domenica 30 ottobre 2011

REVOCATO IL FINANZIAMENTO DEL RESTAURO DEL CASTELLO

L’ASSESSORE BULGARO ALLA CULTURA
NASCONDE LA REVOCA DEL FINANZIAMENTO
Malgrado tutti gli amici si fossero rifiutati di assistere assieme alla cosiddetta “Conferenza Cittadina Bulgara” mi sono piazzato davanti alla Tv perché questo è il mio paese anche se certi personaggi , per dirla alla Montanelli, ti fanno turare il naso. Consumato tutto il tempo con cifre e statistiche, autoincensazioni, un uso sconcertante (del io ho fatto ed io ho detto , siamo i più bravi ecc.ecc.) debbo ammettere che l’esposizione della situazione della differenziata è andata bene. Non importa se la parte del “contenzioso “ è stata appena sfiorata quanto basta per poter dire dopo “si ne ab biamo parlato”, contano i dati e qui il Greco ha fatto un ottima figura . Non è caduto nella trappola e si è comportato da consulente soddisfatto del suo lavoro . Anche il sindaco ha completato la sua esposizione sicuro e gratificato ( peccato come dice un suo ex socio “ dicesse mai una volta noi…sempre io io io”. Ecco ho finito di dire questa è una buona immagine del paese… E qui doveva finire la conferenza-bulgara. Non sappiamo se si trattava di trappola o di coltellata o luparata quando una faccia che già ridacchiava assaporando con gusto si scaglia contro la seconda carica del paese : Il presidente del consiglio. In un dibattito dove non c’è contraddittorio già il conduttore fa una figura meschina e addirittura ti dà l’idea che vengono filtrate le telefonate con il vecchio sistema del bigliettino (c’è il tizio al telefono te lo passo e tu decidi se accettare la telefonata). Insinuazioni veleni farneticanti di un assessore che vantandosi di non essere politico ma depositario della verità(proprio lui il signor Pravda). Senza contradditorio in una cosiddetta conferenza mostrando una lettera non letta e vantandosi di grandi creazioni e di capacità illimitate nel raccogliere fondi per realizzare iniziative, tacendo indegnamente , come Assessore alla Cultura, il dramma del castello dove lui crea costruisce inventa. Una meschinità nascondere ai cittadini che il finanziamento per il restauro sud del castello è stato revocato. Il dramma che coinvolge impresa di costruzione architetti , maestranze e cittadini viene taciuto proprio in una conferenza cittadina. Si vanta di eventi verificatesi grazie a sponsor privati che non cita (chieda al sindaco quanto fruttano certi sponsor americani (la sfilata con vestiti riciclati (8.000euro)di cui abbiamo il video da lui stesso diffuso ,montato da un tecnico scorretto che si è occupato più di cosce che di vestiti) ma che lui prolifico scrittore (sempre a spese di terzi)ha usufruito per il suo libro. Il resto del tempo, se non fosse per la stima che abbiamo di Nino Disclafani , lo ha consumato la sua telefonata bloccando la linea telefonica e impedendo di fatto ogni e qualsiasi telefonata compresa la nostra ,schifati di quanto succedeva. Suggerisco di rivedere il filmato perché la faccia di questo assessore che chiude la trasmissione rosso in faccia che sembra uno di quei personaggi che si gustano il sangue versato. Il Signor Quartuccio e il signor Greco sono gli unici che né sono usciti bene perché il primo ha sollecitato il moderatore a fare bene il suo lavoro visto come veniva manipolata la verità, il secondo perché si è limitato a non cadere nella trappola del Benanti che lo chiamava continuamente a far merenda insieme. Spettacolo penoso , la seconda parte, che ha mostrato il volto di un assessore che nasconde ai suoi cittadini la revoca , drammatica del finanziamento del castello. Del resto questo è l’assessore che lo scorso anno si vantò di presentare un libro stampato su carta riciclata di Marineo.Invitiamo l’assessore ad andare a Bellolampo e là si renda utile… forse troverata la carta per il libro di quest’anno.
Torni alla vita civile, lasci la politica …

