lunedì 30 giugno 2014

FINALMENTE SI AVVERA UN SOGNO



di Salvatore Pulizzotto
 La realizzazione di una sezione etnoantropologica a Marineo, al castello Beccadelli, proprio qui dove fin da bambino entravo in questo luogo magico con mio padre.Erano questi i granai di Pernice e noi venivamo a comprare il grano per la semina o vi portavamo quello da vendere poi al vicino mulino. Tetti altissimi, muri in pietra viva, pavimenti irregolari, quasi dei viottoli tra la roccia viva, enormi cumuli di grano che si vedevano solo qua o per il giorno della Cunnutta di San Ciro, ed io li paragonavo ai cumuli di oro e monete di paperone nei fumetti di Walt Disney. Quello per noi era il nostro oro, il grano, attorno al quale girava tutta l’economia della civiltà contadina sino agli anni 70’ più ancora dell’olio e del vino. Attorno ad essa fioriva un meraviglioso indotto fatto di fabbri, falegnami, calzolai, siddunara, mulini, panifici e tutto il paese era un brulicare di rumori, suoni, incudini, scalpitii di zoccoli di muli. Attorno a questo castello, così come agli inizi del 500’ vi erano un insieme di negozietti, mulini, fabbri, che da piazza Sant’Anna al lavatoio Gorghillo, rendevano questo quartiere attivissimo e pieno di vita. Al castello c’era la nostra scuola media, la nostra radio Marineo, la nostra sala da ballo, il nostro granaio, la nostra liuteria. Il piazzale antistante a curva e con una pendenza del 60% era il nostro unico campo di calcio, essa era la piazza più importante per la rappresentazione della Dimustranza, era lo spazio più grande e soleggiato ove stendere ed essiccare il sommacco. Quando, una quindicina di anni fa, questi luoghi vennero restaurati, mi sembrò naturale e spontaneo chiedere alla sovraintendente di allora se un giorno si sarebbe potuto realizzare un centro di raccolta ed esposizione di reperti etnoantropologici, che io già raccoglievo dal 1985 . Mi rispose che l’architetto che aveva curato il restauro lo aveva fatto pensando proprio ad una sede museale di questo tipo, ma che per il momento non esisteva nulla da potere esporre. La invitai al mio ristorante, che fu il mio primo centro di esposizione e lei quando vide la mia collezione mi disse: << fra una settimana le mando dei funzionari della sovraintendenza per catalogare questi beni affinché non vengano dispersi>>.  Iniziò così una lunga collaborazione che oggi ha portato all’istituzione di questa sezione che al momento riguarda il ciclo del grano, della vite, dell’olio e della pastorizia. I pezzi vincolati sono circa mille e spero che in un futuro prossimo si possano ampliare gli spazi ed il numero di mestieri, Vorrei ringraziare la Sovraintendenza nella persona della dottoressa Volpes, la dottoressa  Giuliano e tutti i suoi collaboratori, che con grande sensibilità hanno fatto in modo che tutto ciò si potesse realizzare. Ringrazio altresì l’amministrazione comunale ed in particolare l’assessore Spataro che con la sua proverbiale disponibilità ha collaborato anche manualmente. Ho apprezzato molto la capacità e la sensibilità dell’architetto Parrinelli, che pur non conoscendo l’uso o la funzione di alcuni oggetti, è riuscito a realizzare un allestimento sobrio e gradevole alla vista, facilmente fruibile,mettendo spesso in risalto le qualità estetiche di alcuni oggetti che, al di là della loro funzione, sono in sé delle pure espressioni artistiche che egli ha saputo cogliere e trasmettere. Un ruolo molto importante ha avuto il responsabile del restauro, Giuseppe Inguì, che figlio di una delle memorie storiche di Marineo Totò Tirrimutuni, e avendo vissuto in prima persona i periodi in cui tutto ciò era vivo e utilizzato, ha saputo ridare  il colore, il calore, il vissuto il sudore la fatica che essi emanano, lasciandone intatto il fascino originale. Egli ha tolto da questi reperti la polvere, la sporcizia, la calce accumulata negli anni di abbandono nei fienili e nelle stalle, ha tolto i segni della dimenticanza riportandoceli vivi anche se logorati, lucidi e consumati dalle mani ruvide dei contadini o dalla terra che aravano o dal legno che tagliavano. Non esistono due pezzi uguali tutti sono personalizzati adattati al proprio modo di lavorare, al proprio corpo, al proprio mulo, alla propria campagna alla propria terra. Ci sono oggetti riparati col fil di ferro, con le latte di pelati o di sarde salate, con lamiere di secchi rotti o con pezzi di zabara. Ogni oggetto ha una vita, una storia da raccontare. Alcuni anni fa ho collaborato con il regista Tornatore per la realizzazione del film Baaria, gli ho procurato mobili, attrezzi, telefoni, animali e quant’altro. Dovevamo realizzare un scena di una fiera del bestiame ambientata negli anni ’40. Nelle fiere ovviamente si vendevano selle, scale, aratri, zappe, falci, tridenti ecc. Lui mi chiese un pezzo per ogni tipo, la cosa mi stranizzò perché alla fiera si vendono decine di ogni pezzo per cui gli dissi che ne avrei reperito tanti altri, mi disse:<<fermati  questi oggetti sono vissuti, sudati, sporchi, macchiati di vita, a me servono per farli ricostruire nuovi, immacolati, alla fiera non si vendono cose vecchie. Gli attrezzi sono come dei libri con le pagine bianche, tutte uguali, tutti  dello stesso colore con lo stesso grado di consumazione, anonimi, sterili, poi ogni contadino giorno per giorno scriverà su di essi la propria storia, la propria sofferenza come su un diario che noi adesso potremo leggere>>. Ognuno di noi può leggere il vissuto dei propri padri, rivedrà quei muli stanchi che macchiavano di sudore il basto, quelle mani sporche di fango che zappavano la terra e lasciavano su ogni arnese il proprio DNA culturale e storico. In questo sito io vedo la possibilità di un nuovo sviluppo per Marineo, uno stimolo per creare nuove forme di economia e di turismo. Marineo è un paese per molti aspetti morto\non ci sono più terre coltivate neanche vicino al paese, tutto è abbandonato, nessuno più semina il grano nessuno prepara un orto, nessuno più vive di agricoltura e se non si semina non si raccoglie. Turisticamente Marineo offre pochissimo, si potrebbero creare dei percorsi turistici agro pastorali che comprendano Ficuzza, il bosco, il Palazzo Reale, il museo Godranopoli, le terme arabe di Cefalà Diana, Piana e le sue tradizioni. Nella valle dell’Eleuterio funzionavano fino al 1950 decine di mulini ad acqua che ancora esistono e si potrebbero riattivare creando così un’attrattiva unica. In questo modo si incrementerebbe la vendita di prodotti tipici di pregio e qualità. Valorizzare inoltre eventi unici come la Dimustranza, il presepe vivente, l’infiorata che potrebbero fungere da volano per tutta l’economia agonizzante. Io spero che con l’apertura di questa nuova sezione, in collaborazione con la Proloco, il Comune, la Scuola, le numerose associazione, si possano promuovere mostre fotografiche a scopo anche didattico, iniziative culturali, eventi, riproposizioni di antichi mestieri, rappresentazioni teatrali, mostre di Pupi siciliani che rendano vivo questo sito e attraente per un turista altrimenti attratto da mete più allettanti.
Salvatore Pulizzotto

