martedì 31 ottobre 2017

"OPERERò CON DIGNITà E ONORE"



“Mi auguro che i cittadini comprendano, al di là delle belle parole, che c'è bisogno di concretezza evitando demagogie e facili illusioni.
Ecco con questi intendimenti e con umiltà chiederò il consenso.
Se sarò eletto opererò con dignità e onore così come lo impone la nostra Costituzione democratica.”(n.g.)
Ho tentato , come marinese, di porre delle domande ai candidati indigeni per spiegare , dove possibile, a chi potremmo dare il nostro consenso. Con molta fatica (sono decine di comuni, di interventi, di contatti ecc.ecc.) sono riuscito ad avere queste quattro parole assieme a delle altre che non vale la pena ripetere in quanto le ritengo “molto generiche”.
In pratica si sta confermando che il voto di opinione non esiste e che i programmi li fanno i tecnici senza nemmeno consultare i politici. Spiegare progetti , programmi e obiettivi lo si fa in privato e soprattutto su “cose” private: porta a porta, famiglia per famiglia. Quindi come marinese “single” (il mio solo voto) non merito attenzione più di tanto. E su questo non ci piove , ma ormai anche i nostri figli hanno idee proprie , anche le nostre donne e cosi tutti gli uomini liberi che non abbiano debiti verso i politici.
Quindi la mia curiosità (da condividere poi) con terzi è naufragata nel banale. Eppure vedo grossi nomi passeggiare per Marineo (ultimo il Gasparri…) e mi domando : se i voti sono già incanalati a che serve la presenza di questi nomi prestigiosi ?
A noi interessano solo i “locali” perché abbiamo già sperimentato che i nostri onorevoli si perdono per strada fra Palermo e Roma… Volevamo almeno che questi (pochissimi in verità) che “ci” rappresenteranno alla Regione ci “promettessero” che Marineo è fra le priorità. A noi interessa che “qualcuno” risolva il problema dell’acqua definitivamente , il problema della Rocca, della viabilità e delle varie manutenzioni. Questo qualcuno chieda l’elenco di queste priorità a questi comitati cittadini (prego facciamo un unico elenco) perché le preoccupazioni sulla stabilità “costituzionale” interessa solo ai vaneggiatori perché il nostro sistema non è il “catalano” dove le leggi e i governi si fanno durante la movida…
Quindi rimane la nostra perplessità e i nostri dubbi sulle priorità locali perché certamente non è l’amministrazione locale che può rifare la condotta da Risalaimi.
Non abbiamo altri elementi per decidere su chi affidarci. Come sempre preferiremmo il nuovo. Un candidato giovane che può contare sull’esperienza del padre ma non sappiamo quanta indipendenza possa avere. Siamo spinti verso i grillini perché in questo periodo sono dei “martiri” (vedi sindaco di Roma…), la sinistra ora che Cracolici è uscito “dalle spese indegne” si è rimesso in gioco ma non ci garantisce che nella sua squadra ci sia qualcuno che sposa le nostre priorità (non è bastato avere qualcuno a Roma…), il Musumeci dopo anni di quarantena spero abbia capito che al caso deve “fare” perché non ci basta essere “fratelli d’Italia” o “Muscoli d’Italia”, e basti per tutti l’esempio di Renzi che a furia di buttar fuori tutti dal Pd …
Non ci rimane molta scelta ed ecco perché aspettavamo dall’unico candidato marinese che ha possibilità di arrivare in Regione che mostrasse il manifesto delle sue idee sulle priorità marinesi. Il nostro grande dubbio è se rischiare sul giovane Greco e temiamo che l’ingranaggio della politica lo stritoli e lo amalgami non lasciandogli il tempo di acquisire le priorità marinesi.