sabato 29 ottobre 2011

ANTONINO SCARPULLA PRECISA

La biblioteca di Marineo
IL DOTTOR ANTONINO SCARPULLA
PRECISA
Nell'articolo vi sono riportate delle informazioni non corrette, e comunque che lasciano intendere di un servizio poco attenzionato e curato. Personalmente sono il responsabile della biblioteca che per impegni di lavoro seguo a distanza nel suo funzionamento ivi compresi gli acquisti per il rinnovo delle collezioni librarie. Negli ultimi anni l’Unione dei comuni ha finanziato per i comuni aderenti l'acquisto di pubblicazioni. L'ultimo acquisto risale al mese di maggio 2010. Per il corrente anno sono previste altre somme che saranno spese a beneficio delle biblioteche di Marineo, Bolognetta e Villafrati. Presso la biblioteca non vi è l'archivio storico come riferito e non capisco da dove spunta questa informazione , visto che la parte ordinata è presso la sede comunale di Via Cesare Battisti e la parte non ancora ordinata presso i magazzini comunali di via Favarotta.Circa la poca calorosa accoglienza lamentata invito a segnalare nome e cognome del dipendente per i necessari provvedimenti disciplinari. L'Ufficio inoltre è dotato di impianto di riscaldamento con pompe di calore ; le stufette degli impiegati sono un surplus e non credo che le portino da casa . Se così fosse inviterò le dipendenti a rimuoverle anche per motivi di sicurezza. La posizione della biblioteca , un pianterreno semi cantinato, crea qualche problema di umidità e di caduta di colore in qualche tratto della parete estrena . Niente di vetusto e cadente quindi. All'uopo la struttura è dotata di un deumidificatore che risolve in buona misura la problematica dell’umidità. Circa i libri che si presentano presso il castello e non in biblioteca, a parte la miglior posizione e gli spazi che in biblioteca non ci sono, c’è la volontà di valorizzare come contenitore culturale il palazzo dei Beccadelli. Non tutti i libri sono presentati dal Comune. Quelli la cui iniziativa è partita dal Comune sono stati acquistati e quindi sono consultabili in biblioteca; degli altri in buona misura ci si affida alla cortesia degli autori che chiedono l'utilizzo del castello per averne una copia per la biblioteca. Ma non tutti apprezzano l'ospitalità. Ritengo il castello il luogo privilegiato per un eventuale trasferimento del servizio in zona più centrale e mi auguro che alla fine dei restauri in corso si possano trovare degli ambienti da destinare a questa finalità per farne un centro di servizio culturale. Ma per fare questo ci vuole tempo e personale qualificato. Pertanto ritengo che il tono dell’articolo, molto critico, esprime una personale visione del servizio, non supportato in tutte le sue argomentazioni dai dati reali. Peraltro non ho capito se tutte le espressioni virgolettate dell’anonimo articolo riportino brani di conversazione che riferisce il pensiero dei dipendenti intervistati o dell’estensore dell’articolo . Sarebbe stato corretto mettere nome e cognome delle persone cui le espressioni sono riferite, anche per evitare confusione tra autore e intervistato.
Cordialmente
Nino Scarpulla
Chiarissimo Professore,
innanzitutto voglio ringraziarla per aver risposto al mio commento sulla biblioteca. E’ una grande soddisfazione aver ottenuto attenzione in un contesto dove tutto deve essere immaginato, ricercato, supposto. Per ogni argomento ci sono sempre molte verità perché non esiste comunicazione . Il dover seguire a “distanza” la biblioteca ci ha fatto “supporre” che lei si occupi di ben altro e su questo dissentiamo perché la sua presenza in biblioteca ha fruttato grandi ricerche sia storiche che artistiche. Se gli ultimi acquisti risalgono al 2010 e “forse” avremo altri nel 2011 non smentisce quanto da me scritto. Anche perché non vi sono tracce nel bilancio di previsione e quindi sono cifre irrisorie. Avendo notato sopra gli scaffali , ben ordinati, dei faldoni datati ho supposto fosse l’archivio storico anche perché qualche anno fa ne consultai alcuni. Non mi pare di aver fatto disinformazione e la ringrazio per la sua precisazione che completa la mia segnalazione. Ho segnalato che mi è capitato di entrare in una biblioteca della provincia di Palermo e l’accoglienza è stata glaciale e distaccata. Mentre ho sottolineato che il personale di via Zuccaro “Antonina Pecoraro è cordiale e cortese, non è saccente ed è orgogliosa del posto che occupa e ama il suo lavoro. E’ preparatissima e fra lei e le colleghe Maria Nunzia e Anna Maria Catanzaro credo sappiano a memoria dove si trovano i 18.000 volumi ben catalogati e ben in ordine”, quindi mi pare che lei può essere soddisfatto dei suoi collaboratori… Che i locali siano “provvisori “ non occorre un perito per stabilirlo e in questi giorni “strani l’ influenza” la fa da padrona”. Conveniamo che presentare dei libri al castello aiuta a valorizzarlo come contenitore culturale ma a discapito della biblioteca . Posso assicurarle che alcuni libri presentati al castello non sono presenti e quindi non vorrà dirmi che l’Assessorato alla cultura che ha organizzato questi eventi non ha ritenuto “logico” se non opportuno dotarne la nostra biblioteca vista la pubblicità un po’ “faziosetta” che ha fatto alla biblioteca. Anche noi ci auguriamo che la biblioteca venga trasferita al castello per i motivi da lei elencati mentre dissentiamo fermamente sul “forte senso critico” di quanto da noi scritto e ne abbiamo conferma dai commenti ricevuti.
La sua difesa della biblioteca ci giunge gradita e possiamo tranquillizzarla che non ci sono delatori in questa storia .
Onofrio Sanicola

venerdì 28 ottobre 2011

IL PIù GRANDE EVENTO DELL'ANNO

PARTE IL PRESEPE VIVENTE
Buon lavoro giemmegini
Mentre un gruppo usando i mezzi più adatti ha iniziato a “sbancare” sotto la Rocca, un altro lavora alla programmazione, alle modifiche, ai contatti. La macchina si è messa in moto con energia. Dunque si sono dissipate le nebbie: il presepe vivente si rifarà. “Abbiamo messo in bilancia tutti i contro e i pro e alla fine abbiamo deciso dopo un dibattito aperto”. Assicura Antonino Spinella superiore, . “Scusi - ribatto - ma al dibattito c’erano solo lei e la sua fidanzata?” La mia battuta viene respinta assieme ad Antonino Rigoglioso, che con voce ferma inizia a declamare come facesse un appello:
Enzo Scrò, Ciro Realmente, Franco Daidone, Danilo Rigoglioso, Marcello Giuffrè , Claudia Pulizzotto, Tommaso Trentacosti , Sandra Barcia, Piero Lo Pinto, Giuseppe Virtola, Giuseppe Daidone, Piergiorgio Petta, Totò Sclafani, Pietro Spinella, Paolo Sceusa, Salvatore Calandra, Maurizio Sceusa, Giuseppe Badami, Claudio Calderone, Alessandro Daidone, Gianluigi Lo Piccolo, Alessio Tantillo.
“ Scusi perché si agita?” intervengo. “Non vorrei dimenticare nessuno perché la nostra è una squadra affiatata che appena uno solo di questi signori manca persino la Rocca traballa”. Spero che io li abbia scritti tutti e già mi scuso se ne ho saltato qualcuno. Ci lasciamo perché “loro”, i giemmegini , sono già “armati” e già aspettano sotto la Rocca. Ne vedo un bel gruppetto con scope, pale, picconi e un’infinità di attrezzi. Manca un canto sociale da declamare mentre vanno, incolonnati alla Disney, al lavoro. Altro che sette nani, mi sembrano giganti. “Faremo meglio quest’anno?”azzardo. “Se andiamo a vedere il primo presepe abbiamo fatto grossi passi avanti. E’ in noi il senso del miglioramento, ma nei nostri limiti. Intanto abbiamo un buon collaboratore che è il Comune che ci fornisce servizi indispensabili (luce, assistenza preziosa con il servizio dei vigili) e tante altre cose. Ci servirebbe un maggiore sostegno con i negozianti. Capiamo che è anche il giorno di Natale e lavorare è “peccato” ma un evento che coinvolge 10-15000 persone merita attenzione e sacrificio. Forse sposteremo quello che avveniva in piazza Inglima in Sant’Antonino. Ne stiamo parlando con il Comune e gli altri. Che i negozi inizino ad esporre locandine, addobbi in tema. Vorremmo dare i biglietti in vendita ai negozianti per diminuire la fila, fare più ingressi e cosi via. Secondo noi i ristoratori dovrebbero avere due menu, uno il solito loro ‘a la carte’ ed uno ‘speciale presepe’. Non sarebbe male mettere delle grigliate lungo il percorso - prosegue propositivo - basta una griglietta, pane, salsiccia affettati ad un prezzo corretto e vendere panini o dolci. Lo si dovrebbe affidare ai giovani o a chi ha un minimo di igienicità e cordialità. Sarebbe un buon ‘incasso’ per chi lo volesse fare. Basta una semplice autorizzazione”. Il discorso si fa lungo sulla sicurezza. “Non stiamo trascurando nulla e per i costumi, le presenze etc. etc. Guardi, non dimentichi che noi siamo lavoratori e abbiamo famiglia, accettiamo tutte le collaborazioni, ma i miracoli… non è il nostro lavoro”. Sto per ribattere che loro lavorano per Gesù Maria e Giuseppe ma Antonino Spinella mi fa segno di tacere come per dirmi: ecco prenda quella pala ed incominci a spostare quel letame… Ci lasciamo con l’invito rivolto a chiunque di collaborare.
GMG ONLUS TF.3386711088 anton-86@hotmail.it

