lunedì 30 luglio 2012

NINO TRENTACOSTE : Il Diacono


Oggi è il 13 giugno e mi sono ricordato che devo fare gli auguri di buon onomastico a Nino. In fondo Nino, pur non essendo monaco, ha qualcosa in comune col santo del giorno, S.Antonio fu un monaco che, pur vivendo ottocento anni fa, andò in giro, partendo dalla sua Lisbona e predicò a destra e a manca il Messaggio Evangelico fino a stabilirsi a Padova, dove si onora la sua lingua che gli servì per diffondere Cristo e le sue proposte. Mi pare che anche Nino si serva generosamente della sua lingua per diffondere la conoscenza di Cristo oggi, alla luce delle scoperte che lo Spirito ci fornisce perché il Messaggio Cristiano non resti imbalsamato, mentre tutto quanto cambia intorno a noi. Egli, fin da ragazzo fu nella cerchia dei miei conoscenti e amici. Era chiara una sua inclinazione per la religiosità, infatti pur facendo parte della comitiva, non si lasciava trascinare nel gorgo dello scherzo pesante e nell’uso del linguaggio sboccato. Era un ragazzo per bene senza divenire antipatico. Sapeva prenderci per il nostro verso. In quel periodo il parroco don Francesco La Spina aveva introdotto in paese, attraverso la stampa, la conoscenza di un religioso molto intelligente e moderno che, al di là dell’essere bigotti, suggeriva ai giovani dei percorsi che entusiasmavano. Tali percorsi mostravano vie nuove, più consone alla mentalità corrente. Era don Giovanni Rossi, sacerdote milanese fondatore della Pro Civitate Christiana che raccolse intorno a sé parecchi giovani di ambo i sessi tutti laureati e disponibili ad andare per valli e colline a far conoscere un CRISTO che sapeva capire il mondo moderno. Don Giovanni Rossi da Milano si trasferì ad Assisi e Assisi divenne centro di cultura in cui si raccoglieva tutto quanto nel mondo si produceva intorno alla figura del Cristo. Ancora oggi la Pro Civitate Christiana conserva una biblioteca che comprende i più interessanti volumi su Gesù Cristo, scritti da autori di ogni lingua. Contiene anche le registrazioni di musica di ogni stile sempre avente Cristo come ispiratore. Inoltre vi si trova una pinacoteca di gran classe in cui fanno mostra di sé opere di ogni scuola pittorica, vertenti sempre sulla figura di Gesù. La Pro Civitate Christiana divenne quindi un Centro Cristologico di prima grandezza. Erano gli anni in cui prese l’avvio il “Festival di Sanremo” quando la televisione era di là da venire. In quelle sere l’Italia intera era attaccata alla radio per sentire l’orchestra Angelini e i cantanti Nilla Pizzo, il Duo Fasano e Gino Latilla. Ebbene, in Assisi, nel teatro all’aperto della Cittadella, don Giovanni Rossi accolse una marea di persone a sentire la stessa orchestra e gli stessi cantanti esibirsi in canzoni, espressamente composte, aventi come tema momenti tratti dai Vangeli. La radio si collegò e gli italiani nelle loro case ricevettero la Sagra della “Canzone Nova”. Don Giovanni è morto da tempo, ma in Pro Civitate ancora oggi vi si alternano conferenze per giovani e meno giovani. In quel periodo il parroco La Spina fece alcune spedizioni di gruppi di giovani e tra queste in una vi fu compreso Nino Trentacoste che trovò in Assisi quello che cercava. Chiese e ottenne di rimanere nella Cittadella Cristiana e collaborò e collabora ancora alla vita di tale sodalizio. Poiché i tempi cambiano, ad un certo punto Nino fece presente ai suoi “fratelli” di aver compreso che bisognava uscire da Assisi e portare fuori la parola di Dio fino alle case della gente. Da Assisi si recò a Siracusa dove fondò la prima “Comunità di fede” a cui parteciparono intere famiglie. Dopo un’approfondita