lunedì 31 ottobre 2016

SEGNATEVI LA DATA: 9 NOVEMBRE A PALERMO

A chi si è perso l'incontro organizzato dalla nostra proloco sull'ultimo lavoro di Santo Lombino, il 22 ottobre scorso al castello di Marineo, gli si offre la possibilità di poter sentire dallo stesso autore le storie patrie che ci riguardano. Sappiamo bene che il Lombino non è nuovo a queste opere e questo ci offre la possibilità di recarci al nuovo appuntamento con fiducia sicuri che il nostro  è un vero professionista del tema: cioè le storie  patrie.
L'altra eccellente garanzia è data dalla presenza della Amelia Crisantino (senza nulla togliere agli altri che presenziano) che ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare una decina di anni or sono a Monreale.
Ora mentre una nuova generazione di autori scompiglia il lento procedere delle ricerche mettendo in berlina vecchi autori di storie patrie ci consola che qualcuno sa fare le ricerche non disprezzando gli antichi autori, cosi come è stato fatto con Giuseppe Calderone p. autore delle Antichietà Siciliane che a suo tempo definii "poeta" perchè uno che scrive di storie patrie è prima di tutto un poeta che inneggia alla sua terra.
Purtroppo non potrò essere presente il giorno nove ma dal giorno dieci potrò iniziare a leggere questo lavoro che arricchirà sicuramente le mie già scarse conoscenze di storia. 

CASTELLUCCIO DI NORCIA



MENTRE SCORRONO LE TERRIBILI IMMAGGINI ALLA TV 

Ho incontrato Castelluccio di Norcia al supermercato. Nello scaffale delle conserve dei legumi la scatola delle lenticchie che normalmente costa attorno ad un euro ne ho trovata una da tre euro. Lessi l’etichetta per trovare la spiegazione e l’unica cosa che spiegava era “Lenticchie di Castelluccio di Norcia”. Non occorreva lessarle e … insomma dopo averle assaggiate sono rimaste il mio lusso preferito. Ma cosa mi aveva portato a Castelluccio oltre le lenticchie ?
Due cose.
La prima Andrea Da Barberino detto il Canterino di Piazza (l’autore dei Reali di Francia, la mia Bibbia preferita) con il suo Guerrin Meschino e la seconda amici di Ascoli Piceno dove anni fa avevamo fatto uno spettacolo nella Piazza di Ascoli. Mi chiesero se avevo nel nostro repertorio il Guerrin Meschino. Mi diedero tre mesi per allestire lo spettacolo da fare in alcuni paesi dei monti Sibillini (fra i quali presumo Castelluccio).
Considerato che per fare la stesura della Passione e della Guerra di Troia avevamo mediamente impiegato cinque anni ritenni la sfida impossibile e allora mi risolsi di fare un canovaccio e con il tempo “migliorarlo”. Un testo teatrale se non stupisce e incuriosisce non ha mai riscontro (per non dire successo) ecco perché nessuno si cimenta in nuovi testi. Accettai la sfida e dal quel momento per meglio fare iniziai a tradurre “ Il Guerrin Meschino” ! Leggendo il testo originale e passandolo in italiano “scorrevole” avrei ottenuto un testo “nuovo e concentrato”. Quando mi resi conto dell’immane lavoro avvisai gli amici che per quell’anno la cosa era impossibile… Ma continuai a lavorarci e cosi mi sono ritrovato mezzo volume pronto. Ottimo direte. Forse . Ma se incontri strada facendo una versione del Guerrino scritta nel 1500 in versi da una certa cortigiana Tullia d’Aragona (una intellettuale donna del 1500 che scriveva epica alla Boiardo e Ariosto, passando per Pulci ) e quando giunsi assieme al Guerino sui Monti Sibillini, sulla Grotta della Sibililla , al lago di Pilato e quindi a Castelluccio (dove tutto si chiama  locanda del Guerino, ristorante del Guerino ecc.) era necessario “documentarsi”.E cosi iniziò la caccia(grazie proprio ad un libraio di Castelluccio) dei vari testi , delle storie e delle leggende. Per “affrontare” il Guerino devi partire da Neottolemo figlio di Achille  che regnava in Epiro, devi passare da Pirro per arrivare al santuario di Dodona e a questo punto ti rendi conto di essere in Albania e quindi devi occuparti di Skandberg che con i suoi albanesi fermò i turchi che ci misero circa 400 anni per passare (e proprio quei profughi  sono finiti da noi a due passi da Marineo) e ti accorgi che quella del Guerino detto il Meschino e quella di Skandeberg sono vite parallele.
Ci misi due anni prima che vidi , grazie ad un volume di gigantografie, i monti sibillini. Insomma avevo raccolto materiale abbastanza per recarmi in “loco”. Arrivammo al punto di prevedere il testo bilingue”italiano e arbresch”.
Tutto proseguiva sino al momento che decisi di coinvolgere alcune energie del mio paese.
Ma questa è un'altra storia che non merita di essere raccontata.
Si allora perché ci racconti tutto questo.
In questi giorni alla televisione fanno continuamente vedere le immagini di Castelluccio di Norcia. Anzi no , di Castelluccio non è rimasto nulla. Si vede un grande cumulo di macerie arroccate su un pizzo di montagna.
Quindi ora posso dire … C’era una volta Castelluccio di Norcia il paese di Guerino detto il Meschino che per decenni allietò le serate dei nostri avi.
Ma tu come fai a saperlo ? A me lo ha raccontato mio padre a cui lo raccontò suo padre. E quando chiese a suo nonno chi le avesse raccontato la Storia del Guerrino gli rispose mio nonno a cui la raccontò suo padre che la seppe da suo nonno…   


