mercoledì 30 novembre 2016

DI DONNE E CAVALLIER LI ANTIQUI AMORI LE CORTESIE LAUDACI IMPRESE IO CANTO CHE FURO AL TEMPO…



Andiamo spesso a Ferrara che dista da Ravenna un ora e da Milano con i treni di oggi percorri i 300 km in due ore. Siamo partiti da Milano alle nove e alle undici passate eravamo dentro la mostra. Da Palermo se uno prenota in tempo con i Low Cost spende meno di quanto abbiamo speso noi e può farlo in giornata. Già il mese scorso trovandomi a Ravenna tentai ma non riuscii ad andarci anche se ero martellato da giornali Tv conoscenti che ti ricordavano l’evento. Avevo partecipato all’anniversario del Boiardo a Reggio Emilia e ovviamente non potevo perdere quello di Ferrara la città che era il vero palcoscenico della ottava rima o meglio dell’epica cavalleresca. Queste mostre tematiche sono in parte esaustive e attirano centinaia di studenti assonnati e intontiti perché costretti ad alzarsi alle cinque del mattino per fare il tutto in giornata. Le prof , quasi sempre preparatesi la sera prima, toccano solo il Furioso dimenticando Boiardo Pulci Forteguerri e il ciclo arturiano. Ho chiacchierato con un gruppetto di studenti disquisendo su alcuni punti e debbo dire che mi sono ricreduto perché erano preparatissimi.
La prima cosa che ti salta all’occhio da marinese è il bellissimo quadro di Paolo Uccello su San Giorfio e il Drago. San Giorgio contemporaneo del nostro San Ciro fu un vero Paladino e meritava lo spazio a lui riservato. Forse al suo tempo esisteva una “canzone” cortese perché il liberare una dama da un drago era tema molto successivo riservato appunto ai paladini.  Quasi certamente a Marineo il mito di San Giorgio lo hanno portato gli albanesi di Piana a cui hanno dedicato la loro cattedrale e una dimostranza.
Per i  cinquecento anni della “nascita” dell’ Orlando Furioso il nostro Ministro della Cultura (Ferrarese) ha consentito che da tutte le parti del mondo giungessero a Ferrara opere e materiali pertinenti al tema , ma in modo eminente le edizioni a stampa non solo del Furioso ma di decine di incunaboli e prime edizioni riguardante il mito cavalleresco. Per un “amatore” vederli e non sfogliarli è stata una sofferenza perché averli lì a meno di un metro “riuniti” nello stesso luogo è una cosa quasi irripetibile !
Rarissimo il presunto Olifante il corno di Orlando. Un avorio (ecco perché olifante da elefante) intarsiato il quale emise un suono talmente forte da giungere a grande distanza avvisando Carlo Magno ma nel contempo causando la morte di Orlando.
Quando giungi nella sala della “Charta per navigare nelle isole novamente trovate in la parte dell’India” provi la stessa emozione che provai quando ammirai la carta dove veniva indicata per la prima volta l’America e che oggi si trova alla Biblioteca del Senato Americana acquistata per non so quanti miliardi. La supposizione che guardando questa carta (1501) l’Ariosto immaginasse il volo dell’Ippogrifo che avrebbe portato Astolfo sulla luna. Cosi come la sfera metallica recuperata dall’obelisco di Traiano a Roma quando si trovava sul colle Vaticano, che si presume contenesse le ceneri di Giulio Cesare, qui presente perché rappresentava la luna che ha una parte importante nel furioso.