mercoledì 26 ottobre 2011

LE BIBLIOTECHE CUSTODI DELLA NOSTRA STORIA

Perdersi fra gli scaffali...
Una biblioteca comunale che vanta più di 18mila volumi, il più antico del 1920
Nelle grandi città (senza dover scomodare Roma, Firenze, Venezia) ci sono almeno 10 biblioteche, oltre ad archivi storici e privati. Anche Marineo non è da meno. Biblioteca parrocchiale, scolastica, ma quella “principe” è la comunale. Da anni immemorabili il bibliotecario è sempre stato il “depositario” della storia patria e il raccoglitore delle nostre memorie scritte. Era anche archivista e depositario del passato e del presente. A lui si dovevano tutte le ricerche sul territorio e guai se qualcun altro, soprattutto privato, interferiva. Mentre il privato presupponeva il bibliotecario “accertava e attestava”. Un tempo esisteva solo un tipo di memoria da conservare oggi in era multimediale tutto è conservazione, tutto è in evoluzione. Le biblioteche hanno una “zona” riservata alla videoteca, ai film, ai cd e cosi via. Non esistevano i mezzi tecnici come oggi e quindi primeggiava il cartaceo. Come sempre le infiltrazioni sono all’ordine del giorno e quindi tutto diventa “prezioso” e da conservare. Da un attrezzo agricolo comunissimo ad una battuta tutto è diventato memoria. La nostra biblioteca situata o meglio arroccata e quasi irraggiungibile possiede 18.636 volumi Il più antico e del 1820, gli iscritti (cioè coloro che avendo chiesto un libro vengono “schedati” è di 1.502. L’elenco è cartaceo e quindi inutilizzabile. L’ultimo bibliotecario (nel senso descritto sopra) è stato Antonino Scarpulla, lo storico più recente e vivente. A lui dobbiamo tutto sulla nostra storia patria. Ora non si può più definire bibliotecario perché si occupa di tutto. Da “sorvegliante” della regolarità dei dipendenti scolastici, compilatore di quasi tutto il carteggio comunale, a responsabile dell’igiene delle sale del Castello. Era nostro desiderio parlare con lui “unico competente” in materia di biblioteca, custode della nostra storia locale. Piombiamo in biblioteca ad un orario ottimo per il nostro obiettivo: in totale eravamo quattro. Il sottoscritto e tre dipendenti della biblioteca. Il funzionario pubblico molte volte dimentica che è lì a “servizio” del pubblico da cui fra l’altro per vari passaggi riceve lo stipendio. Se un dipendente comunale non è cortese il numero di 1.502 lettori della biblioteca corre il rischio di rimanere fermo per anni. Antonina Pecoraro è cordiale e cortese, non è saccente ed è orgogliosa del posto che occupa e ama il suo lavoro. E’ preparatissima e fra lei e le colleghe Maria Nunzia e Anna Maria Catanzaro credo sappiano a memoria dove si trovano i 18.000 volumi ben catalogati e ben in ordine. “Possediamo parte dell’archivio storico soprattutto dell’Ottocento. Da anni non si acquistano più libri”. Ero andato spinto anche dalla curiosità in me suscitata da un momento di interesse dell’assessorato verso la biblioteca. “Anch’io credevo che finalmente avessimo l’uomo giusto al posto giusto…”. E’ bastato distribuire un “modulo” solo agli amici o ospitare qualche recensione…apocrifa. Si parla di trasferire la biblioteca al Castello… un posto antico e prestigioso, ma anche questo luogo lo è: macchie di umidità dappertutto, mura scrostate e poi il prestigio lo da il contenuto…stufette personalizzate. Ciascuno si porta la sua da casa… In questo anno sono stati presentanti al Castello (no alla biblioteca) una quindicina di libri. Chiedo se si trovano in biblioteca. Forse non è stata capita la mia domanda. Guardi che l’ultimo volume costa 12 euro…Il tentativo di fare qualche statistica naufraga fra l’imbarazzo della Pecoraro e il continuo assillante incalzare delle mie domande. “Scherza, presentare libri qui, fare incontri ecc. ? E come le sfilate di moda . Gli abiti sono bellissimi, ma lei li farebbe indossare alle nostre mamme e nonne ? Ci vogliono belle ragazze che sfilano mostrando vestito e corpo in modo proporzionale”. Buona fortuna Antonina Pecoraro, non arrenderti, non aspettarti tavulati, abbuffati, manciati, sii contenta perché nessuno può aiutarti.
Ci vediamo presto… bibliotecaria.
PS . Presto ci si potrà collegare con www.opac.sbn.it per avere on line tutti i volumi della biblioteca

domenica 23 ottobre 2011

SICULOSPREMIUTA


Antonino Cangemi, l'autore e Ciro Spataro, coordinatore
Bevanda  rinfrescante con il 100% di polpa siciliana

