sabato 31 ottobre 2015

ACQUAVERDE13



ACQUAVERDE 13
La storia che volevo raccontarti
DI  SALVATORE GIUSEPPE POMARA

ILRACCONTO DELLA DOMENICA


    Negli anni in cui Pepo sognava di diventare uomo, Vallerosa era tale e quale cento anni prima. Perfino la gente e gli animali erano gli stessi. Il tempo si era come fermato per lasciare il posto all’apatia e alla rassegnazione. Non c’era ricchezza a Vallerosa, ma una miseria antica tramandata da padre in figlio assieme al patrimonio genetico. Nessuno però ne faceva un dramma, non avendo conosciuto tempi migliori. La moneta corrente era il frumento, barattato per comprare di tutto. Tutte le mattine, il treno scaricava venditori ambulanti e mercanzie d’ogni genere. «Firdinannu, Firdinannu!» facevano le donne, nell’udire la cantilena di Ferdinando, il pescivendolo che arrivava direttamente da Palermo. «Accattatevi i sàiiddi, àccattativi i scùiimmi!», compratevi le sarde, compratevi gli sgombri, «sàiiddi, scùiimmi!» gridava costui, cui facevano eco gli altri. «Biscotti, taralli, cioccolati, fatevi la bocca dolce». «Ancora fumante è! Sfincionello, sfincionello! Madre, quanto è buono!».  «Palloncini colorati… palloncini!». «Va canciativi u ramu vecchiu, va canciativi l’alluminio vecchio!». Chiedevano rame e alluminio, suppellettili metalliche in disuso e ferraglia varia, in cambio di piatti di ceramica, scodelle, pentole e perfino vasi da notte. Alcuni si rivolgevano direttamente ai bambini ai quali promettevano palloncini colorati in cambio di ferro vecchio.  Pepo e i suoi amici li aspettavano per strada carichi di residuati bellici, armi perfettamente funzionanti che si trovavano dappertutto e con le quali simulavano pericolosi giochi di guerra.

     In the years in which Pepo dreamed of becoming a man, Vallerosa was exactly as it was one hundred years before. Even the people and animals were the same. Time had stopped moving forward to give way to apathy and resignation. There was no wealth in Vallerosa other than an ancient misery, handed down from father to son along with their genetic heritage. None, however, made a drama out of not having seen better days. The current money was wheat, which was bartered to buy anything. A kilo of wheat, which not everybody owned, was barely enough to buy a hundred grams of mortadella or salted sardines; to buy the same quantity of ham, twice as much was necessary. Every morning the train unloaded vagrant sellers bringing goods of all kinds. They sold fish, fruits, and sweets. A man called ‘dishes and bowls’ asked for old iron, aluminum, and copper in exchange for domestic utensils. "Exchange your old iron, exchange your old aluminum," shouted ‘dishes and bowls’. He invited the housewives to get rid of unused metallic implements and iron items in exchange for ceramic dishes, bowls, and terracotta pots. There were vendors who even directly addressed the children, to whom they promised colored balloons in exchange for old iron. Pepo and his friends waited for them in the street, carrying old war scraps they had found everywhere and with what they played dangerous war games.







mercoledì 28 ottobre 2015

RITORNA IL MURO CONTRO MURO ?