Dei dodici esemplari della prima edizione del Furioso né è presente forse la migliore in tutti i sensi. Al che mi fa ricordare che pochi hanno letto per intero il Furioso cosi come mi capitò  di constatare che quasi tutti i pupari non sono mai andati oltre il Lo Dico o il Leggio. Ed è stata la prima difficoltà che incontrai con le scuole a Milano quando i professori mi chiedevano di rappresentare il canto X o il canto Y del Furioso o dell’Innamorato perché volevano la fedeltà al testo mentre i pupari possedeva molte varianti dello stesso episodio. E grande è stata la mia meraviglia quando nel programma scoprii che ci sarebbe stato il Teatro dei Pupi con l’episodio del Furioso. Rimasi deluso quando vidi la foto di presentazione… Ormai questo esecutore non usa più il palcoscenico tradizionale ma fa tutto a vista per apparire lui e i suoi consanguinei mortificando il furioso con una messa in scena penosa. Mi aspettavo la presenza del nostro Museo Marionette ma evidentemente vuoi perché in certe cose decide il Ministero (che ha un solo puparo) vuoi perché il Museo in quanto a pupari oggi naviga malissimo.
Non posso non segnalare che in tutto il percorso (un ora) sei accompagnato da una audioguida che ti risparmia di leggere quelle lunghe e noiose didascalie. E che in ogni sala sono presenti una o più signore (direi pensionati ) attente riservate e disponibili che ti accorgi della loro presenza solo al momento che servono. La cosa poco regolata mi è sembrata la presenza delle scolaresche (quasi tutte superiori) che una volta piantati in una stanza era impossibile accedervi o baipassarle perché erano talmente tante da allungarti il percorso di un'altra ora.
Ma la chicca   la dovevo ancora incontrare. Si tratta di una lettera del Macchiavelli (1517) che appena letto il Furioso si complimenta (quindi un giudizio positivo da parte di un letterato del tempo) ma subito dopo si lamenta che l’Ariosto non l’abbia citato fra i letterati del tempo. “Mi ha lasciato indietro come un cazo”. Conoscevo la lettera (vedi commento del Ridolfi) che alla fine raccontava il loro tempo. Colpisce il linguaggio tipico del Machiavelli-toscanaccio (vedi racconto boccaccesco di una nottata a Carpi raccontata al Guicciardini). Tutto questo mentre una prof sgridava un suo alunno  per aver usato la stessa espressione… Al che mi avvicinai allo studente e gli consigliai di leggere per intero la lettera perché sia la didascalia che la audio guida citano solo l’inizio della lettera( la parte dei complimenti). Ed è stato grazioso vedere lo studente , già sgridato dalla prof., chiedere il permesso alla prof di leggere per intero la lettera e concludere che se lo ha fatto Machiavelli “io mi sento autorizzato !”. Risa e imbarazzo in tutti.
Spade, strumenti miusicali, dipinti, arazzi (meraviglioso quello sulla Rotta di Roncisvalle con Orlando che uccide Marsilio) , opere di Raffaello, Leonardo Mantegna e tanti altri in un percorso mai noioso che si conclude in una stanza di book molto fornita dove primeggia l’edizione Einaudi da 100 euro e centinai di edizioni popolari che puoi trovare in internet con il 25 per cento di sconto. Catalogo eccellente, come al solito, al costo di 28 euro, ingresso 13 euro. In pieno centro mangi con 10-15 euro. La audio voce è di uno dei due organizzatori e quindi finalmente uno che parla conoscendo l’evento.
Il titolo della mostra è un pò banale ma dopo 500 anni cosa si può dire di nuovo sull’Orlando furioso ? 