venerdì 28 ottobre 2016

MERDA D'ARTISTA




OVVERO L'ARTE...  POVERA !

Quando vidi il quadro “Merda d’Artista” rimasi esterrefatto e da buon marinese dissacratore, presi le distanze. Mi sembrava incredibile definirla opera d’arte e allora ricorsi a Salvatore Pulizzotto il quale papale papale mi spiegò quale sia la differenza fra dipingere un fiore, oppure una tela nera o la merda d’artista ! Imparai che l’arte non si giudica ma si apprezza. Mi soffermai di più sul termine “dissacratore”. Mi ricordai che il mio paese è stato sempre ricco di “figure particolari” che suscitano scherzi feroci attuati da chi è uso mettere alla berlina proprio le figure particolari. Ora la sceneggiata messa in atto da alcuni “provocatoretti” (magia di un termine) in disuso, si sono inventati un “raggiro intellettuale” che ti ricorda films tipo Amici miei, i Basilischi, i Vitelloni, la Vendita della Fontana di Trevi e cosi via a spese di chi non ha le stesse difese pari loro ma è in buona fede (quest’ultimo). Vuoi per imitare i film predetti vuoi per invidia del ruolo che la “vittima “ svolge  anargiramente (in questo caso pecunia non olet) e con dedizione, ruolo che se non costasse fatica vorrebbero interpretare loro in quanto “allevati a terra” sino all’abbuffarsi.
La storia è semplice . Sparisce un quadro in una mostra e subito scattano i soliti meccanismi tipici e dovuti in questi casi. L’autore si dispera per il suo “merda d’artista” (nel senso di arte poverissima) rubato forse nottetempo, l’assicurazione vuole la perizia sul valore, si innescano tutta una serie di meccanismi alimentati ad arte che raggiungono lo scopo di destabilizzare l’organizzatore, il “custode di cotanta arte”  , enti vari e parentado. Sulla scena la messa in berlina di chi era preposto alla tutela di cotanta opera. Ed ecco perché mi sono ricordato delle cosidette “figure particolari” che noi definivamo a seconda “babbi o pazzi” e che Tornatore ne ha inserita una nel suo Cinema Paradiso .
Ora l’unica cosa che accomuna le due opere è che hanno in comune una certa provenienza “marinese” . Per il Manzoni-Chiosca , sua sorella ha sposato un certo Pasqualino Marchese di Marineo (titolo oggi in discussione) l’altro ,  ancora sulla strada per Bolaffi  ancora non ha le idee chiare (o meglio le ha talmente nere)  che non sente il bisogno di “spiegare “ la sua arte rendendoci difficile capire la differenza fra le due opere in discussione. Siamo al fatidico “questa gente non capisce l’arte…”.
Per la legge l’aggravante “del gruppo” che dallo stupro all’arte passa “allo stupro di gruppo” o meglio di “branco” facendo disperare genitori ancora abbagliati da ipotetici futuri (e di colore nero…) di coloro che hanno viziato talmente tanto da convincerli che per tutta la vita ci penseranno “loro” (i genitori) ad allevarli a terra terra… Ora stiamo a vedere se la regola del “chi lo fa l’aspetti” vale anche per loro. Il tutto decade se nel frattempo “gli attori” stanno girando il sequel dei films citati prima o se sceglieranno obiettivi meno sensibili…  