catechesi, i partecipanti a loro volta andarono nelle parrocchie che accettavano la missione e fondarono altre Comunità che intanto cambiarono il nome in “Comunità Missionarie del Vangelo”. Le iniziative e il lavoro di Nino furono ben visti dal cardinale Pappalardo che approvò l’idea di una missione a livello diocesano che coinvolse tutte le parrocchie contemporaneamente. Fu un momento di risveglio generale che diede consapevolezza ai cattolici più impegnati di sentirsi responsabili della crescita missionaria dei fratelli della propria parrocchia. Una novità del Concilio Vaticano Secondo fu quella di istituire il diaconato per i laici anche se sposati. A Palermo i primi tre laici furono consacrati diaconi dal cardinale Pappalardo nei primi anni ottanta, tra essi ci fu Nino che rinunciò alla eventualità di contrarre matrimonio. In quel momento le Comunità Missionarie del Vangelo furono all’apice della loro efficienza. Anch’io vi venni coinvolto e mi meravigliai di far cose che non facevano parte dei miei programmi di vita. Andai lontano dalla mia famiglia per proporre una figura di Cristo inerente ai “segni dei tempi” così come suggerisce il Vangelo. Spinti da Nino andammo in decine di parrocchie della città e della Diocesi. Andammo anche fuori Diocesi: a Siracusa, a Villacidro in Sardegna, nella zona longobarda del Salernitano. Lo scorso anno vi fu una spedizione in provincia di Messina. L’attività di Nino non si esaurisce alla apostolicità, ma comprende anche la promozione dei Convegni annuali a Cefalù per i quali ha invitato dei relatori di prima grandezza come Alberto Maggi, teologo e biblista di grande fama. Questi è stato perfino invitato ad Ancona a tenere una conferenza nei locali dell’Associazione degli  “Atei e agnostici” che lo ha prenotato per una seconda conferenza. Altro relatore è stato Enzo Bianchi fondatore di una fraternità in cui collaborano religiosi cattolici e protestanti. E tra i tanti, dulcis in fundo, il teologo di origine siciliana che va per la maggiore: Vito Mancuso, autore di parecchi libri. Egli nella TV viene volentieri accolto dai giornalisti più accreditati che lo ascoltano con somma attenzione anche professandosi atei. Questi e tanti altri hanno via via presentato un volto di Dio sempre più consono ai tempi e alle necessità della società moderna. Nella mia vita ho avuto sempre la possibilità di sentir parlare di Cristo, ma via via che ho ascoltato la voce di nuovi studiosi nel campo della teologia e della cultura biblica, ho appreso nuovi punti di vista che mi hanno mostrato un volto di Cristo sempre più aderente alla logica di un Dio che si è presentato esclusivamente come AMORE. Tale prospettiva ci costringe a pensare a un Dio che invece di essere terribile e minaccioso, continuamente, ci propone di somigliargli nell’essere capaci di perdonare, ed essere disponibili nei confronti di qualsiasi tipo di fratelli che ci capita di incontrare nel nostro cammino. Devo a Nino l’opportunità di queste mie conquiste, per cui sento di dovergli essere grato per quanto ho imparato e ho potuto diffondere intorno a me. Spero che, anche se un po’ ammaccato, Nino possa almeno conservare le energie sufficienti per organizzare e gestire questi convegni che nelle ultime edizioni hanno superato la presenza di seicento convegnisti, di cui un buon numero provenienti dal Centro e dal Nord d’Italia. Riconoscendo le sue multiformi capacità non possiamo che augurargli salute, forza e continuità.
                                                                                                                                                              Mimmo Tuzzolino