SIGNORE ! INSEGNACI AD AUTOCOPIAINCOLLARCI !



Ci siamo più volte chiesti in questi giorni , aldilà dalla notizia apparsa ovunque, come fosse possibile che nessuno di tutta la squadra dei compari che nel 2010 “reggeva”  la terra di Marineo e che i nomi sono reperibili nel primo volume pubblicato allora dall’editore di regime Target out non alzassero la manina per farsi sentire. Ci promisero addirittura “una collana editoriale” e visto il simposio di regime degli autori salvo il Benanti gli altri sembravano fuori luogo accreditati solo in quanto funzionari di regime. Questa mattina siamo stati accontentati e , con un po’ di raggia, abbiamo letto lo scritto del Benanti facendo a caldo due considerazioni. La prima è giusto che il Benanti faccia la sua parte in quanto unico marinese ad averne le credenziali,  la seconda è stata la sorpresa di un linguaggio quasi poetico che gli sconoscevamo. Salvo il fra le righe del voler riscattare un popolo “sempre servo” a loro parere senza lato A . Quindi eravamo veramente felici nel constatare che il Benanti (ex assessore alla cultura della serie  da canguro che salta fra cultura e ipocrisia politica) faceva finalmente il suo lavoro . Stonava la foto del Pulizzotto mezza velina e mezza donna vana (conosce il personaggio…). Ma vivaddio a casa la politica, e viva una cosa che nasce! Ad onor del vero aspettavo in questi giorni che la “setta dei compari” tirasse fuori “noi nel 2010 facemmo per primi….”. E proprio qui sta la differenza fra i trinaricciuti e la gente normale. Quindi ci siamo immaginati che l’attuale assessore alla cultura chiamasse il Benanti riconoscendogli che quel poco, confuso, velinare di intellettuali  fu fatto…nel 2010. Ad un tratto  mi prese la raggia vera e feci ciò che non avevo mai fatto prima. Mi ricordai di quando il Perrone presentando il suo libro vide in sala la squadra dei compari al completo ed io gli dissi “vedi che alla fine è gente libera…” non sapendo la coltellata che avevano già preparata stile agguato mafioso… Quindi stamattina utilizzai quello strumento che fu fatale al Perrone e…. mi crollò il mito del Benanti “dal linguaggio poetico”, delle impressioni scritte a caldo e cosette del genere.     L’articolo La terra di Marineo tra il XVI secolo e gli anni Cinquanta del Novecento

era stato pubblicato su la Rocca nel dicembre 2010 in occasione della pubblicazione della collana facente parte del progetto “Promessa mantenuta” di manumanchiana memoria.  Ora questi signori stiano tranquilli perché del Pulizzotto noi conosciamo la sua non violenza e che siamo certi che non è uso ad usare i veleni in cucina come vendetta .


