NOTIZIE
E FATTI STORICI DELLA FAMIGLIA PILO-PILO BACCI
PREMESSA
Avrete notato da
qualche tempo una coppia frequentemente ospite di un nostro concittadino che
ormai tutti conosciamo come Francesco Sarra e Paola (Patrizia) Pilo Bacci. Subito il cognome non colpisce
a meno che non ci si sofferma sul cognome Pilo che poi ci riporta , se
vogliamo, ad antichi e prestigiosi cognomi. Ora questa sarebbe materia di
specialisti in alberi genealogici , una materia intricata e complessa regolata
da leggi saliche, alberi genealogici e
non ultima la Consulta Araldica Italiana. Il caso vuole che anni a
dietro ho conosciuto la famiglia Pasqualino di Marineo risalenti (recentemente)
al Col. Ettore Pasqualino. Frequentai per un certo periodo il figlio ingegnere
sposato con una Manzoni Chiosca (Mamma della figlia trucidata in Turkia). Per
me era interessante tutto questo anche perché la Signora era anche
coordinatrice italiana del Cammino di San Giacomo di Compostella e sorella del
Manzoni divenuto famoso per il provocatorio quadro esposto alla Biennale di
Venezia. Una famiglia di artisti estroversi. Quindi dato e non controllato il
dato a me interessante (Marchesi di Marineo) il mio stupore emerge conoscendo
la predetta coppia Serra-Pilo Bacci. Questo dualismo non dichiarato e non
polemico (con i Pasqualino) mi ha incuriosito perché sapere “chi fur li
maggiori tua” mi aveva già portato a Bologna a ricercare le case dei Beccadelli
(e la tomba di famiglia che trovasi entrambi in Santa Croce in Gerusalemme ) in
Piazza Santo Stefano. Ora i nostri storici locali spesso non danno valore a
certe ricerche trascurando dettagli e notizie che invece ritengo necessarie per
una più completa “descrizione” di chi “fur li maggiori tua”.
Quindi
più o meno sappiamo il percorso Beccadelli Bologna Pilo Pasqualino e a questo
punto aggiungiamo questo passaggio che ci porta ai Pilo-Bacci e quindi una
parte di ciò che conoscevamo va corretto. Noi rimaniamo a disposizione per
aggiunte e correzioni che volentieri attendiamo da chi per anni è stato
studioso di Storie Patrie locali e che recentemente ci avevano fatto sapere di
essere possessori di “grandi novità” e della scoperta di un nuovo stemma. Ora
ci auguriamo che quella riservatezza (ma è la parola giusta ?) che spesso guida
i nostri studiosi locali cada per approfondire questo tema solo per giustizia
storica a cui abitualmente ci riferiamo. A tale proposito abbiamo riaperto lo
spazio commenti che è possibile liberamente usare.
Origine reale
Gota (Svintila 594-634) regnante
dal 621- 631 d.c.
Principi e Grandi di
Spagna
(Sintesi Storica)
Borrel
, Conte di Osona di Urgel e Cerdagna dal 798-820 ( fu capostipite della Famiglia
Pilo–Pilo Bacci), era il pronipote
di Svintila il Re dei Goti (621-631). Suo figlio Sunifredo I (Sunyer) era un
Generale goto al servizio dei Franchi, fù Conte di Barcellona, di Osona,
Besalù, Narbona, Besiers e Nimes, Duca di Settimania e Marchese della Marca di
Spagna e regnò dal 844 al 848. In seguito alla morte di Sunifredo vi fu un
breve periodo di lotte per la conquista del trono da parte di diversi nobili,
che si sono succeduti alla guida della Contea di Barcellona, finchè il trono
comitale fu riconquistato da Wilfredo I, detto “Pilo”(cioè bruno in
lingua gotica, come soprannome per la sua carnagione scura e villosa)
figlio di Sunifredo I, Conte di Barcellona. (Vi è poi chi come
Ramon d’Alos Moner attribuisce il soprannome
di Wilfredo I in forma Latina di “Pilosus”, o chi in forma Catalana di “El Pilos”. Si
preferisce la versione gota “Pilo”, dello storiografo Berengario de Agil e di
Estevan de Borellas per una semplice ragione: i discendenti dei Conti di
Barcellona parlavano il Goto e non il Latino, la lingua e la scrittura gota
sono state abolite solo nel 1091, in seguito al Concilio di Leon, mentre il
catalano si formò a cavallo dei Pirenei nei territori dell’Impero Carolingio
che rappresentavano i contadi della Marca Ispanica e si diffuse verso sud e
verso est grazie alle conquiste territoriali del Regno d’ Aragona e Catalogna,
più tardi fra il XII e il XIII secolo, durante il Regno di Giacomo I
d’Aragona).
