lunedì 6 dicembre 2010

IL RACCONTO DELLA DOMENICA

UN UOMO LIBERO
Camminavo per raggiungere la mia panchina quando per vero miracolo non vengo travolto. Ragionavo sul significato della parola libertà. Non quella che muove tanti argoment, ma di quella individuale, quella che ciascuno di noi ha in dotazione e quindi come la usa. Se non mi sposto ci lascio la pelle. Possibile che la libertà faccia tanto fracasso ? "Guardi Sanicola persino in famiglia venivo osteggiato. Lei come definirebbe uno come me? Io ho pagato a caro prezzo questa mia libertà ! Prima insultato, poi giudicato, tollerato sbeffeggiato , umiliato". Non mi accorgo che mentre lui parla io lo sto abbracciando con le lacrime agli occhi. Finalmente tocco la libertà ! Quella scritta storta sui muri ! Quella che si è sempre nutrita di milioni di uomini: amanti appassionati ! Quelli che pagano con danaro sonante come l’insulto e la degradazione. Torno ad abbracciarlo. Intanto il fracasso non diminuisce, solo che lo recepisco diversamente. Ci infiliamo al pub al castello dove lui può posteggiare. Mentre ci andiamo mi sembra di attraversare una via dell’antica Roma dopo un “Trionfo” ! I bambini salutano , le signore sorridono come ragazzine che incrociano il primo amore. Gli uomini , tranne “li veri omini”, lo invidiano. "Guarda Sanicola vedi ,sul cassone ci sono tutti i miei compagni di viaggio : quello che gira per le strade cantando di un amore perduto, quella che saluta tutti allegramente e che in questo momento sta mostrando una forza incredibile per vincere, quelli che vanno avanti e indietro senza mai fermarsi attraversando il paese, i pazzi d’amore riconoscibili dalle urla terribili, i disagiati, quelli differentemente abili ma pazzi d’amore per gli altri, quelli che non hanno la forza per superare da soli malattie terribili e che cadono e si rialzano continuamente". Il suo camion ha un cassone dove ci sono una decina di manichini che rappresentano musicisti e artisti . E lui carica a bordo tutti quelli che incontra o meglio fa salire solo quelli che finalmente sono liberi. Poi si dirige verso la montagnola. Ferma il camion nel piazzale fra i due cipressi, cambia musica e il fracasso precedente si trasforma in musica colta e sacra. Sembra il violino di Rosalba Trippodo. Io sono alloggiato in cabina , quasi nascosto. Per mezz'ora la musica esce al giusto volume . Questa volta è lui che libera le lacrime. scende dal camioncino, china il capo sino a quando una lunga teoria di ombre sfilano davanti a lui. Don Totò, Don Carmelo , Zu Peppi, Mastru Cicciu, Donna Cuncetta, Fulippu, Donna Giovanna. Poi i giovani Vincenzo, Carmelo,Marco, Filippo e tanti altri. Sembrano stelle cadenti che aleggiano prima di tornare al loro posto. La musica smette . Quel silenzio tipico della montagnola riprende. Ritorniamo in paese. Ringrazio Dio di aver incontrato quest’uomo. Entriamo e beviamo alla grande. Lui parco e morigerato io esagero e la mia felicità assetata nuota dentro i bicchieri stracolmi che Totò mi porge con mille raccomandazioni (la mano lunga di mia moglie...)A casa colei che gestisce i miei sentimenti mi aspetta, come io aspetto la sgridata colossale in arrivo. Non mi dice niente anche se Totò spesso mi tradisce riferendo alla “zia” le mie “uscite” con colesterolo Ldl controllato...dal mio medico , da Totò e da colei che ha il monopolio dei miei sogni. Non fui sgridato . Dal volto illuminato sembravo Mosè quando “vide” sul Sinai...Avevo incontrato un uomo libero : Nino Tuzzolino e i suoi compagni di viaggio.
Onofrio Sanicola

1 commento:

  1. davvero un bell'articolo, me gusta!! avvolte fermarsi a riflettere su certe cose (apparentemente banali) e semplicemente un grande dono, ascoltare, apprezzare, non giudicare ma osservare. bene cosi onofrio

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