MURO CONTRO MURO ? SOLO PER ANTICHI RANCORI ? MA ALL'ASSESSORATO NON CONTROLLANO DOPPIONI, TEMPI E VALIDITà ? CONTENUTI ?
e con questo fanno quattro gli eventi sulla poesia a Marineo : ciascuno per se... 
quando avremo due dimostranze , tre presepi viventi, quando torneranno le tavulate di San Giuseppe, le 12 feste della Madunnuzza, due feste di San Ciro ,una con luminarie e l'altra senza...
A questo ci hanno portato abusi e discriminazione.
Ho la vaga sensazione che qualcuno ha nostalgia del muro contro muro. Cioè quelli che hanno fornito la materia prima a Leo Pasqua per scrivere la autobiografia di Marineo con il suo libro sul rancore , rimasti disoccupati, in parte emarginati si rodevano perché le loro legittime azioni oppositive non raggiungevano “il sangue”. Sapevamo che la cultura non era il loro pane quotidiano e non fosse stato per il Benanti e il Di Sclafani mangeremmo ancora immondizia. La loro non è democratica opposizione ma è un virus letale atto a distruggere la qualsiasi. Purtroppo molte intelligenze abboccano anche perché la controparte è giunta ad un livello di mediocrità abissale. Al punto di ritrovarsi assieme in un altro “evento da mission impossibile” : il gemellaggio con la Lituania. Penoso il non citare che fu la precedente amministrazione ad avviare questo futile e vacuo progetto. Progetto scaturito da un corso fatto da un “consulente anargiro” in Lituania presupponendo un via vai di bambini fra Marineo e la Lituania o una serie di scambi commerciali e industriali fra aziende marinesi (prego qualche esempio ?) e aziende Lituane per non parlare dei prossimi matrimoni con invii di pallet di arance a distanza di trentanni. Ora mentre fervono i preparativi per il prossimo simposio dei poeti marinesi (vedi bando diffuso oggi...) , arriva , in fotocopia, dalla stessa mano che si inventò il gemellaggio-lituano un secondo simposio. Intanto ci si accaparrano i poeti non più per l’alloro del Campidoglio ma contro “ritenuta d’acconto” ingaggiando cosi i “migliori poeti” a suon di parcella,come fossero calciatori... Quindi avremo il 28 novembre alle ore 16 del sabato il recupero del progetto del Nuccio Benanti “La Musa sotto la Rocca” (speriamo non si tratti della sola e solita La Sala) mentre il 13 dicembre avremo l’altra Musa ormai già collaudata , ma sempre figlia e  seconda figliastra (non sappiamo se si tratta di incesto) del Benanti.  Il marinese non cerca più di capire o meglio non vuole capire o come me non è buono a capire. La prima colpa va assegnata a chi gestisce la poesia da mezzo secolo “emarginando e svalutando” le eccellenze locali “non allineate”. Poi non possiamo non citare chi oggi gestisce la poesia per via di scelte incoerenti e settarie che allontanano .Scelte clientelari contrarie al loro statuto e allo spirito del loro Fondatore. Infine “questi discriminati” appena possono salgono sul primo treno “avverso” e quindi non occorre giustificare il perché si sono rifiutati di “dialogare”. “Potevano chiederci…” E’ questa la risposta che ci è stata data dai “padri padroni” della poesia locale. E’ penoso sentirsi rispondere in questo modo.
E dopo anni di commenti su questo modo di agire ecco che ti ritrovi “l’altro muro” che sfruttando un vecchio progetto si ritrova fra le mani un compenso economico da “spendere” e che va cercando come assegnarlo “fuori porta” e non alle eccellenze locali (come sottolinea giustamente il Vitali). Fare cultura a Marineo è difficile , perché questa non è pluralità ma diarrea improvvisa o meglio improvvisata.
Del Greco consulente conserviamo la bella immagine del recupero del Gorghillo (inguardabile oggi), l’idea dell’Isola verde con piantumazioni rare (in località inesistente oggi, da tutti chiamata l’isola che non c’è) il suo impegno sull’assassino rosso (non la falsa invenzione del rimedio) e tanti altri gesti (no comment sulla coltellata al Benanti…) ora lo accogliamo nella sua veste di “mecenate della poesia marinese” e speriamo che da Piazza Sant’Anna ci giungano altri gesti “di pura seta” perché da qualsiasi parte vengano vengano  noi  li accettiamo perché il rancore non è nel nostro dna. E cosi la nostra battaglia a favore delle eccellenze marinesi finisce con questo incontro (pensate che mancasse un convegno sulla poesia dialettale ? ). Ora qualcuno cerca di correre ai ripari (ma bastava chiedere...eravamo disponibili...si poteva abbinare...) dimenticando mesi e mesi di inviti a moderare arroganza e presupponenza.
Sono gli stessi che , sempre per arroganza e presupponenza , hanno affidato il paese a chi costruisce muri, muri che per cinque anni  ...
Ma questi falsi moderati non imparano mai... perchè loro non pagano sulla loro pelle ma con la pelle dei cittadini.

NON SIAMO PIù ALLO SBANDO !