Wilfredo I “Pilo” nato
c.a 840 – morto c.a. 897 (regnante dal 873-897) fu acclamato allora unico e
legittimo erede e
Signore dai grandi della Contea, rimasti fedeli al suo
casato, incorporò alla Contea di Barcellona, anche quella di Cerdagna e
Rossiglione, Urgel, Girona, Conflent, d’Osona, rendendo per la prima volta, la
Contea uno Stato Indipendente, compiendo così il primo passo verso l’unità
politica della Catalogna. Combattè e riconquistò le terre invase dai Saraceni,
fondò a Ripoll, piccolo borgo ai piedi dei Pirenei, il Monastero di Santa Maria
di Ripoll. La prima Basilica del Monastero (alla
quale se ne aggiunsero altre tre) venne
consacrata nell’888. In tale occasione suo figlio Wilfredo II e sua moglie
Windinilla di Fiandra dotarono la basilica stessa di un ricco patrimonio che fù
da loro ulteriormente aumentato con altre donazioni nell’890 e nel 901. Da quel
momento in poi la chiesa divenne uno dei luoghi di sepoltura dei Conti di
Barcellona. Dopo l’acquisizione della Contea di Cerritania, da parte dei Conti
di Barcellona che si sono succeduti sul Trono della Catalogna, i territori
rimasero una Contea sino a Raimondo
Berengario III, sovrano dal 1096 al 1131. Poi con le conquiste militari e i fatti storici che
hanno influito in modo determinante l’inizio del secondo millennio, i confini
si spostarono anche oltre il Mediterraneo, e ad est fino al confine Ungherese.
La Contea di Barcellona, allora fu elevata a
Regno di Aragona, di Maiorca e di Minorca, di Valencia, di Sicilia, di
Sardegna, di Corsica, di Provenza, Ausona, Gerona, Tarragona, di Perlelada, di
Besalù, di Manresa, di Conflent, di Vallespin, di Fonolett, di Carcassonne, di
Empuries, di Rodez, e inoltre fra i
quali anche il Ducato di Montblanc.
Il primo Re d’Aragona
fu Raimondo Berengario IV dal 1131 in poi, sino a Martino il Vecchio, morto a
Barcellona nel 1410. Con quest’ultimo si
estingue la linea primogenita gotica (Bellonidi) – catalana dei Conti Re
di Barcellona e Re di Aragona, mentre la
continuità della Casata prosegue con Robualdo, figlio di Raimondo Berengario
III e di Dolce di Provenza, fratello minore di Raimondo Berengario IV, Re di
Aragona, che inviato per importanti affari
nel 1144 a Genova, mentre
navigava nel Mediterraneo al comando di tre galere Catalane, fu assalito dalla
flotta Genovese e dopo un accanito combattimento, fu ferito e fatto prigioniero. Tale episodio è
stato narrato da vari storici dell’epoca e dal cronista genovese Uberto
Foglietta, che nel 1575 scriveva:
(”1144
– Giglielmo Vento, uno dei quattro consoli, s’armò una Gallea, che combattè col
fratello del Conte di Barcellona et l’ammarò.”)