Brillante serata al Castello grazie alla verve a sorpresa di Antonino Cangemi e alla pizzicante prolusione di Tommaso Romano.
Si presenta Siculospremuta di Antonino Cangemi, un libretto uscito a luglio. Non avendo potuto leggerlo ci accontentiamo di riportare ciò che i relatori hanno ripetuto.
“Ti stimola a conoscere l’autore” per l’ottimo contenuto sostiene Maria Cira Muratore nel suo intervento. Ma è Tommaso Romano a trascinare con una infinità di dotte citazioni (Gorgia, Castelli, Titone, non dimenticando Buttitta, Sciascia, Mortillaro, Pirandello ecc. insomma gli autori di scoglio)  con un linguaggio sanguigno, finalmente uno,  che non elogia queste ambiguità (noi siamo così, furbizia non è capacità, chiancemu cu n’occhiu, è un riso amaro). Ci sono un’infinità di pubblicazioni che continuano a mitizzare questo tipo di sicilianità, mentre noi aspettiamo di “superare quello che crediamo di essere”. Aspettiamo una renovatio perché tutti questi luoghi comuni non ci fanno più ridere. Tommaso Romano ha baciato tutti in bocca versando miele per le loro orecchie. Non ne ha saltato uno. Dal sindaco (ottimo il suo intervento, tornava da Damasco, anche lui folgorato?) alla preside, a Ciro Spataro, a Lella Calderone presidente della Pro-Loco (bella sorpresa anche lei, ormai prima donna degli eventi marinesi, ma per favore butti via quell’osceno, falso, fazioso volantino).
Io facevo parte dei famosi ventiquattro lettori di Giovannino Guareschi. Compravo tutti i mercoledì il Candido all’edicola da Alerio per leggere le storie di Don Camillo che ancora non erano stampate in volume. Ventiquattro perché se venticinque Guareschi avrebbe raggiunto  Manzoni. Con questo aneddoto esordisce l’autore che forse non raggiungerà Manzoni ma certamente i suoi lettori lo gratificheranno per il suo lavoro e per quella capacità di raccontarci facendo passare per Dna siciliano una infinità di palle al piede che ci portiamo dietro (non scomodiamo greci, bizantini, arabi colpevolizzandoli insiste Romano). Mi ricorda malcelate soddisfazioni dei genitori nel sentire i bambini dire parolacce. Poi una mezz’oretta di autoironia ripagata da un pubblico soddisfatto.
Pubblico attento e soprattutto educatamente silenzioso, niente ressa alla buvette, niente porte che sbattono e soprattutto niente cafoni che “dialogano” senza rispetto per gli altri e per i relatori. Finalmente si può acquistare una copia del libro perché è demenziale presentare un libro che non è materialmente presente.


Antonino Cangemi
Siculospremuta
Dario Flaccovio Editore srl giugno 2011
Euro 12

PS Il libro è disponibile presso la nostra Biblioteca 

giovedì 20 ottobre 2011

Jiří Kaplan

Jiří Kaplan
L’altro giorno facevamo una considerazione. Siamo la prossima generazione. Cioè visti sfilare quasi tutti i nostri genitori ora tocca a noi. La cosa segue il corso degli eventi ma nello stesso tempo ti accorgi che il  tempo si porta via non solo le persone care ma anche amici e “personaggi” che a noi sembravano normali ma poi ti accorgi del loro valore e ne ripercorri “le gesta”. Giorgio Kaplan era un funzionario bassotto e rotondetto sembrava più uno uscito da un romanzo ottocentesco che un contemporaneo. Di stile classico, poche parole apparentemente l’avremmo definito un “travet”. Lui era a capo di una squadra speciale negli anni bui della cecoslovacchia. Erano anni che ormai tutti abbiamo dimenticato ma chi li ha vissuto ogni tanto li ritrova in qualche sporadico film o nelle rare memorie di qualche sopravvissuto . Lui comandava la Sua famiglia: 12 figli ed uno adottato. Noi li definivamo matti , rifiutavamo sempre i suoi inviti a pranzo o cena perché trovare da mangiare per oltre una dozzina di persone in quegli anni era quasi impossibile. Insomma andavamo sempre dopo cena… La loro  casa era la casa di tutti e tutti si chiedevano come fanno ad avere tutta questa gente ospite offrendo un lauto pranzo con dodici figli a carico. In pratica chi andava da loro non andava mai a mani vuote e quindi quello che tu portavi oggi serviva per gli ospiti del giorno dopo. Impossibile “discutere serenamente” in quella casa perché fra figli e amici dei figli eri strattonato da una trentina di persone che volevano giocare con te. Sua moglie gestiva tutto questo con grande dolcezza e forza. Il mio rapporto con loro era particolare e misurato. Di lui il “regime” temeva la propaganda e cosi lui otteneva una casa adeguata alla “quantità” di componenti. Lo lasciavano “libero” di ricevere stranieri ma lo controllavano discretamente perché non era “un attivista politico, ma un cattolico”. Quasi tutti i figli erano obbligati a esibirsi con violino e pianoforte e per più di un ora noi ascoltavamo che ciascuno presentasse il suo pezzo. Il regime non osava sfiorarlo perché vi immaginate un paese “socialista e proletario” che perseguita una famiglia con 12 figli ? Erano gli anni di Mons Casaroli (ministro degli esteri del Vaticano) che ci “impose i preti della pace” , volle che dimenticassimo la “chiesa del silenzio”  e i martiri del comunismo per darci in cambio la libertà di culto, il poter mandare i figli al catechismo ecc.ecc.
L’altro giorno ricorreva l’anniversario di quel prete polacco, bastonato, torturato , calpestato, dalla polizia comunista polacca. Raccontare la sua passione mi creava difficoltà emotive non facilmente  superabili. Ho rinunziato . Allora mi sono ricordato di quando i nostri figli piccoli ci chiedevano :” ma i cattivi esistono? “. E noi immediatamente rispondevamo no ! Quelli non erano cattivi ma bestie !
Jrsi Kaplan se ne è andato portandosi anche i nostri ricordi.

