mercoledì 29 maggio 2019

CARAVAGGIO 14


CARAVAGGIO 14

Il cimitero di S. Sebastiano diventa il luogo probabile della sepoltura di Caravaggio

Disponevamo di una insieme di elementi, pur se eterogenei, che ci portavano a focalizzare la nostra attenzione sul cimitero di S. Sebastiano. Nel 1956 il comune di Monte Argentario aveva proceduto a disseppellire parte dei resti mortali presenti nel vecchio camposanto e trasferirli in una delle cripte della chiesa Nova dell’attuale cimitero. Durante i mesti lavori di disseppellimento due fanciulli d’allora assistettero all’evento. Uno di quei due fanciulli, l’archeologa Giovanna Anastasia, da adulta aveva dichiarato in una intervista apparsa sul Corriere della Sera di avere visto con i propri occhi un manto, riconosciuto come appartenente ai cavalieri di Malta, contenenti dei resti ossei. La testimonianza era stata avvallata dal signor Pioppi, l’altro fanciullo dall’ora. La dovizia di particolari espressa dalla signora Anastasia davano un alone di verosimiglianza alle dichiarazione. Si trattava di dichiarazioni che avrebbero potuto essere frutto di una adolescenziale costruzione fantastica o di tardive affermazioni rispondenti a chissà quali ragioni, ma rimanevano sempre indizi che non potevano essere liquidati come semplici fantasie. Vi erano poi le altre notizie provenienti da originali documenti frutto della indagine compiuta dal Ferrini. Erano dati che davano maggiore credibilità e peso alla ipotesi della sepoltura nel cimitero di S. Sebastiano del grande pittore seicentesco. 

I risultati della ricerca documentaria svolta dal Ferrini con particolare riguardo alle sepolture avvenuta in S. Sebastiano ricavate dal – libro dei morti della parrocchia di Porto Ercole-
                                                                                                                

Osservazioni:
le registrazioni per gli anni 1610, 1611, 1612 e 1613 per la gran parte sono state effettuate a posteriori, il De Ventura non poté vedere personalmente dove fossero sepolti perché non era presente a Porto Ercole oppure non furono indicate dai suoi sostituti.
Mancano i registri dal 3 novembre 1669 all’11 maggio 1765.

Sul luogo dove era collocata la chiesa di S. Sebastiano e il cimitero che nel tempo gli si venne a creare intorno per un diametro di circa 150/200 metri,  si sviluppò, per quasi tutto il 1800,  gran parte dell’abitato di Le Grotte
Intorno alla  Chiesa di S. Bastiano costruita a metà della discesa che immette a Le Grotte, si venne a creare un grande cimitero in continuazione delle sepoltureli pozzio “tumuli” sul Poggio di S. Rocco (attualmente Poggio delle Forche)  di fronte all’attuale omonima chiesina. Queste ultime sepolture, che consistevano in antichi “pozzi”, di molto probabile origine etrusca, originariamente adibiti alla conservazione di granaglie, furono usati con continuità dal 1640 in poi, e a tutt’oggi, i “pozzi” non sono stati bonificati.

Notizie storiche sulla chiesa di S. Sebastiano

Non ci é dato conoscere quando la Chiesa fu costruita. Si può supporre della sua presenza assai prima della occupazione spagnola e fu poi sempre visitata e osservata nelle numerose visite pastorali dei Vescovi di Sovana.  
 

Le tribolate vicende del parroco di Porto Ercole
Il 26 gennaio del 1610 il Pievano De Ventura è nelle carceri della Rocca Spagnola, dove resta anche per  i mesi successivi (febbraio, marzo), perché egli stesso più sotto afferma di prendere nota di alcuni morti del mese di marzo…che non erano stati trascritti, perché in quel tempo era rimasto in carcere.Per il mese di aprile e per quasi tutto maggio, le annotazioni  sono state scritte in ordine dal Pievano.

           
“…A 29 di maggio successe quando il Vescovo mandò il Commissario di Magliano p catturarmi e andai a Roma  dove mi trattenni fino tutto settembre del 1610 portandomine alla sacra congregazione Il Vescovo di Castro fatte….........nelle cause mie al Vescovo di Sovana e in questo morti successi e ho fatto nota di essi.......che Pr Guglielmo restò alla Cura”

Il 22 ottobre è ancora assente perché nel trascrivere precisa:
A di 22 ottobre 1610 Pietro Sierra di Belliamo al tempo che Prete Guglielmo attendeva alla pieve p. mia ausentia___________________
Era dunque rimasto alla cura della Pieve, nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre, Prete Guglielmo. Per tutto questo tempo il Pievano era rimasto a Roma e da Roma era appena tornato, quando:
A di 3 di novembre 1610 venuto il Vescovo di Sovana in visita con l’occasione che esso.................con la congiura di Prete Guglielmo é del Bibbia mi mosse dal mio offitio alla inquisizione per tal causa resta alla Cura Prete Francesco di Scansano in tempo del quale sene successero li morti infrascritti________


Importante documento datato 1629 del vescovo ScipioneTancredi che ordina la costruzione di una “profonda fossa” dove collocare tutte le sepolture presenti entro la cripta della chiesa di S. Sebastiano

Dalla relazione sulla Visita Pastorale (AVPi, Visite, pag. 734) effettuata dal 25 aprile 1627  e quindi 17 anni dopo la morte del pittore, veniamo a conoscenza di alcune disposizioni impartite dal vescovo Scipione Tancredi al parroco di Port’Ercole, riguardanti i luoghi sacri (Chiese, ospedali) della parrocchia, e in particolare per S. Bast.° fuor della terra ordino che si rifacesse la porta sendosi trovata la chiesa aperta dove possono entrare bestie e pastori a tutte hore come si vede fanno con grande indecenza e si rifacci i legni o la ferrata a una finestra et comando che questo sia adempiuto per la festa di S. Bast.° che vi si celebri solo in quel giorno. Et raccomando poi il tetto………..donandoli tovaglie, croce, candelieri et altre cose et bisogni per la celebratione si ametino SS. Sacramenti. A darsi licenzia che si possi celebrare anchora infra……...chiesa in custodia dell’opera….. et vi si ponghino le ossa che si cavano dalle  sep.,re della chiesa parochiale, quale similmente ho dato licenza……si per rimediare al fetore come per non essere già più capace…….”



Questa “fossa” contigua alla Chiesa di S. Sebastiano fu realizzata nel terreno antistante la chiesa stessa, verso l'attuale Viale Caravaggio, a qualche metro dal Monumento, sito corrispondente ora all'ultimissimo tratto della carreggiata di Via Nuova, e in corrispondenza del muretto che separa la sopraddetta via dalle aiuole sottostanti. In essa vi fu riposto sicuramente il cadavere del Caravaggio se fu la 30a persona ad essere inumata nel sepolcreto sotto il pavimento della Chiesa di S. Sebastiano.

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