QUANDO APPARE L'ARCOBALENO MARINEO SORRIDE


lunedì 28 novembre 2016

TORNA FEDERICO II


MI SENTO UN POLLO... straviato !




Una mattina ti alzi e per caso vieni a sapere che è in corso la 18 edizione della mostra sui polli e famiglia. Una cosa che dura da diciotto anni ha accumulato tanta esperienza da non aver bisogno di ulteriore diffusione. Intanto non si capisce chi ne sia organizzatore e promotore. Dalla locandina non si evince. Gli usuali sponsor non  ci aiutano a capire meglio. Basti pensare che se fra costoro c’è la Fondazione allora bisogna correre dal Prof. Arnone come minimo per scusarsi per aver travisato il suo “testamento”. Ci potrebbe far piacere registrare che questa Fondazione si stia organizzando per coprire tutte le materie dello scibile umano. O forse lo dobbiamo alle varie “facoltà” della giovane Università Popolare instancabile produttrice della qualsiasi.
Ci sfugge lo scopo della fatica di chi ha organizzato perché dopo 18 anni avrebbero potuto usare meglio la loro esperienza migliorando la comunicazione. Probabilmente lo scopo è quello di “accumulare eventi” per poi potersi dire “bravi” ! Lo  stesso dicasi per la “consorella” sull’artigianato che rimangono entrambe in un ambito locale …anzi addirittura familiare ma che alla fine non porta nulla di concreto alle risorse locali sempre più vittime di “non addetti “.
Se esistevano motivi per sprecare energie a noi sfuggono e se invece lo scopo era fare passerella allora ci sono riusciti in pieno ! Perché conoscendo i nostri “polli” nessuno si prenderà la briga di darci i dati ottenuti a fine manifestazione.
Lo potrebbe fare l’ufficio delle Attività Produttive o il suo Assessore se non fosse che questo reparto è fermo ancora all’Unione dei Comuni e quindi non avendoci lasciato scritto in quale Comune risieda siamo punto e accapo.  
Ma qui casca l'asino o meglio il pollo ! Il nostro Assessore ai  disservizi dovrebbe coordinare queste iniziative visto lo stemma che campeggia in alto. Spetta alla Proloco "promuovere" queste iniziative perchè la Fondazione seppur "incubatrice" a 360 gradi con i polli facciamo fatica a vederla. A meno che stiamo parlando di altri polli...
 

Ps Se quelli dell’Expo di Milano dopo quanto successo ancora oggi non sono in grado di fare i conti figuriamoci  se dei due eventi locali marinesi …


sabato 26 novembre 2016

AVVENTO



Vi proponiamo il programma che il nostro Parroco ha stilato per la nostra Comunità. Non bisogna dimenticare che siamo in Avvento e quindi ciascuno deve prepararsi al meglio. Speriamo intanto che dopo il 4 dicembre la bagarre che stiamo subendo con l’assordante propaganda del No al referendum speriamo si calmi e questi agitprop trovino pace alla loro raggia sostituendola con qualcosa di meglio. Mentre da un lato gridano contro la violenza poi (alternando articoli) insultano chiunque sia al governo o tenta di costruire qualcosa. Mai visto costruire qualcosa , sanno solo distruggere “sistematicamente” facendosi scudo del pacifismo e di una moralità “ad usum delfini”. La loro sicurezza economica gli permette di dare lezioni a pancia piena senza mai rischiare nulla perché c’è chi lo fa al loro posto.
Aspettiamo questo cinque dicembre come una liberazione dalla loro propaganda artificiale.
Intanto abbiamo aspettato inutilmente qualche suggerimento alla soluzione del problema del femminicidio. L’unico risultato ottenuto è quello di aver portato all’attenzione di tutti il fenomeno. Circa 120 casi in un anno sono tantissimi e ci angosciano , ma abbiamo aspettato inutilmente una medicina dai mille interventi a matula. Sociologi, psicologi, psichiatri, criminologi, ecc. non hanno saputo indicarci una via pratica ed immediata , non dico per estinguere il problema ma almeno ridurlo a cifre che non ne facciano un fenomeno, ma bensi un caso eccezionale. Una volta entrando in un posto di polizia vidi le pareti coperte da centinai di foto di incidenti drammatici. Erano pareti dell’orrore. Ora in tutti questi incontri mettere in mostra “le vittime” da un lato aggrava la nostra mortificazione, ma dubito che un presunto futuro violento venga “moderato” o frenato. Il problema è talmente personale o meglio di coppia che ci vuole ben altro che un incontro dove l’uomo , o il maschio, venga legato al palo o messo dentro un pentolone a bollire, con le donne che gli girano attorno danzando e…
Sono preoccupato per il mio futuro.
Intanto vorrei fare una proposta. Viste le continue innovazioni sociali e religiose perché non promuoviamo i matrimoni a tempo ? Sono sicuro che se rendiamo validi i matrimoni per 10, 15 anni (io prendo te per i soli prossimi dieci anni…) e se compariamo con i dati dei femminicidi già accaduti riduciamo il fenomeno almeno del 50 per cento. Ci ragionino su gli addetti ai lavori.
Io al momento sono preso dal prossimo Natale. Sto rinunziando alla riappacificazione per due motivi: la prima perché sono litigato quasi con tutti e poi in questi quasi tutti buona parte sono ipocriti e quindi cade il senso della riappacificazione ! Ciò non toglie che debbo inventarmi una soluzione.
L’aria che si respira a Natale è unica, soprattutto l’Avvento ma vorrei evitare il dopo Natale perchè  mi rattrista tornare  piano piano  quello di prima  … come se nulla fosse successo.
Oppure prolunghiamo l’Avvento.

