venerdì 30 settembre 2016

SENZA RISORSE O ...SENZA CAPACITà ?




Codesta Amministrazione partita con  entusiasmo alle stelle si è trovata subito ad affrontare l’aggressività di una opposizione che da il meglio di se solo quando deve aggredire per distruggere. Sono maestri in questo e teleguidati da Roma (c’erano già i pupi a Marineo !) non hanno dato né fiato né tempo agli amministratori di inserirsi. E cosi cavalcando un falso problema (lo stipendio del Barbaccia : ai marinesi toccagli tutto ma non i soldi !) per oltre un anno si è lasciato passare come il più grande problema:  il corrispettivo del Barbaccia, mentre il vero obiettivo era bloccare ogni e qualsiasi attività amministrativa. Poi si è aggiunto il problema del bilancio e quindi la “marinata” (o meglio la fuoriuscita delle “tre marie”), poi la decadenza dei consiglieri sino a quando ci si è accorti che il problema era bipartisan ! Insomma mentre noi ci aspettavamo dall’opposizione interventi costruttivi ci siamo ritrovati sia dalle “tre marie” che dai “compagni” un “delenda Cartago” che è più forte persino dell’attaccamento al proprio paese. Eppure vantiamo ben due onorevoli e non so quanti ex consiglieri provinciali e un infinità di “gente che conta”. Di questo ce ne accorgiamo al Premio di Poesia quando vengono chiamati sul palco , ma di benefici per la comunità non ne abbiamo visto. Ah quanto ci sarebbe piaciuto che venissero chiamati elencando i meriti acquisiti nei confronti del paese…
Quindi questa Amministrazione avrebbe grossi alibi a disposizione e per quanto possibile né abbiamo difeso le intenzioni. Ma ora che le acque sono più calme , che forse l’opposizione ha capito che non tutto è demonizzabile ci aspettavamo qualche colpo di coda. Certo senza risorse non si può fare molto…. Per gli incapaci !
Ci sono migliaia di cose risolvibili dentro una macchina burocratica proprio lavorando sulla burocrazia. Siamo ancora dietro alla perenne minchiata di pisciare sui rifiuti quando tutti sanno che il servizio non è oggi ulteriormente migliorabile (se i cittadini non tornano a collaborare). Questo continuo “aggredire” alla fine è tornato come un boomerang facendoci dimenticare chi è stato il primo a combattere (seppur a suo modo) per realizzare il progetto.
E cosi come in tutte le altre cose e lo stanno a dimostrare tutti i nodi al pettine (processi costosissimi per macello, campo sportivo, traffico di tumoli, cause con dipendenti ecc.).
Ci viene anche da analizzare il semplice quesito che se non ci sono risorse il personale amministrativo ha almeno il 50 per cento di lavoro in meno e quindi riducendo la pausa caffè può occuparsi intervenendo su percorsi burocratici e soprattutto di sostegno alle attività commerciali.
La nostra economia vede la continua chiusura di negozi soprattutto quelli che lavoravano con gli esterni (ristoranti soprattutto) , bar, e decine di attività varie. Infine persino i muratori oggi costretti a “legalizzarsi” hanno smesso passando da capimastro (piccoli imprenditori) a semplici manovali.
Un buon assessore individua cosa si può migliorare nel suo spazio operativo se ne ha la capacità, approfittando proprio ora che l’opposizione ha smesso di mangiare carne umana diventando vegana e forse costruttiva.
Questa lunga premessa era per dare una fotografia della nostra situazione, opera difficile se si vuole uscire dai luoghi comuni.
E ovviamente se Amministratori e Dirigenti sono in grado di recepire e sviluppare idee.

mercoledì 28 settembre 2016

CHI FUR LI MAGGIORI TUA ?