Ho conosciuto Nicola Greco già da bambino. Vivacissimo e incontenibile. Ad ogni marachella il padre gioiva orgoglioso. Mi dicono che sa ben lavorare ed è legato alla sua famiglia. Ho constatato che parla poco a vanvera e mentre gli parli si fa una sua idea di cosa stai dicendogli.

lunedì 30 ottobre 2017

GUERINO VENTOTTO



I/28
Poi il Meschino inviò ambasciatori al re Astilladoro chiedendo conferma dei patti e ricordandogli che ben quattro dei suoi figli erano suoi prigionieri. Forte fu il rammarico dei turki che tentarono di assalire l’ambasciatore. Quindi si decise di riscattare i prigionieri e si stabili un incontro davanti le porte della città. Firmarono  prima i turki che liberarono tutte le terre prese ai greci in passato restituendole, poi si restituirono gli ostaggi da entrambe le parti ed infine i turki levarono il campo.
Fu allora che Brunoro disse:” Ehi tu Meskin ! Ah maledetta fortuna come hai potuto aiutare uno schiavo senza famiglia e nome, più volte rivenduto dandogli in mano il sangue troiano !” Al che il Meschino gli rispose:” Brumoro figlio di re Astilladoro sappi che da questo momento non smetterò mai di cercare la mia famiglia e se mio padre sarà uomo onesto , questo tuo insulto ti consterà la vita perché io ti ucciderò con le mie stesse mani”. Chiamando Dio a testimone giurò che sempre avrebbe portato aiuto a Costantinopoli contro i turki. Alessandro cercando di calmare il Meschino si ebbe questa risposta- “Mi sembra Alessandro che tu tema oltremodo i turki e per questo ti ripeto che ovunque mi troverò se dovessi sapere dei turki contro i greci io immediatamente prenderò l’armi per combatterli” . Si fecero grandi feste per la raggiunta pace e Meschino era festeggiato da tutti. Elisenna aiutata dalla madre cercava di attirarlo a se come marito , ma il Meschino ormai era di altro animo.

domenica 29 ottobre 2017

ALLARMI ! AAALLLLARMI ! SIAM ….



Due emozioni dallo stesso blog lo stesso giorno sono troppe anche per me ! E’ stato bello vedere l’Onorevole , appena ospite, con Fez sulla testa passare in rassegna una serie di figure (tutte rigorosamente in camicia nera e gagliardetto ) da cui potremmo in futuro temere per la nostra libertà. Mi sono sfogliato per bene la fotogallery e quelli che ho riconosciuto hanno del coraggio a mostrarsi apertamente in pubblico. Sembra che  due nostri esponenti politici siano stati colti da malore  (il nostro indigeno domator di poeti addirittura ricoverato e l’onorevole che ha temuto che si stesse instaurando nuovamente il regime). Per fortuna l’incontro non si è svolto in Via Roma e molti si sono rilassati. Premuroso il dottor Antonetto Provenzale che ha potuto cosi usufruite del cellulare del Gasparri a scrocco. Tenero e commovente il Benuccio (chissa da quale diminuitivo deriva… ), gli Champagne al gran completo per foto ricordo … stanno rischiando di perdere un grosso cliente e sembra che hanno messo un servizio d’ordine per prevenire l’eventuale arrivo del loro onorevole preferito. Fifi ha mandato suo nipote perché le olive vengono prima delle idee, poi il mio amico vicino di casa convinto che il Tricoli che accompagnava il Gasparri fosse un … riccioli a cui chiedere una lozione, Totò di Bolognetta che dicono passasse (sic) li per caso… cosi come Nino Triolo sempre asettico (secondo sic) verso questa gente. Commovente quel giovane Francaviglia che somiglia a quelle figure della Tv nazionale che sono sempre sullo sfondo. Credo che sia in combutta con il Taormina… c’era con l’arcivescovo , c’era con il Parroco, con i grillini e poteva mancare con Gasparri ? Non so cosa dire dell’altro Francaviglia. Forse un parente lontano…  Il Barbaccia sta imparando dall’onorevole romano : faccio quello che voglio e vado dove voglio ! A rappresentare le istituzioni ce ne siamo accorti dalla presenza del Maresciallo dei CC. Ho temuto quando ho visto la sua squadra circondarlo con  “venga con noi per accertamenti…”. Ma avete mai visto uno entrare in caserma per accertamenti e tornare a casa per il pranzo ? Visto che dialogare  con la chiesa non sblocca nulla l’arch. Fiduccia ha pensato che il Concordato fra Stato e Chiesa è stato fatto da “quelli di Gasparri” e quindi due più due fa sei.
Ora aspettiamo il pezzo da novanta a sinistra. Cracolici lo conosciamo bene e quindi pensate chi mai ci porteranno in paese ? Sicuramente il Renzi scortato dal Virga o dalla Boschi ?