ARIOSTO 540

540 anni fa nasceva Ludovico Ariosto. Succedeva a Reggio Emilia che assieme a Ferrara, Scandiano , e Firenze formavano un quadrilatero (come usa dire oggi con la moda) universalmente unico. La Fondazione Magnani ha deciso di ricordare-festeggiare l’avvenimento mettendo in calendario dal gennaio e al dicembre 2014 oltre 70 eventi di portata eccezionale. Mostre convegni incontri, proiezioni insomma tutto quanto investe un personaggio come l’Ariosto e le sue opere in special modo l’Orlando Furioso. La scelta era trasferirsi per un anno a Reggio Emilia o bivaccare su treni seguendo gli appuntamenti. Nel quadrilatero predetto trovarono posto Andrea da Barberino, Maria Matteo Boiardo, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso e tralascio i cosidetti “minori” (Pulci, Cieco da Ferrara, Aretino, Forteguerri ecc.ecc.). Fra questi eventi c’è un appuntamento a cui non posso mancare. Venerdì 27 giugno ore 21 Sala Conferenze Gualdi di Palazzo Magnani in pieno centro: The World beyond Europe in the Romance Epics of Boiardo and Ariosto - Il mondo fuori dall’Europa nei poemi cavallereschi di Boiardo e Ariosto introduce Gianluca Ferrari relatore Jo Ann Cavallo.
” Paragonando la rappresentazione dei personaggi e luoghi dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa nell’Orlando Innamorato e nel‘Orlando Furioso , Jo Ann Cavallo sostiene che la visione cosmopolita del Boiardo viene progressivamente sostituita da Ariosto con un ideologia che sottolinea la distinzione fra Cristiani e Saraceni, richiamando la retorica delle crociate.”Questo è quanto trattato nel corposo volume che la Cavallo ci ha presentato come si può presentare un lavoro di circa dieci anni in un ora. Il Ferrari ,conosciuto nel 1992-4 sempre a Reggio in altra analoga occasione nelle vesti di illuminato assessore alla cultura di Reggio Emilia da uomo colto prestato alla politica oggi è uscito dalla politica recuperandosi alla cultura. Ha fotografato il contesto storico e di “residenza o domicilio” dell’Ariosto aiutandoci a capire l’uomo che “amava il sol natio” pur viaggiando continuamente nel predetto quadrilatero. La Cavallo che già più volte a Marineo , quando le conferenze si tenevano in quella stanza “dentro” il museo ha percorso questa sua “idea” della geografia epico cavalleresca nei due poemi su Orlando non trascurando tutte le onomastiche che incontrava nel percorso. Per farvi un esempio se anche voi salivate sull’Ippogrifo con Ariosto in volo sull’Inghilterra avreste goduto e assaporato come cambiò e tradusse la onomastica geografica l’Ariosto. Dalla Tartaria alla Circassia, dall’India all’Africa ai luoghi mitici sono centinaia i termini analizzati. E la cosa giungeva quasi a proposito in quanto in questo periodo affrontando la storia del popolo arbereshe e rivisitando il Guerrin Meschino di Andrea da Barberino devi affrontare migliaia di nomi di luoghi, popoli, fiumi , monti,laghi e cosi via quasi il doppio del Milione, luoghi che poi ritrovi nella geografia di Tolomeo .
Reincontrare , gente che conta, diremmo noi, del mondo accademico dell’epica cavalleresca e in special modo di area Boiardesca e Ariostecca giustifica un viaggio (o meglio un percorso) iniziato a Piana degli Albanesi che mi ha portato nelle principale biblioteche europee, di cui ho già qui sopra,parlato sino a venerdi scorso a Reggio Emilia e costringendomi a rinunziare alla inaugurazione del nascituro Museo cosidetto Etnoantropologico che è come una banca-dati perché io lo immagino come “ogni attrezzo legato ad una persona specifica con nome e cognome” moltiplicando cosi il suo valore.
“In quale forma oggi è possibile rappresentare questi capolavori di epica …” è stata la mia domanda alla fine. “ Come Lei ben sa, caro Sanicola, ci sono solo due forme: i maggi tosco emiliani e il Teatro dei Pupi” mi rispose con un grande sorriso la prof.Jo Ann Cavallo. Fermo restando il continuo inarrestabile studio degli accademici.
Infoline 0522454437 – 444446 www.palazzomagnani.it