giovedì 26 luglio 2012

VERBUM CARO FACTUM EST


Mi scuso per la qualità della foto
Lasciammo Bologna soddisfatti e felici del risultato ottenuto. Non ci credevamo e ci sembrava di aver vissuto un sogno bellissimo. Avevamo con noi appunti sufficienti per aggiornare una paginetta della nostra storia locale. A casa avremmo iniziato a lavorare sugli appunti. Riprendemmo il nostro viaggio verso sud per raggiungere le località che ci eravamo prefissi con la speranza di raggiungerli tutti. Tutte le volte che visitiamo Loreto arriviamo  a rischio chiusura. Ma siamo in estate e la Basilica non dovrebbe chiudere. Corro per visitare la stanzetta con gli affreschi di Michelozzo  da Forlì. Una luce ed un fascio di colori ti avvolge. Mai visto un dipinto simile. Visi che ti illuminano come fari abbaglianti. Una luce fortissima che ti costringe a non staccare gli occhi, volti perfetti di una dolcezza tipica rinascimentale. Dagli anni Settanta in poi vengo sistematicamente a Loreto. Ho studiato la Santa Casa per decenni. Ho seguito le ricerche di chi ha infine stabilito che non gli angeli ma bensì la famiglia De Angelis durante le crociate ha smontato a pezzi la "casa" di Gesù a Nazaret e portarla ,con diverse tappe a Loreto. I materiali edili, lo stile tipico della casa tutto corrisponde. Persino la mancanza di fondamenta testimonia di un edificio "smontato" e " rimontato". Già in Palestina era un luogo di culto. Qui , fra queste mura  Dio si è fatto uomo ! Da noi divenne subito il luogo dove "Verbum caro factum est" e visto il modo incredibile e miracoloso in cui fu trasportata , la casa, dopo secoli fu scelta come trasportata dagli angeli e negli anni più recenti patrona degli aviatori. Fra le numerose cappelle merita quella dove un artista contemporaneo ha dipinto "un momento" contemporaneo  , cosa che allora destò grande scandalo, fu una rottura perchè fu come inserire nella Cappella Sistina un dipinto moderno. A Loreto questo grande dipinto murale più simile ai murales rappresentava una processione che iniziava con il papa a cui seguivano uomini politici del tempo (da Nenni e Togliatti ai presidenti Krusciov ed Eisenhower), a Gagarin e cosi via. Nemmeno 50 anni dopo si riesce riconoscerli tutti. E colmo dei colmi in una celletta accanto fu installata una edicola dove pigiando un pulsante si apriva uno sportello che ti porgeva in un piattino : l'Ostia consacrata. Questo fatto scateno G. Guareschi che la definì come "la comunione self service" procurandosi una denuncia per "vilipendio". A Loreto venne destinato Mons. Loris Capovilla discusso Segretario di Papa Giovanni , si dice autore-fautore delle scelte sinistrorse di questo prezioso Papa. Derubata e svaligiata sistematicamente nei secoli da Napoleone ai nostri, ha fatto da banca. Come al solito siamo finiti da Andreina luogo mitico dei cacciatori che da cinquantanni mi ospita nutrendomi di carni pregiate e primi piatti rari. Il locale dove ho sempre acquistato il vino non c'è più e sono dovuto ripartire senza i loro rossi pastosi gustosi preziosi.
Mi scuso per la qualità delle foto. Dipinto dei madonnari sempre di casa a Loreto
Saltiamo casa Leopardi con la sua torre e il sempre solo passero , la Pescara di D'Annunzio, il Santuario di Lanciano , il Gargano  di San Michele e Padre Pio, ed una decina di altri posti. Salutiamo le Tremiti da lontano  , sopratutto la Pianosa dove credo che ci sia ancora incagliata la nostra m/n  Egnatia gioiellino di nave mercantile  colà sbattuta una notte buia di primavera  subito saccheggiata e svuotata a danno mio e dei miei clienti.
La rissa avvenne vicino al casello di Andria. Ero deciso ad andare a Castel del Monte ma l'ora e la stanchezza della comitiva  ebbero il sopravvento. Mi scusai con Federico II  lasciando la visita del suo perfetto castello ottagonale ad altra occasione. Saltammo il Dolmen di Bisceglie, Lucera ricca di storia saracena, Taranto dai fini ori , la Grottaglie di San Ciro  e altre mille località che ho sempre visitato in questi 50 anni. Non rinunzio alla visita di Metataponto dove erano depositate le "tavole" che hanno aiutato gli uomini da millenni a darsi delle leggi o regole. Questa è una zona dove possiedo tantissimi amici , ricca di ricordi giovanili ed è grazie  a queste persone che ancora oggi il passaggio di un giorno diventa sosta di una settimana. Il ricordo di chi ci ha lasciato si perpetua sui figli che coltivano amicizie che risalgono a nonni e genitori.  E' una grande famiglia dove tutti ci conosciamo  e conosciamo gusti, sentimenti, affetti. Qui non ci domandiamo cosa gradisci ma ti prepariamo ciò che da decenni sappiamo che gradisci. Qui ci ritroviamo  di notte "al cancello" per "insultare " quell'amico che ci ha lasciato convinti di fargli cosa gradita e farcene noi una ragione. 

martedì 24 luglio 2012

CHI FUOR LI MAGGIOR TUI ?