Robualdo liberato dopo l’intercessione di suo
fratello il Re di Aragona,si trasferisce definitivamente a Genova, conosce la
nobile Barbarella Adorno dei Serenissimi e futuri Dogi di Genova, si innammora di lei, la sposa e
con il titolo di Principe, acquisito di diritto dalla sua discendenza reale,
adotta il cognome “Pilo” tratto dal soprannome
del suo antenato Wilfredo I.
(La genealogia della famiglia Pilo in Genova è accertata dall’atto del 1153 del Notaio
Lanfranco di Genova e da altri notai genovesi).
La linea cadetta dei
figli di Robualdo verso la fine del 1100
si trasferisce in Sardegna, e da vita al ramo sardo dei Pilo, ottiene titoli
nobiliari privilegi, feudi e nomine istituzionali, mentre la linea primogenita
con Ingo Pilo, da vita al ramo Genovese dei Conti di Barcellona e Re di
Aragona. Ingo fu padre di Ogerio (Primogenito), Nicolò, Otho, Armano, Ingo e
Robualdo.
La famiglia Pilo
imparentatasi con gli Adorno, durante la Repubblica di Genova come era
consuetudine dell’epoca, essendo nobile, fu aggregata all’Albergo “Grillo”,
istituto sociale e politico, che distingueva la nobiltà, dal ceto popolare.
I Pilo ebbero dei
privilegi dai Sovrani di Napoli, relativi al periodo che va dagli inizi del XII
alla metà, circa, del secolo XVI, si trovarono coinvolti nelle torbide vicende
della vita cittadina, imparentati come erano con gli Adorno e più tardi con i
Fregoso, che per circa due secoli, si contesero il dominio della Repubblica di
Genova. (D’altra
parte un pronipote di Robualdo, Lorenzo, potè liberare nel 1435, intervenendo
personalmente presso le massime autorità cittadine, Alfonso “Il Magnanimo”, Re di Aragona, di
Castiglia e di Napoli, fatto prigioniero insieme al Re di Navarra Giovanni,
dall’Ammiraglio genovese Biagio Assareto, nella celebre battaglia di Ponza.)
La Famiglia rimase per
oltre 400 anni a Genova, finchè il Principe Bartolomeo II Pilo, primogenito e
discendente diretto di Robualdo, dei Conti di Barcellona e Aragona, dopo
diverse vicissitudini ed alterne vicende, a causa delle guerre civili che
infuriavano e per sfuggire dai suoi nemici, che vedendo tradita la fedeltà agli
Adorno, avendo sposato una Fregoso. (nota
èra la faida fra le due famiglie che si contendevano la
supremazia a
Genova) Bartolomeo II Pilo si trasferisce
in tutta fretta intorno al 1560 con tutta
la sua famiglia a Palermo, sotto la protezione spagnola, ma i suoi
nemici e assassini riescono comunque a raggiungerlo anche in Sicilia e ad
ucciderlo. Venne sepolto nella chiesa di San Pietro Martire di Palermo.(Distrutta parzialmente in seguito
ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale 1940-44).
Il primogenito di Bartolomeo II, Antonino morì intorno al 1596, senza aver
avuto figli. Il secondogenito Lorenzo, nato a Genova nel 1553, divenuto capo
della famiglia in seguito alla morte del fratello maggiore, sposò Francesca
Calvello dei Baroni di Melia, con cui avrà quattro figli e darà vita al ramo
Siciliano dei Conti di Barcellona. Lorenzo morì a Palermo il 6 ottobre 1601 e
fu sepolto assieme a suo fratello Bartolomeo e a sua moglie, sorella di
Francesca Calvello, nella cappella di famiglia dei SS. Lorenzo e Bartolomeo,
nella chiesa di San Francesco di Paola a Palermo. I Pilo otterranno in
Sicilia privilegi, titoli nobiliari ,
feudi, castellanie, governatorati, proprietà immobiliari, nomine istituzionali,
governative, ed ecclesiastiche, sia sotto il Regno di Napoli, di Sicilia, nel Regno
Francese e Borbonico delle due Sicilie e infine sotto il Regno d’Italia dei
Savoia.