NOTIZIE E FATTI STORICI DELLA FAMIGLIA PILO-PILO BACCI


PREMESSA
Avrete notato da qualche tempo una coppia frequentemente ospite di un nostro concittadino che ormai tutti conosciamo come Francesco Sarra e Paola (Patrizia) Pilo Bacci. Subito  il cognome non colpisce a meno che non ci si sofferma sul cognome Pilo che poi ci riporta , se vogliamo, ad antichi e prestigiosi cognomi. Ora questa sarebbe materia di specialisti in alberi genealogici , una materia intricata e complessa regolata da leggi saliche, alberi genealogici e  non ultima la Consulta Araldica Italiana. Il caso vuole che anni a dietro ho conosciuto la famiglia Pasqualino di Marineo risalenti (recentemente) al Col. Ettore Pasqualino. Frequentai per un certo periodo il figlio ingegnere sposato con una Manzoni Chiosca (Mamma della figlia trucidata in Turkia). Per me era interessante tutto questo anche perché la Signora era anche coordinatrice italiana del Cammino di San Giacomo di Compostella e sorella del Manzoni divenuto famoso per il provocatorio quadro esposto alla Biennale di Venezia. Una famiglia di artisti estroversi. Quindi dato e non controllato il dato a me interessante (Marchesi di Marineo) il mio stupore emerge conoscendo la predetta coppia Serra-Pilo Bacci. Questo dualismo non dichiarato e non polemico (con i Pasqualino) mi ha incuriosito perché sapere “chi fur li maggiori tua” mi aveva già portato a Bologna a ricercare le case dei Beccadelli (e la tomba di famiglia che trovasi entrambi in Santa Croce in Gerusalemme ) in Piazza Santo Stefano. Ora i nostri storici locali spesso non danno valore a certe ricerche trascurando dettagli e notizie che invece ritengo necessarie per una più completa “descrizione” di chi “fur li maggiori tua”.

Quindi più o meno sappiamo il percorso Beccadelli Bologna Pilo Pasqualino e a questo punto aggiungiamo questo passaggio che ci porta ai Pilo-Bacci e quindi una parte di ciò che conoscevamo va corretto. Noi rimaniamo a disposizione per aggiunte e correzioni che volentieri attendiamo da chi per anni è stato studioso di Storie Patrie locali e che recentemente ci avevano fatto sapere di essere possessori di “grandi novità” e della scoperta di un nuovo stemma. Ora ci auguriamo che quella riservatezza (ma è la parola giusta ?) che spesso guida i nostri studiosi locali cada per approfondire questo tema solo per giustizia storica a cui abitualmente ci riferiamo. A tale proposito abbiamo riaperto lo spazio commenti che è possibile liberamente usare.
Origine  reale  Gota  (Svintila 594-634) regnante dal 621- 631 d.c.