 Una ventina di anni fa a Bologna in compagnia di due amici (G. Muratore e P. Cangelosi) entrammo in una chiesa bolognese famosissima dove all’interno era ricostruita la Gerusalemme di Pilato. Il Pretorio nei suoi dettagli (dal Gallo di Pietro al Sepolcro). In una cripta (oggi dedicata ai re magi con un trittico ligneo pregevolissimo) trovammo una prima lapide dove si affermava    che trattatasi della cappella Beccadelli ed una seconda (lapide funeraria) di un certo Ludovico Beccadelli. Questa cripta una volta dedicata a San Martino ci ha portato fuori strada per tantissimi anni perché  siamo stati fuorviati dalla definizione di Cappella San Martino e non Cappella dei Magi o Cripta San Martino. Oggi abbiamo ritrovato quella cripta dove sono sepolti tutti i Beccadelli prima e dopo (alcuni) Palermo, prima della fondazione di Marineo . Ecco da dove provenivano “li maggiori nostri” e dove riposano oggi (oltre che a San Domenico). Seguirà un saggio dettagliato mentre ringraziamo La biblioteca di Chantilly dove si trova il volume che ci ha permesso di identificare con certezza la casa e la cripta. Don Stefano Greco brillante domenicano e custode del monastero e Salvatore Fazio che, da ottimo siciliano, non si è negato a collaborare alla nostra ricerca.  E non senza orgoglio che ringrazio A.S. che mi ha permesso di ritrovare il  rarissimo e introvabile volume predetto.