ARRIVEDERCI MAMMA LUCIA !

Mi immagino la sala dove decine di “ragazze da marito” ascoltavano Lucia Colletti che con voce ferma le guidava . Non insegnava solo l’arte del taglio e cucito ma anche l’inserimento nella vita soliale, il comportamento, le regole. Anche a Marineo avevamo queste scuole di cucito dove le “sartine” andavano a bottega. Era come un club dove le ragazze apprendevano assieme a questa arte, l’arte di una buona mamma e moglie. Là si scambiavano idee commenti e confidenze. Là piantonavano gli innamorati che osservavano discretamente le ragazze. E là dava pareri e lezioni mamma Lucia ben consapevole che non bastava nella vita sapere di taglio e cucito.“Appena c’era un ospite se non preparavi subito il caffè “dell’accoglienza” venivi sgridato , era cordialissima”. “Gli ultimi otto mesi sono stati un calvario”. Oggi compirebbe 77 anni.Mi dicono che Corleone sembrava Marineo otto giorni or sono. C’erano tutti per accompagnare Lucia nel suo viaggio. Non abbiamo voluto fiori ma abbiamo invitato tutti a sostenere un associazione per debellare la SLA e in questa occasione la nostra famiglia intende ringraziare tutti per la considerevole cifra sino ad oggi raggiunta.Grazie a mamma Lucia oggi noi abbiamo un parroco di valore, azzardo. “No guardi mia mamma non era convinta di questa mia vocazione. Ho dovuto “convertirla” ma fatto ciò era felicissima.” . Ed ora ? “Vede il “dopo” è la cosa più drammatica. Rimani solo. Io e mio fratello abbiamo lottato per aiutarla con macchinari e cose che la scienza ti mette a disposizione , ma Lei rifiutava come se volesse morire, sentiva estranei questi accorgiementi: era il suo momento ! Questi otto mesi abbiamo imparato a convivere fianco a fianco con una persona cara e l’abbiamo vista “partire” mentre gli tenevamo la mano. E’ una emozione indescrivibile. Senti la sua anima staccarsi momentaneamente dal suo corpo. Poi quando te ne accorgi senti subito che si crea un vuoto, manca una grossa parte di te. Io ho reagito con lunghi pianti, mio fratello ci ha messo più tempo ed ha sofferto dopo. Mio padre è allo sbando. Non ha ancora realizzato. A noi manca tantissimo e questi otto mesi alla fine non sono stati un calvario ma bensì una gratificazione” .

mercoledì 19 ottobre 2011

SAN LUCA EVANGELISTA, MEDICO, SCRITTORE, ARTISTA


SAN LUCA … lo scriba

“Lo scriba” . Quando Dante definisce San Luca lo scriba dà alla parola il più alto significato culturale. In effetti San Luca si distingueva per cultura(ha scritto l’ultimo dei vangeli e gli atti degli apostoli) per scienza (esercitava l’arte medica), per arte (ci sono giunte tantissime “madonne di San Luca”, per capacità letterarie (frequentava non solo i circoli culturali ebraici ma anche greci). Fu allievo e compagni di San Paolo e anche se non apostolo frequento e conobbe i primi cristiani ai massimi livelli. Sappiamo poco delle sue origini anche se il nome Luca fa supporre origini Lucane. Quando si esce dall’autostrada Atene Salonicco presupponendo destinazione Delfi si attraversa Tebe (la mitica città di Edipo , dei Sette contro Tebe ecc.) si salta la direzione Ossios Lucas (di San Luca appunto) dove si trova il quarto mosaico più importante di San Ciro, medico anche Lui) ti accorgi che sei arrivato appunto a Tebe dove morì san Luca a cui è dedicato l’imponente monastero. A Tebe guasi nulla ricorda San Luca. Se poi vogliamo ancora seguire le sue tracce dobbiamo passare da Costantinopoli (dove quasi tutte le reliquie cristia sono transitate) e quindi a Venezia.
Padova è una città (sembra fondata da Antenore) dove il 90 per cento dei turisti dimentichi che esiste un palazzo dei signori, piazza erbe e tanti altri monumenti, va per visitare la tomba di uno dei più popolari santi . Sant Antonio “collega di San Francesco” un santo popolare con dietro una macchina organizzativa imponente con un giro di affari gigantesco. L’organizzazione è capillare assillante arrivano a gestire anche le tue preghiere e i tuoi pensieri. Fatta la coda dopo aver posta la mano sulla tomba e aver visitato la cappella ti dimentichi le opere d’arte contenute nella chiesa. Sei andato lì per Sant Antonio e li resti. Ovviamente abbiamo “baipassato” questa perfezione organizzativa e “scaricato” il nostro impegno con Sant’ Antonio che sino ad ora ha fatto la sua parte nei nostri confronti usciamo per andare al Bo (università) di cui ricordiamo le imponenti feste della matricola e altre cose. Ci si avvia verso Prato della Valle per un breve relax ed è tale la abitudine che ci troviamo a visitare la chiesa accanto. Basta attraversare la strada . E lì troviamo il corpo di San Luca Evangelista. Oscurato da Sant Antonio, appena segnalato per non danneggiare la macchina di Sant Antonio. E’ stata una grande sorpresa perché dopo averlo lasciato a Tebe di Beozia in grecia ce lo troviamo a Padova. Pensavamo che la nostra storia con San Luca fosse finita quando scopriamo che il suo capo non è a Padova ma bensi nella maestosa cattedrale di San Vito là trasferito per volontà di Carlo IV illuminato e colto sovrano dei cechi.
Mosaico di San Ciro ad Ossios Lucas
Una analisi “totale” dei resti di San Paolo ci dà conferme (età , sesso, ecc.) anche se molti esami sono ancora in corso (per chi fosse interessato possiamo fornire un sunto delle analisi). Caso vuole che questa esperienza sia stata permessa dalla disponibilità di Mons . Vlk  primate della chiesa di Praga da noi più volte incontrato in tempi giovanili.

