venerdì 3 maggio 2019

IL MIO CUGINO PIù GRANDE




Ci sono una ventina d’anni di differenza ! Già è difficile quando si tratta di fratelli ma diventa abissale da cugini.  Sei automaticamente escluso dalla loro compagnia ma non dal loro esempio. Ora vedi questa differenza come un ostacolo e una ricchezza. La ricchezza perché lui ha saputo conservarsi bene e integro noi arranchiamo perché nella nostra pochezza non siamo in condizione di valorizzare queste figure. Siamo pronti a scaricarle nella memoria nascosta come se ce ne volessimo sbarazzare. Il mio più grande errore è stato quello di non aver saputo “scoprirli” quando erano la nostra memoria storica e  familiare. Qualunque essa fosse ! Ora esserci ritrovati attorno ad un tavolo dove tutte le cose si vedono in positivo ti allunga la vita di tanto. Avere accanto a te uno che ne sa più di te della tua stessa famiglia ti ripaga delle amarezze che un emigrante sopporta quando  torna  a quella “tua” casa lasciata per qualsiasi motivo. Ma ti pesa ancor di più nel constatare che i giovani “non tornano” per un cattivo congenito mal governo della cosa pubblica. Chiunque esso sia , è sotto gli occhi di tutti, non riesce a proporre una idea o un progetto condiviso ! Incapaci anche nel tentativo di dialogare !
Un meraviglioso tavolo dove i cinquantenni sono esclusi , dove i sessantenni iniziano a pensare che via Lui ora siamo in lista d’attesa noi già settantenni ! Non ci sono titoli che possano distinguere uno dall’altro dove non conta l’intelligenza né l’intraprendenza perché ciascuno ha coperto le debolezze degli altri. Non ci sono malati di politica in mezzo a noi , non siamo in attesa di giudizi salomonici su figli , ma rispettosi della vita di ciascuno di noi. E’ stato un incontro bellissimo perché a turno venivano citati li maggiori nostri a cui era riservato sempre e solo un posto d’onore ! Venivano a tavola liberamente una volta citati e ricordati dai genitori del festeggiato e da li in poi a margherita quasi tutti diventando la tavola non più rettangolare ma rotonda simile alla mitica dei cavalieri di Re Artù. Non ci fu una sbavatura , ma il risveglio di una memoria comune . Sentiamo la necessità di un nuovo esempio perché fallito quello marxisista, e quello religioso  ci manca solo che crolli quello umano a cui ci sentiamo aggrappati. E questo esempio nasce  e cresce se certi figuri riusciamo a tenerli lontani , a farne a meno a non dar loro più l’altra guancia …    
Basta assistere , come testimoni e qiundi vittime , alle carneficine naziste o sovietiche !
Bellissimi gli episodi ricordati come parte di un romanzo mai scritto ma vissuto !

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