lunedì 23 luglio 2012

PASSAGGIO A NORD EST


Finis terrae notae

Le moderne strade (…auto) ti portano velocemente dappertutto ed in poco tempo. Dobbiamo essere grati al progresso che ti porta in poco tempo là dove ci volevano giorni e settimane di viaggio. Ma se uscite da queste grandi arterie riprendendo strade vecchie e , oggi, sconosciute vi potete costruire un itinerario  fuori del tempo toccando luoghi non solo storici ma pulsanti di memorie meravigliose. Siamo giunti a Ravenna  provenienti da Bologna (già sulle tracce delle nostre origini) e a Nord di Ravenna in piena laguna alla Baiona vicinissimi al Capanno dove Garibaldi con il suo assistente Libero si trascinavano dietro la agonizzante Anita che di li a poco sarebbe morta in quel di Mandriole. Questo ci spiega il barcaiolo Giampaolo Piovan (tf-3386231394) da noi preso a noleggio per rivivere luoghi storici, ammirare uccelli rari in pieno parco migratorio. Là trovammo la nostra auto che uno di noi appena sorteggiato si era sacrificato ad aggirare il Lago Santo rinunziando al passaggio nella barca del Piovan. Sfiorata Spina-Comacchio ,( enorme Centro Commerciale-Discaunt etrusco) che ha permesso di fare di Ferrara il secondo Museo archeologico vascolare dopo Atene. Volevamo mangiare ai Tre ponti ma un cartello ci avvisa che questa antica Trattoria era smessa e cosi finimmo da Giulia : luogo ancor più storico. Non sfuggiamo alla bellissima descrizione di T.Tasso che incisa al centro dei Tre ponti ti descrive la “caccia o pesca all’anquilla” .Questa piccola Venezia è un gioiellino dove le anguille sono il loro oro (nero bianco grigio pescato da millenni). Se non fosse per le dimensioni, ti ricordano le nostre “anguillette” dell’Eleuterio pescate e subito “insabbiate” e “cestinate” pronte alla vendita . Le nostre finivano sempre in brodetto quelle di Comacchio arrosto dove il grasso cola come burro o in carpione da mangiare anche in viaggio a mo di carne in scatola. Il nostro obiettivo era meno storico ma altrettanto prestigioso: Scardovari !
A Goro non ci fermiamo perché il solo fatto che diede i natali alla Tigre di Goro (Milva) non ci è sembrata una ragione sufficiente. Non fu messa in discussione la fermata a  Pomposa. 
Già il suo Campanile in puro romanico con quelle preziose colonnine Ad ogni piano quadrangolare, tutte diverse ti migliorano la vista e il gusto. Sia la chiesa che il romitorio ti danno il senso dell’importanza che aveva il luogo nel suo momento migliore : in piena epoca pellegrina. Siamo sulla strada Romea che non necessita altra spiegazione. Là milioni di pellegrini si fermavano lungo il viaggio per Roma o per Santiago. Non esistevano ovviamente questi innumerevoli Lidi costruiti da architetti cafoni e coglioni che ancora oggi offrono immobili da meccanismi economici canaglieschi. Queste pseudo villette false soluzioni per vacanze , una addossata all’altra , babele del nulla dove la più grande ingegnosità dell’architettura si è talmente espressa professionalmente da non aver nemmeno pensato che in questi luoghi prima si dovrebbe piantare un albero (cioè l’ombra) e poi quando costruisci te lo ritrovi già grande. L’aver percorso da Ferrara a questi lidi oltre trenta chilometri dentro un tunnel di alberi ti porta a perdonare questi mercanti di case sempre sfitte o puzzolenti. Lasciamo l’abbazia e il nostro barcaiolo (che si è voluto unire a noi:” se andate a Scardovari non potete lasciarmi indietro !”) continua a guidarci attraverso strani terrapieni che coprono la vista a destra lasciando a sinistra immense pianure . Ad un tratto ci accorgiamo che siamo in pieno Polesine ! Quelle tipiche case a schiera (come le villette, trifamiliari per lo più) con un camino per famiglia, tutte uguali ci riportano antiche immagini da filmluce. Oggi proprio questi terrapieni hanno trasformato queste terre in “campagna fertile” e le case sono diventate veramente villette a schiera per turisti. Un enorme campeggio ci frastorna a tal punto che ci fermiamo a chiede cosa veramente fosse. Il Santa Lucia .Un campeggio per 5-10.000 tedeschi o slavi che entrano dentro e ne escono dopo un mese . Hanno tutto dietro dentro la roulotte o il camper. Chiamiamo al telefono per confermare il nostro arrivo a Scardovari nel borgo Bonelli. “ Siamo pronti vi aspettiamo” ci dice Renata. Dopo aver percorso un ottantina di chilometri e qualche miglio in barca eccoci a Scardovari nell’estrema punta del delta del Po’. 
Una delle innumerevoli foci del grande fiume. Dietro quei continui terrapieni c’era il Po’. Imbrigliato nelle sue acque oggi è meno violento perché guardato a vista  .Il nostro ingresso , paragonabile alle inondazioni dello stesso Po’, mise a rumore il locale. Al banco un uomo dalla pelle arsa di poche parole , all’inizio un pò scontroso(siete della bassa eh !) che dopo una certa insistenza si sedette con noi e ci disse tutto su vongole e cozze. 
Non esiste altro posto al mondo dove potete gustare questi due crostacei. Non lasciatevi abbindolare da capesante, antipasti freddi e caldi, ostriche cotte (arrestateli certi cuochi) gamberi e gamberoni da Atlantide, fritti e frittelle. Non è tradire dire che Napoli, Bari o Brindisi , Le Peruviane, o le Spagnole, le Midia greche , le veraci del sud debbono lasciare il passo a quelle di Scardovari. Dal profumo al sapore . Oggi che persino  cani e gatti hanno un palato pensate quanto abbiamo gradito questo viaggio che superò in gioia e letizia quella volta che feci oltre 1000 chilometri a nord di Scardovari per andare a cercare  un grande amore.  

