venerdì 25 gennaio 2019

... e come guardarsi negli occhi !


Aggiungi didascalia
Quando alla fine degli anni cinquanta “sbarcai” alla Stazione Centrale di Milano con la freccia del sud non avevo né idee né obiettivi. Ero sicuro di una cosa: per iniziare devi partire dall’ultimo gradino. Facevo il garzone in una drogheria: questo mi permise di perdere un po’ d’accento e di inserirmi … Mi sentivo sicuro perché avevo in tasca il titolo di “scuola media” faticosamente acquisito. Se non bastasse avevo in tasca la lettera de L’Ora che il buon Cimino mi aveva dato perché io potessi inserirmi nel… giornalismo lombardo ! C’erano almeno tre quotidiani a Milano , ma non mi riuscì di entrarci ! Provai infine all’ Unità dove non feci fatica anche perché frequentavo e dirigevo il circolo giovanile comunista di Via Porpora. Fu una bella esperienza perché all’Ora ero free lance come si suol dire oggi con il permesso di frequentare gli uffici, all’Unità curavo le varie cronache periferiche e incontravo i grandi politici nazionali.
Da li in poi tutto divenne facile perché non avevo obiettivi politici.  
In oltre cinquanta anni non mi sono lasciato scappare nulla. Ma quello che mi mancava non era il solito pane di Marineo, i riferimenti che sognano tutti gli emigranti, la Rocca ecc.ecc. Mi mancavano le ricorrenze che amalgano le comunità. E cosi quando arrivava novembre mentre tutti andavano al cimitero io mi trovavo a  Milano dove ancora non avevo morti da andare a  trovare. Tombe bellissime accanto a tombe abbandonate. Tombe doppie che leggendo le dediche capivi che erano morti assieme , tombe di bambini con dediche strazianti, stupivano le tombe doppie e leggendo i nomi rimanevi sorpreso perché erano chiaramente un italiana e un musulmano cosa rarissima per quel tempo.  Tutti erano elogiati per la loro bontà e capacità !
Mi chiesi se ci fosse una parte del cimitero dedicata “ai cattivi” perché nessuno era presentato come tale e chi in vita era additato come cattivo li era come aver usufruito di un condono “tombale” . Quasi tutti avevano una foto alcuni in porcellana come usava una volta, altri foto plastificate che iniziavano a schiarire. Leggendo i dati cercavo di immaginarmi come fosse la persona morta spesso mi aiutava la dedica , altre volte l’età. Le tombe dei giovani erano le più angoscianti perché spesso li vedevi in macchina o con una moto o con ciò che ti faceva dedurre di cosa era morto.
Ora noi abbiamo parenti in più cimiteri perché tutti hanno scelto il cimitero più vicino. Ora la settimana che il tempo mi ha portato via tre cugini uno di loro è finito nello stesso cimitero vicino a noi e cosi mi è molto comodo andarlo a trovare.
Mi commuovo quando penso che lo stesso rito si ripeteva dopo cinquanta anni ! Una tomba alcuni dati … ma solo chi lo conosceva sa chi e come era !
Ora dopo tre anni c’è la sua foto e questo mi aiuta molto perché prima era come chiacchierare al telefono dove non vedi il tuo interlocutore . Ora quando parliamo e come trovartelo davanti , come guardarsi negli occhi !

Nessun commento:

Posta un commento