Ps. Guardate le foto molto bene. Poi telefonate a chi si è chiuso in casa e ditegli se queste sono facce da marcia per via Roma ! A me ha spaventato il canto “Tricoli bel suol d’amore…” , ma non la sua faccia bella e rotonda…
  

LIA BIONDOLILO E CARAVAGGIO


Abbiamo chiesto a Lia Biondolilo , fine riproduttrice e copista del Caravaggio, un commento e ci è sembrato averlo chiesto alla persona giusta che è sempre presente a Marineo quando ci sono gli incontri artistici.

Non è retorica, ma l'artista piu irrequieto ,violento ,stravagante di ogni tempo ,colui che merita l'appellativo di pittore maledetto ,fù Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610);al tempo stesso, fu e rimane, il genio rivoluzionario ,intuitivo ,incredibilmente anacronistico e precursore di tutti i tempi e degli stili ,da lì  fino ai giorni nostri.

Non vi è stato pittore contemporaneo che non si sia sentito attratto dalla sua visione delle cose .Le opere di Caravaggio, a distanza di secoli ,suscitano  sgomento per il forte dialogo che esse intrattengono .Caravaggio  dipinse sempre la verità delle cose, senza mai omettere il lato oscuro e controverso dei sentimenti umani ,quali l'amore ,la vita ,la morte,...il  ''cambiamento',  egli riconobbe l'arte e solo l'arte, quale unica vera religione !E la usò con tutte le sue forze ,come strumento potentissimo per combattere ,contrastare e scontrarsi con ogni dottrina religiosa volta all'obbedienza e all'ottusità,  questo nonostante  le committenze e la protezione ad opera di alti prelati.

Ciò che veramente conta per lui ,è spogliare la realtà dalle maschere. Gli orpelli , le congetture,le ipotesi di redenzione dello spirito. l'idealizzazione  delle icone, tutto svanisce e lascia il posto alla cruda  osservazione e riproduzione della rigorosa realta'. 

In tutti i suoi dipinti ,tutto emerge dal buio ,diceva Kandisky: Il bianco è il colore prima della nascita ,il nero è il colore dopo la morte .

Caravaggio dipinse la siintesi tra simbologia e perfetta armonia di linee e spazio.

Oggi ha ancora senso  guardare ,emulare ,comprendere,smembrare la pittura caravaggesca!? Si,leggerla significa continuare a cercare l'anelito di sempre, l'immutato desiderio della ricerca della verità,ricerca delle radici , ricerca dell'Uno ,di Dio ,sempre e comunque ,come allora ''affamati'' di questa umanità mai perfetta ma perfettibile.      

Lia Biondolilo

sabato 28 ottobre 2017

CARAVAGGIO 3

Di Silvano Vinceti

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Le 7 ipotesi sul decesso di Michelagelo Merisi da Caravaggio.
Prima ipotesi: la febbre
Sbarcato a Porto Ercole il 15 luglio 1610, Michelangelo Merisi sarebbe morto, tre giorni dopo, fulminato, probabilmente, dalla malaria.
Tre sono i biografi che ci parlano di una febbre maligna, presumibilmente malaria, considerando un precedente ricovero e le frequenti febbri.
Racconta Giulio Mancini, per giunta medico, che negli anni romani aveva conosciuto personalmente il Caravaggio: “Partitosi con speranza di rimettersi, viene a Portercole dove, soprapreso da febbre maligna, in colmo di sua gloria, che era d’età di 35 in 40 anni, morse di stento e senza cura et in un luogo ivi vicino fu seppellito” (Considerazioni sulla pittura, 1619-20 ca). “Ultimamente arrivato in un luogo della spiaggia misesi in letto con febbre maligna; e senza aiuto umano tra pochi giorni morì malamente, come appunto male havea vissuto”, ribadisce con una punta di veleno Giovanni Baglione (Le vite de’ pittori, scultori et architetti, 1642), ricostruzione ripresa da Giovan Pietro Bellori quando ricorda che “agitato miseramente da affanno e da cordoglio, scorrendo il lido al più caldo del sole estivo, giunto a Porto Ercole, si abbandonò, e sorpreso da febbre maligna, morì in pochi giorni, circa gli anni quaranta di sua vita…” (Le Vite de’ Pittori, Scultori et Architetti moderni, 1672)
            Seconda ipotesi: lo sbarco a Civitavecchia e l’omicidio A differenza di quanto sostenuto per secoli Caravaggio non sarebbe sbarcato a Porto Ercole ma a Civitavecchia, porto di Roma nello Stato Pontificio (l’approdo a Civitavecchia è stato riportato dal Mancini nella prima versione della biografia che scrisse su Caravaggio). Egli presumeva che sarebbe stato arrestato solo per un breve periodo, in quanto il decreto di grazia, già firmato, doveva essere reso pubblico da un giorno all’altro. Il pittore, braccato da misteriosi sicari (l’ipotesi dei sicari è stata ventilata sia da Vincenzo Pacelli che da Peter Robb), sente di poter essere al sicuro solo dietro le mura di una prigione. Calcolo errato. I suoi carnefici riescono ad ucciderlo lo stesso, forse nella prigione oppure dopo la scarcerazione. L’assassinio di Stato, ipotesi sostenuta dal Pacelli, docente di Storia dell’arte presso l’Università Federico II di Napoli, vede nei Cavalieri di Malta, con la connivenza della Curia Romana, i mandanti dell’omicidio del grande pittore Lombardo.  
          