Principi  e  Grandi  di  Spagna

(Sintesi Storica)
Borrel , Conte di Osona di Urgel e Cerdagna dal 798-820 ( fu capostipite della Famiglia Pilo–Pilo Bacci), era il pronipote di Svintila il Re dei Goti (621-631). Suo figlio Sunifredo I (Sunyer) era un Generale goto al servizio dei Franchi, fù Conte di Barcellona, di Osona, Besalù, Narbona, Besiers e Nimes, Duca di Settimania e Marchese della Marca di Spagna e regnò dal 844 al 848. In seguito alla morte di Sunifredo vi fu un breve periodo di lotte per la conquista del trono da parte di diversi nobili, che si sono succeduti alla guida della Contea di Barcellona, finchè il trono comitale fu riconquistato da Wilfredo I, detto “Pilo”(cioè bruno in lingua gotica, come soprannome per la sua carnagione scura e villosa)  figlio di Sunifredo I, Conte di Barcellona. (Vi è poi chi come Ramon d’Alos Moner attribuisce il soprannome  di Wilfredo I in forma Latina di “Pilosus”, o chi  in forma Catalana di “El Pilos”. Si preferisce la versione gota “Pilo”, dello storiografo Berengario de Agil e di Estevan de Borellas per una semplice ragione: i discendenti dei Conti di Barcellona parlavano il Goto e non il Latino, la lingua e la scrittura gota sono state abolite solo nel 1091, in seguito al Concilio di Leon, mentre il catalano si formò a cavallo dei Pirenei nei territori dell’Impero Carolingio che rappresentavano i contadi della Marca Ispanica e si diffuse verso sud e verso est grazie alle conquiste territoriali del Regno d’ Aragona e Catalogna, più tardi fra il XII e il XIII secolo, durante il Regno di Giacomo I d’Aragona).  
Wilfredo I “Pilo” nato c.a 840 – morto c.a. 897 (regnante dal 873-897) fu acclamato allora unico e legittimo  erede  e  Signore  dai  grandi della Contea, rimasti fedeli al suo casato, incorporò alla Contea di Barcellona, anche quella di Cerdagna e Rossiglione, Urgel, Girona, Conflent, d’Osona, rendendo per la prima volta, la Contea uno Stato Indipendente, compiendo così il primo passo verso l’unità politica della Catalogna. Combattè e riconquistò le terre invase dai Saraceni, fondò a Ripoll, piccolo borgo ai piedi dei Pirenei, il Monastero di Santa Maria di Ripoll. La prima Basilica del Monastero (alla quale se ne aggiunsero altre tre) venne consacrata nell’888. In tale occasione suo figlio Wilfredo II e sua moglie Windinilla di Fiandra dotarono la basilica stessa di un ricco patrimonio che fù da loro ulteriormente aumentato con altre donazioni nell’890 e nel 901. Da quel momento in poi la chiesa divenne uno dei luoghi di sepoltura dei Conti di Barcellona. Dopo l’acquisizione della Contea di Cerritania, da parte dei Conti di Barcellona che si sono succeduti sul Trono della Catalogna, i territori rimasero una Contea  sino a Raimondo Berengario III, sovrano dal 1096 al 1131. Poi con le  conquiste militari e i fatti storici che hanno influito in modo determinante l’inizio del secondo millennio, i confini si spostarono anche oltre il Mediterraneo, e ad est fino al confine  Ungherese.
 La Contea di Barcellona, allora fu elevata a Regno di Aragona, di Maiorca e di Minorca, di Valencia, di Sicilia, di Sardegna, di Corsica, di Provenza, Ausona, Gerona, Tarragona, di Perlelada, di Besalù, di Manresa, di Conflent, di Vallespin, di Fonolett, di Carcassonne, di Empuries, di Rodez, e inoltre fra i  quali anche il Ducato di Montblanc.
Il primo Re d’Aragona fu Raimondo Berengario IV dal 1131 in poi, sino a Martino il Vecchio, morto a Barcellona nel 1410. Con quest’ultimo si  estingue la linea primogenita gotica (Bellonidi) – catalana dei Conti Re di Barcellona e Re di Aragona,  mentre la continuità della Casata prosegue con Robualdo, figlio di Raimondo Berengario III e di Dolce di Provenza, fratello minore di Raimondo Berengario IV, Re di Aragona, che inviato  per importanti  affari  nel  1144 a Genova, mentre navigava nel Mediterraneo al comando di tre galere Catalane, fu assalito dalla flotta Genovese e dopo un accanito combattimento, fu  ferito e fatto prigioniero. Tale episodio è stato narrato da vari storici dell’epoca e dal cronista genovese Uberto Foglietta, che nel 1575 scriveva:
(”1144 – Giglielmo Vento, uno dei quattro consoli, s’armò una Gallea, che combattè col fratello del Conte di Barcellona et l’ammarò.”)                                                                                                    
 Robualdo liberato dopo l’intercessione di suo fratello il Re di Aragona,si trasferisce definitivamente a Genova, conosce la nobile Barbarella Adorno dei Serenissimi e futuri Dogi  di Genova, si innammora di lei, la sposa e con il titolo di Principe, acquisito di diritto dalla sua discendenza reale, adotta il cognome “Pilo” tratto dal soprannome  del suo antenato Wilfredo I. (La genealogia della famiglia Pilo in Genova è  accertata dall’atto del 1153 del Notaio Lanfranco di Genova e da altri notai genovesi).