sabato 28 giugno 2014

ISTRUZIONI PER L'USO

Intanto avrei fatto l’inaugurazione il sabato pomeriggio per dare la possibilità la domenica alla gente di ritornare subito a rivisitare il museo il giorno dopo a mente fresca. Chi si intende di queste cose ha preferito la domenica cosi nessuno vi andrà di lunedi e se avrà memoria rimanderà la cosa al prossimo fine settimana (sic). Buona parte dei visitatori conosce gli oggetti esposti per due semplici motivi: il primo per averli visti girare per casa il secondo perché il Pulizzotto “non sa fare nulla se non ha almeno un centinaio di strumenti vicino”. Sembra che buona parte di questi strumenti li usi quotidianamente dal cagliare il latte a fare il pane per non parlare di quando si trova in campagna. Parla usando metafore rubate alla cultura contadina e asseconda i suoi discorsi mostrando attrezzi e strumenti che ormai solo lui possiede. Ora suggeriamo di non visitare la mostra da soli. E permetteteci qualche esempio.
Per i giovani
Meglio con la fidanzata. Commentando gli attrezzi inevitabilmente emergerà la fatica di chi usava questi strumenti nel passato. E questo vi porterà a paragoni ricordando i nostri vecchi che col sudore aiutati anche da questi strumenti per allora tecnologicamente all’avanguardia “accumulavano” benessere per le prossime nozze. E da lì in poi se non siete poeti chiamate Ezio Spataro e fatevi suggerire non solo frasi d’amore ma anche di passato contadino.
Per le famiglie
E’ imperativo andare con i figli ancora a carico (intendo che ancora “dialogano” con voi). Ora se abbiamo imparato qualcosa da tutti questi “educatori” a tempo pieno ora è il momento di “dimostrare i muscoli”. Qui entra in gioco la continuità , l’eredità, il Dna. Ogni attrezzo è legato ad un nonno ad un padre ad uno zio (ovviamente anche in campo femminile). La nonna con quell’utensile trasformava una misera cena in un banchetto sontuoso. Il nonno “raccoglieva” dall’orto facendoli arrivare in cucina integri e rigogliosi. Avere un setaccio non era un lusso ma saperlo usare nelle molteplici applicazioni ne era capace solo la nonna. Quella zappetta con il manico a gobbe porta ancora i segni dei calli delle mani del nonno. E cosi per ogni attrezzo c’è una storia da raccontare legata alla propria famiglia. E i Vostri figli lo vedranno guardandovi nel viso sorridente e gli occhi umidi quando incontrerete visivamente l’attrezzo che suscita maggiori ricordi.
Per tutti gli altri
Prendiamo atto che se non impariamo a conservare il passato siamo in balia del caso. Dobbiamo difenderci da chi per un motivo o per l’altro vuole cancellare il passato. Lo subiamo tutti i giorni ! Se un bambino ritorna a casa e chiede “Papi, se tu sei il genitore n.1 e la mamma è la n.2 la nonna che numero è essendo morto il nonno paterno …?” Per fortuna che alcuni nostri figli sono ancora educati “a mano “ all’antica e cosi ci evitano domande tipo che numero hanno i genitori dello stesso sesso, i risposati, i divorziati, e qui mi fermo. In parole povere quelli che il Papa non ha voluto giudicare lasciandoci nella stessa angoscia che ci lasciò Paolo VI quando non si decideva per gli anticoncezionali. Ora la prima azione da fare è quella di andare a conservare subito, per chi fa ancora in tempo, la memoria familiare. Prendete i nonni gli anziani e “interrogateli” , conservate i loro ricordi , fate voi il loro “diario” su qualsiasi cosa. Da dove iniziano i loro ricordi (da un fatto, al matrimonio suscitatene i dettagli !, ad un evento) poi confrontate le date collegandole ai fatti storici a eventi paesani e infine catturate i loro ricordi . Mettete il tutto in quaderno aggiungete qualche foto e diventerà il vostro piccolo museo personale che vi terrà compagnia tutta la vita. Nell’era digitale dove nessuno scrive più una lettera rivalutiamo questo strumento.
Io non so come reagiranno le future generazioni di innamorati quando e se riusciranno a salvare il primo messaggino con scritto ti voglio bene e se ancora leggeranno qualche romanzo d’amore dove”…lei prese tutte le mie lettere e le rileggeva ogni giorno…”.In parte, a tutto questo ,sopperisce questo nuovo museo che non è altro che un album , uno scorrere di diapositive di immagini aride se non li abbiniamo ad un vissuto personale. E siamo ancora in tempo esistendo personaggi come Inguì che andrebbe ingaggiato come guida stabile perché molti di noi ne hanno bisogno.
Spiando e girando fra gli “allestitori” abbiamo rubato questa frase “la gente di Marineo ha un cuore grande, sente di essere parte di qualcosa ... E questo e' stata una delle cose più belle che io abbia visto in 15 anni …”. Grazie !