lunedì 16 luglio 2012

RICONOSCIMENTI AD ALTISSIMO LIVELLO A IDA RAMPOLLA DEL TINDARO

"L'Ambasciatore di Francia Alain Le Roy, in visita ufficiale a Palermo, ha conferito, durante una solenne cerimonia nella sala gialla del Palazzo dei Normanni, l'onorificenza di Commendatore dell'Ordre national du mérite a Ida Rampolla del Tindaro per l'opera svolta in favore del francese e degli scambi culturali franco-siciliani. Successivamente, nei locali dello Steri, alla presenza del Magnifico Rettore e del Provveditore agli studi, ha premiato a nome dell'AMOPA ( l'Associazione Membri Ordine Palme Accademiche, di cui la Rampolla è Presidente per l'Italia)i migliori alunni di francese: tra questi, gli alunni della Scuola media di Marineo e di Bolognetta,accompagnati dall'insegnante Margherita Ferrantelli. Gli alunni sono stati iscritti nell'Albo d'oro istituito appunto dall'AMOPA.".
Questa è la notizia. Siamo lieti e orgogliosi di questo prestigioso riconoscimento ad una persona che ha sempre portato lustro a Marineo e ai marinesi . Anche il secondo riconoscimento non è da poco e la Ferrandelli non è nmuova a questi riconoscimenti.
Noi  abbiamo avuto il piacere di ricevere da Ida Rampolla la collaborazione per le traduzioni del Guglielmno.
Dedicheremo a questo evento prossimamente altro spazio

lunedì 9 luglio 2012

MAI DIRE MAI


Avevamo detto che saremmo tornati sull'argomento e vi presentiamo due testimonianze ed una nostra riflessione. 

Cara Preside,
purtroppo il nostro percorso insieme è arrivato al capolinea. È difficile salutare una persona che si conosce da molti anni e per la quale si è provato molto affetto:  solo adesso ci rendiamo conto di quanto grande sia questo sentimento. Nelle menti di tutti noi ha lasciato ricordi incancellabili: è impossibile dimenticare tutte le lezioni di vita che ha svolto nelle nostre classi, attraverso le quali ci ha fatto riflettere sulla società odierna e sui modi di fare, a volte sbagliati, della gente e soprattutto di noi ragazzi.  In questi anni è riuscita a mettersi allo stesso piano di tutti noi, facendoci sentire importanti e mettendoci a nostro agio. Ci ha sempre coinvolto in tutte le attività rendendo qualsiasi lavoro, apparentemente noioso, divertente e istruttivo. Il suo modo di essere e di comportarsi è sempre stato un modello di riferimento per noi alunni che abbiamo sempre cercato di somigliarle. Abbiamo passato momenti bellissimi insieme che noi tutti ricorderemo con affetto e anche con un po’ di nostalgia: i Natali, i Carnevali e tutte le recite in cui abbiamo dato sempre il meglio per esprimerle la gratitudine che proviamo nei suoi confronti. È sempre stata una donna in movimento e quindi adesso, dato l’arrivo della pensione, può trovare il tempo per riposarsi un po’. Speriamo che anche lei abbia ricordi bellissimi di noi tutti, che di certo non la dimenticheremo mai. Vogliamo concludere questa lettera con un GRAZIE per tutto quello che ha fatto per noi, per quello che ha fatto per l’edificio scolastico, e soprattutto per l’affetto che ci ha donato in tutti questi anni, quindi BUON PENSIONAMENTO e a presto.
Rosaria Lo Bianco a nome degli alunni della scuola di Bolognetta

     Non posso dire che conoscevo la preside della scuola media di Marineo in tutto il suo operato. Me ne parlava mia cognata, sua compagna di scuola, con molta ammirazione ma io non ho potuto mandare i nostri  figli nella sua scuola, anche se mi sarebbe piaciuto. Vivevamo a più di mille km di distanza. Conoscevo bene le scuole di Milano, sia quelle che hanno frequentato i nostri figli sia quelle dove ho insegnato.  Durante una mia permanenza a Marineo, Maria Cira mi ha invitato a visitare la sua scuola. Ho accettato l’invito ma mi dicevo che non potrò entrare nelle classi durante le lezioni e quindi non potrò farmi un’idea del tipo di lavoro che svolgevano i suoi insegnanti. Mi sono ravveduta appena varcata la soglia dell’edificio. Ho trovato una galleria d’arte e di gusto che raccontava molto del lavoro degli insegnanti con i loro alunni, della loro preparazione, della loro paziente guida nell’eseguire i ‘murales’ che facevano dell’edificio scolastico un’enciclopedia dell’arte moderna. Quale differenza con le scuole milanesi, assomiglianti spesso alle caserme adornate solo con le scritte degli studenti che parlano dei loro amori e dalla loro appartenenza politica, quando va bene, altrimenti  solo con gli scarabocchi incomprensibili.     Non voglio idealizzare una scuola e denigrare le altre ma quello che ha realizzato la preside della scuola media di Marineo è un gioiello, un biglietto di visita di una donna piena di interessi, che ama il suo lavoro e sono convinta che lei continuerà a occuparsi di tante cose, che le sue giornate saranno ancora piene d’impegni. Glielo auguro di cuore.                                                                                                                                                             Růžena Růžičková