Un nuovo pastore per la guida della Diocesi di Palermo
Dopo oltre un anno dalle dimissioni, per raggiunti limiti di età, del cardinale Romeo, è stato nominato il nuovo arcivescovo. Papa Francesco ha voluto ancora una volta stupire tutti scegliendo non, come tradizione, un vescovo per una delle più prestigiose e complesse diocesi d’Italia e sede cardinalizia, ma un parroco abituato a lavorare tra la gente, con particolare attenzione ai giovani e ai più emarginati. La scelta di un vescovo non è improvvisata. Il nunzio apostolico, cioè l’ambasciatore del Papa, presso l’Italia e i responsabili della conferenza episcopale nazionale mettono in moto un’attenta ricerca. Sono ascoltati vescovi, sacerdoti e laici. Naturalmente si seguono le indicazioni pastorali del Papa al quale vengono presentati più nomi di possibili sacerdoti tra i quali scegliere. E il Papa decide!
Don Corrado Lorefice, che prossimamente sarà consacrato vescovo, è nato ad Ispica (in provincia di Ragusa)  il12 ottobre 1962 ed è stato ordinato sacerdote il 30 dicembre 1967. Ha conseguito il dottorato in teologia e ha svolto vari incarichi nella diocesi di Noto, ma anche a livello regionale ove ha diretto il centro per le vocazioni. E’ professore di teologia morale e arciprete di Modica. Ha avuto modo di operare con padre Puglisi al quale ha dedicato una sua pubblicazione. E’ stato molto impegnato nel campo sociale, specialmente a favore dei ragazzi svantaggiati. La sua parrocchia è stata sempre aperta per accogliere i bisognosi. Il suo vescovo esalta la sua schietta amicizia, fraterna e filiale,  la sua passione e dedizione nel portare avanti senza stancarsi le fatiche pastorali”.
Don Corrado si troverà a guidare una diocesi con tante risorse, ma anche complessa, con oltre un milione di abitanti; una diocesi che è stata sempre guida per le altre diocesi siciliane. Il Cardinale Romeo, nel dare l’annuncio della nomina e nell’accogliere con gioia la nomina, ha esaltato le capacità del suo successore, ma ha anche messo in risalto i principali problemi che dovrà affrontare “Una decina di parrocchie situate in locali inadeguati e provvisori, la scarsità di sacerdoti, i molteplici problemi sociali, i giovani che non hanno lavoro e gli altri numerosi disoccupati, i senzatetto,  le varie povertà, la carenza di un’adeguata politica sociale, l’illegalità”. Il nuovo arcivescovo, nel salutare la sua nuova diocesi, ha precisato che “contribuiremo a una cultura dell’accoglienza, della legalità e del bene comune”.  Egli avrà bisogno del leale aiuto di tutti per fare adeguatamente fruttare le sue notevoli capacità. Don Corrado saprà stupirci, come ci stupisce ogni giorno Papa Francesco; saprà essere un solido punto di riferimento per tutti. A lui il nostro sincero augurio. Il nostro grazie al cardinale Romeo che in quest’ultimo decennio ha guidato con amore e passione la nostra diocesi stimolandoci sempre a fare del nostro meglio per la chiesa e per l’ambiente ove viviamo.

Giovanni Perrone

DEDICATO A RENè SALQUE

Abbiamo appena appreso della scomparsa della Signora Renè Salque moglie del non dimenticato Sindaco Jean Salque. Abbiamo ancora davanti a noi le immagini del nostro ultimo incontro con la Signora Renè (lontani dalle autorità e dei ruoli) quando iniziammo il pomeriggio , in casa di comuni amici, e arrivammo a tarda sera in discussioni cordialissime e divertentissime. Mi stupi come Lei si ricordasse cosi dettagliatamente del sottoscritto, dei tempi quando il gemellaggio era gestito in modo collegiale dove non entravano cafoni né “padroni”. Ci divertimmo per ore ridendo dei nostri mondi diversi e fu una bella gara dove emarginammo subito saccenti e ipocriti lasciando che nulla turbasse quel nostro, oggi ultimo, pomeriggio. Ai tutti i figli e parenti le nostre condoglienze.
Ho chiesto , non a caso, un commento all’assessore, non a caso, del gemellaggio Prof Ciro Spataro anche lui buon conoscitore della famiglia Salque:
“Al Sindaco di Sainte Sigolene Dominique Freyssenet
Abbiamo appreso la triste notizia del decesso della signora Réne Salque moglie del ex Sindaco Jean Salque fondatore del gemellaggio Marineo Sainte – Sigolene. In questo momento ci riaffiorano tanti bei ricordi e frangenti vissuti insieme nell’ambito del gemellaggio. Abbiamo sempre apprezzato il suo savoir faire e soprattutto lo stile, unito a una sensibilità particolare. Se n’è andata in punta di piedi, in silenzio, alla stregua di una donna d’altri tempi. L’ultima volta che la vidi mi ricordò gli inizi del gemellaggio nel 1984 e le varie tappe della sua venuta a Marineo con il marito. Mi disse che ormai la sua vita volgeva al termine e che sarebbe stata felice di poter raggiungere lassù il suo amato marito Jean, scomparso il 12 febbraio 1996. L’Amministrazione Comunale ed il comitato di gemellaggio sono vicini alla comunità Sigolenese e la invitiamo, Signor Sindaco, di farsi interprete di tali sentimenti di cordoglio nei confronti di tutti i suoi familiari.
Un caro saluto ed un abbraccio.
Ciro Spataro
Assessore al Gemellaggio
Marineo lì 28/10/2015