La linea cadetta dei figli di Robualdo  verso la fine del 1100 si trasferisce in Sardegna, e da vita al ramo sardo dei Pilo, ottiene titoli nobiliari privilegi, feudi e nomine istituzionali, mentre la linea primogenita con Ingo Pilo, da vita al ramo Genovese dei Conti di Barcellona e Re di Aragona. Ingo fu padre di Ogerio (Primogenito), Nicolò, Otho, Armano, Ingo e Robualdo.
La famiglia Pilo imparentatasi con gli Adorno, durante la Repubblica di Genova come era consuetudine dell’epoca, essendo nobile, fu aggregata all’Albergo “Grillo”, istituto sociale e politico, che distingueva la nobiltà, dal ceto popolare.
I Pilo ebbero dei privilegi dai Sovrani di Napoli, relativi al periodo che va dagli inizi del XII alla metà, circa, del secolo XVI, si trovarono coinvolti nelle torbide vicende della vita cittadina, imparentati come erano con gli Adorno e più tardi con i Fregoso, che per circa due secoli, si contesero il dominio della Repubblica di Genova. (D’altra parte un pronipote di Robualdo, Lorenzo, potè liberare nel 1435, intervenendo personalmente presso le massime autorità cittadine,  Alfonso “Il Magnanimo”, Re di Aragona, di Castiglia e di Napoli, fatto prigioniero insieme al Re di Navarra Giovanni, dall’Ammiraglio genovese Biagio Assareto, nella celebre battaglia di Ponza.)  
La Famiglia rimase per oltre 400 anni a Genova, finchè il Principe Bartolomeo II Pilo, primogenito e discendente diretto di Robualdo, dei Conti di Barcellona e Aragona, dopo diverse vicissitudini ed alterne vicende, a causa delle guerre civili che infuriavano e per sfuggire dai suoi nemici, che vedendo tradita la fedeltà agli Adorno, avendo sposato una Fregoso. (nota èra la faida fra le due famiglie che si contendevano la supremazia a Genova) Bartolomeo II Pilo si trasferisce in tutta fretta intorno al 1560 con tutta  la sua famiglia a Palermo, sotto la protezione spagnola, ma i suoi nemici e assassini riescono comunque a raggiungerlo anche in Sicilia e ad ucciderlo. Venne sepolto nella chiesa di San Pietro Martire di Palermo.(Distrutta parzialmente in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale 1940-44). Il primogenito di Bartolomeo II, Antonino morì intorno al 1596, senza aver avuto figli. Il secondogenito Lorenzo, nato a Genova nel 1553, divenuto capo della famiglia in seguito alla morte del fratello maggiore, sposò Francesca Calvello dei Baroni di Melia, con cui avrà quattro figli e darà vita al ramo Siciliano dei Conti di Barcellona. Lorenzo morì a Palermo il 6 ottobre 1601 e fu sepolto assieme a suo fratello Bartolomeo e a sua moglie, sorella di Francesca Calvello, nella cappella di famiglia dei SS. Lorenzo e Bartolomeo, nella chiesa di San Francesco di Paola a Palermo. I Pilo otterranno in Sicilia  privilegi, titoli nobiliari , feudi, castellanie, governatorati, proprietà immobiliari, nomine istituzionali, governative, ed ecclesiastiche, sia sotto il Regno di Napoli, di Sicilia, nel Regno Francese e Borbonico delle due Sicilie e infine sotto il Regno d’Italia dei Savoia.
 Fra i feudi più importanti della famiglia Pilo in Sicilia è il: Marchesato di Marineo e Capaci con Il Principe Vincenzo Pilo, che sposa a Messina il 23 Gennaio 1606 Giulia Beccadelli Bologna, figlia di Vincenzo, Marchese di Marineo e Barone di Capaci. I “capitoli matrimoniali” sottoscritti del 23 dicembre 1606. Dapprima affittuario e poi proprietario del feudo dello stato di Marineo e della Baronia di Capaci, recatogli in retaggio dalla moglie, fù investito Marchese di Marineo e Barone di Capaci  il 31 Luglio 1619, l’esercizio odel “Mero et mixto imperio” su detto  feudo, diviene pertinenza della  famiglia Pilo, in virtù dei “capitoli” stipulati il 21 Aprile 1622 tra Vincenzo Pilo e Francesco Beccadelli  Bologna. . Il 22 ottobre 1625 la Baronia di Capaci con privilegio di Filippo IV, venne elevata al rango di Contea.... Importante anche il Ducato di Cefalà Diana, passato ai Pilo in virtù del testamento del Principe Vincenzo La Grua Talamanca e Gioeni Principe di Carini, steso il 25 Novembre 1828 e dal successivo testamento del 17 Febbraio 1840 di Felicita Diana, Duchessa di Cefalà, vedova La Grua Principe di Carini,
Nel 1700  fu riconosciuta fra il Principe Girolamo II Pilo e dal Re di Napoli Filippo III( in seguito Re di Spagna con il nome di Filippo IV) la stretta parentela fra i Pilo e i Borbone e per questo il titolo di “Grandi di Spagna”.