venerdì 27 giugno 2014

QUANDO LO STATO NON è UN NEMICO

Girare in mezzo a quella decina di persone che stanno ribaltando quell’ala del castello disprezzata dai politici , mal usata per mostre (vedi costumi) più usata come deposito materiali che come spazio “esistente e vivo” provi emozione. Veder curare nei minimi particolari il tutto in armonia con l’ambiente e il luogo ti fa dimenticare il cattivo uso di questi spazi che se ne faceva prima. Ritrovo semiclandestino dei manumanchesi sempre pronto per “certi politici palermitani” , poi diventato quasi-sede di una rivista di parte grazie alle grazie di un suo collaboratore poi “in attesa di un lungo iter burocratico” che alla fine lo ha penalizzato per non parlare dell’ultimo uso , ritrovo di una banda di scalmanati provocati ad arte affinché fosse sede di ingovernabilità cittadina per un gioco politico orrendo e canaglia e non sede del Consiglio Comunale.
Oggi lo stato fa sentire la sua voce recuperando uno spazio alla comunità lasciando fuori presunti “accaparratori”. Sembra un operazione facile ma ci sono volute molte capacità messe assieme , già vaccinate per tener lontani “i distruttori del tutto”. Abbiamo assistito ad un tempo dove “alcuni mascalzoni” si gasavano di Marineo città d’arte, Marineo dei Castelli, Marineo cosi e Marineo colì , insomma l’epoca di Marineo promessa mantenuta(potete trovarne il lungo elenco sfogliando la Pravda) ! In pratica era la Marineo del nulla ! Ora questa nuova ala aperta alla gente , va aggiunta al Museo dell’Eleuterio non come punto di arrivo ma come punto di partenza ! Non dobbiamo permettere che i cittadini abbandonino questo spazio cosi come è avvenuto con il Museo dell’ Eleuterio. Questi spazi sono collettivi e, caro Assessore, dopo le foto serve lavorarci sopra rendendole vive e interessanti. Ormai il Museo (credo che stacchi una decina di biglietti l’anno) è visitato e non “consultato”. Bisogna inventarsi come motivare il pubblico e per questo si può pensare ad un migliore utilizzo dell’abbondante personale già esistente. Bisogna inventarsi un collegamento fra le due esposizioni. Bisogna motivare le scuole a “suggerire” un miglior uso delle risorse del territorio che dopo tutti questi comenius, erasmi, fatui pruriti di fratellanza internazionale si dimenticano delle risorse che hanno in casa. E mentre ci auguriamo che tutti questi viaggi, gemellaggi, erasmi vari che almeno a qualcuno dei coinvolti spicchi la voglia di imparare una di queste lingue per poter un giorno comunicare. Ci è mancata in questa fase proprio la presenza “fisica” di questi “campioni” internazionali che avrebbero arricchito non solo loro ma anche chi orgogliosamente li ha guidati in queste esperienze. E’ questo che intendiamo , caro assessore, quando alludiamo al lavoro che lei deve prioritariamente fare ! Che questo museo non faccia la fine di quello di Godrano perché dopo non possiamo accusare lo stato di negligenza ma fare un “mea culpa”. Vedere la squadra al lavoro non ci è parso che la Sopraintendente Maria Elena Volpes abbia mandato la Dottoressa Giuliano ,l’arch.Giovanni Parrinelli ,Carla di Franco, Tania Gandolfo, Mariella Zasa e il folto gruppo di marinesi fossero “là a servizio” perché conosciamo le facce di chi è solo “comandato” qui c’è anche amore per il proprio lavoro e orgoglio di fare una cosa sotto certi aspetti unica.Si è visto girare fra le varie ali del Castello la Dottoressa Bellanca che si sta mostrando sempre più “la nostra castellana doc”.

