sabato 10 settembre 2016

ADDIO VOLOIRE !



La settimana scorsa alla cappidduzza mi incrocio con il sig Vincenzo Daidone il quale fidandosi della mia memoria mi ricorda dove ci siamo conosciuti. Giovedi sette settembre di buon mattino a Milano si svolge una cerimonia a cui dovevo assolutamente essere presente, ma impossibilitato perché il mio aereo arrivava a Milano alle 21. Il sig Vincenzo Daidone lo avevo conosciuto una sessantina di anni prima alla Perucchetti o meglio alla Santa Barbara in Piazzale Perucchetti di Milano dove aveva sede la mia   a Cavallo comandata dal Capitano Grandona e il reg. Trasmissioni e Genio del Sig Daidone. Quando lo conobbi mi presi una punizione perché non ci si poteva fermare nel cortile in quanto lo si doveva attraversare di corsa perché cosi aveva deciso l’allora Generale Sorge che aveva sostituito il Generale Li Gobbi che usava darci la sveglia con il suo cavallo arrivando sino al secondo piano e ribaltando le brande di chi ancora dormiva alle sei del mattino. Ora giunto a Milano dal corriere apprendo che il mio reggimento è stato sfrattato e traslocato a Vercelli e quindi la mia Voloire non è più alla Santa Barbara. Conservo ancora il mio Kepi e altre piccole reliquie. Conservo ancora il mio giornale murale “…a cavallo” tollerato ma mai autorizzato dal Grandona, un sardo che oltre che amare i cavalli aveva “resuscitato” la gloriosa Batteria a Cavallo. Solo una batteria avevamo a cavallo mentre tutta la compagnia usava i 155, carri armati con motori rolly roice che avevano combattuto (credo contro di noi) a El Alemain ed infatti ogni carro era dedicato ad un martire di quella battaglia (il mio ad un certo Bresciani). Erano gli ultimi anni dei 18 mesi e tutto l’esercito era in evoluzione. I nonni (sono stato l’ultimo della mia compagnia !) sparivano come i gavettoni  ! Ma il nostro Capitano era un misto di antico e moderno che ci sapeva trascinare ! Mi aveva trasformato in furiere, radiofonista e capo pezzo. Potevo concedere licenze a chi “doveva andare assolutamente a casa” baipassando la burocrazia (sposati, agricoltori, orfani e via di seguito). Questo mi procurava salumi e formaggi che  portavamo in via Forze Armate in una trattoria per “militari disagiati senza soldi” con l’obbligo di consumare un primo piatto a pagamento e il resto “con pacco da casa” che veniva aperto sul tavolo scoprendo salumi avvolti nelle canottiere e foto di bambini appena nati …  Questo Capitano per gli altri non ci stava con la testa per noi era perfetto. Ci portò a nove campi di cui due di sopravvivenza. Feci il car a Siracura e ci misi quattro giorni da Siracusa a Milano con le tradotte merci su cui potevo viaggiare, ci misi un mese per tagliarmi i capelli essendo sempre l’ultimo della fila. Mi rifiutai di raccogliere le foglie nel cortile e il capitano mi promosse furiere perché la dignità del soldato va difesa ma mi punì con una settimana per non aver eseguito l’ordine di raccogliere le foglie. Fu allora che conobbi la birra Menabrea perché durante uno di questi campi  si trovava nel paese di produzione della Menabrea vicino Biella (Mottalciata?)e un oste locale prima ci butto fuori dall’osteria (questi terroni disonorano la nostra birra !) poi rientrai a trattare e dovemmo sottostare ad una lezione sul modo di bere la “loro” birra (che è stata campione del mondo per diversi anni , sconosciuta a tutti ma da favola in America). Sciacqua il bicchiere (mai sapone) facendogli scorrere l’acqua , mettilo a bocca in giù, versagli lentamente la birra sino a metà usando l’altra metà per creare la schiuma, bevi lentamente e non pulirti mai i baffi altrimenti senti i …terroni che ci sono in giro (avrei completato il corso trentanni dopo a Praga dove aggiunsi che il bicchiere va tenuto in frigo e la birra la sera ,soprattutto d’inverno, nel balcone). Il mio capitano durante i campi estivi usava “punire” i cosidetti lavativi legandoli ad un albero nel campo la sera per poi slegarli la notte . Ma una sera ci fu chi fotografò il “legato” e mandò la foto all’Unità. Il nostro comandante di Corpo d’Armata” era De Lorenzo famoso perché ordinava la mobilitazione generale la sera della prima alla Scala (piena di Colonnelli e Generali)  e perché fu poi accusato di colpi di stato da fare con soldati che non ne sapevano nulla. Il Daidone non era nella mia compagnia ma ogni tanto ci incrociavamo nel cortile e chissa quante volte si sarà chiesto perché io correvo senza fermarmi quando ci incontravamo nel cortile.
La mia Compagnia se ne va a Vercelli in Piemonte da dove è venuta e noi ex Voloire con i cannoni tirati dai cavalli avevamo i semoventi con non so quanti cavalli nei motori, motori che i miei commilitoni smontavano e rimontavano come ridere senza che il pezzo si fermasse mai.  

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