domenica 16 ottobre 2011

SAN LONGINO MARTIRE

CARLO MAGNO POSSEDETTE LA SACRA LANCIA
San Longino Martire
Soldato romano che con la sua lancia trafisse il costato di Gesù Crocifisso. Secondo la tradizione, la linfa che defluì dal fianco divino lo guarì da un'infermità oculare e lo convertì. Martire.
Etimologia: Longino = alto, lungo, dal latino
Emblema: Palma
A Mantova ci sono decine di cose che ti obbligano ad andarci. Anche appositamente. Oggi ti ci portano facilmente le autostrade. Al tempo che vi raccontiamo da Milano a Mantova ci volevano da tre e quattro ore, soprattutto con bambini a bordo. Avevamo un furgone passeggeri proprio per questo tipo di gite. Dentro le biciclette e via con buona scorta di panini e bibite. Obiettivo: la camera degli sposi del Mantenga. Questo Maestro si alza un metro sopra gli altri, ti ammutolisce (vedi a Milano il Cristo morto).
In quegli anni Rizzoli pubblicò un volume, fra i primi, quale capolavoro dell’arte grafica) titolato appunto La camera degli sposi del Mantenga. Mantova ti permette un largo uso di biciclette e girare per musei, chiese e castelli era meraviglioso. Ogni dieci metri c’era qualcosa da scoprire. Prima di arrivare in città i ragazzi incominciano a desiderare un “telefono azzurro” , allora inesistente, per far valere i loro diritti. Arrivati a Santa Maria delle Grazie, detta “le Grazie”, mi accorgo che appena fuori la strada provinciale c’è una grandissima piazza con sul fondo una chiesetta molto bella.

LA SACRA LANCIA
Giù le bici e mentre noi ,fatte le raccomandazioni, ci avviamo verso la chiesetta lasciamo i ragazzi padroni della piazza. Era uno di quei luoghi che ti fanno vergognare di non conoscerlo. Prima l’interno della chiesa , unica al mondo per i suoi ex voto in cartapesta. File infinite di ex voto dal più piccolo al più grande sui lati della chiesa con al centro ,come un lampadario, un coccodrillo mummificato. Centinaia di situazioni sceneggiate in cartapesta. Dal salvato dalla decapitazione a chi cadeva da un impalcatura. Decine di soldati tornati da tutte le guerre che , salvi, hanno gratificato la madonna sceneggiando la loro grazia. Ci volle più di un ora per vederli e capirli. Alla fine all’uscita  sulla destra in una cappella buia si intravede un sarcofago di granito rosa. Impossibile decifrare a chi appartenesse. La chiesa era vuota e buia. Sto per andarmene e noto un piccolo interruttore all’angolo. Faccio un tentativo e leggo “il miglior cavaliere del mondo...”  . Quasi svengo. L’epigrafe dettata da Carlo V per il più grande “corteggiano” : Baldassare Castiglione. Ho cercato di acquistare quasi tutte le edizioni del “Corteggiano” del Castiglione  persino una “tradotta” in italiano. Dal 1500 ad oggi  non saprei dire quante siano. Mi inginocchio davanti “tanto nomine” per scusarmi di non essere venuto prima ad onorarlo. Il suo “galateo” e il “savoir faire” non è mai stato superato. Mia moglie mi scuote ricordandomi “la scaletta”.Gli effetti degli affreschi del Mantenga sono un duro colpo alla tua misera cultura. Ti senti nessuno davanti tanta meraviglia. Poi i dodici cesari, l’appartamento con gli altri affreschi, poi ,gioia dei bimbi, l’appartamento dei nani dei gonzaga e cosi via . Avevamo visitato tutti i luoghi del “rigoletto “ dalla casa di rigoletto alla taverna di sparafucile  seguendo il siciliano shakespeare   . A Mantova “devi” mangiare i tortelli di zucca ed amaretto “  se no che ci sei venuto a fare a Mantova” .  
  Quando si ha un figlio che si chiama Andrea  sei obbligato ad andare a Patrasso , ad Amalfi e cosi via seguendone le tracce. Quindi non ci siamo sbalorditi quando il ragazzo entra in una chiesa addirittura in bici. Alle nostre rimostranze la sorella, come avvocato di famiglia, ci dice “ma è la chiesa di sant’Andrea ! Alla destra c’erano le reliquie di San Longino della sua Lancia e il Sacro Graal  (ciò che era uscito dal costato di Cristo). A Mantova lo aveva portato sant’Andrea in persona. Parte della lancia con incastonato parte di un sacro Chiodo oggi sono a Vienna dove si trova il nostro mantello di Ruggero che fu poi di Federico II di cui , con amici di allora, facemmo ricamare una copia a Marineo , copia che la ricamatrice si rifiutò di consegnarci volendosela tenere per se. Per vedere la lancia e il mantello basta andare a Vienna.
E’ la lancia e San Longino ? Per ora vi basti questo . Bisogna aspettare un'altra ricorrenza per finire la storia…

SANT ABRAMO PATRIARCA

Sant' Abramo Patriarca d'Israele
Ur dei Caldei - Canaan, XIX secolo a.C.
Etimologia: Abramo = grande padre, dall'ebraico
Commemorazione di sant’Abramo, patriarca e padre di tutti i credenti, che, chiamato da Dio, uscì dalla sua terra, Ur dei Caldei, e si mise in cammino per la terra promessa da Dio a lui e alla sua discendenza. Manifestò, poi, tutta la sua fede in Dio, quando, sperando contro ogni speranza, non si rifiutò di offrire in sacrificio il suo figlio unigenito Isacco, che il Signore aveva donato a lui già vecchio e da una moglie sterile.

