mercoledì 14 settembre 2016

DA SANTA ANNA A ROMA !




TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA

   Questa frase mi è venuta in mente quando mi sono trovata in piazza san Pietro sabato 10.09.2016 durante l’udienza generale di papa Francesco. Venivano salutati tutti i gruppi veramente da tutti gli angoli del mondo in tante lingue. Fra loro un particolare saluto è stato rivolto ad un gruppo di pellegrini della Repubblica Ceca fra i quali mi trovavo. Hanno portato una statua di santa Agnese boema come simbolo di misericordia.  Molti marinesi conoscono questa figlia di un re della Boemia del ‘200 che ha rifiutato anche il ben noto imperatore Federico II come pretendente per scegliere un altro sposo, il nostro Signore.  Tempo fa abbiamo presentato il libro “Santa Agnese di Praga” nella chiesa di sant’Anna. La sua statua è stata collocata vicino alla tomba del cardinal Josef Beran, il simbolo della Chiesa che soffre, che è morto a Roma e non poteva essere sepolto nella sua patria perché scomodo anche così. Il santo padre Paolo VI ha deciso di farlo seppellire nella cripta sotto la basilica di san Pietro come l’unico cardinale fra i papi.    
  Durante la messa concelebrata da tutti i preti e vescovi cechi, il cardinal Miroslav Vlk si è soffermato sul fatto che l’attuali abitanti della Repubblica Ceca sono stati definiti come i più atei dell’Europa eppure  hanno una schiera di santi a cominciare dai santi Cirillo e Metodio, persino patroni d’Europa, san Venceslao che ha un suo altare nella basilica di san Pietro, san Adalberto-Vojtěch, san Giovanni Nepomuceno e santa Agnese. Ognuno di loro è un esempio anche per i nostri giorni – santa Agnese in particolare. Ha scelto la povertà anche se poteva vivere nell’abbondanza come figlia e sorella dei re. Si è occupata dei poveri e dei malati per i quali ha fatto costruire un ospedale. Ha dato l’esempio a noi che siamo troppo materialisti e a volte cerchiamo il potere e i beni materiali ad ogni costo.
  Il papa Francesco ha ricordato come l’uomo può usare male la sua libertà e può così cadere nelle nuove schiavitù. Ha detto: “Abbiamo bisogno che Dio ci liberi da ogni forma di indifferenza, di egoismo e di autosufficienza”  e così ha allargato ancora di più l’immagine dell’uomo moderno. Oggi non si usa più tanto spesso la parola “redenzione” che indica che Dio ha compiuto una radicale liberazione dell’uomo portandogli perdono, amore e gioia. L’uomo vuole salvarsi da solo con il suo atteggiamento “faccio quello che voglio”.  Certo, ci arrivano i mali e le sofferenze che non causiamo direttamente con il nostro comportamento  ed è difficile non ribellarci e non mettere Dio sotto accuse. Ma il santo Padre ci invita: “in questi momenti puntiamo lo sguardo su Gesù crocifisso che soffre per noi e con noi, come prova certa che Dio non ci abbandona”. Ha poi concluso il suo discorso con il salmo 130 e ci ha fatto ripetere tre volte: “Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione”.
  E’ possibile quindi accettare un’immagine che ci fa vedere  Roma e il suo vescovo come un centro dal quale ci viene la direzione, la guida e la luce sulle nostre vie che poi ci portano tutte a Roma poiché ci portano alla buona novella del Vangelo, la tenerezza di Dio misericordioso perché il vescovo della città eterna, il papa Francesco ha capito che l’uomo di oggi ha bisogno proprio di questo e ha proclamato l’anno santo della Misericordia.

Milano, 13.09.2016                                                              Růžena Růžičková

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