martedì 25 ottobre 2016

5-NUOVI ARRIVI IN LIBRERIA-ottobre 2016





Ci sono libri che non riesci a finire nemmeno dopo due o tre mesi. Intanto non sempre riesco a portarli con me anche se in viaggio mi salvano da noia e disagi(8 kg di bagaglio è una inciviltà ! perché medicine e libri dovrebbero essere considerati out).
Quindi non puoi leggere senza considerare il contesto. E cosi fra rimandi e chiarimenti ti tocca leggerne in contemporanea almeno tre. Quindi il bagaglio aumenta… Non sono mai ricorso a Wikipedia o a google libri perché sono della generazione del cartaceo … Poi la  memoria inizia ad avere spazi sempre più ristretti e spesso devi recuperare cose archiviate anni fa e di non  facile reperimento. Mi sta succedendo con due libri . Stilicone mi ha ripiombato nel mondo bizantino-ottomano quando negli anni 70-80 giravo per Istambul alla ricerca prima di Bisanzio e poi di Costantinopoli e quindi un periodo che va dalla decadenza dell’impero romano ai bizantini e infine agli ottomani. Qui non si tratta di ricordare le date a cui siamo stati infelicemente educati a scuola ma inquadrare i personaggi prima durante e dopo di loro. Il secondo caso. Una volta mi gasavo affermando che conoscevo meglio Micene che Palermo ed era vero. Sapevo tutto su Troia Orcomeno Delfi Tirinto e località micenee minori. Come sapevo tutto di H. Schlimann da copiarlo quando giravo per la Montagnola con il libro di Padre Calderone (di cui possiedo due edizioni originali, di cui una autenticata da lui e annotata con lo stesso inchiostro). Ora mi è capitata una  biografia del tedesco del 1950 che mi  sta costringendo a rivedere tutto il mio archivio e la mia impostazione iniziale.
Questo non vuole essere un “lamento” ma è la mia medicina contro l’ipocrisia di oggi , contro i saccenti che ripetono a pappagallo quello che sentono oggi in tv. E mentre mai si sognerebbero di andare a “verificare” quello che “assorbono” sono pronti a “combattere” quello non sentito in tv.     