Appena avuto conferma che la Maria Cira Muratore in Bivona era “in pensione” mi sono sorti alcuni dubbi che ho sempre espresso all’interessata senza averne mai risposta. Non è facilmente avvicinabile soprattutto sui temi del suo ruolo professionale. Avrei voluto che “scaricasse” il “tenuto dentro” di tantissimi anni, le sue sensazioni, le battaglie , gli sgarri, i rapporti con i docenti, con le istituzioni. Chissà forse “appena in pensione effettiva” “vuoterà il sacco”. Ma già possiamo registrare alcune impressioni. La successione. Ora aspettiamo un ribaudiano al suo posto. Che “pulisca la scuola dai graffiti ai murales, dalla paccottiglia artistica al vasellame, dalle ciamarite alle tele. Cancellare qualsiasi tipo di passato è il primo obiettivo dei nostri politici biliosi. La cosiddetta “damnatio memoriae” , tanto cara ai nostri bibliotecari, deve avvenire presto e decisa. E’ come la scomparsa di Aldo Calderone ignorata dal nostro blog-ribaudiano . Non si osi “distruggere” il passato costruito da decine di docenti in sintonia con questa preside ! Che il sostituto-a rispetti questa immane quantità di lavoro e di energie. Generazioni di ragazzi sono stati “allevati” a valori cari ai genitori . Che le amministrazioni ricordino che la gente di Marineo è usa rispondere con moti popolari e rivoluzioni a chi vuol imporre  museruole e mal governo. E proprio di questo mi parlava Aldo Calderone elencandomi le rivoluzioni della prima metà dell’800 a Marineo. Può una simile persona andare in pensione ? Cosa farà ora ? Cosa rispondere a chi mi chiede perché non raccontare della sua vita professionale ? Affidiamo ad altri questo compito. Noi ci chiediamo ciò che da più parti ci chiedono . Si metterà in politica ? Vorrà essere il nuovo sindaco di Marineo ? Sarà consulente del Ministero ? Assessore alla Cultura ? Bibliotecario  a tempo pieno per “resuscitare” la nostra biblioteca ? Assessore alla P.I. ? Fossi il Capo della Amministrazione non mi lascerei sfuggire questa occasione. Avere come collaboratrice una persona di tale esperienza e capacità fa la differenza. Gli affiderei un incarico preciso , specifico con dei grossi paletti e poi attenderei i sicuri risultati. Così si costruisce il futuro. Con la qualità. Con la sola Costa , con la Scarpulla non siamo andati lontano. Aver sfidato Coinres non ci ha portato lontano. Avere 10 undicesimi di consiglio comunale contro non è ideale, riconfermare assessori sfiduciati la sa di impudenza, riassegnare continuamente incarichi è segno di instabilità e di arroganza da quattro soldi .
L’unica cosa di cui siamo sicuri è di cui siamo certi è che Maria Cira Muratore in Bivona , depositaria di tanti nostri valori, avrà l’affetto di migliaia di suoi studenti che la saluteranno tutti i giorni incrociandola per la strada.
  IL GUGLIELMO

martedì 3 luglio 2012

LASCIA LA TIGRE DI MARINEO


 Ecco il messaggio di Maria Cira Muratore. Ha combattuto ignoranza e ipocrisia. Ha amato il ruolo della scuola nella società difendendolo contro tutti : gli ignoranti e gli ipocriti sopratutto. Ora che farai !

