Per semplicità lo chiameremo Ciro. Un pò pelato, professione medico, di
solito fa footing lungo il naviglio. Per il resto di lui sappiamo quel poco che
hanno detto i media. Sappiamo di più su quello che ha fatto l’altro ieri. La
scena è la solita cartolina lungo il naviglio:
mamme con passeggini , anziani tenuti in piedi dai ricordi, ragazzi con palloni
e skatebord e infine lui. Una giornata come le altre a “prendere aria gratis
lungo il naviglio”. L’appuntamento è con una di quelle mamme che porta
la sua bambina, di pochi mesi, in bici e con un moscerino che almeno lui è di
casa perché abita proprio lì e quel giorno ha deciso di finire in un occhio di quella mamma che perde subito l’equilibrio
facendo scivolare la sua piccola in acqua. Da qui in poi la storia si può
chiamare con diversi modi. Per noi è una di quelle tragedie tipiche dell’opera
dei pupi: c’è l’eroe, la vittima, il maganzese (il moscerino) e tutto il resto.
La meccanica. Prima viene recuperata la bambina e da lì inizia un
meccanismo che se non fosse vero sarebbe incredibile. Il nostro dottore
vorrebbe fare un cardiogramma poi vorrebbe una radiografia infine una serie di
analisi, poi vorrebbe intubare la piccola. Intanto passano quanta interminabili
minuti ! Di solito ne bastano tre e se hai fortuna puoi arrivare a cinque.
Sembra una sequenza di un film :”la stiamo perdendo !” . Metti una flebo,
controlla i battiti e vai con tutto ciò che il cinema ci sta insegnando sulla
terminologia ! Il nostro dottore salta tutte le procedure e continua il suo
massaggio cardiaco. L’orologio dice che già a 15 minuti la piccola “è persa” !
Dottore si rassegni ! Ma lui continua, cambia fra respirazione a bocca a bocca
a massaggio cardiaco. Non si ferma, insiste ! Quando ormai tutti lo scoraggiano
lui reagisce e come se avesse visto un lontanissimo movimento degli occhi o del
petto. Allora riprende con più energia. Deve stare attento a non rompere quello
che gli è sembrato aver riparato. In un momento pensa che quei quaranta minuti
sembrano inutili, senza successo, senza significato. Tutto è stato vano ! Ormai
sta arrivando l’ambulanza ! Ormai sentiremo :è deceduta mentre la portavano in
ospedale!”. Ho fatto tutto questo per niente ? Non ci sto! E cosi il nostro
dottore ricomincia perché senza apparecchiature, senza medicine ormai questa è
materia di Dio. Ad un tratto la piccola smuove un mezzo occhio e il suo petto arrossisce
mentre inizia a tossire : il piccolo motore riprende, si rimette in moto !
Io non so se questo dottore conosce il nostro San Ciro. Io non voglio
nemmeno sapere il suo nome. Certamente lo hanno imparato a memoria i genitori
della piccola. Quello che so è che subito la medicina ha messo le mani avanti diagnosticando
che quaranta minuti possono aver danneggiato il cervello e altri organi vitali.
Ora tocca a loro fare la parte degli eroi.
Ma una cosa mi sento di dirla. Gli
unici che hanno subito danni al cervello sono quelli della medicina che non
hanno imparato nulla da quel dottorino che mai ha pensato “tanto è già andata “,
ma ha continuato per quaranta minuti ! Ora aspettiamo che la medicina con tutti
i suoi strumenti completi il lavoro che quell’eroe ha iniziato in riva al
naviglio !
Nessun commento:
Posta un commento