martedì 27 ottobre 2015

SETTIMANA DELL'ARCOBALENO


 Una settimana all’insegna dell’arcobaleno. Si è pur sempre la settimana dei morti ma da noi i morti si festeggiano, non portano tristezza, dolore angoscia.
Quindi avremo la giornata dei morti che vedrà il nostro cimitero fiorire. Solo in questi giorni i colori si impadroniranno del nostro cimitero. Sarà più facile contare le tombe spoglie che quelle colorate. Poi recupereremo e festeggeremo tutti coloro che non hanno un “onomastico dedicato” o meglio chi è “fuori lista o ha nomi impossibili non abbinabili a un santo” e qui la lista è lunga e vi risparmiamo le esagerazioni a cui siamo oggi arrivati… Poi non possiamo dimenticare il 4 Novembre… Anche Marineo ha i suoi caduti nella grande guerra e ce lo ricorda il “monumento” posto nello stesso luogo a cui ha dato il nome. Poi quest’anno se ne festeggia il centenario e ci aspettiamo che le autorità sappiano darci una buona spiegazione del perché milioni di persone si “scannarono” vicendevolmente… A me fa orrore pensare che nelle file dei “nostri” c’erano i nostri avi e nelle file nemiche c’erano anche i nostri avi “venuti qui a svernar da Austria e Boemia…”  come dice il Giusti davanti a Sant’Ambrogio. Tutto questo mentre continua la Beccadelli Art al Castello dove tante “eccellenze” marinesi sono in vetrina. Strano paese il mio , ho più volte detto ! Se fra quelle eccellenze non ci sono io non possono essere eccellenze , quindi non ci vado … Dovremmo fare una esposizione sui coglioni eccellenti marinesi”  … a cui certamente appartengo. Ormai è chiaro che non è pigrizia soltanto , ma rifiutare la qualsiasi è nascondere , mascherare la propria ignoranza. Credo che bisognerebbe creare un centro formativo “collettivo d’obbligo” perché partire dalle università mi pare esagerato… ma avere a disposizione una ventina di corsi formativi è un'altra eccellenza, purtroppo farli in una comunità di saccenti mortifica, ma non farli è come dargliela vinta . Questi corsi sono un esame di riparazione per la nostra conoscenza e cultura. Credo che oggi nessuno può più dire io non ho avuto la possibilità ai miei tempi di…
Ora il programma prende un'altra piega dove il sarcasmo è fuori luogo.
Avremo , la mattina del giorno 5 novembre ,la estumulazione di Concetta Maurizio e Giuseppe Sileci. Ad Aprile ce ne siamo largamente occupati con interventi molto qualificati nella serata “Spero trovar perdono…” dove si raggiunse una commozione fortissima soprattutto quando il Sindaco di allora Dottor Domenico Lo Vasco chiese “perdono” a nome della comunità. Quindi giovedi mattina in una cerimonia privata la famiglia assisterà alla estumulazione dei resti per poi nel pomeriggio, sempre del giorno 5 novembre, trasferirli in una nuova sistemazione donata dal comune presenti le massime autorità.  A sera celebrazione funebre al Convento tenuta da Padre Salvino Pulizzotto.  Il giorno 6 Novembre alle ore 18.30 nell’ambito degli incontri Hyde Park organizzati dal Guglielmo e in collaborazione con il Comune incontro al Castello per incontrare Teresa Sileci.  Non cercammo allora colpevoli e non ne segnaliamo oggi. Quindi ci troveremo venerdi alle ore 18.30 per riaccogliere Teresa Sileci nuovamente fra noi . Marineo non fa processi ma apre le braccia a chi dopo una grande tragedia ha saputo alzare la testa e vincere la battaglia più difficile.
La settimana si concluderà con due eventi in memoria di Maurizio e Giuseppe Sileci . Il Teatro Drammatcio dei Pupi dedicherà gli spettacoli di Sabato 7 e domenica 8 novembre ai due ragazzi i quali saranno spiritualmente presenti agli spettacoli in loro memoria.