mercoledì 25 giugno 2014

DOMENICA ASSALTO AL CASTELLO

Forse ci siamo ! Dopo aver subito “l’aggressione dei manumanchesi”, dopo una via crucis che ci ha mostrato la somiglianza del Golgota con la Rocca, dopo una infinità di “intrusi” che sull’argomento c’entrano come il cavolo a merenda, finalmente Salvatore Pulizzotto vede realizzato il sogno di una vita. “Tutto è cominciato quando mi è apparsa in sogno la Dottoressa Volpes che come a Fatima mi diede tre messaggi. Il primo : contatta la dottoressa Selima Giuliano, il secondo stai attento a certi intellettuali locali e il terzo è un segreto”. Ormai il frutto di una ricerca di una vita sta trovando casa. “Fiere , case contadine, cantine, solai, magazzini, antiquari, pagghialori non c’è posto dove non mi sono recato per recuperare le prove del nostro passato”. Poi ci hanno messo mano i politi e i loro codazzi. E’ la prima volta che viene pubblicato un catalogo senza che ne sia pronto il museo. La smania di apparire di chi c’entrava come il cavolo a merenda , la smania di essere “protagonisti” ha subito fatto diventare tutti “esperti “ . Ne è venuta fuori una pubblicazione che nessuno ha letto, che non lascerà traccia e come al solito servirà solo ai soliti quattro PSEUDO RADICAL CHIC . Il solo che aveva titolo era il Benanti ma anzicchè far valere i suoi meriti ha preferito organizzare lasciando che questo volume divenisse il “libretto rosso” del nostro Miao-Mao locale.
Dopo aver riempito tutti i ristoranti della zona con materiale raro ora questo materiale ha trovato casa al castello. Il Maestro Giuseppe Inguì (lui si che è qualificato) ha fatto la sua parte, tutti guidati dalla dottoressa Selima Giuliano faticosamente sono giunti al traguardo. Ora prepariamoci alla prevaricazione dell’assessore alla cultura sperando che lasci spazio agli ospiti e soprattutto si lasci parlare la Sopraintendente Dott.sa Volpes, la Giuliano e il Pulizzotto che ci hanno messo amore in questa cosa. L’offerta che Marineo offre ai suoi ospiti non è da poco. Intanto il Museo dell’Eleuterio, ora il Museo della civiltà contadina, speriamo in una locazione definitiva e stabile, per il presepe del Crocifisso e varie opere sparse che la costanza del Trentacosti rende vive grazie ad una cartellonistica esplicativa. Se questo assessore alla Cultura fosse meno “donna vana” inizierebbe a portare avanti l’operazione “Nestos” per il ritorno a Marineo dei beni artistici che bivaccano a Palermo. Non è importante se si vanterà anche di questa idea l’importante è riuscire là dove io mi sono beccato un “vastasu” ( indovinate da chi ?) per aver proposto questo ritorno. Proprio da chi non sa nemmeno di cosa stiamo parlando.
Ora contiamo che il personale già esistente si possa occupare di questa nuova sala con competenza perché il primo gesto è quello dell’accoglienza che sia cortese, educata accattivante e perché no preparata. Al nostro Assessore alla cultura raccomandiamo che dopo essersi fatto fotografare in tutte le pose, dopo averci detto che è vero che la Madonna è apparsa al Pulizzotto e averci confermato che per prima è apparsa a lui , ora faccia il suo lavoro “occupandosene” , diffondendolo curandolo perché questa sua interpretazione di “fare l’assessore alla cultura” non significa di occuparsi di tutto e della qualsiasi. E si ricordi che ancora oggi noi paghiamo i suoi errori del passato …
Intanto chiunque esso sia (meglio siano) meritano la nostra riconoscenza per aver arricchito l’offerta di proposte e la protezione del nostro patrimonio.
Ps Abbiamo visto un giovane ottantenne aggirarsi fra i tecnici e la cosa ci ha commosso due volte. La prima perché è il Wikipedia dell’operazione come memoria storica e come maestro artigiano , la seconda perché chiamandosi Salvatore Inguì ha dato un significato al lavoro del figlio e in più non possiamo dimenticare il suo bel documentario sempre sull’argomento. Come al solito ancora non è pronto nemmeno il manifesto tanto per sottolineare la parte che compete al nostro Assessore.

lunedì 23 giugno 2014

ERASMUS


INFIORATA O ...CARNI E SAPORI ?

