lunedì 28 febbraio 2011

IL TEATRO DRAMMATICO DEI PUPI A CERTOSA DI PAVIA

lA FACCIATA DELLA CERTOSA

IL TEATRO DRAMMATICO DEI PUPI  A CERTOSA DI PAVIA
Luogo prestigioso , gioiello della Lombardia, pieno di opere d’arte, di tradizioni di fascino. Ricordo ancora quando un gruppo di pellegrini di Marineo programmò una visita a questa certosa durante un viaggio e datici appuntamento a Certosa ci trovammo nel bar lungo lo stradone per Milano. Ci recammo a verso la certosa per iniziare la visita …..non sapendo che il lunedi la certosa …era chiusa. Così ci accontentammo di una visita …all’esterno. Dopo circa dieci anni ci ritroviamo a Certosa per un altro appuntamento. I nostri pupi giovedi  3 marzo 2012 p.v. porteranno i nostri colori a Certosa di Pavia. Qui furono  inventate le marcite. Questa è la Monreale di Milano dove i Signori di Milano fecero allestire le loro tombe. Qui riposa Beatrice d’Este la “signora bambina” andata sposa a Ludovico il moro a soli tredici anni , scolpita nel marmo con dei tacchi che sembrano del nostro tempo, qui si sente ancora il silenzio nel chiostro circondato dalle celle dei monaci che sembrano delle vere e proprie suite residenziali di oggi, qui si produce ancora il mille erbe, il gorgonzola , si mangia lo stufato d’asina , le rane e le lumache. Dalle cantine esce il  vino dell’oltrepò pavese. Ettari di marcite dove si produce biada due volte all’anno per le mucche che daranno il latte per il gorgonzola e altri rinomati formaggi. Dai Molini certosa esce ancora la farina che prende la strada per i panifici e a pochi passi il riso domina incontrastato. Altra località prestigiosa dove i nostri pupi portano la vera immagine della Sicilia.      Il viaggio di Orlando continua portando il nostro teatro in un'altra località prestigiosa.

LA REGINA è NUDA

KOPIA - INKOLLA
Il meglio dai siti web
Riportiamo da LASTAMPA.IT di Torino il commento di Massimo Gramellini
su fatti di attualità apparso il 25 febbraio nella rubrica Buongiorno
La regina è nuda
Le due notizie sono atterrate insieme sul tavolo della redazione e l’ho considerato un segnale. Prima notizia. La società di andrologia lancia l’allarme: il calo del desiderio e i problemi di erezione legati a blocco psicologico sono sempre più diffusi. Fra i settantenni? Manco per niente, come testimonia la cronaca politica. Fra i ragazzi di vent’anni, la prima generazione esposta fin dall’adolescenza alle radiazioni dei siti porno e all’utilizzo esasperato del corpo femminile da parte della pubblicità. Più vedo meno godo. Per le giovani donne si prospetta, oltre al danno, la beffa. Esibite in pubblico come stinchi di macelleria e ignorate nell’intimità. Però c’è la seconda notizia.
Nel bel mezzo della lezione, una bambina della scuola elementare Pezzani di Milano punta il dito contro la finestra e urla alla maestra: «Ma quella ha il sedere di fuori!» «Quella» è la modella gigantesca di un gigantesco poster che fronteggia la scuola e reclamizza una gonna virtuale che non arriva a scaldare neppure le chiappe. Gli autori della pubblicità hanno parlato di «espressione artistica» e di fronte all’arte, si sa, l’uomo sensibile si inchina. Ma a furia di inchinarsi smette di stupirsi, con tutto quel che ne consegue. Le maestre e le mamme della scuola hanno dichiarato guerra alla chiappa. Finora non l’avevano notata. Una più, una meno. Ci voleva una bambina per gridare che la regina era nuda. Le donne dovrebbero farle un monumento. E anche i maschietti della sua classe, se grazie a lei non entreranno nella prossima indagine della società di andrologia.

venerdì 25 febbraio 2011

PINA DI SCLAFANI, PALADINO

PINA DI SCLAFANI
Paladino del Diritti dei cittadini
MARINEO. Pina Di Sclafani, dipendente del Comune di Marineo, è stata nominata responsabile dell'URP (Ufficio relazioni con il pubblico).
L’Ufficio riceve lunedì, martedì, giovedì e venerdì (dalle ore 9 alle 12) e il mercoledì dalle 15 alle 17, e si trova al primo piano del Municipio (corso dei mille 127), tel 091.8725193 interno 31, e-mail: dialogo@comune. marineo.pa.it. Compito dell'URP è quello di agevolare il rapporto tra Comune e cittadini, facendosi tramite tra cittadino e i singoli uffici, verificando la qualità dei servizi resi. L’Ufficio deve garantire l'esercizio dei diritti di informazione, di accesso e di partecipazione, agevola l'utilizzazione dei servizi offerti ai cittadini e l'informazione sulla struttura e sui compiti dell'amministrazione. Inoltre attua, mediante l'ascolto dei cittadini e la comunicazione interna, i processi di verifica della qualità dei servizi e di gradimento degli stessi da parte degli utenti.
Sin qui la notizia.
L’abbiamo letta sui blog e sul nuovo bollettino comunale. Poi ci è stata inviata dal “Dottor Fabrizio Cangialosi” anche se non abbiamo capito in che forma e in che veste. Il bollettino non fa altro che riportare tutto quello che scrive il nostro blog principale rendendolo inutile. Soldi capricciosamente buttati al vento. Ma veniamo al dunque. Abbiamo gioito alla notizia. Eravamo scottati dallo Sportello Unico e dal suo uso politico e temevamo di ritrovarci nuovamente ingabbiati. Allora siamo andati a verificare . Abbiamo faticato a trovare questo ufficio perché facevamo fatica a pensare che un simile reparto potesse trovarsi nell’ufficio del sindaco. Prima a sinistra, no l’altra, mai e poi mai potevamo immaginare che l’ufficio che dovrebbe accogliere le nostre rimostranze si trovasse nell’ufficio del sindaco dove bivaccano assessori, funzionari e cittadini a tutte le ore. Increduli entriamo con la speranza di non incontrare né il sindaco né certi funzionari. Scoraggiati volevamo abbandonare la partita ma il sorriso di Pina Di Scafani e della collaboratrice ci attirano dentro. Trent’anni di servizio in quasi tutti i settori del comune non hanno minato questo battagliero funzionario. Affabile, disponibile convinta di questo nuovo incarico. Mi dice subito che questo ruolo richiede pazienza, pazienza e pazienza. “Il cittadino è stanco di non avere un interlocutore e viene da noi convinto che qui gli verrà data la cura giusta e le medicine appropriate. Noi siamo semplicemente un filtro, un tramite non sta a noi risolvere i problemi. Ci sono i vari reparti, uffici che hanno le loro specifiche competenze e capacità. Noi siamo un aiutino, segnaliamo un percorso”. Spiego che nel nostro paese ci sono tantissimi filtri che la politica usa come armi improprie. La Di Scafani mi interrompe bruscamente : ”Senta io sono un dipendente del comune e faccio il mio lavoro muovendomi in uno spazio istituzionale. Non mi trascini in argomenti che non mi competono e di cui non sono né delegata né competente” . Mi scuso chiarendo che avendo visto l’ufficio allocato nell’ufficio del sindaco mi viene difficile usare i miei diritti in mezzo ad assessori, sindaco, segretari e non so chi altri. La mia riservatezza (a cui ho anche diritto) non può essere spiattellata proprio nell’ufficio del sindaco a cui i cittadini hanno già dato credito eleggendolo ma che non può “gestire” il motivo della mia presenza in quell’ufficio. Si parla di moduli da compilare che verranno incanalati, di regole professionali, di spazi non controllati. Cortesemente la Di Scafani mi offre la possibilità di ascoltarmi in altro ufficio separato per accontentare la mia richiesta di privacy. Ringrazio ricordando alla signora il testo che regola questo servizio creato a tutela del cittadino. Spiego che in una comunità piccola non si può pretendere … “si, ma questo è il nostro obiettivo”. Promette bene la Di Scafani anche perché ha capito che non volevo seminare zizzania ma la mia era una ricerca di un miglior rapporto con l’amministrazione e i suoi uffici e funzionari. Come al solito grazie ad un buon funzionario riacquistiamo fiducia nello Stato. Ma mi scuserà Di Scafani, sino a quando non le spostano l’ufficio io le lascio questo esposto, mancando i moduli lo espongo brevemente: non è minimamente accettabile che il cittadino possa usufruire di questo servizio in questo luogo. Spiacente ma non posso unirmi al suo sorriso sincero e accattivante.
Onofrio Sanicola