venerdì 25 novembre 2016

DIPINTI COME DOCUMENTI




L'autrice
L’ennesima mostra di pittura al Castello ci costringe a certe riflessioni. Di ritorno dalla quattro giorni di Cefalù (Convegno degli aderenti alla CVC) dove occasioni di fare riflessioni ne abbiamo avuto oltre il dovuto vi proponiamo quelle che ci suggeriscono la presente mostra  perché quelle sul convegno sono qui sotto pubblicate come “diario giornaliero”.
Intanto il tema deve richiamare il nostro interesse perché nessuno di noi può sentirsi escluso dal fenomeno dell’emigrazione. Senza ricorrere a immagini del tipo Il Cammino della Speranza con il Raf Vallone è da non dimenticare il fenomeno pur riconoscendo che storici come il Lombino continuano ad affrontarlo. Per non citare che tutta l’epopea del West in America altri non era che un fenomeno di emigrazione “interna”. Mentre nella nostra gli emigranti lasciavano a casa radici e parenti in America (almeno la filmografia) quasi tutti finivano vittime della natura degli indiani o di vari banditi quindi erano rari i casi “di ritorno”. Da noi era una costante non solo l’invio delle “rimesse” (che per decenni hanno salvato la nostra bilancia dei pagamenti sino a quando si sono  estinte sostituite dalle entrate del turismo) , ma anche “il rientro per l’uso” di queste rimesse (tipico il costruirsi una casa). Questo fenomeno si è fermato con i figli degli emigranti , nati nel nuovo paese, nuovi di lingua, costumi ed usi e che non ne hanno voluto sapere di rientrare. La sofferenza condivisa con alcuni familiari rimasti e chi prendeva il percorso della “spartenza” , per dirla alla Lombino, di colpo in una generazione allargata è sparita. I vecchi genitori che muoiono, i giovani nati lontano e che non hanno origini. E proprio il nostro caso che certi nostri presunti parenti  , desiderosi di conoscere le loro origini incontrando per caso  i nostri figli  con lo stesso cognome ma che non sanno le proprie origini, ma che noi abbiamo subito condivisa una parentela non ancora documentata ma che ha commosso entrambi mentre nel contempo ci siamo buttati un una ricostruzione di un improbabile albero genealogico che qualunque sia alla fine non cambia nulla perché . questa volta per dirla all’antica, sangue chiama sangue!
Quindi siamo ad un fenomeno di emigrazione prima di ritorno e poi nuovo. Di ritorno perché alla fine l’uomo non può farne a meno e rifiuta il “non avere radici” o meglio vuole sapere “chi fur li maggiori tua”. Nuovo fenomeno perché è tornata l’emigrazione di massa. Oggi la chiamano diversamente ma di fatto è identica alle precedenti con pochissime , ma essenziali varianti. Quindi ci troviamo a vedere i nostri figli lasciare nuovamente le nostre case perché quattro coglioni di sociologi o di politicanti ce lo suggeriscono o perché le multinazionali anno bisogno ancora di “negri bianchi o schiavi” all’altro capo del mondo. E cosi la famiglia tipo di oggi è avere oltre la metà dei figli sparsi per il mondo che ti porteranno nipoti trilingue mentre l’altra metà e vittima di coloro che non abbiamo perso a suo tempo quando ci predicavano che i figli non ti appartengono.
Ancora l’arte non si occupa di questo nuovo fenomeno se non in rare occasioni, lasciandolo in mano ai qualunquisti senza terra. Quindi possiamo rivivere questo il fenomeno della emigrazione  visitando questa mostra ( tra l’altro l’autrice si può considerare una vera emigrante essendo vissuta in almeno mezza dozzina di Paesi dall’Africa alla Svizzera.
L’altra osservazione è un dubbio. Abbiamo vissuto il fenomeno della poesia che oltre ad aver prodotto una cinquantina di arrancanti poeti locali alla fine il fenomeno è finito come “sovietico”. Cioè a Marineo esiste solo la poesia di stato ( comunale) salvo il raro caso del Virga (il quale nega che siamo stati assidui nello sponsorizzarlo perché anche lui viene da una scuola sovietica). Ora temiamo che anche la pittura , portata con intraprendenza dal Salvatore Pulizzotto a Marineo come fenomeno quotidiano , ci fa temere sulla sua sovietizzazione . Però anche noi dobbiamo darci da fare ed uscire da ogni tipo di sovietizzazione (in pratica quella che abbiamo sempre chiamato mentalità mafiosa) non fossilizzandoci né sulla sola poesia né sulla sola pittura anche se non vediamo quale sentiero percorrere visto il fallimento totale della proposta “quale cultura per Marineo”. 
Infine l’uso bivalente del salone castellano (mostre in contemporanea con incontri) aiuta entrambi  gli organizzatori.