Il prossimo 31 agosto  concluderò il mio servizio nella scuola dopo più di 40 anni di lavoro, inizialmente come docente, negli ultimi trent’anni  come preside e dirigente scolastica . Sono stati anni di grandi trasformazioni nella società e nella scuola, anni di lavoro intenso svolto con passione e determinazione, con l’obiettivo di dare alle giovani generazioni che nel tempo si avvicendavano, competenze culturali solide  e quei valori etici  fondamentali che li avrebbero accompagnati nella loro crescita di donne e uomini  liberi e bene attrezzati per potere costruire una società più giusta, più aperta al nuovo, più attenta al bene comune. Lascio il servizio con la consapevolezza di avere svolto il mio lavoro con passione civile e con rigore etico, avendo sempre chiesto a me stessa molto di più di quanto ho preteso dagli altri; ho difeso l’autonomia e la dignità della scuola in tutte le occasioni cercando, e non è stato facile, di garantire a tutti la certezza del diritto e il riparo da complicazioni che avrebbero potuto compromettere la serena, regolare e proficua interazione  tra quanti a diverso titolo operano o fruiscono del servizio scolastico. Passo il testimone con l’auspicio che la scuola possa continuare ad essere il luogo dove i ragazzi, attraverso la cultura, la conoscenza e lo stare insieme,  imparano che lo star bene con se stessi e lo star bene nella comunità sono la stessa cosa; l’ambiente dove ciascuno può considerarsi ed essere considerato un valore assoluto e nello stesso tempo parte di un tutto, il tassello giusto per completare un grande mosaico.  Per me è arrivato il momento del pensionamento e dunque di salutare tutti coloro per i quali e con i quali per tanti anni ho portato avanti il compito che mi è stato affidato. Non mi mancheranno le tante cose da fare all’inizio e durante tutto l’anno scolastico, non mi mancheranno i mille cerchi da fare quadrare ogni santo giorno, mi mancheranno invece le persone, perché quello che porterò sempre con me saranno le relazioni umane che si sono costituite e consolidate nel tempo, con rispetto reciproco, stima, affetto. Desidero ringraziare le tante persone con le quali  ho condiviso negli anni la  mia vita professionale: i miei collaboratori innanzi tutto, i docenti di ogni ordine e grado di scuola, i direttori dei servizi amministrativi, gli assistenti, gli ausiliari, gli alunni, i genitori. Sentimenti di riconoscenza per il lavoro svolto e gli auguri più calorosi voglio esprimerli a coloro che insieme a me saranno in pensione dal prossimo 1° settembre: il prof. Aldo Oliveri,  la sig.ra Maria Rita Morfino,  l’ins. Cettina Marcianti,                                 il collaboratore scolastico, sig. Antonino Parisi.

Un pensiero particolare va a coloro di cui ho potuto apprezzare il valore e che non sono più con noi. Il loro ricordo resterà vivo nella mia memoria.
 
Un grazie altrettanto sentito voglio rivolgerlo ai miei colleghi dirigenti con i quali ho avuto il piacere e il privilegio di interagire, ai presidenti e componenti i vari Consigli d’Istituto, agli amministratori dei comuni di Bolognetta e Marineo, alle forze dell’ordine, alle associazioni religiose, culturali e civiche presenti nel territorio. Non posso concludere senza rivolgere un pensiero affettuoso e un grazie speciale alla mia collaboratrice vicaria, l’ins., dott.ssa Francesca Sinagra. Devo a lei, alla sua professionalità, al suo spirito di servizio, gran parte dei risultati  raggiunti in questi ultimi dodici anni. L’I.C. di Bolognetta e la Scuola Media di Marineo devono alla sua caparbia determinazione e alla sua competenza nella progettazione e gestione dei Fondi Speciali Europei le dotazioni multimediali, tecnologiche, didattiche e scientifiche oggi in dotazione nei vari plessi nonchè  la realizzazione di progetti che hanno consentito agli alunni di migliorare la loro preparazione e al personale docente, amministrativo e ausiliario di fruire di  percorsi di formazione finalizzati all’aggiornamento e all’arricchimento di ogni specifica professionalità.  

A tutti,  auguri  e buon proseguimento….

                                                                                 Maria Muratore

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