 I Pilo rimasero in Sicilia fino agli inizi del “900”, allorché il Principe Girolamo V figlio di Ignazio III Pilo e di Rosalia Denti dei Duchi di Piraino, con testamento olografo del 3 Ottobre del 1917, non avendo contratto matrimonio, lasciò erede universale dei titoli nobiliari, dell’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare secondo la legge siciliana di successione e del Regno d’Italia con Regio Decreto del 2 Marzo 1921, suo nipote, il Principe Ruggero Pilo Bacci, Nobile di Firenze ed Arezzo, nato a Lucca il 23 Giugno del 1877,  figlio del Marchese Vittorio Bacci, Provveditore agli Studi del Regno d’Italia e di Maria Pasqualino Pilo dei Patrizi di Bari, a cui furono riconosciuti dal Regno d’Italia, per sé e per i suoi discendenti i titoli di Conte di Capaci, Marchese di Marineo, Duca di Cefalà Diana - dei Principi di Carini (con testamento olografo da La Grua – Felicita Diana), Marchese di Torretta, Barone della Salina di Chiusa Grande di Trapani e Signore di Isola delle Femmine.
Il Principe Ruggero Pilo Bacci, si sposò il 28 Novembre 1912 con Maria Maddalena, figlia del Barone Paolo Ricca della Doppia di Sessa Aurunca e di Elisabetta dei Conti olandesi Van Delden Dujvenèè di Scheveningen, fra l’altro Consoli dei Paesi Bassi presso le Indie Olandesi e proprietari nel Sud-Est Asiatico di vaste piantagioni di Canna da zucchero.
   Il Principe Ruggero Pilo Bacci, nominato il 1 Luglio 1901  Funzionario della Casa di sua Maestà il Re d’Italia,  si trasferisce con tutta la sua famiglia a Roma in un appartamento privato di Palazzo Reale (Quirinale), con la nomina di Alto  Funzionario di primo grado, incaricato a sovraintendere personalmente i lavori di restauro immobiliare e alla sistemazione degli arredi della maggior parte delle proprietà dei Savoia, di rilevanza storica  del Regno d’Italia. Fra le opere più importanti piace ricordare il restauro del Castello di “Miramare” vicino Trieste, destinato a dimora di S.A.R. il Duca delle Puglie che gli valse, per il suo impegno e per i risultati raggiunti,  la nomina nel 1942 a Direttore Superiore e Grande Scudiero del Re,  al servizio di sua Maestà Vittorio Emanuele  III e poi Umberto II Re d’Italia. Venne insignito dei titoli di Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dell’Ordine del Merito Ungherese, di Cavaliere dell’Ordine della Corona di Romania e dell’Ordine di Carlo III di Spagna. Dal matrimonio di Ruggero e Maria Maddalena nascono due figli: Vittorio nato nel 1913, ed Elisabetta nel 1930, che rimarrà nubile. Vittorio: dapprima funzionario presso il Ministero della Difesa, poi Storico e giornalista economista, si sposa con Annunziata dei Marchesi Amero d’Aste Stella  di Albenga e Triora nel 1950, e gli darà quattro figli: Carlo Ruggero, Paola Patrizia, Antonella e Marina scomparsa nel 2012.                                                                
Nel 1946 con la caduta della Monarchia, Ruggero si trasferisce in un appartamento privato nel centro storico di Roma, dove la famiglia attualmente risiede. Dopo la scomparsa di Ruggero, avvenuta nel 1947, la linea di successione della famiglia passa a suo figlio il Principe Vittorio, e alla morte di quest’ultimo avvenuta nel Gennaio del 1961 al figlio il Principe Carlo Ruggero, attualmente: IX Duca di Cefalà Diana-dei Principi di Carini; XIII Marchese di Marineo e di Torretta, XIII Conte di Capaci, XXXI Barone, Barone della Salina di Chiusa Grande di Trapani e Signore di Isola delle Femmine. Le sorelle di Carlo, Paola Patrizia e Antonella possono fregiarsi del titolo di nobili del Ducato di Cefalà Diana-Principi di Carini, del Marchesato di Marineo e Torretta, della Contea di Capaci, dei Baroni della Salina di Chiusa Grande e dei Signori di Isola delle Femmine, mentre il titolo di Principe è appannaggio solo del maschio primogenito della famiglia.
(Tutte le fonti storiche riguardanti la Famiglia Pilo-Pilo Bacci sono tratte da documenti  presenti nell’archivio storico della famiglia Pilo- Pilo Bacci in Roma i, dall’archivio Pilo-Boyl e Pilo-Quesada ecc…di Sassari in Sardegna, dal Gotha europeo, dall’elenco della nobiltà Spagnola,  dal Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e quella siciliana, dalla Storia delle famiglie Nobili della Sicilia (Anche su motore di ricerca Internet), dall’Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana di Vittorio Spreti, dall’Ufficio della  Consulta Araldica del Regno d’Italia, del Regno di Spagna e del Regno delle Due Sicilie, dal Notaio Lanfranco(1153) e Giacomo Roccatagliata, dal Cossu e dagli storici Giovanni Candido, Raffaele Fagnano, Galvano Fiamma (c.a 1300) Marco Montalbano, dal Notaio Assareto(1592 e 1625), Giovanni Battista Pilo (1661), Uberto Foglietta di Genova, dagli Storici Spagnoli Filadelfo Mugnoz, Giovan Gueras Pietratagliata, Berengario de Agil, Ramon d’Alos Moner, Lafuente, Estevan de Borellas ecc. più recentemente Gaetano Falzone e da De Devitis , Antonino De Stefano, Ciro Spataro, Gianfelice Pilo, ecc…  )