IL CAVALIERE NERO 2001 Edizioni San Paolo. Curzia Ferrari- Il romanzo di Ignazio di Loyola. Pagg 366 . Euro 18
Sappiamo quasi tutto sui gesuiti. Ma a chi non li ha studiati o non ne fa parte  mancano molti riferimenti. Soprattutto sul suo fondatore. Ho ritrovato in libreria questo volume e mia moglie mi spiega che lo possediamo perché andava tradotto in ceco ma che poi non se ne fece nulla. Ora che abbiamo un Papa gesuita, che se ne parla molto, mi è venuta la curiosità di saperne di più. E cosi mi sono tuffato in questa lettura attratto anche dal titolo e dalla promessa di “romanzo”. La prima parte è scorrevole ma poi si avvia verso spiegazioni complicate che sino alla fine non riescono a chiarirti con chi abbiamo a che fare. La prima cosa che risalta è questo suo continuo circondarsi di donne che alla fine vengono demonizzate e tenute fuori dalla Compagnia, ovviamente dopo averle svuotate di denaro e altro. Il percorso dagli Esercizi, alle Case professe, alla Compagnia è molto confuso e frutto più di un visionario che di un grande fondatore. Tutto sembra nato per caso. Tutto ruota attorno a grandi eredità. Chiaro che agli inizi la cosa va perfezionata e mentre su Francesco è più presente la sua fede in Ignazio c’è sempre il rischio di contraddirsi. Forse dovrò rileggerlo perché il modo di “documentare” i passaggi non è chiaro . L’unica cosa che mi è sembrata chiara è l’abbinamento donne-denaro-nuove case professe. A tal punto che è riuscito, il fondatore , a tenere lontane le donne ma non il denaro. Senza soldi non si fa molta strada.
STILICO L’Ultimo Generale – Romanzo - di Emilio Paterna – Lit Edizioni -2016 pagg.475 Euro 19,50
 Questo ultimo vero Grande Generale Romano ha avuto il merito grazie anche al professor Paterna di chiarirmi l’inizio della Decadenza dell’Impero Romano senza ricorrere alle pesanti opere del vari Gibbon ecc.… E’ ve lo dico subito un romanzo storico che va rispettato. Il roamnzo storico alla americana oggi è alla portata di tutti e ne troverete le varie traduzioni in commercio a centinaia. Ma un vero romanzo storico lo si riconosce nei dettagli biografici e non dalle invenzioni inserite. Queste ultime alleggeriscono il testo e sono quasi sempre fantasiose seppur accattivanti. Agli autori dei romanzi storici non è dato “dimostrare o giustificare o documentare nulla” e quindi il lettore è esente da un giudizio critico. Il vero autore di un Romanzo Storico parte dai documenti disponibili e compone il suo romanzo su quella traccia. In questo libro sono le date e i luoghi che ti aiutano a capire e soprattutto l’autore che non perde di vista il momento storico. Cosi entri facilmente nel mondo bizantino (siamo ai suoi inizi , appena cento anni dopo Costantino) in un impero che sarebbe durato ancora per oltre mille anni. Questo Generale intanto ti porta a spasso non solo nei luoghi dove ha fatto emergere le sue capacità militari ma anche nelle quattro città più “grandi” del momento e cioè Roma Ravenna Milano e Costantinopoli. Ti fa incontrare Sant’Ambrogio, Teodosio , Galla Placidia e i giovani barbari del nord e dell’est entrati in una Europa che li affascinava non solo per il bottino ma anche per il loro livello umano sociale e culturale.  Mentre lo leggevo mi trovavo in almeno tre delle città precitate e persino proprio nel momento che Ravenna presenta al mondo il recupero del suo storico porto di Classe appena archeologicamente recuperato. In questa città si svolge l’ultima parte della nostra storia. Questa ultima parte un po’ prolissa si perde dietro un infinità di piccole biografie che l’uso di tanti nomi fa sospettare un esagerazione “romanzata”. Chiaro che di Milano di Ravenna e di Pavia conosciamo a sufficienza i luoghi e ci piace recuperare il ricordo di luoghi (cosietti minori) come la rotta di Adrianopoli, la strage di Tessalonica e altre località dove i “barbari” stanziavano. La figura di Stilicone ne esce rivalutata anche se a noi rimane il dubbio che un cosi alto militare e funzionario dello stato possedesse tutta questa umanità. Al romanzo manca la parte finale perché sono rimaste aperte alcune finestre (la fine di Onorio e Albino, dei familiari di Stilicone lasciati in sospeso, ecc.). La lettura di questo rimanzo va presa in due modi. La prima è quella di leggere un “romanzo” con tutto quello che implica, la seconda è il modo più semplice e pratico per entrare in un momento storico particolare. Se poi uno vuole può partire da lontano e “racconto dopo racconto” rinfrescarsi tutta la storia dell’uomo.   

ALBERT ZINK , OTZI, TUTANKHAMON, EVITA PERON – Cosa ci rivelano le mummie
Il Mulino. Euro 11, 106 pagg 2016

Quando due turisti “inciamparono” nei resti di Otzi  è iniziato un percorso di ricerche mai visto prima. Superata la contesa italo-austriaca a Bolzano si iniziarono ricerche che non solo ci hanno fornito risposte incredibili su qualcuno vissuto 5.000 anni or sono , ma hanno aperto la strada ad una nuova archeologia: la bioarcheologia. E cosi oggi di Otzi sappiamo quasi tutto: quando è morto, come è morto, suo vestiario, cosa conteneva il suo zainetto, le sue armi, dove era diretto, da dove veniva, quali malattie aveva e via di seguito. A quel tempo passai più volte da Bolzano e mi precipitai per due volte per incontrare Otzi in quella camera “condizionata” che dà, ancora oggi, lavoro ad una grande squadra di scienziati. Non mi è mai riuscito per vari motivi (chiusura, sistemazione e cosi via). Ora Albert Zink (direttore del progetto) è l’uomo che ne sa più di tutti e prendendo il caso di Otzi ci parla di altre mummie eccezionali come quelle di Tutankhamon, di Evita Peron, passando dalla Cina sino al Sud America per finire a quella di Lenin. Ovviamente non poteva mancare una nostra conoscenza scolastica: Rosita Lombardo. Era la ragazzina che andavamo a trovare ai Cappuccini di Palermo , custodita sotto una teca di cristallo che ci sbalordiva per la sua bellezza che durava nel tempo.
Un libretto che si legge velocemente e ci svela le storie  di questi personaggi, perché noi ne conoscevamo la storia da vivi ma quello che gli successe da morti spesso lo ignoriamo. E’ un po’ simile allo studio della Sindone, con la differenza che nella Sindone abbiamo solo un lenzuolo mentre negli altri casi abbiamo i loro corpi mummificati. 