Fra i feudi più importanti della famiglia Pilo in Sicilia è il: Marchesato di Marineo e Capaci
con Il Principe Vincenzo Pilo, che sposa a Messina il 23 Gennaio 1606 Giulia
Beccadelli Bologna, figlia di Vincenzo, Marchese di Marineo e Barone di Capaci.
I “capitoli matrimoniali” sottoscritti del 23 dicembre 1606. Dapprima
affittuario e poi proprietario del feudo dello stato di Marineo e della Baronia
di Capaci, recatogli in retaggio dalla moglie, fù investito Marchese di Marineo
e Barone di Capaci il 31 Luglio 1619,
l’esercizio odel “Mero et mixto imperio” su detto
feudo, diviene pertinenza della
famiglia Pilo, in virtù dei “capitoli” stipulati il 21 Aprile 1622 tra
Vincenzo Pilo e Francesco Beccadelli
Bologna. . Il 22 ottobre 1625 la Baronia di Capaci con privilegio di
Filippo IV, venne elevata al rango di Contea.... Importante
anche il Ducato di Cefalà Diana, passato ai Pilo in virtù del testamento del
Principe Vincenzo La Grua Talamanca e Gioeni Principe di Carini, steso il 25
Novembre 1828 e dal successivo testamento del 17 Febbraio 1840 di Felicita Diana,
Duchessa di Cefalà, vedova La Grua Principe di Carini,
Nel 1700 fu riconosciuta fra il Principe Girolamo II
Pilo e dal Re di Napoli Filippo III( in seguito Re di Spagna con il nome di
Filippo IV) la stretta parentela fra i Pilo e i Borbone e per questo il titolo
di “Grandi di Spagna”.
I Pilo rimasero in
Sicilia fino agli inizi del “900”, allorché il Principe Girolamo V figlio di
Ignazio III Pilo e di Rosalia Denti dei Duchi di Piraino, con testamento
olografo del 3 Ottobre del 1917, non avendo contratto matrimonio, lasciò erede
universale dei titoli nobiliari, dell’intero patrimonio mobiliare ed
immobiliare secondo la legge siciliana di successione e del Regno d’Italia con
Regio Decreto del 2 Marzo 1921, suo nipote, il Principe Ruggero Pilo Bacci, Nobile
di Firenze ed Arezzo, nato a Lucca il 23 Giugno del 1877, figlio del Marchese Vittorio Bacci,
Provveditore agli Studi del Regno d’Italia e di Maria Pasqualino Pilo dei
Patrizi di Bari, a cui furono riconosciuti dal Regno d’Italia, per sé e per i
suoi discendenti i titoli di Conte di Capaci, Marchese di Marineo, Duca di
Cefalà Diana - dei Principi di Carini (con testamento olografo da La Grua –
Felicita Diana), Marchese di Torretta, Barone della Salina di Chiusa Grande di
Trapani e Signore di Isola delle Femmine.
Il Principe Ruggero
Pilo Bacci, si sposò il 28 Novembre 1912 con Maria Maddalena, figlia del Barone
Paolo Ricca della Doppia di Sessa Aurunca e di Elisabetta dei Conti olandesi
Van Delden Dujvenèè di Scheveningen, fra l’altro Consoli dei Paesi Bassi presso
le Indie Olandesi e proprietari nel Sud-Est Asiatico di vaste piantagioni di
Canna da zucchero.
