Mi è stato sollecitato da più parti di scrivere qualcosa a proposito delle onorificenze civiche concesse dal Consiglio Comunale di Marineo la scorsa settimana. E’ il secondo anno che tali benemerenze sono assegnate. La memoria e la gratitudine sono sentimenti che onorano le persone e le istituzioni e che rafforzano il ben-essere personale e comunitario. Talora, purtroppo, si assiste a manifestazioni che esaltano l’ultimo arrivato, dimenticandosi di quanti prima, con il loro generoso impegno, hanno garantito la vitalità e la qualità delle istituzioni. Un anziano signore mi raccontava, dispiaciuto, di non essere stato invitato alla festa per l’avvenuta ristrutturazione di una casa che aveva donato al nipote, una casa costruita da lui con mille sacrifici. Apprezzo l’opera del Consiglio per tale annuale ricorrenza. Bene fa la comunità marinese nell’assegnare un particolare riconoscimento a quanti si sono distinti ed hanno onorato la propria città con il loro impegno. Complimenti a coloro ai quali è stato assegnato, con l’auspicio che tale meritato riconoscimento li stimoli a essere sempre più punto di riferimento per l’intera comunità. Per il futuro sarebbe, però, opportuno - a mio parere- coinvolgere la cittadinanza nella ricerca dei benemeriti. Non mi riferisco ad assemblee cittadine, ma all’individuazione di criteri di scelta che potrebbero orientare l’Amministrazione e il Consiglio nella selezione dei possibili candidati. Quali criteri? La benemerenza è civica; ciò significa che il prescelto dovrebbe essere testimone (visibile e credibile) delle cosiddette virtù civiche (onestà, impegno a favore della comunità, moralità, partecipazione, ecc.). L’esercizio delle virtù civiche dovrebbe perciò, essere un evidente “stile di vita” del premiato. Da evidenziare la qualità culturale e/o sociale della persona designata, nonché un’auspicabile rilevanza al di fuori della comunità marinese (persona che –con il suo impegno- ha onorato ed onora Marineo anche al di fuori di Marineo, grazie ad incarichi ricoperti, ad attività svolte, ecc.). Non bisogna trascurare la generosità dell’impegno. Ad esempio, sarebbe da preferire chi si è impegnato gratuitamente a chi ha operato anche a fini d’interesse personale. Tali qualità, naturalmente, dovrebbero essere testimoniate da fatti concreti e messe in evidenza nella motivazione. E' opportuno valorizzare la continuità dell’impegno rispetto al singolo fatto, seppure eclatante. A volte ci lasciamo abbagliare da luci improvvise e trascuriamo la tenue lampada che ha dato sempre luce con umiltà e con piena disponibilità. Sono suggerimenti che potrebbero dar luogo ad una scheda da diffondere sin d’ora per stimolare i cittadini a fornire delle indicazioni. Si potrebbe pensare anche ad una piccola commissione che esamini le proposte e presenti al Consiglio una terna di nomi per orientare i consiglieri verso una scelta motivata e condivisa .Il coinvolgimento della comunità avrebbe uno scopo “educativo”. Potrebbe, infatti, favorire una riflessione sul significato di “buon cittadino” e sull’esaltazione delle qualità civiche. Qualcuno potrebbe dire: ”In tal modo favoriamo il pettegolezzo”. Non ci dobbiamo preoccupare: chi è abituato a spettegolare lo farà in ogni modo. In ogni persona ci sono luci ed ombre, lo sappiamo bene. Perciò si può “far cortile” su ognuno. Ben sappiamo che è più facile vedere il bene proprio e il male altrui (in tal maniera ci illudiamo di essere migliori degli altri!). Nella ricerca delle persone meritevoli non occorre ricercare la persona perfetta. Perfetto c’è solo Dio. Occorre saper scoprire chi ha fatto e continua a fare del proprio meglio, con il suo qualificato e duraturo impegno per essere utile alla comunità e per onorarla con la sua presenza. Ciò potrebbe aiutare tanti a “cambiare occhiali”: da quelli che vedono il male a quelli che scoprono il bene! Cercare il bene “fa bene” alla vita e onora chi sa fare ciò.
Giovanni Perrone
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