SCRITTO SOTTO LA FORCA – JULIUS FUCIK La Vita Felice- 2014 Euro 12  pagg 148
Tutte le volte che entro in un museo o in un monumento storico conto le presenze e mi accorgo che su dieci visitatori 6 sono tedeschi uno francese, un altro inglese e gli altri due italiani. Non parliamo poi dei concerti dove otto su dieci sono tedeschi. Sino ai trentanni lavoravo fianco a fianco con i tedeschi poi con i francesi e cosi via. Mai ho abbinato il nazismo ai tedeschi perché le migliaia di tedeschi che ho conosciuto erano talmente simili a noi da smentire che fossero i greci per noi, “una razza una faccia”. Poi vennero gli anni dell’olocausto o meglio la demonizzazione dei nazisti identificandoli con i tedeschi. Poi visitando l’est mi successe la stessa cosa con il comunismo. La mia bilancia teneva in un piatto il nazismo e nell’altro il comunismo. La loro storia alla fine era molto simile e cosi seguendo le scelleratezze naziste incontravo anche quelle comuniste. Se chiedete di Julius Fucik ne viene fuori un mezzo gemello di Gramsci e leggendo soprattutto quello che ha scritto la sua compagna rimani esterrefatto perché anche se, agli stessi cechi, il personaggio negli anni recenti non andava giù soprattutto agli studenti costretti a studiarlo a memoria, in effetti era un eroe del comunismo ceco perseguitato arrestato torturato e impiccato dai nazisti.
Bisogna leggerlo questo libretto soprattutto per insegnare ai nostri amici di sinistra che i martiri non hanno colore. E quindi non si sorprendano se segnaliamo  questa figura. A noi è servito a ricordarci certe regole:soprattutto quella che recita “tutte le donne sono…tranne…”   
CHRONICA PISONUM - EPISTOLA A TIBERIO – Renato Carlo Miradoli – Romanzo-Bi Elle Esse Editore – 2015  Pagg.387 – Euro 16
Mi ha attirato il titolo convinto che si trattasse di un periodo storico interessante. Quindi mi apprestavo ad una analisi su Tiberio o ad una nuova interpretazione di un periodo storico dove c’è  ormai ha ben poco da aggiungere. Si è verificata solo la seconda parte della mia supposizione. Il tema o meglio l’impianto era già stato usato altre volte. Cioè dopo i fatti di Gerusalemme Tiberio manda un funzionario o ordina un inchiesta. Anche due film (mi pare) hanno seguito il filone. In pratica Tiberio incarica un suo alto e fidato fiduciario (Pisone) di andare “in terra santa” sui luoghi per incontrare i contemporanei o meglio i testimoni di “Gesù”. Quindi quasi seguendo le stazioni del calvario e i fatti più clamorosi della sua vita l’autore capitolo per capitolo incontra , quattro anni dopo, tutti gli attori della Passione. Ora non sto a descrivervi “l’inchiesta” che svolge e gli effetti o le cause dell’indagine. Il linguaggio non è improvvisato, i commenti sono passabili e quindi siamo di fronte ad uno capace che si è molto documentato. Io ci sono arrivato incuriosito dal titolo , ma il libraio mi ha incoraggiato consigliandomelo. All’inizio mi ha colpito leggendo risvolti, commenti, ringraziamenti e altro che l’autore ringrazia “il suo compagno” che lo ha sostenuto in questo percorso. E nel libro di questa sua situazione non ne parla se non molto in avanti sino al punto che ci vorrebbe far passare “queste relazioni normali” per usuali al tempo , ma che lui descrive , non esagerando, da testimone di se stesso. Questa bisessualità passata per consuetudine e sapientemente inserita proprio per evitare “di disturbare”. Per fortuna basta seguire l’inchiesta e sorpassare questi passaggi frutto di deviazioni “alla americana” che non hanno limiti né di morale né di rispetto. A questo tipo di ipotesi non c’è fine. Il mio libraio ho visto che ne aveva uno scaffale pieno e ancora oggi tale è rimasto.   Dopo 400 pagine l’autore ci lascia con un “…se non vi va leggetevi un altro romanzo”. Mentre la sola sua maestria mi è sembrata un percorso che ci avrebbe condotto ad un finale diverso ci troviamo davanti ad un piano ordito da Pietro , complice Gesù e alcuni discepoli sponsorizzato da Tiberio la cui vittima alla fine è il funzionario ! Se lo studio della filosofia nelle scuole cattoliche porta a questo, meglio rifugiarsi nello scetticismo o ateismo.