sabato 24 settembre 2016

FEDI E POLITICA, CONVEGNO A CAFALù



Quando parliamo di eccellenze marinesi e soprattutto di alcune di loro non possiamo fare a meno di chiamarle per nome. Il Diacono Nino Trentacoste ci invita , e già la sedicesima volta, al convegno che con tanta cura organizza a Cefalù. Questo invito giunge subito dopo il grande momento di Assisi dove “chiunque” ama la pace non può non aver sentito il richiamo. Solo i nostri atei di mestiere cosi attenti a celebrare persone e momenti “a matula” hanno volutamente ignorato l’evento. Il tema mi sembra adatto alla nostra comunità cosi pronta a recepire sempre nuove teorie.
Vi invito pertanto a prenotarVi (si può anche assolvere in giornata essendo Cefalù a due passi) ma bisogna farlo per la logistica. Ma soprattutto mi pare il momento giusto per stare vicino a Nino Trentacoste vero faro della nostra comunità cristiana.
Tutte le informazione sulle info line seguenti.



16° CONVEGNO DELLE COMUNITA’ MISSIONARIE DEL VANGELO
organizzato e realizzato da
NINO TRENTACOSTE  
in collaborazione con
 PRO CIVITATE CHRISTIANA, Assisi
FEDI E POLITICA   
Autonomia responsabile o sotterranea connivenza ?
17 – 20 novembre 2016    Hotel Costa Verde, Cefalù
Per Informazioni e Iscrizioni:  
Segreteria Convegno CMV
-         Giangiacomo Pampalone  091 6682989  3386671989
-         Mariella Di Chiara 366 5932308
-         Mario Di Pasquale 347 6884660
Per Program ma Convegno e Modalità di partecipazione:

Ti prego di divulgare questo messaggio ai tuoi contatti
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