domenica 9 ottobre 2011

ABRAMO, IL COMPAGNO DI SARA

MOSAICO DI RAVENNA:ABRAMO E MELCHEDISEK
Impossibile affrontare, per noi, un simile personaggio . Tutto è iniziato con Lui(Padre di tutti i credenti). Dio scelse Lui , dialogò con Lui, fece patti con Lui. Intanto colpisce questa “fede” incondizionata , questa obbedienza totale. Dio lo esamina lo analizza lo mette alla prova, gli promette mari e monti, lo sfida, si fa convincere , lo trascina, lo sposta. Fa di Abramo quello che vuole.
Il mito. Certa cultura aggredendo la Chiesa definisce questi personaggi “mito”. Tengono la Chiesa sotto tiro da sempre portando tesi e argomenti tra lo scientifico e il filosofico che alla fine non portano a nulla. In questi giorni assistiamo ad attacchi alla Chiesa che non solo non hanno basi ma nemmeno un minimo di logica e coerenza. Si perché manca lo scopo ci sfugge dove si vuole arrivare. Mentre da un lato Antonio Socci con “La guerra contro Gesù”  (Rizzoli 2011)si scaglia contro una marea di avversari (da Voltaire ad Augias) dimostrando errori falsità ed invenzioni dall’altra parte questa “battaglia del vero e del falso” ci lascia indifferenti perché è una battaglia che dura almeno  da 4000 anni (da Abramo in poi). Mentre noi partiamo da Abramo , che non chiese a Dio “documenti”  non ci preoccupiamo , seppur infastiditi, se qualcuno , più vicino al regno animale di noi definisce mito tutto ciò che parte da Dio. Che poi sono gli stessi che ritroviamo al momento di “tornare a Dio”  in coda per il viatico . Abramo pastore o ricco cittadino di Ur dei Caldei , aveva a disposizione un museo ed una grande biblioteca (collocati nella Ziggurat – Vedi scavi di Wolley e supposizioni  di Pincherle, nonché traduzioni del nostro Pettinato ). 
Lascia tutto quello che hai...
In entrambi i casi sia che avesse deciso a tavolino di creare il monoteismo (ammesso che non esistesse da prima) parte lascia tutto e segue Dio. Quando uno chiede che questo venga dimostrato è uno che ha bisogno di un medico specialistico. Questa è la “nostra” religione è non abbiamo bisogno di nessuna moviola in campo. Abramo , padre e primo di tutti i credenti mai osò dubitare. Crede a tal punto in Dio che il suo unico figlio “speciale” lo cede a Dio incondizionatamente iniziando una dinastia di patriarchi eccezionali. Dalla sua compagna non si separò mai in una altalena di esperienze drammatiche ma esaltanti . Questa coppia di giovani vecchi  che si favoreggiano a vicenda sono parte importante di un grande disegno. A Sara la storia ha reso omaggio usandola come radice per i nomi da Cesare a Zar … Se tutto questo per alcuni è un mito noi ne facciamo parte.
L'offerta di Abramo della decima
Spiacenti per loro che non riescono a far parte di nulla …   

BILANCIO PREVENTIVO... "COMUNE"

Avere un bilancio di previsione è fondamentale oltre che di legge. E’ il primo passo per una gestione amministrativa corretta . Se una famiglia può contare su due stipendi ,quindi sono entrate certe, si organizza distribuendo queste risorse sulle necessita della famiglia. Questo incassiamo questo spendiamo. Ciò che non è previsto diventa straordinario e in tale modo va affrontato. Dopo aver superato trenta emendamenti , ostacoli , difficoltà salva-funzionari, rispettato quanto possibile le ingiunzioni della corte dei conti, reinserito come principio incancellabile il problema Coires , almeno per il momento, e tante altre piccole cose si è partorito un bilancio che intanto accantona 60.000 mila euro a fronte Coires, limita tante spese necessarie ma non urgenti, non distoglie fondi a capitoli importanti come scuola, servizi sociali e simili . Costringe la giunta e il suo sindaco a muoversi dentro spazi prestabiliti lasciando certi fondi invariati (a disposizione del Sindaco 18.000 euro a suo discernimento) , ma costringendo praticamente ad una collegialità obbligata sindaco, giunta e consiglio. Lo dice chiaramente il voto unanime che obbliga le parti politiche ad un maggiore rispetto e trasparenza. Il sindaco può vantarsi che oltre ad avere un paese pulito amministra anche un paese che cerca di avere conti in ordine. Le opposizioni sembrano aver ritrovato verve perché hanno imposto cifre misurate per una gestione oculata e collegiale e non umorale .

mercoledì 5 ottobre 2011

IL CONSIGLIO APPROVA IL BILANCIO PREVENTIVO


Marineo: bilancio, si del Consiglio Comunale.
di Francesco Lo Pinto  (consigliere comunale)
Nella seduta del 03.10.2011 il Consiglio Comunale con il voto unanime di maggioranza e minoranza ha approvato il bilancio annuale. Il bilancio comunale ammonta complessivamente a circa 9,5 milioni di euro ed è in linea con le prescrizioni di legge: prevede il congelamento della spesa per il personale e la riduzione di spese generali di circa 170 mila euro per dar corso a quanto indicato nella manovra finanziaria del Governo nazionale, mentre vengono mantenute inalterate le entrate tributarie non essendo previsto l’aumento delle tasse comunali. Nel documento presentato dalla Giunta Comunale ed emendato utilmente dal Consiglio è stata prevista la somma di circa 60 mila euro per la costituzione del fondo di ripianamento dei debiti derivanti dalla gestione passata dei rifiuti, frutto anche delle raccomandazioni della Corte dei  conti. Tra l’altro è stato mantenuto inalterato il fondo di riserva pari a circa 20 mila euro che può essere utilizzato da qui a fine anno per far fronte ad eventuali spese impreviste. Non si riduce inoltre la spesa per l’istruzione e per i servizi sociali scegliendo di prelevare i fondi dalle residuali attività promozionali e turistiche.
Da Marineoweblog  del 4 ottobre 2011-10-05