mercoledì 23 febbraio 2011

SOFONISBA ANGUISSOLA SIGNORA DELLA PITTURA

Autoritratto
SPAZIO ROSA
L’ALTRA META’ DELL’ARTE
Sofonisba Anguissola, signora della pittura rinascimentale,cremonese di nascita ma palermitana di adozione
Comincia con Sofonisba Anguissola e le sue sorelle l’ingresso delle donne nella storia della pittura. Siamo nel ‘500 e le donne, anche se ricche di talento, sono tenute lontane dalle botteghe artistiche, riservate agli uomini. Ma nella nobile famiglia Anguissola dovevano esserci mezzi adeguati perché tutte e sei le sorelle vengono avviate alle arti in casa ed è a questo universo domestico che si ispireranno i numerosi dipinti di scene di vita familiare. Solo a Sofonisba, la più dotata, viene concesso di frequentare - non da sola, cosa impensabile per quei tempi, ma in compagnia di una delle sorelle - la bottega del pittore lombardo Bernardino Campi. Era nata a Cremona nel 1530 e ben presto, grazie alle conoscenze altolocate del padre Annibale e della sua fama di ritrattista, venne chiamata alla corte dei Farnese, dei Gonzaga e perfino da Filippo II a Madrid, dove divenne anche dama di corte della regina-bambina Isabella di Valois con cui strinse un rapporto di confidenza e profonda amicizia, accomunate dalla passione per la pittura. Ed è in quella corte, avendo la pittrice espresso il desiderio di sposare un italiano, che venne combinato per procura il matrimonio con il siciliano don Fabrizio Moncada governatore di Paternò. Dopo la morte del marito, avvenuta in mare durante un assalto dei pirati, lasciò la Sicilia e a Livorno conobbe il nobile genovese capitano Orazio Lomellini che sposò trasferendosi poi a Genova. A 83 anni il marito la riportò nell’isola dove aveva numerosi interessi da curare. A Palermo continuò a dipingere nel quartiere arabo di Seracaldi, meglio noto come il Capo, nonostante il forte calo della vista per una cataratta. Ed è intorno ai 90 anni che la pittrice incontra il giovane e promettente pittore fiammingo Antoon van Dyck, che aveva ammirato i suoi quadri alla corte di Spagna, desideroso di conoscerla di persona. Il pittore era stato invitato a Palermo da Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia per conto del re di Spagna Filippo VI, perché gli facesse un ritratto. In quella occasione, mentre l’artista ne eseguiva uno schizzo, l’anziana donna conversando amabilmente ebbe modo di raccontargli di sé e di dargli preziosi consigli tecnici come quello di non prendere la luce dall’alto altrimenti l’ombra delle rughe della vecchiaia diventa troppo forte. I suoi ritratti sono conservati in prestigiosi musei d’Europa e d’America, ma chi volesse vederne uno può spingersi sino a Paternò dove l’artista dipinse, affranta dal dolore, in ricordo del marito un olio su tela della Madonna dell’Itria, a cui il casato dei Moncada era particolarmente devoto. Il dipinto che si trova nella Chiesa dell’Annunziata, è privo di data e firma e solo recentemente è stato attribuito alla pittrice, grazie a un documento notarile rinvenuto nell’archivio storico di Catania.
Morì nel 1625 e fu sepolta nella cripta della chiesa palermitana di San Giorgio dei Genovesi, dove ancora oggi può leggersi una lapide in cui il marito Orazio Lomellini esprime tutto il suo dolore e l’ammirazione per l’amata consorte.
Mariolina Sardo

martedì 22 febbraio 2011

RICAMBI

 Dizionarietto 2
Chi ti fa un piacere sa che riceverà in cambio due volte altrettanto. Regole dettagliate esistono come metro di paragone. Si inizia la mattina con il caffè. E’ un conto difficilissimo da tenere. Se sei un’autorità non pagherai mai il caffè. Solo il sindaco paga il caffè a “tutti i presenti” . Il muratore al capomastro, l’impiegato comunale secondo il proprio ruolo. Al funzionario delle liste elettorali non si offre caffè perché è un ruolo che non crea ricambio di cortesie, quello dell’ufficio anagrafe ti dovrà rilasciare qualche certificato ben sapendo che in tutti i certificati corretti è inutile. Esiste oggi l’autocertificazione, l’emissione di certificati on line. A meno che, come si legge ogni tanto, si tratti di certificati falsi. I dottori non pagano caffè, insieme a ufficiali giudiziari, assessori, insegnanti, funzionari di banca e cosi via. Trovare un posto di lavoro ti obbliga a un asservimento totale che devi ricambiare con il voto, agnelli e sasizza per tutta la vita. Alla faccia delle tue idee politiche. Ottenere pensioni, convalescenze, invalidità si ricambia con altrettante obblighi. La tua visibilità aumenta proporzionalmente ai favori dispensati. Il massimo che ti può succedere lo vedi descritto in quel famosissimo film con Alberto Sordi. Non esiste la cortesia se non con una adeguata ricompensa al cubo. Guai, infine, se la cortesia ti ha procurato un guadagno, un vantaggio. Evita di chiedere cortesie, quindi fai la tua coda aspetta il tuo turno è meglio. Caso a sé il passaggio. Non esiste il passaggio in macchina. E’ consentito solo agli studenti . Metà paese va tutte le mattine a Palermo. Non meno di cinquecento macchine di pendolari. Non chiedete e non aspettate un passaggio. Non esiste per esempio che scambi il passaggio anzichè quattro macchine uno alla volta per settimana è umiliante, ti sminuisce. Se chiedi un passaggio l’altro ti mette condizioni inaccettabili. Ho un appuntamento urgente, vado al lato opposto di dove vai tu e cosi via. Per correttezza bisogna dire che non si chiedono né si danno passaggi. Se prendi il bus (servizio super eccellente almeno 15-20 corse al giorno per Palermo) sei considerato un miserabile… (2-continua)

