A quanto ricordo eravamo compagni di scuola non di classe ed
evidentemente lui era molto bravo e più grande altrimenti ci saremmo incontrati
visto il ritmo che tenevo io alle medie (sic). Se ricordo bene lui non costo
fatica a Padre La Spina per farlo salire in quell’autobus diretto al seminario
che rischiava di far restare il 90 per
cento delle ragazze marinesi zitelle, dove una cinquantina di ragazzi presi da
una vocazione collettiva partirono alla volta di Palermo al grido di “Die le
volt !” come fecero migliaia di ragazzi al tempo della Crociata dei Fanciulli.
Quasi tutti tornarono indietro …
Pippo Randazzo aveva alle spalle una famiglia di ferro: fra sorelle zii
e fratelli e genitori la chiesa siciliana poteva contare su energie qualitative
per la lotta al demonio. Dopo le medie mentre io giocavo a fare l’emigrante Lui
scalava le gerarchie ecclesiastiche grazie ad una propria capacità e vocazione
che ben presto lo porto ad avere la
curia palermitana in mano. Il suo momento migliore credo lo abbia avuto al
tempo del cardinale Pappalardo di cui divenne segretario, uomo di fiducia,
consulente e soprattutto amico. Al tempo del Sinodo dei Vescovi che si svolse a
Milano lo pregai di portarci il Cardinale in mezzo alla nostra comunità e lui ,
per non rischiare, superò l’invito forse non fidandosi di quello sconosciuto ex compagno di cui si
conoscevano poche referenze religiose. Intanto alla San Benedetto Giuseppe Randazzo andava avanti con ora
et labora che gli ha permesso nel tempo diventare “colonna portante” della Curia Siciliana e una di quelle colonne che
in San Pietro formano il colonnato che tiene la Chiesa in piedi da duemila anni. Perché sono proprio i “funzionari”
come Pippo Randazzo che tengono unita una chiesa spesso scossa non solo dall’interno
ma soprattutto dall’esterno ( discorso a parte meriterebbe quel momento che
vide la triade marinese con Randazzo-Pecoraro-Arnone gestire la chiesa palermitana). Schivo riservato attraversa il corso dei
mille senza mai passeggiarvi . Certamente non è stato un “pastore” e che io
sappia non gli si attribuisce nessuna parrocchia ma dobbiamo a lui la creazione
del ,museo Diocesano, fu lui a sopraintendere alla ispezione al corpo di Federico
II per non parlare di altri eventi. La gestione del patrimonio immobiliare della
chiesa siciliana era nelle sue mani e grazie ai suoi interventi dobbiamo il
salvataggio di moltissime chiese e monumenti storici. Dal suo ufficio in Curia
passavano cifre ingenti e chi lo ha
messo in quell’ufficio sapeva di mettere la persona giusta al posto giusto. Ci
sarebbe piaciuto vederlo all’opera come pastore ma ora da Monsignore chissà a
cosa lo destina il nuovo arcivescovo. Intanto quest’ultimo ieri ha già mandato
un primo messaggio presentandosi a sorpresa a dire messa in quella che possiamo definire La Piazza di
San Michele che ha fatto da cornice a un Mons. Giuseppe Randazzo che, mai c’era
successo di vederlo cosi commosso. E’ vero che la Chiesa ha bisogno di Santi,
ma senza i sacerdoti alla Giuseppe Randazzo anche i santi fanno poca strada.
Ora il mio augurio è che “si reinserisca”
a Marineo perché siamo molto a corto di “qualità” e Monsignor Giuseppe Randazzo
è tenuto a usare quella sua cattedra cinquantennale per il suo paese. Perché di
eccellenze abbiamo gran bisogno.
Non
posso non sottolineare il fatto che proprio questo evento sia stato taciuto dal
mio amico Pino Taormina il quale forse ha voluto sottolineare la “sua
indipendenza” dalla Fondazione. Non è la
prima volta che Marineoweb usa questi silenzi affinchè altri intendano. La cosa
si commenterebbe da sola ma noi marinesi siamo maestri nei silenzi anche quando
diventano autogol.
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