…quel mazzolin dei fiori…
Grandi novità quest’anno nell’infiorata. Fermo restando che il gruppo che se ne occupa è sempre lo stesso , compatto ed efficiente (tranne quei pochi che , a dir il vero pochissimi, che si vedono solo a organizzazione finita). E del resto non potrebbe essere altrimenti perché il Pesco sa amalgamare e assemblare la sua gente : mi pare che con Antonino Spinella sono gli unici che ci fanno fare bella figura sempre (anche quelli del Crocifisso non scherzano) ! Dicevamo delle novità. La prima è che ormai questa festa inizia dopo la quaresima e finisce a Santu Ciro. Non avremo lo spazio dei miscredenti che lo scorso anno con la scusa di “spazio comunale” ci siamo sorbiti fiori e fiorai manumanchesi che ci hanno tenuto col fiato sospeso se sostituire lo stemma del comune con una falce e martello e le iniziali del loro profeta e l’immagine del Cracolici sullo stemma... Chissà se il Pesco gli concederà lo spazio chiesto in virtù del fatto che essendo quasi ministro (non di Dio) per aver risolto problemi tipo F25 , Costa Concordia e un esattore per ogni cittadino, gli perdona lo sgarro dello scorso anno. Ad onor del vero gliela avevano fatta grossa i manumanchesi ! Veder sfilare i gerarchi ingioiellati , in seta e cashimir per il paese per poi rinchiudersi nell’ex loro tenuta (al castello) nella grande abbuffata di filetto , caviale e simili con un cuoco da 15.000 euro ha turbato la religiosità dell’infiorata e malgrado l’ordine dei trinaricciuti era “andare in giro in gruppetti spostandosi simultaneamente per far notare la presenza” frainteso , ecco perché trinaricciuti, sostituirsi nella processione passando per primi sopra i fiori sventolando bandiere e cantando “bandiera rossa”. Si spera che l’infiorata , suggerita e promossa dal Diacono Trentacosi ( ma ne siete sicuri ? Non è che è opera dello Spataro …) . Avremo certamente lo spazio dedicato alla nuova rivista pseudo comunista che potrebbe essere uno strumento locale della cultura di sinistra mentre è usata come grimaldello per un non meglio identificato redattore, direttore, diffusore . Ormai , grazie a questa rivista , ci sorbiamo sproloqui in tutti i luoghi e sedi abbinata ad un blog che solo un dio potrebbe descrivere meglio il meglio del meglio dei sogni infranti, non realizzati di un disadattato rivoluzionario non violento che poco poco usa il sistema marxista di accusare gli altri di nazifascismo definendosi lui stesso vergine senza specificare di quale lato. Sembra che in questo spazio verranno riprodotte le immagini con tutta la redazione, a memoria degli ignoranti locali, ed in primo piano Gramsci(al fianco della moglie …fedele) e Pasolini vittima dei clericonazifascisti locali . Ci sarà uno spazio dedicato all’indifferenziata , gestito da chi sappiamo, dove i partecipanti potranno riversare i petali e il materiale di risulta dividendolo per poter raggiungere quella percentuale che per anni ci hanno sbattuto in faccia. Tralascio lo spazio personale che il nostro assessore alla cultura ha ottenuto “a umma a umma” (si scrive cosi ?). Ma posso dirvi il tema. Lui “il carismatico !” nelle vesti di Giosuè che guida il suo popolo ! Quale popolo ? Ma dai i suoi non votanti ma “obbligati”.
Che dire del popolo dell’infiorata ? Non ho pagato abbastanza aver notato qualche buccia di arancia o qualche manciata di cellulite in più l’altra volta ? So solo che i collant brasiliani sono andati a ruba, busti con e senza stecche si confezionano su misura e per le prove c’era la coda. I dialoghi fra madri e figlie sono stati censurati con la vittoria delle madri che non hanno accettato che le figlie fossero più scollate delle madri e con buona pace di tutti l’accordo raggiunto è stato esemplare : si sono suddivisi i lati da mostrare chi il lato A chi il lato B. La vera battaglia si è spostata sui metri dei tacchi e sui centimetri degli spacchi. Per i tacchi sembra si supereranno quelli della giovane consigliera manumanchese (si parla di oltre 1 metro… lei compresa). Qui occorre una precisazione. Suggerisco agli ipocriti e ai bigotti di evitarmi di pubblicare i salmi di Salomone sulle tette e sulle cosce delle donne.
Per il risultato finale non ho dubbi. Pesco mi disse una volta “mi nni futtu di zoccu dicinu, io faccio quello che va fatto seriamente”. E su questo ci metto la firma anche perché né durante la festa , né prima né dopo l’ho visto fare la velina in giro facendosi fotografare o osannare come certi politici. Ma il Parroco è sicuro che lo Spataro gli lascerà fare il “cammino” sui fiori ? A noi ha detto: siamo entrambi carismatici quindi una volta ciascuno. Parroco avvisato mezzo salvato !
Per fortuna che Marineo ha pescato Pesco !

sabato 21 giugno 2014

ARBEIT MACHT FREI

Giorni fa sono stato definito nazifascista e siccome questo signore ne ha le prove allora vi faccio dono della foto del lager che dirigevo. Purtroppo , come succede al direttore del manicomio che finisce per diventare pazzo, a me è successo quello che succedeva a Marineo quando “quella cellula” , mai estintasi, mandava lettere anonime e continua a farlo ancora oggi . E’ loro uso pisciarsi sui piedi per invidia (a livelli stratosferici), per mistificazione e ingratitudine. In pratica questa è gente che non ha mai fatto nulla nella vita e l’insegna del lager era a loro dedicata e non ai poveri ebrei. Perché il loro gemellaggio “nazisti - comunisti” ha perfettamente funzionato nei lager russi e tedeschi. Con la differenza che i tedeschi erano impazziti mentre i comunisti erano specialisti nell’internare gli intellettuali, cioè quelli che oggi mi accusano e tutti coloro che non la pensano come loro. In questi lager russi è stata composta la nostra cavalleria rusticana …ed eccovi la versione originale “…e si moru e vai in paradisu (sovietico-comunista) se nun ci trovu a tia mancu ci trasu ….picchi di dda un si po nesciri”. Altro che intellettuali questi si nutrono ancora oggi di carne umana… Come era …ferisce più la parola che la spada ? Rivoluzionario non violento ? Non violento tu? Ma vai a f.c.s. ! Curati !

giovedì 19 giugno 2014

C'ERA UNA VOLTA IL CONSIGLIO COMUNALE...