Il Principe Ruggero Pilo Bacci, nominato il
1 Luglio 1901 Funzionario della Casa di
sua Maestà il Re d’Italia, si
trasferisce con tutta la sua famiglia a Roma in un appartamento privato di
Palazzo Reale (Quirinale), con la nomina di Alto Funzionario di primo grado, incaricato a
sovraintendere personalmente i lavori di restauro immobiliare e alla sistemazione
degli arredi della maggior parte delle proprietà dei Savoia, di rilevanza
storica del Regno d’Italia. Fra le opere
più importanti piace ricordare il restauro del Castello di “Miramare” vicino
Trieste, destinato a dimora di S.A.R. il Duca delle Puglie che gli valse, per
il suo impegno e per i risultati raggiunti,
la nomina nel 1942 a Direttore Superiore e Grande Scudiero del Re, al servizio di sua Maestà Vittorio
Emanuele III e poi Umberto II Re
d’Italia. Venne insignito dei titoli di Grande Ufficiale dell’Ordine della
Corona d’Italia, Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,
dell’Ordine del Merito Ungherese, di Cavaliere dell’Ordine della Corona di
Romania e dell’Ordine di Carlo III di Spagna. Dal matrimonio di Ruggero e Maria
Maddalena nascono due figli: Vittorio nato nel 1913, ed Elisabetta nel 1930,
che rimarrà nubile. Vittorio: dapprima funzionario presso il Ministero della
Difesa, poi Storico e giornalista economista, si sposa con Annunziata dei
Marchesi Amero d’Aste Stella di Albenga
e Triora nel 1950, e gli darà quattro figli: Carlo Ruggero, Paola Patrizia, Antonella e Marina
scomparsa nel 2012.
Nel 1946 con la caduta
della Monarchia, Ruggero si trasferisce in un appartamento privato nel centro
storico di Roma, dove la famiglia attualmente risiede. Dopo la scomparsa di
Ruggero, avvenuta nel 1947, la linea di successione della famiglia passa a suo
figlio il Principe Vittorio, e alla morte di quest’ultimo avvenuta nel Gennaio
del 1961 al figlio il Principe Carlo Ruggero, attualmente: IX Duca di Cefalà Diana-dei
Principi di Carini; XIII Marchese di Marineo e di Torretta, XIII Conte di
Capaci, XXXI Barone, Barone della Salina di Chiusa Grande di Trapani e Signore
di Isola delle Femmine. Le sorelle di Carlo, Paola Patrizia e Antonella possono
fregiarsi del titolo di nobili del Ducato di Cefalà Diana-Principi di Carini,
del Marchesato di Marineo e Torretta, della Contea di Capaci, dei Baroni della
Salina di Chiusa Grande e dei Signori di Isola delle Femmine, mentre il titolo
di Principe è appannaggio solo del maschio primogenito della famiglia.
(Tutte le fonti
storiche riguardanti la Famiglia Pilo-Pilo Bacci sono tratte da documenti presenti nell’archivio storico della famiglia
Pilo- Pilo Bacci in Roma i, dall’archivio Pilo-Boyl e Pilo-Quesada ecc…di
Sassari in Sardegna, dal Gotha europeo, dall’elenco della nobiltà
Spagnola, dal Libro d’Oro della Nobiltà
Italiana e quella siciliana, dalla Storia delle famiglie Nobili della Sicilia (Anche su motore di ricerca
Internet), dall’Enciclopedia
Storico-Nobiliare Italiana di Vittorio Spreti, dall’Ufficio della Consulta Araldica del Regno d’Italia, del
Regno di Spagna e del Regno delle Due Sicilie, dal Notaio Lanfranco(1153) e
Giacomo Roccatagliata, dal Cossu e dagli storici Giovanni Candido, Raffaele
Fagnano, Galvano Fiamma (c.a 1300) Marco Montalbano, dal Notaio Assareto(1592 e
1625), Giovanni Battista Pilo (1661), Uberto Foglietta di Genova, dagli Storici
Spagnoli Filadelfo Mugnoz, Giovan Gueras Pietratagliata, Berengario de Agil,
Ramon d’Alos Moner, Lafuente, Estevan de Borellas ecc. più recentemente Gaetano
Falzone e da De Devitis , Antonino De Stefano, Ciro Spataro, Gianfelice Pilo,
ecc… )