lunedì 21 febbraio 2011

TORNA IL KILLER DELLE PALME

Torna il killer delle palme, il punteruolo rosso. Un coleottero le cui larve si insediano negli alberi provocandone la distruzione. In realtà non se ne è mai andato via dal nostro Paese dove colpisce soprattutto le zone costiere, tanto che a Sanremo è nato anche un Centro studi ad hoc. Ora un decreto d'emergenza, dopo quello del 2007, del ministero delle Politiche agricole (pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 36 del 14 febbraio) prova a bloccarlo d'urgenza. Il decreto ha lo scopo di "impedire l'introduzione e la diffusione all'interno del territorio" italiano del punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus) dichiarando "lotta obbligatoria" per contrastare l'insediamento. Nel provvedimento vengono definiti anche i compiti per i servizi fitosanitari regionali, in base ai singoli Piani di azione. Il punteruolo rosso è originario dell'Asia sud orientale, ed è rintracciato per la prima volta in Italia nel 2004. Attacca le piante scavando delle gallerie al loro interno, con una spiccata preferenza per le palme di sesso maschile che riesce a uccidere, se ha 'fame', anche in 20-30 giorni (la media è di 4-8 mesi). Le regioni più colpite sono le riviere della Sicilia, della Campania, della Puglia, del Lazio, della Liguria. I danni economici possono anche arrivare a 20.000 euro per una palma di 20 metri, mentre un abbattimento costa in media intorno ai 1.000 euro. Negli ultimi anni sono fiorenti gli studi nel campo.(Sicilia Inform.)
Sin qui la notizia.
Noi non temiamo il punteruolo rosso ! Abbiamo una tale esperienza e competenza che molti ci invidiano. Da dove nasce questa nostra sicurezza ? 1) Marineo non è un paese della riviera siciliana (vedi sopra) 2) Abbiamo un qualificato esperto “tuttologo” che ci tiene costantemente informati sul prosieguo del grande battage fatto a suo tempo 3) le palme a Marineo sono tutte morte o stanno agonizzando. Malati terminali. 4) il vero killer non è il punteruolo rosso ma il silenzio... Non una parola non un comunicato.

FRATELLI D'ITALIA !

PARTE BENE IL NUOVO CICLO DI INCONTRI ALL’UNIVERSITà POPOLARE DI BOLOGNETTA
La ricorrenza dei 150 anni dell’unificazione nazionale può essere occasione per molti di esaltazione con il rischio della retorica (l’epopea risorgimentale trasformata in mitologia o martirologio), per altri di disprezzo e rifiuto (l’unità come forzata convivenza tra diversi). Forse la posizione più saggia sarebbe quella di utilizzare il centocinquantesimo anniversario per riflettere sull’Italia che con luci ed ombre è stata costruita dai nostri padri, quella che stiamo costruendo noi e quella che possono costruire le prossime generazioni. “Fare gli italiani”, ammesso che tutti lo vogliano, sarà forse un compito che richiederà ancora tempo e fatica: cerchiamo di capire intanto quali sono gli aspetti prevalenti del carattere nazionale e quali comportamenti positivi e negativi sono entrati a far parte della cultura e del costume di questa parte dell’Europa.Per offrire stimoli alla riflessione e occasioni per la discussione prima che le celebrazioni ed i festeggiamenti mettano la sordina all’approfondimento e il confronto, l’Università popolare di Bolognetta, che negli anni scorsi ha ospitato un seminario sulla Sicilia preistorica ed uno sulla Sicilia greca, ha organizzato per il 2011 un ciclo di incontri denominato “Sicilia 150. Dall’unificazione alla globalizzazione” che si svilupperà da febbraio a maggio. Il primo incontro avrà come relatori Claudio Paterna, presidente dell’Istituto nazionale per il Risorgimento - comitato di Palermo e lo storico Michelangelo Ingrassia dell’Università di Palermo, che tratteranno il tema: LA SICILIA E I SICILIANI NEL CAMMINO VERSO L’UNITA’ D’ITALIA (1820-1861),.
Sin qui Santo Lombino.
Parte bene questo ciclo di incontri organizzati da questa Università Popolare che riscuote sempre più giudizi positivi . Il tema ,che si confonde fra mille proposte similari, non era altamente allettante ,sconoscendo relatori e dettagli , ma che subito dalle prime battute si è imposto grazie ad una straordinaria verve di tutta la squadra. Già la presentazione secca ed essenziale ha dato il via ad interventi condotti con maestria. Anche il sindaco, partendo dalla serata di Benigni a Sanremo si è fatto trasportare dal comico che passa facilmente da Dante a Garibaldi, dalle minorenni a battute ormai superate. Gli è sfuggita la insicurezza di Benigni a forte disagio quando non usa agganci boccacceschi. Ha ben sposato il programma, orgoglioso di avere uno staff di prima qualità. Claudio Paterna ha corso e scorso con dotte citazioni (bene segnalare che senza bibliografia non si è studiosi qualificati). Michelangelo Ingrassia che ha mostrato la vera stoffa dello storico con notizie di nicchia e interpretazioni nuove, un risorgimento da un lato fallito dall’altro ci ha portato in evidenza personaggi nuovi o non valutati partendo dal 1820 sin quasi ai nostri giorni. Ha reso più umani miti ed eroi da tutti conosciuti in forma quasi irreale. Un grafico e un organigramma eccellente, spogliato della letteratura popolare ma non per questo meno affascinante. Il mito che prima illuminava Garibaldi, Mazzini Cavour e altri ne sono usciti più forti , da intoccabili a umani ma in ogni caso eccezionali. Inserirli in un contesto , capillarmente descritto dai due relatori, reale e a 360 gradi è stato per tutti i presenti emozionante. Ci siamo trovati tutti nel momento giusto al posto giusto con ogni tassello al suo posto. Senza sbavature. Mi ha sorpreso la pacatezza espositiva accattivante che ha schiacciato il pubblico sui contenuti. Può andar fiero questo sindaco di poter contare su questa squadra. Una bibliotecaria , che sa curare i suoi ospiti, Santo Lombino non lo scopro io , ma i presenti sembravano studenti a lezione. Sì, parte bene questo ciclo di incontri.
Onofrio Sanicola
E’ sempre più una sorpresa la Biblioteca di Bolognetta.Un paese di 4.000 abitanti che ha quasi il 50 per cento di iscritti alla propria biblioteca è sbalorditivo. Una sala dedicata ai bambini che disegnano leggono costruiscono senza gridare o rincorrersi. C’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarti a suggerirti a segnalarti. Una videoteca di tutto rispetto, ordine e pulizia dappertutto.

sabato 19 febbraio 2011

VITA MIA


Vita mia

 

Occhi neri grandi ed immensi

sconfinano nel mondo della mia vita

Sorriso beato, felice e sincero

che racchiude dietro di se, un po di mistero

Non esistono parole, non esiste nulla

che si avvicini al mio amore per te

Ogni volta che ti penso

il cuore sembra scoppiare di gioia
e raggiunge i più grandi traguardi

Ed ora che stai crescendo, che stai intraprendendo la tua strada, così come è giusto che sia… 

Mi manchi.

Ti penso
Ti amo come non mai ho amato
e sa solo Dio quanto sei importante per me….
Figlio mio!!!!
Alessandra Marchese
Pensata e scritta per mio figlio e per tutti i figli che leggeranno...