martedì 4 ottobre 2011

SAN FRANCESCO DI ASSISI

iL POVERELLO DI ASSISI
Avevamo iniziato a preparare “qualcosa “ su San Francesco (oggi è il 4 ottobre) ma diventa sempre più difficile ritrovare le fonti “personali” . Parte si trovano a Ravenna, parte a Marineo, ma la maggior parte a Milano. I ricordi ti seguono dove vai ma recuperare i file della memoria è difficile perché la quantità di cose immagazzinate è tale da cercare una cosa e confonderla con un'altra. Ora capisco la necessità di avere una banca della memoria. Purtroppo malgrado tanti sforzi non sono riuscito a trovare nemmeno un “peto” che mi permettesse di avere almeno un diplomino di “intellettuale locale residente fuori”. Spero che il nostro prossimo assessore alla cultura (ci saranno prima o poi le elezioni ?) Vincenzo D’Aversa capisca il mio disagio. Di San Francesco non sarò io a tesserne le lodi perché una sterminata letteratura lo ha sviscerato. Per noi “locali” vi rimando al   http://ilguglielmo.blogspot.com/2011/08/perdono-di-assisi.html Che era il giorno del perdono di Assisi. Ricordo che sono a disposizione per chi lo volesse i testi consultati nelle varie monografie.

domenica 2 ottobre 2011

AL DIO IGNOTO

Le rocce non levigate e l'Acropoli

San Dionigi l'Areopagita
Discepolo di S. Paolo
3 ottobre m. 95 c.

“Quando San Paolo andò ad Atene e lesse sul portale di un tempio “Al Dio Ignoto”, si rivolse ai filosofi e ai sapienti ateniesi dicendo che quel Dio che essi definivano ignoto era in realtà il Creatore di tutto quello che esiste, che aveva creato l’Universo per il solo Bene della creatura umana e che per questo era da amare sopra ogni cosa. “

San Paolo agli ateniesi
Ancora oggi sull’areopago c’è una lapide in bronzo dove viene ricordato questo episodio. Il luogo è fascinoso perché mentre ti aspetti di trovare resti archeologici imponenti non vedi altro che sassi non levigati da scalpelli ma dall’uso umano. L’areopago era l’ultimo tribunale a cui potevi appellarti. Tutti i casi mitologici venivano risolti all’areopago dal suo tribunale. Citiamo per tutti Oreste figlio di Clitennesta e Agamennone che li si dovette presentare per l’ultimo giudizio. Da lì si vede tutta Atene il Partendone il Pireo ecc. Ad Ascoltare Paolo c’era Dionigi che da questo momento seguirà San Paolo, divenendo Primo capo della chiesa ateniese. A Lui è dedicata la Metropolitana (chiesa) che sembra costruita ieri ma vanta i suoi secoli . Già tempio , moschea , chiesa ripetutamente. La chiesetta accanto mostra come si costruivano le chiese allora. Distruggendo o utilizzando materiali di altri monumenti. Cosi fu anche per il partenone sull’acropoli. 
La lapide su San Paolo
Nel 1687 “i portatori” di civiltà del tempo, i veneti della serenissima centrarono il partenone con una bomba  , a quel tempo usato come deposito di polveri e rifugio delle migliori famiglie turche, che saltarono in aria sia le famiglie (200), le polveri ed il capolavoro di Fidia. Del tempio al dio ignoto , anche se si è localizzato il luogo non vi è più traccia.

SANT'AGOSTINO


Nota: Gli scritti che seguono erano previsti per il 29 agosto , ricorrenza di Sant’Agostino (vedi http://ilguglielmo.blogspot.com/2011/08/sant-agostino-e-santa-monica.html ) . Ma “ripescare” Rosalba Mozzati non è stato facile e quindi ci siamo affidati ad un semplice commento. Le lunghissime discussioni con la Mozzati, in tempi giovanili, sono ancora vivissime e difficili da cancellare. Ma , anche questa volta, ci siamo attenuti ad “ubi maior minor cessat” e non ci è stato difficile accettare questo principio che poi è la regola fondamentale che ci guida.
S. AGOSTINO
QUANDO LA FEDE ILLUMINA LA RAGIONE
Probabilmente, la frase a lui attribuita “Signore, donami il dono della castità. Però, ecco, non subito…” è apocrifa. Tuttavia, la sua vita è degna di un romanzo.
Aurelio Agostino nasce a Tagaste, in Numidia, (quindi proprio – attualmente – un paese extracomunitario) nel 354 dopo Cristo. Suo padre è pagano, ma sua madre Monica, è cristiana. E cristianamente lo educa. Il che non toglie al giovane Agostino l’idea di trasferirsi a Cartagine per aprirvi una scuola di retorica (oggi si direbbe uno “studio da avvocato”), per approfondire gli studi e per – come si diceva un tempo –“sviarsi moralmente”. Aderì pure alla setta dei Manichei, una inquietante eresia del tempo, che affermava la distinzione assoluta fra bene e male, senza possibilità di salvezza o redenzione dei peccati. Forse, e non solo, per questo Cartagine cominciò ad andargli “strettina”. E così si trasferì prima a Roma e poi a Milano.
Milano, nel IV secolo dopo Cristo, era veramente il cuore e il centro dell’Impero. E aveva un vescovo – Ambrogio – non solo acclamato come tale dal popolo, ma capace di fare restare fuori dalla cattedrale il “potente fra i potenti”, in ginocchio per terra un giorno e una notte. Finché non avesse chiesto perdono a Dio del massacro operato sugli innocenti di Tessalonica, in Grecia. Il “potente fra i potenti” era l’imperatore Teodosio.
Fu proprio a Milano che Agostino cominciò ad ascoltare le prediche di Ambrogio, insieme a Monica che lo aveva seguito. E fu sempre lì che, nel 387, ricette dallo stesso Ambrogio il battesimo e decise di tornare in Africa con la madre. Monica, però, morì ad Ostia. Poco prima che si Imbarcassero. “Piango, mamma, la tua assenza. Ma rigenerato in Cristo, porto nel cuore la memoria di te…” scrive.
Ordinato sacerdote, nel 395 viene consacrato vescovo di Ippona (la sua città natale) e lì si dedica alla cura della diocesi, scrivendo numerose opere e partecipando alle controversie teologiche – che erano molte e abbastanza feroci – del suo tempo. Muore nel 430, proprio quando i Vandali di Genserico mettono a ferro e fuoco la sua amata Ippona.
Rosalba Mozzati