Caro Onofrio , da un pò non ci si vede e non ci si sente,  dal tuo blog mi accorgo però che sei spesso  di buon umore e questo mi fà piacere.   Ora è da un pò che volevo dirtelo e colgo l'occasione dal fatto che commenti anche tu fatti e misfatti politici della bella Marineo.  L'invito che ti faccio è quello di venire anche tu a guardare i consigli comunali, guarda che ti perdi un vero e proprio  spettacolo.  La parte più bella sono le comunicazioni da li si può divagare per ore io quando posso ci vado,  ci ritroviamo in pochi a far da spettatori , la  cosa migliore e guardare in faccia chi oggi amministra questo paese , e guardarli proprio mentre discutono di cose spesso anche importanti, sono per la teoria che lo sguardo di una persona dice molto più della stessa bocca, ritrovi consiglieri attenti precisi e scrupolosi, poi però ci sono pure … bè lasciamo perdere . Quindi ti invito formalmente  a materializzarti ai consigli  ovviamente quando sei qui ,  non limitarti a commentare per sentito dire, per rapporto telefonico  o dopo aver letto qualche riga.  .  Con un buon grado di affetto . CIAO

Ho frequentato il consiglio comunale al tempo del Quartuccio non lasciandomi sviare dalla tipica orrenda prevenzione marinese per cui tutti sono merda tranne „io“. E‘ stato forse il miglior presidente del consiglio che abbiamo mai avuto. Conosceva bene la materia era giustamente equidistante e con lui mai la Costa sarebbe arrivata a questi livelli. Persino il manumanca oggi fa il mandante usando gli altri come killer. Ciò con lui non ci sarebbe stato. Ho pagato a caro prezzo questo giudizio grazie alla complicità di uno sbirro e di un mascalzone . L’attuale presidente paga giustamente la sua inesperienza e la sudditanza dell’assessore unico. Se ancora dopo un anno nè codesto esperto assessore nè nessun altro è riuscito a capire la manoVra „manumanchese“ è inutile andare ai consigli. Il mandante non può esporsi in quanto „onorevole per caso“ deve rispettare certi limiti (non quello dei redditi) ed usa , senti senti, non più il fratello ma la Costa e il Cangelosi (quest’ultimo per sparare vuole carte altrimenti subentra il fratello in cashmkir e seta). Il loro scopo è sempre lo stesso e cioè quello bolscevico: divide et impera. Bloccano , dubitano insinuano e presto pisceranno in aula. Nessuno si accorge che mai producono prove di quello che insultano. Svolazzano fogli anonimi , fotocopie parziali, dati manipolati. Hanno fatto fortuna con l’immondizia (fortuna in tutti i sensi) e quando si scopre che non sono arrivati nemmeno al 30 per cento gridano „mamma ciccu mi tocca“ . Da tempo cerco di uscire da „questa cronoca locale“ perchè non mi interessa più e i miei competi.ori si sono rivelati quello che sono : miseri...

Gli dà fastidio persino che ero comunista mentre loro non lo sono mai stati.Ti faccio dono di una foto. Quando uno arriva a dirti certe cose in unione sovietica ti rinchiudevano in manicomio „d’ufficio“ . Oggi purtroppo il direttore del manicomio potrebbe essere un ex internato. Definirmi nazi-fascista lo può fare solo uno stronzo, un pazzo o un cretino comunista (trinaricciuto) . Amico caro io non sono un ipocrita rivoluzionario non violento perchè mi piacerebbe vedere impiccati i ladri , chi si arricchisce sulle spalle dei lavoratori, chi sfrutta in qualsiasi modo i lavoratori, i cattolici ipocriti. Cosa salverei da tutto questo ? Le donne . Ma a condizione che siano belle e intelligenti. E ora non chiedermi altri dettagli sulle donne. Ti abbraccio.

Ps Scusa ma perchè non scrivi tu quello che pensi ? Hai paura di finire in un lager russo ? Guarda quello sopra è gestito da un marinese eroe per caso , ma di grande esperienza... forse sono l’unico che lo conosce bene...ti farei uscire in cinque minuti ammesso che ti ritrovo vivo....