IL SACCO DI AIDONE

RISPOSTA AL CORRIERE DELLA SERA SUL SACCO DI AIDONE

Potrebbe essere una polemica pretestuosa quella di rispondere a due penne importanti (premiata ditta Rizzo-Stella) che nel loro libro - denuncia Vandali esprimono i loro dubbi sulla collocazione della Venere di Morgantina nel museo archeologico di Aidone. I due ci ricordano quando Montanelli (anche lui dipendente della stessa ditta) si mise ad insultare la Sicilia “dialogando” con un collega francese paragonandoci all’Algeria di allora con il linguaggio che il miglior “leghista” non avrebbe usato. I tempi sono cambiati e si possono dire le stesse cose in modo diverso ma altrettanto efficace. Ci insospettisce questa “insofferenza razziale” di cui i due ci gratificano andando a spasso sul generico e casuale.
“Aidone questo paesino arroccato sui monti Erei, a 98 chilometri dall’aeroporto di Catania, 195 da quello di Palermo senza un solo autobus diretto, 5.176 abitanti, zero librerie, zero cinema, zero teatri, zero Internet point come può accogliere quest’opera meravigliosa…”
Stiamo ancora pagando polemiche cuffariane, malgoverno locale, mafie infinite, presunte incapacità. Vogliamo fare un bilancio della storia? Scoviamo per caso un teatro antico a Morgantina, una emigrazione di disperati lombardi che ha lasciato tracce troppo visibili nel dialetto aidonese, una Venere che se rimane ad Aidone è chiaramente prostituta ma se la si trasferisce altrove diventa Venere, Demetra o Persefone? Ripeschiamo le polemiche sui Bronzi di Riace ?
Questa statua è aidonese e lì deve rimanere. Perché non spostare le miniere d’oro dove è più facile sfruttarle magari nelle città industrializzate. Smontiamo il teatro di Morgantina e portiamolo a Lambrate.
Cosa può aspettarsi una qualsiasi Aidone del nostro sud per inserirsi in un contesto non avendo altre risorse? E cosa manca ad Aidone ? Un cinema, un teatro (vergogna, altro che teatro possiede), una libreria (per comprare i libri dei due autori)? Internet Point zero?
Aidone possiede il suo territorio i suoi beni culturali, la sua Venere di Morgantina e la sua gente che la crema del giornalismo lombardo crede che abbiano un colore di pelle dispregiativo e la sveglia legata al collo pronti a venderla al primo turista lombardo stufo di nebbia e cassola che viene a Morgantina a portarci la cultura dei bauscia. E cosa dire delle “penne lombarde” quasi tutte di origine siciliana che tacciono ormai assuefatti alla cultura del potere?
A noi non è dato sapere dove pensano possa alloggiare “la donna coi veli” meglio della sua casa natale.
I magazzini dei musei sono pieni di materiali “conservati” proprio perché i tempi maturassero ed è giunto il momento di riaffidarli agli enti locali per arricchire l’offerta contro un turismo cittadino costoso, rumoroso, frettoloso. Il turista ha una nuova opportunità: andare dove prima non avrebbe mai pensato di andare per assaporare quello che la città non gli dà.
Possibile che ad Aidone questi signori non abbiano trovato nemmeno un motivo per giustificare la presenza della “donna coi veli”? Peggio che a Sodoma e Gomorra!
Onofrio Sanicola
Vandali di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 12 febbraio 2011

DONNA COI VELI

 
NOSTOS IL RITORNO
Torna dalla California la preziosissima statua della Venere di Morgantina.
Per i giornalisti Stella e Rizzo inadatto Aidone ad accogliere una grande massa di visitatori
Ce la meritiamo? Dopo un contenzioso durato 10 anni il Getty Museum di Malibù ha deciso di restituire all’Italia questa meravigliosa scultura. Trovata a Morgantina dai tombaroli era poi finita al museo che l’aveva comprata ad un’asta per 18 milioni di dollari. Da quattro anni si sa che tornerà in Sicilia ma solo ora e con grande ritardo si sta completando l’allestimento dei locali del museo archeologico di Aidone in provincia di Enna dove pare sia destinata. “E’ nostra, è nostra” reclamano ad Aidone e già accarezzano l’idea di un flusso enorme di turisti con le tasche gonfie di soldi che risolleverebbero la scarsa economia di questo piccolo borgo. Ma gli inviati del Corriere della Sera Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, autori di Vandali edito da Rizzoli, in libreria in questi giorni, sono molto perplessi. I due giornalisti - che nel libro denunciano il traffico dei tesori artistici rubati, il degrado dei musei, il cemento abusivo che deturpa il paesaggio con grave danno per il turismo - sollevano diverse obiezioni: “A Los Angeles il capolavoro richiamava un milione e mezzo di visitatori all’anno. Aidone questo paesino arroccato sui monti Erei, a 98 chilometri dall’aeroporto di Catania, 195 da quello di Palermo senza un solo autobus diretto, 5.176 abitanti, zero librerie, zero cinema, zero teatri, zero Internet point come può accogliere quest’opera meravigliosa…” Alta due metri e venti centimetri, scolpita a quanto pare da un allievo di Fidia, in origine era probabilmente policroma e rappresentava non tanto Venere quanto Demetra o Persefone.

PICCOLO DIZIONARIETTO

DUVIRI
(con note di costume a margine)
Quasi un obbligo. O meglio un dovere. Parte come minimo dall’influenza. Dall’influenza in poi sei tenuto a far visita, non potendo devi fare almeno una telefonata e lasciare un segno che ti sei interessato. In caso di malattie più gravi o importanti ti corre l’obbligo della presenza. Se sei compare i tuoi obblighi arrivano ad una presenza costante e visibile. Se il degente è lontano i parenti locali sono autorizzati a ricevere le visite ma si resta obbligati almeno alla telefonata. A sera i parenti relazioneranno sulle visite e telefonate. Quasi giornalmente il degente chiederà di chi si è interessato a lui, controllando chi ha telefonato. Sbalordendosi per gli assenti ingiustificati. I più ligi fanno visita o “duviri” già quando il termometro supera i 37, poi ogni viaggio sia alla partenza che all’arrivo, poi la visita all’ospedale ed infine a conclusione. Il visitato misura amicizia e dovere e quando può ti sollecita la visita elencando al visitatore tutti coloro che ci sono già stati e dolendosi per chi non è già stato. In caso di defunti si distingue fra chi è venuto in chiesa, chi solo al corteo verificando con i presenti assenti e presenti, sbalordendosi degli assenti ingiustificati. Ai funerali quando vedete uno che vaga per le navate è il cosiddetto testimone che “accerta “ le presenze e che alla prima occasione ti saprà dire chi, quanti e dove erano presenti. Altre forme sono i “sangiovanni”, le novene, le condoglianze, le inaugurazioni di negozi e attività. (continua)

sabato 12 febbraio 2011

MARIA CATENA

suggeriamo prima della lettura di avviare il video
 
IL RACCONTO DELLA DOMENICA 

Il marito davanti al computer  che sta ultimando le ultime relazioni perchè l’indomani avrà un importante  riunione di lavoro  ( bugia, sta chattando con una bionda con due tette gigantesche). La moglie: approfitta del fatto che il  marito sta lavorando di là nello studio per scambiarsi i messaggini con la sua migliore amica ( bugia è il suo amante ma sul display del telefono compare memorizzato il nome dell’amica nel caso in cui...).Il figlio diciannovenne: sta cercando su internet a proposito delle ragadi dei panda, in quanto l’indomani ha un esperimento da presentare all’università di scienze ( bugia anche questa, guarda un film porno). Il figlio sedicenne, sbircia, osserva una volta mamma e una volta papà, ha capito tutto e nella sua testa pensa: non mi sposerò mai, non voglio fare la loro fine! La piccolina di cinque anni: abbandonata nella sua stanza rosa, in compagnia di decine di bambole, gioca a far sposare Barby e Ken, e sogna di ritrovare la sua famiglia riunita, magari seduti tutti quanti insieme a terra, su un bel tappeto a raccontarsi le favolette. Deve fare la pipì e chiama papà…..: " tesoro chiama la mamma che sto lavorando". La  mamma: " Amore mio,  arrivo. L’ultimo piatto da lavare e sono da te,  ( bugia è l'ultimo sms, se mai si deciderà quale sarà l’ultimo). Poi…ci sono i mariti che leggono i giornali  e le mogli che stirano montagne di panni  o nei casi ancor più felici,    le mogli che vanno a letto presto perchè l'indomani si lavora e i mariti che escono per andare a lavorare: gli tocca fare la notte. Questi che non si incrociano mai sono quelli che si ameranno per sempre! Ma ci sono pure quei mariti  che lasciano sul letto una scatola gigantesca con dentro un abito da tremila euro ( che la moglie aveva visto in vetrina). Appoggiata alla  scatola, una rosa rossa ed un biglietto con su scritto " sei tutta la mia vita" e poi.. si scopre che ha messo incinta la domestica che a sua volta aveva infiocchettato il regalo della moglie del suo amante ( ma che premurosa… tesoro!). Ma poi c’è chi ama la famiglia numerosa…che carini che sono: dopo aver fatto sfornare tre figli uno dietro all'altro alla moglie il marito si sveglia una mattina e sente di essere un po’ depresso e quindi ha bisogno di una vacanza: Organizza un viaggio in Brasile con il suo migliore “amico”, o con la segretaria? Belle famiglie, per fare un esempio, quelle che vengono definite “del mulino bianco”. Le possiamo incontrare la domenica in chiesa. Dopo aver recitato il Padre Nostro, e preso la comunione. Ce li ritroviamo nelle pasticcerie, dopo la messa,  a riempire vassoi di dolci da omaggiare chi li ha invitati a pranzo quel giorno e con chi, probabilmente dopo un lussuoso pranzo e un buon caffè, proseguono nel pomeriggio, con un bel corso di taglio e cucito, dove le tele da ricamare sono le persone che non sono scese a compromessi e hanno deciso di non vivere nell’ipocrisia.  Gli aghi,  le voci di popolo e con i fili di cotone colorato, infilzano la vita  di quest’ultime, tingendo di rosso anche le figure che vivono completamente in  bianco!

