Ci stiamo soffermando
su Sebastiano Vassalli perché è raro trovare “qualcuno” , estra moenia, che
parli cosi dettagliatamente di Marineo e di un fatto marinese. Ringrazio
intanto Nino Di Sclafani per la scheda
compilata e , preciso, mi sarei aspettato che venisse approfondito l’aspetto
sospettato da me e da lui che il Vassalli avesse usato o si fosse ispirato al
lavoro del Di Sclafani per il suo Il Cigno. La mia e sua ipotesi tale rimane e,
temo, non avrà risposta. Ma una risposta l’abbiamo avuta lo stesso. L’apatia
che non smuove alcun interesse culturale in una comunità che non si capisce a
cosa sia interessata. Lungi da noi “mettere in analisi” i compaesani: felici e
contenti e… non saremo noi a toglierli dal sopore… Ci ha pensato il Corriere
della Sera di oggi dando un giudizio sulla Sicilia che è peggio di uno sputo in
faccia alla nostra classe dirigente. Noi cosi restii a convivere con buttane e
prostitute, con negri e lebbrosi, tolleriamo vicinanza e convivenza con
politici fatti con i migliori escrementi di produzione locale, regionale e
nazionale. Siamo abili commentatori in passeggiate fatue … Per fortuna ci pensa
Ezio Spataro a mettere in evidenza l’antico fare siciliano del do ut des e cosi
ricambia il mio articolo di ieri con una lode che non è un ode ma bensi una
vera e propria violazione della mia privacy che in questi giorni mi ha causato
non pochi problemi sino alla quasi rottura con l’ultimo amico rimastomi a
Marineo. Ezio Spataro sa quanto io sia vanitoso e si stupisce che non sono
sceso in politica o calco palcoscenici da donna vana o da politico decomposto e
cosi infierisce su di me con le sue odi ben sapendo che saremo si e no in
quattro a saperle leggere.
Quindi vi rimando al
suo www.percorsipoeticiabrannu.blogspot.com
di oggi ricordandovi che il nostro difficilmente in futuro potrà “prendere a
San Ciro” il gelato con me avendomi già offerto vraccoca e nespole in
precedenza .