  Terza ipotesi: il suicidio (Dominique Fernandez) La tesi sostenuta da uno scrittore francese ne “La corsa all’abisso” è che Caravaggio, allo stremo delle forze, si fa uccidere dal suo amico/amante Mario Minniti, sulla spiaggia di Porto Ercole. All’omicidio/suicidio assiste un marinaio che ha aiutato i due ad arrivare in Toscana. Quest’ultimo fuggirà poi con le “robbe” del pittore.
Quarta ipotesi: morte a Porto Ercole (ipotesi indicata nelle biografie di Giulio Mancini e Giovan Pietro Bellori) Il Caravaggio, nell’ultimo viaggio della sua vita, da Napoli navigava segretamente diretto a Palo, in territorio pontificio, a 40 chilometri da Roma, per essere ospitato nel feudo degli Orsini; un nascondiglio sicuro, ma da clandestino in attesa del condono dal bando capitale per l’uccisione, avvenuta quattro anni prima, di Ranuccio Tommasoni. Per la segretezza dell’evento, il Merisi giungeva in quei lidi probabilmente di notte, in ore pertanto sospette, e veniva fermato ed arrestato mentre sbarcava. Il capitano della feluca che lo aveva traghettato e che aveva a bordo altri passeggeri diretti a Porto Ercole, per non incorrere in coinvolgimenti giudiziari, frettolosamente proseguiva il viaggio senza scaricare il bagaglio dell’artista. Successivamente il Merisi, cercando di raggiungere le sue “robbe”, arrivava a Porto Ercole e lì, allo stremo delle forze, moriva.
            Quinta ipotesi: la brucellosi (Fabio Scaletti in “Caravaggio e la maledizione di Malta”)        Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) potrebbe essere morto per le conseguenze di un’infezione batterica a trasmissione alimentare: la brucellosi.” La malattia si contrae tramite l’ ingestione di latte e latticini derivati da bovini infetti.   
            Sesta ipotesi: ucciso dagli spagnoli (Maurizio Calvesi) “…E il dipinto eseguito per i Doria (Il martirio di Sant’Orsola) contiene anch’esso un messaggio, con l’autoritratto quasi innestato sullo stesso corpo della Santa trafitta, mentre il re unno diviene di fatto un arciere della guarnigione spagnola del 1610.  Non solo Orsola è presa nel mezzo tra l’arciere e il gendarme sulla destra, ma anche il pittore. Tutto ciò sembra confermare che in quei mesi M. da Caravaggio fu nelle mani degli spagnoli……”. “Se la nostra ipotesi è giusta, egli muore praticamente nelle loro mani, e probabilmente per i postumi delle gravi ferite riportate nell’ottobre 1609, al momento della cattura, che dovevano aver stremato il suo fisico già messo a prova”. La condanna a morte era stata, praticamente, eseguita. (Crf. Maurizio Calvesi: “Le realtà del Caravaggio”).
            Settima ipotesi: febbre tifoide (M. Marini) Michelangelo fugge da Napoli già con i postumi delle ferite riportate. Sbarca a Procida, dove vengono caricati l’acqua e i portercolesi, e riesce ad ottenere un passaggio per approdare a Palo, allora feudo degli Orsini, dove la sorveglianza è sicuramente meno forte rispetto a Civitavecchia. Lì, dove giunge con poche credenziali in quanto risulta latitante, viene messo in stato di ferma (mentre la barca riparte con le tele che giungeranno a Napoli prima della sua morte e dell’annuncio della grazia papale). Dopo pochi giorni lo rilasciano, gravemente malato. Quel viaggio per mare lo avrebbe infettato di febbre tifoide (salmonellosi): il Caravaggio probabilmente aveva mangiato qualche cibo contaminato da materiale fecale di soggetti portatori. Arriva a Porto Ercole di domenica: “Talmente malconcio – spiega Marini – da venir ricoverato nel reparto femminile, nella piccola infermeria di S. Maria Ausiliatrice, che assicurava le cure, la sepoltura temporanea nel cimitero di S. Sebastiano.
Continua 3
Rivisitate le principali ipotesi, al fine di dare un panorama completo riteniamo utile per il lettore inserire anche alcune altre congetture poggianti su deboli e gracili tesi