PS. Caso e considerazioni a parte merita il fenomeno della falsa migrazione dei nostri giovani che abusando delle varie opportunità europee finiscono in paesi come la Cina e la Turkia super protetti e garantiti ma che poi tornano a mani vuote, più aridi di prim

ANCORA SUL CONVEGNO DI CEFALU DELLA CMV




Quando una cosa è frutto di impegno e di lavoro collegiale non si esaurisce con l’evento. La nostra curiosità verso questo evento ci ha fatto accorciare i nostri impegni a Praga per onorare non solo i marinesi che stimiamo ma anche per arricchire la nostra conoscenza sui movimenti cristiani sempre più ricchi e numerosi. A bocce ferme ci ha fatto piacere pubblicare le foto scelte del convegno di Cefalù e ora vogliamo segnalarVi quanto ci scrive Giangi Pampalone una delle “forze creative” del convegno.
Per chi volesse seguire e approfondire vi sufferiamo di collegarvi con il sito


24.11.2016
Salute,

allego qui il noto comunicato stilato nel corso del recente Convegno CMV e qui di seguito la nota accompagnatoria.
Trova anche la foto di Nino col Papa e alcune immagini dello stesso Convegno.

Durante il noto 16° Convegno CMV a Cefalù (Fedi e Politica – Autonomia responsabile o sotterranea connivenza ?), prendendo spunto, in particolare, dalla relazione di Marco Politi “Il vuoto della politica: rivisitare il pensiero sociale della Chiesa” ed anche dalle riflessioni degli altri Relatori, alcuni partecipanti hanno stilato un documento di condivisione per la posizione di Papa Francesco espressa nel cap. VIII dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia”. Nel corso dello stesso Convegno, sono state così raccolte 344 firme (più che la maggioranza dei partecipanti, provenienti da ogni parte dell’Italia ed in particolare della nostra Isola). Personalmente, a nome di Nino Trentacoste e unitamente alle varie Comunità Missionarie del Vangelo, stiamo diffondendiscrizioniconvegnocmv@gmail.como il noto documento tra diversi media in cartaceo e online.

Col vivo apprezzamento per il Vostro impegno, il mio fraterno abbraccio.
Giangi Pampalone
cell 338 6671989

Piazza Sainte Sigolene - 90035 Marineo (Pa)   iscrizioniconvegnocmv@gmail.com

E superfluo precisare che chi volesse aderire deve inviare ,l'adesione appunto, estrapolandola dall'articolo o stampandola e quindi inviandola ad uno degli indirizzi precitati, come è possibile avere più informazioni contattando la CMV direttamente.