A me la comunione, non è più concessa, così come non mi sarà concessa l’estrema unzione quando arriverà l’ultimo dei miei giorni. Io sono una peccatrice, ma mi è rimasta l’onestà di pensiero e soprattutto, non tradisco me stessa né chi, non condivide più la mia vita per scelte diverse.
Alessandra Marchese

Inizia a collaborare al Guglielmo ,figlia della Valle dell’Eleuterio , apprezzata scrittrice che ha ancora tante cose da dire. Siamo lieti di questa sua decisione che ci permette di ricordare che la pluralità degli interventi ci arricchisce enormemente lasciando a ciascuno il giudizio sulla lettura. Ci auguriamo che altri seguano il suo esempio arricchendo questo piccolo giardino dove ci siamo dati appuntamento sin dalla sua nascita.

venerdì 11 febbraio 2011

AUTOGOL

AUTOGOL
Anonimo ha detto... 10 febbraio 2011 00:24
Onofrio visto cosa partorisce la montagna?? il topolino(1.800,00) è una vergogna, passa il piacere pure di farsi una passeggiata per le vie del paese per non vedere sta gente che sorride come se operasse con dignità, sono davvero deluso e senza voglia di fare e dire niente. Ammiratore.
Intanto non sapevo di avere “ammiratori” ma speravo in ammiratrici….Non vedo nulla di scandaloso nella delibera. E’ ineccepibile. Un servizio un compenso. Il volontariato è la tomba del professionismo. Ci vogliono entrambi, ma con ruoli ben precisi. Solo da noi questo non è possibile . Chi ha emesso la delibera non ha tenuto conto di questo esercito di volontari figli delle congregazioni , beati apparenti , pronti a dimenticare il significato del volontariato, predisposti al rancore dove non sono bastati 11 lezio del parroco a portarli ad un altruismo gratuito a donarsi senza compenso. Che poi il beneficiario del “compenso” includa parenti, amici e cose del genere è ridicolo farne oggetto di “vergogna” se svolgono il mandato a cui sono delegati. Anche l’urgenza non vedo che sia criticabile. Anzi . Qualsiasi beneficiario avrebbe subito simili insulti. Se il volontario si è sentito offeso , scelga meglio in futuro e partecipi solo dove si sente garantito e gratificato. E’ tipico di noi cattolici chiedere sempre un compenso sia come gratificazione che come denaro che come compenso stesso. Le nostre “volpi di carta” sono state un pò leggere e semmai fa ridere la storia degli indirizzi. Sono sorpreso che questa storia abbia fatto tornare la parola al mio amico ex sordomuto Elio Arnone, massimo pittore, domatore di arcobaleni immensi, con un plateale regolamento di conti. Ma non eri andato in Spagna per espugnare Sagunto ? La saluto , vada tranquillo a passeggio, spero non aver perso uno dei miei rarissimi ammiratori…

mercoledì 9 febbraio 2011

NON PARLO NEMMENO SE MI PENTO

Scusi Conte Orlando , ma Angelica quanti anni ha ?

Sabato nell’ex-granaio del Palazzo Beccadelli incontro-spettacolo con due personaggi veramente prolifici . Il primo Antonio Di Stefano attore-comico-scrittore che ha prodotto decine di libri su un'infinità di “stupidari” scritti sempre a più mani. Il secondo Lino Buscemi più giornalista e “censore” che comico. Dopo una decina di presentazioni di libri “severi” approda al castello un momento di ilarità di cui avevamo bisogno. Il “paese più immobile del mondo” , il paese che ride a squarciagola  su doppi sensi e oscenità che non  sa fare sana autocritica  tramite umorismo. Avremo due ospiti che vivono di umorismo e che arrivano  nel paese dove non si può ridere su nulla senza suscitare risentimenti insulti e delazioni. Gli autori sono dotti professionisti e sanno sottolineare con sapienti giochi di parole e neologismi , torturando parole e significati, i nostri stessi errori e il vivere una quotidianità esasperata. Accettiamo questa lezio e che faccia da spartiacque alla rancorosità locale perché “sono benefattori dell’umanità” , grazie alla loro allegria. “ La pace solo se la dai “ dichiarava un cartello non so dove, oppure “combattere la mafia con la risata”  sentenziano gli autori. Queste cose le può dire-scrivere solo uno di “fuori” . Speriamo che gli organizzatori portino i  libri e mettano una luce nella zona degli ospiti altrimenti che senso ha presentare un libro senza il libro o presentare facce  al buio. “Non parlo nemmeno se mi pento” . si può rispondere. 
Interverranno Ciro Spataro e l'editore Ottavio Navarra.
Sabato 12 febbraio ore 18 Ex granaio Palazzo Beccadelli.
Lino Buscemi Antonino Distefano. Signor Giudice mi sento fra l’anguria e il martello Navarra Editore Euro 10,50     http://www.navarraeditore.it/     Tel. 0916119342 - info@navarraeditore.it