venerdì 27 ottobre 2017

REGIONALI ? ECCOVI I RISULTATI !



Quando suggerii (vedi articoli precedenti) alla Proloco (di Franco Corrado) di “atteggiarsi” a comitato cittadino tutti fecero spallucce. Intanto i riprenditi si erano insediati nella Proloco e quindi c’era una certa garanzia di apolitica non essendoci nulla in palio se non una certa visibilità. Un solo gesto quello , della viabilità, fu messo sul tavolo che presto divenne mina vagante. Poteva essere l’inizio di un nuovo “rinascimento locale”. Ora senza rivendicare nulla, dalle ceneri dell’orgoglio (sic) marinese sono nati due comitati (che hanno il dna di Caino e Abele)  inquinati da pruderie politiche nascoste. Uno viene concepito in casa Fondazione l’altro in una casa si riposo o meglio di riabilitazione. L’unica cosa in comune che hanno è il dna tipico marinese del creare confusione litigi equivoci e rancori. Partire dai disservizi come bandiera non mi pare necessitasse di un comitato ma era sufficiente usare gli strumenti disponibili.
Figuriamoci se ci rilascerebbe mai un intervista
Intanto si avvicinano le elezioni con scarsa partecipazione di popolo. Si arrostiscono a turno tutti coloro di qualsiasi colore che si propongono, ma il metodo è sempre lo stesso. Contano i voti per famiglia. Quindi devi aggregarti perché in futuro qualsiasi cosa necessiti dipende da come ti sei aggregato. Solo i grillini stanno facendo campagna elettorale all’antica. E’ stupefacente che venga qualcuno  a dire che il voto di opinione non esiste e quindi può anche fare a meno di dichiarare il suo progetto su Marineo. Questo lo sapremo dopo come usa. Abbiamo solo due candidati locali che corrono per la regione e speriamo che almeno uno ci arrivi altrimenti perderemmo questa rappresentanza. Gli altri non sono indigeni “operano per conto”…
Mi manda papà...Chiedete a lui l'intervista...
Un po’ deludente la forza “femminile”. “Fedele” persino nel voto si è rassegnata a comparsa e la si vede solo per “rassegnarsi” al voto di fedeltà che quasi sempre gli viene imposto.
Da questi due candidati avremmo gradito un “dialogo” diretto con la gente e non solo con il “popolo” di famiglia in salette riservate perché pensavamo che non si può contare solo sulla legge “salica”. “Quelli che operano per conto” faticano sempre a presentare facce moderate e credibili e pescano sempre nella stessa gebbia torbita e inquinata.
Localmente i moderati li vediamo “affratellarsi” dopo decenni di lotte fratricide e non so se sia merito del Barbaccia averli fatti sedere alla stessa tavola attorno ad una “piccola” torta fatta in casa …
Debbo ricercare quell’amico che mi dava i risultati delle elezioni giorni e giorni prima con uno scarto di nemmeno dieci voti.