estemporaneo. Infatti, annualmente coinvolge ragazzi e famiglie e,
perciò, entra a far parte della vita di ciascuno e incoraggia ad andare avanti
con speranza, al fine di costruire – insieme – un futuro migliore. Pur con i naturali limiti di ogni evento
umano, esso è un significativo evento di grande impatto culturale, sociale e
pedagogico. Perciò è responsabilità di ciascuno prendersene cura perché possa
essere sempre più migliorato e vivificato. Un “matrimonio” se non è ben curato
perde quella freschezza che assicura vitalità e durata. Le istituzioni, i
ragazzi e le famiglie che stanno vivendo quest’affascinante esperienza proseguano
i rapporti intrapresi, senza farli svanire nel tempo. Sarà per loro e per tutta
la comunità marinese una ricchezza sempre feconda.
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