lunedì 7 febbraio 2011

PAOLO VI TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE

Gesù e i dodici apostoli

Il pontefice che semplificò il cerimoniale e vendette la tiara
agli Stati Uniti  per aiutare i popoli del Terzo Mondo
Il 21 giugno 1963 l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini fu eletto papa dopo un conclave breve e senza contrasti,  Paolo VI, così volle chiamarsi, figlio di un deputato del Partito popolare, era di costituzione gracile - alla sua nascita i medici dissero che non avrebbe superato le 24 ore - ma dotato di intelligenza viva. Studiò dai Gesuiti e a 23 anni divenne sacerdote e fu mandato come segretario nella Nunziatura apostolica di Varsavia. A 27 entrò nella Segreteria di Stato e successivamente inviato a Milano come arcivescovo per un periodo di attività pastorale in una “carriera” troppo curiale  Nominato cardinale da Giovanni XXIII, di cui fu fervido collaboratore, lo affiancò durante quel Concilio Vaticano II che squassò l’universo della Chiesa e fece affiorare problemi che la ferrea mano di Papa Pacelli aveva compressi. Paolo VI affrontò la sua missione, che sarebbe durata quindici travagliati anni, sentendo gravare su di sé il peso del passato e il peso del futuro. Amante delle letture e del raccoglimento scelse di viaggiare come nessun altro aveva fatto prima di lui. Si accanì contro la pompa vaticana, abolì stemmi e baldacchini  smantellando gran parte degli apparati coreografici,  sopprimendo tutti i corpi militari come la guardia nobile e la guardia palatina, i camerieri segreti di cappa e spada -  laici che dovevano appartenere alla nobiltà capitolina o avere un’alta posizione sociale -. Ridusse i sediari pontifici, che portavano a spalla la sedia gestatoria, il trono mobile che veniva usato in occasione delle solenne ricorrenze del calendario liturgico. Unica eccezione il mantenimento della guardia svizzera, voluta nel 1506 da Papa Giulio II della Rovere per la loro fama di soldati fedeli e invincibili.  Dopo l’incoronazione Paolo VI interruppe l’uso della tiara o triregno, sostituendola con la più agevole mitria - ritenuta dagli esperti più carica di spiritualità e di un senso di collegialità e fratellanza con l’episcopato - lasciando però ai suoi successori la libertà di decidere al riguardo. La tiara, messa in vendita, venne acquistata dal cardinale Francis Joseph Spellman arcivescovo di New York  con una sottoscrizione che superò il milione di dollari e da allora è conservata nella basilica dell’Immacolata Concezione di Washington. Il ricavato fu poi destinato ai bisognosi della terra. Decretò la fine della messa in latino e l’introduzione del nuovo messale nelle lingue nazionali. Con lui cardinali e vescovi ebbero un limite di età, dopo il quale andavano in pensione. Gli strascichi dei cardinali furono ridotti da sette a tre metri.
Questo papa progressista disse di no alla pillola, all’abolizione del celibato, al divorzio, all’aborto. Considerato a torto un uomo chiuso, introverso, angosciato, fronteggiò le correnti opposte e avverse alla Chiesa esplose durante e nel post Concilio. Da una parte appoggiò l’aggiornamento e la modernizzazione della Chiesa, ma dall’altra custodì i punti fermi della fede. Fu attento al linguaggio dei simboli: tra i più significativi la via Crucis, rito che si ripete annualmente all’interno del Colosseo. Sul sentiero tracciato da Papa Paolo VI è possibile oggi un’ulteriore semplificazione del cerimoniale, orpelli da snellire, oggetti preziosi da vendere per aiutare i più bisognosi? I popoli non si rassegnano alla loro sorte e noi cristiani, tutti, non solo la Chiesa, siamo responsabili di tanta sofferenza. Rimandiamo a quanto scritto da Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Solleecitudo rei socialis, il suo migliore documento in campo sociale, di cui abbiamo evidenziato uno stralcio nel box accanto.

Mariolina Sardo

 Fa parte dell’insegnamento e della pratica più antica della Chiesa la convinzione di essere tenuta per vocazione - essa stessa  - i suoi ministri e ciascuno dei suoi membri ad alleviare la miseria dei sofferenti vicini e lontani, non solo con il “superfluo” ma anche con il “necessario”. Di fronte ai casi di bisogno non si possono preferire gli ornamenti superflui delle chiese e la suppellettile preziosa del culto divino; al contrario potrebbe essere obbligatorio alienare questi beni, per dare pane, bevanda, vestito e casa a chi ne è privo.

Dall’enciclica Sollecitudo rei socialis di Papa Giovanni Paolo II

   

LA SICILIA E I SICILIANI


UNIVERSITà POPOLARE DI BOLOGNETTA
Biblioteca “Tommaso Bordonaro”
Via Vittorio Emanuele 81
Bolognetta-Palermo
Venerdi 18 Febbraio 2011 ore 16.30
La Sicilia e i siciliani nel cammino verso l’unità d’Italia
(1820-1861)
Primo incontro di storia contemporanea
SICILIA 150
Dall’unificazione alla globalizzazione
Intervengono:
Claudio Paterna
Presidente istituto per la storia del Risorgimento italiano- comitato di Palermo
Michelangelo Ingrassia
Storico Università degli studi di Palermo
La cittadinanza è invitata a partecipare
La presidente
Maria Muratore

sabato 5 febbraio 2011

TISIA detto STESICORO cantastorie di IMERA

Venere di Morgantina
Iassu chierete ochi ochi… No! No! Non cercate ragioni di stato! Nessun desiderio di conquista! Non cantate che i greci erano pirati e i troiani ricchi e imbecilli. Io so per certo che quella fu una guerra per amore... Non chiedetelo a noi siciliani come si può perdere la testa per una donna. E poi se quella donna è la donna più bella del mondo… Ecco, immaginate Fidia e Prassitele che insieme creano il corpo di una donna, parakalo kirie, parakalo... Ora vi prego, spettabile pubblico, lasciate fare a noi poeti, cantastorie, solo noi possiamo descrivere la donna più bella del mondo. Perimenete kirios… scusate, spero mi abbiate riconosciuto. Sono proprio io, Stesicoro di Imera e sono ancora cieco... Non è vero che un poeta cieco sia più bravo di uno non cieco. Non è vero niente. Certo, sono diventato cieco e vecchio mentre sono in attesa che mi venga resa giustizia. Sono cieco perché sono vittima di un maleficio causatomi dalla donna più bella del mondo... si ho cantato storie d'amore bellissime quelle storie d'amore che solo i poeti gli aedi i rapsodi i citaredi e i cantastorie  sanno cantare. No, scusate non avete capito no... assolutamente... Del resto mi stupite non poco conoscendo la vostra cultura. Chi l'ha detto che uno che sia cieco, poeta e canti di Elena di Troia debba essere per forza Omero! Ime a po Sikilia kirios.  Si, signori miei sono Stesicoro e sono siciliano di Termini Imerese! Per aver cantato di Elena, non condividendo la sua scelta di fuggire con quel  troiano, sono rimasto vittima della di lei maledizione! Può una donna abbandonare il marito e fuggire con un altro lasciando la sua casa? Può una donna rinnegare il suo focolare per lascivia? Può una donna scordare modestia e castità, famiglia e decoro lasciandosi prendere dall'esuberanza del suo corpo? E non dimenticate signori che si tratta della figlia di Tindaro, un grande re, il re di Sparta...Voi sapete come la chiamano una donna del genere giù da noi in Sicilia?  No signori miei non deve... Io vi dico di no!                           
Questo io cantai e subito fui punito dagli dei con la cecità, e cosi dovrò restare sino a quando non canterò di nuovo un inno a  Elena che ne riabiliti la memoria. Ma se Omero ha cantato l'ira di Achille e il multiforme ingegno di Ulisse io ho cantato di Elena... Ecco ora, mio spettabile pubblico, a questo mi accingerò se il vostro orecchio prestate e voi che vedete persino i colori non distraetevi e dopo aver preso comodamente posto seguite il mio canto.
Io non spero di meritare il vostro consenso, per oggi mi basta la misericordia degli dei e se alla fine passando là vicino all'orchestra mi vedrete sorridere nel salutarvi uno per uno per nome, allora vuol dire che il mio canto è stato accettato da Elena perché avrò avuto indietro la mia vista... O Fidia e Prassitele, voi avete mentito dicendo che scolpivate il corpo di Venere...
Voi avete scolpito ciò che vide Achille nell'isola bianca: il corpo di Elena...

Mille mele cotogne                          
Lanciavano alla biga del signore
Mille frasche di mirto     
E corone di rose
E morbidi serti di viole  
Non è verità questo racconto
Non salisti le navi equipaggiate
Non giungesti mai alla rocca di Ilio.

(Prologo al Testo teatrale Elena La Guerra di Troia di O. Sanicola)

Tisia  l’uomo di Imera detto “Stesicoro” ,cioè maestro o ordinatore del coro (inventò l’epòdo) a differenza di Omero “cantore massimo’, era un cantastorie e “romanziere”. I greci si nutrivano dei loro miti e Stesicoro era il “Salgari” che raccontava in mille romanzi i miti del suo tempo. 26 volumi  (ad Alessandria  ) sono una grande produzione. Ricordiamo i Nostos, i ritorni degli eroi greci, Elena e la sua Palinodia (ritrattazione). Alla sua Saga di Oreste e al suo Prometeo si ispirò Eschilo. Quindi più uomo di teatro e per il teatro  che preferiva il filone epico. Si mostrava la sua tomba a Catania che lo ricorda ancora oggi con una prestigiosa piazza. Visse fra il 630 e il  550 a.C. Cieco come Omero scrisse la sua Distruzione di Ilio e di Elena di Troia definendola adultera, punito con la cecità dovette scrivere la sua Palinodia (ritrattazione) per riottenere la vista. A questo episodio si collega il testo qui presentato.

-per la descrizione della Phiale vedi  vedi testo accanto oppure

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/beniinamovibili/PaPhiale.html

venerdì 4 febbraio 2011

UN ALTRO RECORD ALLA CHIANESE

Giovane innamorata dei Dioscuri Castore e Polluce

FESTA DEL MANDORLO IN FIORE

Ad Agrigento dal 4 al 13 febbraio si svolgerà la Sagra del mandorlo in fiore, sagra che si ripete da ben 66 anni. A memoria d’uomo è una bella festa. A parte la strage di mandorli il resto è eccellente. Persino la Valle dei Tempi è fiancheggiata da mondorli dai fiori bianco rosa. Gli innamorati li raccolgono e ne fanno una corona alla propria (si può dire?) amata. Quest’anno ci sarà una grande festa-novità. Sembra che un certo Stefano D’Alessandro abbia inviato riservatamente pasticceri e uomini fidati ai nostri vicini di Piana degli Albanesi esperti in “cannoli lunghi” fatti di ricotta e ferro (ferro vero non quello delle vitamine) per la sua sagra del torrone più lungo. Il record precedente era di 408,61 metri, ora si mira ad uno lungo 660 metri più o meno cento metri per ogni anno della sagra. Nello staff c’è sicurezza e si respira aria di vittoria. Salvatore Gambizza ha l’asso nella manica e dall’Hotel Villa Athena lancia proclami di vittoria. Siamo andati a grusitari  e sapete qual è l’asso nella manica? I cannolari di Piana degli Albanesi. Grandi esperti in lunghezza record di cannoli.

NON SMONTATE IL PRESEPE

Per Pierino Pulizzotto ottimo Superiore della Congregazione del SS. Crocifisso.

Dobbiamo fare in fretta. Fermiamo il Superiore. Sono andato a vedere il presepe meccanico di lu crucifissu e sono rimasto a bocca aperta. Ho visto gli eccellenti macchinari, le invenzioni., i meccanismi moventi e ne sono stato conquistato. Non smontate il presepe. Lasciatelo in forma stabile. Facciamo fatica ad avere cosa da far vedere a chi viene a Marineo. Agli scavi non va nessuno, al Museo pure. Non so di chi sia colpa. Forse del posteggio? Arrivare con la macchina sino al castello e poi trovarci una ventina di macchine tutte del personale non invoglia di certo. Sono cambiati, sono diventati cordiali, premurosi ma…lasciateci un po’ di spazio per favore. Salvatore è finito …dopo brannu quasi a Godrano , o meglio alla Suvarita con il suo museo. Si parla di una galleria… ma se alla ultima mostra di pittura sono andati quattro gatti…ora vogliamo portare al granaio una collettiva ? La collettiva va fatta in uno spazio multiuso altrimenti andranno solo pittori e fidanzate . Lasciamo montato il presepe permanentemente.
Creiamo un circuito di cose da vedere
- il museo archeologico
- il museo etnografico (è uscito prima il libro del museo) Se uno cerca il museo avendo avuto il
libro non capisce la sequenza delle cose. Mai sentito che la pubblicazione preceda la
inaugurazione. Alchimie siciliane. Scade il bando ecc.ecc.
- le botteghe d’arte sono visitabilissime: liutai, ceramisti, vetro d’arte
- boschi per eventuali passeggiate fuori porta
- le opere d’arte dentro le chiese
- gli alimentaristi un po’ meno perché non è molto visibile la lavorazione. Speriamo che chi inizia adesso (il nostro cioccolataio doc) tenga conto di questo accorgimento copiando i macellai che lavorano le loro carni a vista.
Cosa ci rimane ? Aggiungiamo il presepe di lu crucifissu. Non smontate il presepe. E’ ancora una cosa emozionante visitare il presepe fuori dal Natale. Non cerchiamo scuse di spazio che serve o cose simili. Dobbiamo fare un appello ? No signor sindaco, no signor parroco, no Superiore della Congregazione. Anche se fai l’appello non ti rispondono perché siamo tutti ipocritamente acculturati. Al nostro appello di far rientrare i beni culturali da fuori non ha risposto né l’assessore alla Cultura né il bibliotecario a cui è finito l’appello. Proveremo a lanciarlo al Prefetto.Non smontate il presepe. Ci sono tante città italiane (Ravenna, Milano ecc) che hanno presepi da oltre cento anni visitati tutto l’anno. Ho ricevuto conferma che questo appello è stato accettato a Greppio da San Francesco . Chissà se le nostre autorità civili o religiose si uniranno…
Onofrio Sanicola

NEL PAESE DI COLLODI...

Nel Paese di Collodi…
Un nuovo decreto ha sentenziato:
Vista la precaria situazione nel locale cimitero si ordina e dispone quanto segue:
Tutti coloro che non possiedono un loculo non sono autorizzati a morire
Per tutti coloro che sono morti prima del presente decreto se ne ordina la resurrezione
I decreti, promesse, illusioni fatte in precedenza per assunzioni di spese per funerali assistenza indigenti e simili debbono essere certificate e non saranno più a carico comune ma dovranno presentare un progetto allo Sportello quasi Unico , convalidate da un consigliere-ente e portate a carico dell’Unione dei comuni mortali.
Coloro che volessero attivare un qualsiasi progetto tramite lo sportello unico oltre alla documentazione prevista dal progetto debbono ottenere e certificare che sia rilasciato un certificato di superabilità per trappola per ingenui, che il consulente sappia e possa compilare la domanda del progetto e che gli addetti abbiano un minimo di correttezza verso chi in buona fede ha fatto ricorso agli uffici pubblici preposti al servizio del cittadino.
Firmato
(segue)

EZIO SPATARO : LU MORTU C'ASPETTA

Ezio Spataro , molto attento alle cose marinesi ha voluto gratificarci del suo pensiero poetico su certe notizie dell'altro mondo. Mi preoccupa il fatto che secontinua così dovrà accontentarsi della nostra stima e scordarsi premi a tavolino.
La sua azzannatura ci fa onore

Lu mortu c'aspetta di Ezio Spataro
Quann'era vivu mi sfrattaru quattru voti
e ora ca murivu è tempu di la quinta,
a filèra cci su loculi unni ti voti voti,
e a mia dintra sta vara mi serbi n'atra spinta.
Mi serbi n’atru agganciu pi truvari lu me largu
pi trasiri nta un sonnu di letargu
un sonnu ca cci veni a chiddi morti,
e puru nta lu sonnu li cosi vannu storti.
Sugnu scuetu dintra la me vara
aspettu d'arrivari a sepurtura
un purtusiddu strittu chi m'appara
un vasiceddu nicu pi li ciura.
S'aspettanu li vivi a lu Sportellu
ca firmanu li carti a manu a manu
nun vannu a chiddu tintu
e mancu a chiddu bellu,
c'è un'Unicu Sportellu
pi lu porcu e lu cristianu.
Li morti chi nun passanu di ddocu
su misi nta la lista di l'attesa
allura lu sapissiru na pocu
ca si sentinu ancora parti lesa.
Puru quannu mori c'è burocrazia
doppu na vita chi paghi ancora tassi
e bonu lu sapi dda to vecchia zia
ca la misiru sutta quattru massi
mancu pi idda la spiranza truvà largu
e vinni lu distinu a durbicalla
assai cci avia duratu lu letargu
e vinniru a la fossa pi spitralla
Ristavanu du ossa e lu sudariu
la misiru a la lista di l'ossariu
si misi ngraduatoria pi ssa strata
e aspetta silinziusa la chiamata
Ci dissiru l'uscieri di l'ossariu:
si morta e mancu trovi ancora casa
ristasti cu li gammi ancora all'ariu
la morti ti saluta, la furtuna nun ti vasa.
Sapemu la to sorti comu ncedi
vidennu la to morti e vidennuti al'appedi
vennu certi morti ca su raccumannati
arrivanu a st'ufficiu e sunnu collocati.
www.percorsipoeticiabrannu.blogsport.com

giovedì 3 febbraio 2011

Alla Rotonda di Mantova, il Teatro dell'Opera dei Pupi di Marineo 
Spettacolo accompagnato dal gruppo Folk siciliano Terra del Sole e dal Gruppo gemello francese

martedì 1 febbraio 2011

GIORNATA DELLA MEMORIA


Laboratorio del Teatro Drammatico dell’ Opera dei Pupi.
Dichiarato Patrimonio inalienabile dell’Umanità dall’Unesco
Da 20anni circa con sede legale a Marineo

Alcuni dei nostri eventi
Ascoli Piceno Medievale-Barletta 500 Ettore Fieramosca-Brisighella Medievale Paladini e Saraceni-Castignano Templaria –Neumann Marcus Dallas,Usa – Saitta Dusseldorf-D –
Aibi Amici dei Bambini Abracadraba Milano-
Henkel  Torino, Cuneo, Rescaldina,Cesano Boscone,Mestre,Pescara,Roma,Napoli,Bari,Catania – Cow Parade Milano – Licata Estate –Fagnano Olona- Fanfulla da Lodi Lodi – Gorgonzola Estate- Cernobbio -Poletti Lugano – Asit Lugano – Agip Mondiale del Gas Milano – Milano Live – Meeting Dell’Amicizia Milano – Monreale Estate – Montalbano Elicona per Federico II – Gal Padova per Montagnana fredericiana – Mosciano Sant,Angelo – Offagna Medievale -  Parma Corale Verdi – Pesaro Opera Festival – Meeting dell’Amicia fra i popoli Rimini – Rai Roma Il gioco dell’Oca – Comune Roma per 500 Ettore Fieramosca – Saludecio 800 Festival – Rossi Festival Stabio – Palio di Stilo – Festival Andersen Sestri Levante – Regione Sicilia per BIT Milano, Roma, Medivacanze – Sicilia Viva :Mantova, Cremona, Desio,Bergamo,Pavia,Modena,Magenta,Rozzano ,Festival Legnano– Citta di Trapani – Varese Sacro Monte
 750 scuole italiane

NESSUNO è PROFETA IN PATRIA
 

SALVATORE LELIO: BARBERSHOP,FIGARO,CERUSICO,TOSATORE...POLLICE VERDE !


Era da tempo che volevo andare a trovarlo. Se da Piazza Inglima guardi verso la Rocca non puoi non notare una viuzza ripida a gradini di cotto che sembra un giardino. Tempo fa ci andavo la sera a fumarmi il sigaro ma poi la gente fantasticava su chi si sedeva nei gradini con quel sigaro puzzolente. Ero stato appena sfrattato dalla mia bella panchina da un gruppetto di professionisti dediti all’insulto su quella sputacchiera on line che un tempo era fucina di idee. Ora sono tuttologhi, si scrivono e si rispondono: la morte dell’intelligenza camuffata da “creatività”. Entro nel “salone” e mi metto a turno. La presenza di mastro Giambattista mi tranquillizza. Certo non sarà un luogo triste anche se un novantacinquenne con la faccia pulita è anch’esso a turno. Il pavimento pulito dopo ogni taglio e non solo a chiusura. Lavandini avorio brillano e sono continuamente sciacquati. Ecco perché i barbieri una volta facevano i cerusici, applicavano salassi, cavavano denti. Guardo il barbiere e deduco che non era lui quello che accolse a malo modo il garibaldino di passaggio da Marineo …Facciamo subito un patto: non più di dieci capelli da tagliare. Gli altri che restino a decorare. Il motivo per cui sono venuto non è principalmente fare strage dei miei pochi capelli ma piuttosto il suo invitante giardino. Esiste a Marineo uno sparuto gruppo di “pazzi” per le piante. Come quel pensionato che cura la villetta dell’avariante, mentre a lu vurghiddu nessuno si offre visto che le piante acquatiche sono un falso e la riscoperta sembra più un abbandono. Questo figaro ha il pollice verde, con le sue piante pulisce l’aria della sua viuzza dove perfino vengono a farsi fotografare coppie di sposi e bambini per la prima comunione. Almeno una cinquantina di piante, piante grasse di tutti i tipi. Sembra la Piazza di Spagna marinese. “Sa il problema è semplice ma irrisolvibile. Pensi che con l’ingegnere qui di fronte ci siamo alternati di notte a fare la guardia…”e mi racconta fra l’arrabbiato e il rassegnato dei ladri di piante. “Una signora una mattina mi arriva con un vaso chiedendomi se potevo cambiarglielo con uno più piccolo. Era il vaso che mi avevano rubato due notti prima. Capisce qui è un continuo ruba ruba e un continuo spezza spezza”. Inizia ad agitarsi. “Sono gli animali che passando rompono i ramoscelli…” azzardo. “Si … animali a due zampe… vuole che le mostri il video della telecamera che abbiamo messo?” Ho il terrore che mi mostri il video con il sottoscritto che fuma il sigaro … “No, non c’entra. Anzi volevo dirle che la scatoletta vuota che lei usava come portacenere l’ho ripulita e se vuole può tornare ad occupare la sua ghiuttena”.Qui nessuno porta niente, né un geranio né un gelsomino. Ora il barbiere di via Romeo a primavera vorrebbe mettere buganvillea, gelsomini e fiori di stagione. “Spero che qualcuno me li porti. Però non come alla Caritas che gli portano non solo abiti vecchi, stracciati ma anche sporchi! Guardi questa mia piccola infiorata dura tutto l’anno. Prima era la scarsezza d’acqua ora… non mi faccia dire. Guardi il corso, un martorio. Non fanno in tempo a piantare due gerani che li distruggono. Vede fiori ai balconi? Tristezza ovunque. Un paese che all’ottanta per cento vive di forestale e non ha la cultura del verde e pensare che siamo uno dei pochi paesi ad avere un esperto-consulente del verde- L’ammazza punteruolo rosso”. Intanto, malgrado ha tradito il patto di prima, ci salutiamo calorosamente convenendo che porterò io qualche pianta. “Si, ma preferisco non mi porti nulla se deve rubarla a qualcuno…” precisa. Mi sento quasi offeso. Appena fuori tutti mi guardano: “Minch… che ti è successo? Hai perso tutti i capelli o ti sei fatto tosare?”
Onofrio Sanicola